08-02-2010
MESH
"A Perfect Solution"
(Dependent/Masterpiece)
Time: (61:06)
Rating : 8.5
Nell'ambito del miglior synthpop europeo, i Mesh non hanno davvero più nulla da dimostrare: per loro parla una carriera esemplare ed una serie di lavori che dal 1994 in poi, per l'indubbia qualità delle canzoni e la maestria nel padroneggiarle sia in studio che dal vivo, li ha prepotentemente catapultati in cima alle preferenze del pubblico di settore. Un successo meritato fino in fondo che ha permesso a Mark Hockings e Richard Silverthorn di giungere in perfetta forma ai giorni nostri, dopo oltre 15 anni di attività ed una lunga serie di dischi e tour, per una sfida che si rinnova e che l'ex-trio di Bristol (oggi ridotto a duo in seguito all'abbandono di Neil Taylor) intende vincere. E lo stato di forma è il migliore possibile: nonostante la pesante defezione, Mark e Richard non si sono certo persi d'animo, ed anzi, con "A Perfect Solution" sono riusciti nell'impresa di confezionare il loro lavoro più completo e maturo di sempre, ridefinendo i propri standard nel miglior modo possibile. Se è vero che stiamo parlando di autentici maestri del synthpop, abilissimi quando si tratta di arrangiare strofe coinvolgenti, melodie immediate e refrain memorabili, e che su queste loro doti avremmo potuto tranquillamente metterci ambedue le mani sul fuoco oggi come ieri, è altresì vero che mai come adesso il duo è riuscito ad integrare la chitarra e le relative inflessioni rock-oriented - evidenti soprattutto all'altezza dei refrain - in un suono dal taglio sempre più organico (specialmente nella parte ritmica), segno evidente di come i Nostri non si siano adagiati sugli allori come troppi altri fanno, anche in questa scena. Il risultato è "A Perfect Solution": undici nuovi brani entusiasmanti e formalmente impeccabili, baciati da una produzione perfetta e da un rinnovato vigore. Mark e Richard conoscono benissimo le malizie del (synth)pop, ed i due singoli estratti (l'apripista "Only Better" col suo intenso refrain e l'imminente "How Long?" col suo ritmo coinvolgente) parlano chiarissimo in tal senso, ma in un disco come questo funziona tutto a meraviglia, e fra momenti più taglienti come l'opener "If We Stay Here" ed "Hold It Together", cose più incisive come la frizzante "Everything I Made", una "Who Says?" con il buon contributo di Julia Beyer (Technoir, Chandeen) ai cori e la pompata ed energica traccia conclusiva "The Bitter End" trovano spazio anche cose di grande raffinatezza come la notturna e soffusa "Want You" e, soprattutto, una perla di rara bellezza, intensità ed onestà come "It's Gone": il pezzo che ogni synthpop band sogna di scrivere, ma che alla fine è esclusivo appannaggio dei migliori (ed i Mesh, la cui classe non si discute, sono senza dubbio fra questi). Alcuni brani, poi, presentano delle chiuse strumentali magari slegate dai pezzi a cui fanno capo, ma comunque gustosissime e chiaro indice della qualità compositiva del duo. Aspettando che un giorno gli Statemachine e gli Iris decidano finalmente di regalarci un nuovo album, sono i Mesh ed il loro "A Perfect Solution" il punto fermo per i seguaci del miglior synthpop: impossibile perdersi un lavoro così riuscito, anche migliore - poiché più maturo, bilanciato e completo - del celebratissimo "The Point At Which It Falls Apart".
Roberto Alessandro Filippozzi