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Room 101

04-01-2010

KILOWATTS & VANEK

"Focus & Flow"

Cover KILOWATTS & VANEK

(Dependent/Masterpiece)

Time: (56:16)

Rating : 6

La contaminazione tra generi è come un imbuto dal quale escono pregi e difetti tra combinazioni equilibrate o spostate nel baricentro. Questo è un po' ciò che succede anche in "Focus & Flow" nel tentativo da parte del duo (composto dall'americano James Watts e dal belga Peter Vanek) di emergere dalla massa clonata, e per questo hanno tutta la nostra stima. Creano così un album (in realtà già uscito ad inizio 2008 per la piccolissima End Of Time con tre tracce in più, ed oggi ristampato dalla titolata Dependent) a volte spiazzante nel miscelare suoni ed idee, mentre alcuni frangenti opposti catturano immediati l'ascolto per la qualità degli arrangiamenti, seppur impostati su direttrici 'slow' confidenziali. "Morningstar" apre il dischetto manifestando l'ottimo equilibrio di folktronic ed ambienti sonici di IDM psichedelica, quasi un improbabile incontro tra Aphex Twin e Suzanne Vega (o perchè no, Craig David). Non solo in questo brano si respira la bellezza di una stabilità così precaria da gestire, ma anche in "So Strange", che, volutamente concentrata sul dub, unita al canto sussurrato crea un mood di eleganza lounge raffinato e prezioso. Il problema è quando da quel simbolico imbuto escono suoni 'astrusi', troppo R&B come in "After You", oppure eccessi house come nel caso di "Blue Vapourtrails". In questi episodi la musica del duo indubbiamente punta ad una dimensione 'clubber' meno di nicchia, ma a scapito della bellezza pura creata altrove. Nel caso di "Solar Flare" è palese la conoscenza dei pathos alieni e cerebrali dell'IDM più schietta e variabile: aloni di crepuscoli musicali in sottofondo e beat frenetici di rottura, ma integrabili e squisiti nell'obbligare l'ascoltatore a capire, concentrarsi, interpretare il suono in assenza della voce. Un altro esempio è "Pale Butterflies & Bloodshot Eyes", simile ma screziata da glitch precedentemente assenti per votarsi ad un'atmosfera meno geometrica. La chitarra quasi sempre si trova un angolo in cui inserirsi, per completare il suono con graziose plettrate continue e scandite. Per questi due brani varrebbe la pena di acquistare l'album, ma sono momenti troppo isolati: il punto è capire nel tempo quale miscela i due artisti sceglieranno. La difficile strada dell'arte è scoscesa nei punti dove si debbono compiere scelte.

Nicola Tenani

 

http://www.myspace.com/kilowatts

http://www.dependent.de/