28-12-2009
BEEHATCH
"Brood"
(Lens Records)
Time: (50:14)
Rating : 8
Beehatch è un duo americano composto da Mark Spybey (in passato membro importante di Zoviet France e Download) e Phil Western, pure componente dei Download (side-project dello Skinny Puppy cEvin Key), ma anche di Floatpoint, Kone e Plateau. Le loro carriere hanno incrociato non solo l'estro di Key: Mark ha anche collaborato con il 'cigno' romantico Jarboe, Genesis P. Orridge, The Legendary Pink Dots e molti altri; Western ha 'vissuto' produzioni per Metallica, Nine Inch Nails e Bryan Adams, tra i blasoni più importanti. Ciò delinea un quadro artistico con elevate credenziali, non casuale all'interno degli ambiti oscuri incorniciati in strutture che toccano suoni malleabili tra mondi psichedelici, ambientali e 'waves' decadenti. La Lens Records (da quella piccola capitale dell'undergound che si sta rivelando oggi Chicago) torna sul luogo del delitto dopo aver già tenuto a battesimo nel 2008 l'esordio eponimo del duo, atteso ed apprezzato in primis dai colleghi stessi. Jane Jarboe definisce così il nuovo "Brood" :"...per me l'estremo impatto auditivo dei Beehatch è anche merito della globale fusione dell'elettronica che incontra lampi fugaci di strumentazione world..."; in questa azzeccata definizione sta parte dell'essenza dell'album. Dischetto per meditare e di conquista 'step by step', soprattutto se nella vostra crescita musicale avete amato le follie di John Balance, le ipnosi di Harold Budd, le psicosi di mr/miss Orridge. Allora sarà immediato lasciarsi catturare dalle calde opalescenze di voce e suono: "I Forgot To Mention" è una continua generazione di landscape sonori terapeutici ed ammalianti, la voce di Spybey sussurra il testo per non 'offendere' la magia creata. Incantevole musica quasi carnale di derivazione mistica indiana (sebbene non monotona come nell'originale derivazione) è "On Ideal Wings", scrigno di misticismi che si perdono tra ere, culti e templi. Free-jazz psichedelico tra le lisergie di "Du Du Horn" che si carica di follia industriale con "In Silence, Too Silence", ma il momento in cui i Beehatch costruiscono l'apice sonoro del dischetto è "Ostalgie". Non sempre le parole possono rendere idee che nascono e crescono negli strati più profondi della percezione; immaginate un'ossessione elettro-percussiva al top del tribalismo post-moderno, ancestralismi di derivazione etnica, ma ancora non avrete idea (se non ascoltandola) di cosa sia "Ostalgie"... bisogna passare dall'intero album per capire! Ottimo il packaging cartonato a libro con due buste, una per il dischetto ed una per le quattro graphic-cards nate dalla creatività di Spybey e Mark Nugent, come dire: il suono da una parte e sprazzi visivi dall'altra che si amalgamano e compensano. "Brood" è un ottimo concept per questo nuovo act di Spybey e Western e ve lo consigliamo, convinti che il duo possa dare ancora di più.
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/beehatched