28-12-2009
AD-VER-SARY
"A Bright Cut Across Velvet Sky"
(Tympanik Audio)
Time: (74:51)
Rating : 7.5
Nel 2008 "Bone Music" è stato il debutto su Tympanik di Jairus Khan (a seguito dell'esordio con l'EP "Music For Jerks" del 2005 su Glitch Mode Recordings), il nostro Ad-ver-sary, e già in quella recensione il nostro redattore avvertì che, nonostante la buona fattura dell'album, vi erano potenzialità non espresse in pieno. Però l'esperienza accumulata non ha esaurito le energie e le facoltà di "Bone Music", ed i singoli brani, rivisti da più artisti in "A Bright Cut Across Velvet Sky", trovano nuove soluzioni ora finalmente convincenti. Ciò non significa che a Jairus manchino idee nel quotidiano, ma semmai che 'ibridarsi' in nuove esperienze e collaborazioni dopo aver respirato un anno supplementare di 'aria Tympanik' ha permesso di aprire i chakra compositivi anche in vista di futuri lavori. Quasi un'ora e un quarto di musica in cui regnano le regole non scritte dell'IDM, che difficilmente permette voci cantanti per scenari plasmati su immaginarie piattaforme amorfe; spazio solo a declamanti, sempre formali, voci inumane e digitalizzate. Attenzione però: "A Bright Cut Across Velvet Sky" non è una semplice celebrazione in chiave intelligent dance, anzi, è una giostra che gira a 360 gradi sfiorando e rimodellando un patrimonio non solamente dark-elettronico. Davvero sublimi le congiunzioni noise-industrial e post-punk dei due remix di "Waiting For Gira", sia nella versione di ESA che in quella di Phylr, in cui i riff depressi di chitarra si raffinano nel gioco di una nuova materia che penetra con tappeti elettronici. Imperiose le percussioni, ed il 'cigno' Gira (immaginiamo che Michael Gira, celebre mastermind degli Swans, sia l'astratto ispiratore del succitato brano) idealmente amalgama le depressioni esistenziali del suo sound con le dilatate ed aliene visioni dei Cabaret Voltaire. Le due versioni del brano riescono tangibilmente a generare una visione così complessa. Nei suoni potenti dei synth risiede una materia di caos apparente che modula "Dresden" come un brano potente ed oscuro, veloce e diretto al dancefloor, come pure l'electro-trance di "Creatura (And The Sea)" (due dei tre brani inediti inclusi fra i molti remix dell'opera). Suggestione per il corpo e disturbi dub per il cervello. Sulla stessa linea anche "Just", che nelle mani di Synkro diventa stabile e schematica, di nuovo trance nelle linee sonore che, sottili, perforano il corpo con droni flessuosi e sincopati. Stona invece l'incontro con Autoclav1.1, a riprova che anche due cavalli di razza della stessa scuderia, insieme, non è detto possano vincere, o almeno non in questa situazione. Il muro di chitarre violente di "Number Nine" non si amalgama con il suono, che avrebbe richiesto prestazioni diverse di plettro, al limite anche shoegaze. L'eccessiva potenza rompe l'incanto di un brano pregevole: rimane l'unico momento non centrato di un remix-album godibilissimo. L'IDM serpeggia tra le tracce, più che manifestarsi diretta: un esempio è "No Exit" nel remix di Candle Nine. Atmosfere ambient volatili e celesti si lasciano penetrare dal glitch ruvido ed ansiogeno, e le due esistenze insieme coesistono con gusto. Ad-ver-sary è firmatario dell'ennesimo ottimo album che la Tympanik ci propone: Paul Nielsen (titolare dell'etichetta americana) nell'artista canadese incontra l'ennesimo ottimo musicista da 'coltivare' e crescere con sé in futuro. Per chi vuole iniziare la sua conoscenza del fenomeno Ad-Ver-Sary, sia il disco in esame che "Bone Music" sono reperibili dal sito dell'artista con download gratuito per convinzioni esplicite dello stesso Jairus; per chi invece si fida delle nostre parole e vuole godersi anche il pregevole digipack limitato a 1000 copie, l'acquisto è d'obbligo.
Nicola Tenani