14-12-2009
AMBERIAN DAWN
"The Clouds Of Northland Thunder"
(Ascendance/Audioglobe)
Time: (46:59)
Rating : 4
Già atterrati sulle pagine di Darkroom Magazine con un album di debutto stilisticamente derivativo e sostanzialmente privo di pretese, gli Amberian Dawn, giovane metal band finlandese guidata dalla cantante Heidi Parviainen, tornano a trovarci, a distanza di un solo anno, con un disco che nulla toglie e nulla aggiunge a quanto è già stato detto su questa bizzarra compagine di musicisti. I Nostri, forti del successo ottenuto girando per l'Europa in compagnia degli Epica, dimostrano di non avere la benché minima intenzione di cambiare registro, e questo "The Clouds Of Northland Thunder" non fa altro che confermare la suddetta tesi, offrendoci, per una durata che va oltre i tre quarti d'ora, uno scontato e mediocre mix di power e symphonic metal ad alto tasso tecnico, ricamato sull'operato di una vocalist che, sebbene dotata, sembra avere un unico grillo per la testa: emulare la pluriosannata Tarja Turunen. È veramente difficile, navigando in questo mare di cliché, scorgere la presenza di un qualsiasi punto di forza. Cercate per caso una melodia vincente? Un'orchestrazione degna di lode? Un'interpretazione vocale toccante? In questo disco non ne troverete proprio. Furbescamente, gli Amberian Dawn si accontentano (e, in tutta probabilità, i loro fedeli li apprezzano proprio in virtù di questa loro caratteristica) di seguire alla lettera i dettami del genere, impartiti nella scorsa decade dai connazionali Nightwish. Se proprio dovessimo enumerare qualche aspetto positivo dell'album, allora potremmo parlare della sua produzione cristallina, forse l'unica in grado di esaltare al meglio gli onnipresenti inserti di tastiera e la voce tendenzialmente operistica della frontwoman, ma anche di una più rilevante dinamicità compositiva. Qualche variazione di tema non guasta mai e, alla fine della fiera, anche gli Amberian Dawn sembrano averlo capito. Qualche nota di pianoforte in più non basta, in ogni caso, a riempire il vuoto che la musica del sestetto lascia tragicamente dietro di sé. La sensazione di noia e déjà-vu che i 12 episodi di questo disco veicolano non trova alcun termine di paragone all'interno della scena female fronted metal, dove quasi nessuno, fino ad oggi, era riuscito a combinare di peggio. Tra qualche mese la fabbrica degli orrori si riattiverà e noi dovremo sorbirci nuovamente la solita vecchia solfa. Santa pazienza!
Marco Belafatti
http://www.ascendancerecords.co.uk