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Room 101

07-12-2009

GOJA MOON ROCKAH

"Disco Dracula"

Cover GOJA MOON ROCKAH

(Echozone/Masterpiece)

Time: (51:47)

Rating : 7

Dopo un album passato quasi inosservato ed un sampler insieme ad Unheilig e FAQ (entrambi per Four.Rock), torna in studio l'act tedesco, reduce dal successo ottenuto come supporter proprio di Der Graf & co. Sguardo rivolto al dancefloor, la formula semplice ma efficace di "Disco Dracula" è l'intrinseco incontro tra future-pop, synth-wave e qualche fiammata di 'dance' fine '70. Riproporre "Banana Split", tormentone di quegli anni a cavallo tra seventies ed eighties che fu della lolita 'meteora' Lio, la dice lunga sui terreni che nel disco vengono generosamente coltivati. Dance 'catchy' per quattordici tracce da ascoltare con il cervello 'spento' sotto l'egida del 'tanz alles tanz!'. A volte è il toccasana per dare fiato ai neuroni e girare l'interruttore del corpo su 'ON' fin da subito: "Minimal Totale" e "Radio Hit", nel doppio uso del vocoder per le voci e la percezione di vintage nel gusto di dance immediata, sono il monito dei quattro. In ciò si rivelano molto simili ad And One e Melotron, pochi fronzoli ma mirati al bersaglio: muovere corpi, principalmente teutonici, ma, rivolti ai djs che ci leggono, il consiglio è di far vostro il nuovo full-lenght dei Goja Moon Rockah... è garantita la reazione a catena! Tutto l'album giostra sul filo synth/eighties: OMD ed Eurhythmics rivivono in più tracce ("Heavy Metal Computer" o "Monstertruck" su tutte) e nella piena 'reinassance' dei mitici anni techno-dance, e l'occasione è ghiotta per non puntare solo sulle malinconie ma, proprio per la chiave di lettura future-pop, godersi un sound ristrutturato che può sognare oltre. Si prende fiato solo con "Jetzt Kommt Die Nacht", rallentata nei ritmi, sempre ballabili, e strategica poco prima del finale con il remix di "Radio Hit" per mano di Peter Spilles nella sua altra incarnazione Santa Hates You (in cui può godere di quella libertà che per ovvi motivi non avrebbe in quanto leader dei Project Pitchfork), che però non dista molto dall'edit originale firmato Goja. Molto bella invece la revisione rallentata di "Heavy Metal Computer" remixata da Patenbrigade: Wolff in chiusura di album, così totalmente eighties da sembrare una sorta di "Sweet Dreams" futurista. Un ritorno che, grazie ad Echozone, diventa anche la conferma del fatto che, quando la 'tanzen-muzik' tedesca è così immediata, anche nelle nostre spesso troppo esigenti velleità quella piccola ma presente parte kitsch che vive in noi si lascia sedurre arrendevole.

Nicola Tenani

 

http://www.goja-moon-rockah.de/

http://www.bob-media.com/cms_echo/