19-11-2009
[:SITD:]
"Rot"
(Accession/Audioglobe)
Time: (54:54)
Rating : 7.5
Dopo il debut "Stronghold" del 2003, il trio della Ruhr aveva deluso le (alte) aspettative sia col seguente "Coded Message: 12" che, soprattutto, col piattissimo "Bestie:Mensch" di due anni fa, non solo a causa di un cantante mediocre come Carsten Jacek, ma anche per colpa di canzoni incapaci di ergersi sopra gli standard medio-bassi di un settore saturo come l'harsh-EBM. Col nuovo full-lenght, quarto della serie, qualcosa sembra finalmente essere cambiato, almeno a livello musicale: la parte strumentale è infatti decisamente più varia, incisiva e coinvolgente rispetto al passato, complice l'eccellente produzione (col solito X-Fusion al mastering), anche se purtroppo la voce di Carsten continua a minare dalle fondamenta l'auspicabile consacrazione di un gruppo pur già blasonato e rispettato come [:SITD:]. L'intro "The Insanity Of Normality" lascia subito spazio a "Catharsis (Heal Me, Control Me)", che si muove bene fra beat club-friendly, bei suoni ed un refrain ben congegnato; molto più diretta ed incisiva "Rot V1.0", pompata a dovere e capace di melodie raffinate ed avvolgenti, laddove "Stigmata Of Jesus" predilige invece linee di synth eteree ed un ritmo piacevolmente macchinoso. Fra i momenti migliori del disco figurano senza dubbio la strumentale "Pride", potente ed incisiva col suo piglio dance e l'ottimo lavoro delle tastiere, e la seguente "Redemption", ben costruita su beat da club e cantata dalla bella voce clean del tastierista Thomas Lesczenski, il quale ci pone di fronte al solito dubbio: dove sarebbero oggi i [:SITD:] se alla voce ci fosse lui (nonostante l'impostazione totalmente differente, s'intende), anziché Carsten? Sicuramente più lontano di quanto siano andati sin qui, e di certo parleremmo di loro in termini ben più entusiastici, anche se magari dovremmo rimuovere la dicitura 'harsh'... Bene anche i toni accesi della groovy "Zodiac" ed una "Pharmakon" decisamente tosta che si ancora a stilemi più propriamente EBM 'old-school', mentre la pur solida "Frontal" e la più cadenzata "MK Ultra" si collocano un gradino sotto la media dell'album; chiude con stile "Destination", eterea nei synth e priva di ritmi, con ancora una bella prova vocale di Thomas. Il trio tedesco risolleva quindi le proprie quotazioni, anche se più passano gli anni (ed i dischi), più è difficile accettare che un buon potenziale possa venire soffocato costantemente da un cantante così mediocre (fermo restando che Thomas rimarrà verosimilmente solo una piacevole variante), manco ci fosse penuria di voci harsh là fuori... Ma le cose stanno così, Thomas a parte, ed il giudizio finale stavolta è comunque positivo.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.accession-records.de/