Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 107

03-11-2009

VV.AA.

"My Own Wolf: A New Approach To Ulver"

Cover VV.AA.

(Cold Dimensions)

Time: CD1 (79:02) CD2 (77:16)

Rating : 8

Nella galassia sconfinata del black metal scandinavo, gli Ulver si sono sempre distinti per la singolarità della proposta. La band di Garm ha saputo affrancarsi rapidamente dagli schemi più prevedibili del genere, unendo la solennità e il fascino imperituro della musica folk al suono ruvido e freddo della 'fiamma nera'. Gradualmente, il combo norvegese ha colorato di nuove sfumature il proprio songwriting, attingendo soprattutto al mondo della musica elettronica e dell'ambient. Il risultato si è concretizzato in una serie di album che solo marginalmente, o per nulla, hanno lambito la musica metal, dividendo spesso il pubblico tra detrattori ed entusiasti sostenitori del nuovo corso intrapreso. Il pregio artistico degli Ulver viene ora celebrato dall'intraprendente etichetta teutonica che, dopo essersi assicurata i servigi di ben ventisei formazioni, sottopone all'attenzione del pubblico altrettante rivisitazioni di alcuni classici della band scandinava, sui quali torniamo con un certo ritardo, ma comunque volentieri. Il tributo in oggetto scandaglia in lungo e in largo l'intera produzione artistica del gruppo, cercando di dare il giusto risalto a ciascun capitolo realizzato dai Nostri. L'apertura viene affidata ai russi Unfurl, che rileggono in chiave metal "Lost In Moments", opening-track dell'ambizioso "Perdition City"; la struttura originaria, seppur stravolta e organizzata secondo schemi più canonici, mantiene inalterata quell'essenza fortemente sperimentale e avanguardista, ben evidenziata dalle sinuose linee di saxofono. La particolare atmosfera di "Blinded By Blood", in origine eterea e impalpabile, lascia spazio alla reinterpretazione più convulsa e psicotica dei francesi Mura Hachigu, coadiuvati, per l'occasione, da Nokturnes, qui presente in qualità di ospite. Gli Smohalla e i Wardaemonic, invece, celebrano la prima incarnazione degli Ulver, ripescando "Le Trône De La Tragédie" (originariamente nota con il titolo di "Tragediens Trone") e "Nattens Madrigal", tracce contenuta nella demo "Vargnatt", pubblicata e diffusa nel 1993. Segue una massiccia rivisitazione di estratti da "Nattens Madrigal - Aatte Hymne Til Ulven I Manden", non poi così dissimili, per esecuzione e scelta dei suoni, dalle versioni originali; tra queste, è doveroso segnalare "Wolf And Destiny (Forest Fire Version)", ad opera degli Otzepenevshiye, piacevolmente ruvida e caotica. Le cadenze convulse e moderniste intessute dagli FB [Force] donano un nuovo volto a "Graablick Blev Hun Vaer", canzone che si snoda secondo un connubio psicotico di musica industrial ed heavy metal, in cui trovano spazio sfumature melodiche e sezioni di più ampio respiro. La lunga "Not Saved", episodio minimale, scarno, ma profondamente etereo e toccante nel suo incedere, viene riarrangiata dai Fluoryne in chiave metal, interpretazione, questa, che non va a snaturare quel senso di profondità ed intimismo propria della versione registrata dagli Ulver. Nella seconda parte del tributo vengono raccolti altri dodici episodi che celebrano le gesta dell'ensemble scandinavo: se "In The Red" e "Catalept" vengono letteralmente stravolte da Pryapisme e Joey Hopkins Midget Factory, "Eitttlane", qui rivisitata da Aidan Baker, non ha praticamente nulla a che spartire con l'interpretazione originale. Le trame misteriose e notturne di "Tomorrow Never Knows" assumono maggior aggressività ed impatto nella versione dei Sinestesia, come testimoniano i suoni ruvidi, i beat incalzanti e concitati, peculiarità, queste, che non intaccano l'essenza primigenia del brano. Nella lunga ed articolata "Gnosis", gli Jääportit propendono per una struttura diretta e snella, affidando l'esecuzione del cantato ad una voce femminile, mentre gli Zweizz si lanciano in una stralunata rivisitazione di "Kledt I Nattens Farger". Le linee ossessive ed essenziali di "Darling, Didn't We Kill You?" vengono ulteriormente ridimensionate dai Noises Of Russia, autori di una rilettura ancor più scarna e monolitica. La chiusura viene affidata ai brasiliani Ashtar che, in soli dieci minuti, sintetizzano i momenti salienti di "The Marriage Of Heaven & Hell" in un accattivante medley. "My Own Wolf: A New Approach To Ulver" è un'opera ponderosa e di non facile assimilazione, ma merita un plauso per l'eterogeneità del materiale e la professionalità con cui ogni band si è prodigata nella realizzazione del progetto. Un lavoro estremamente vario dunque, che desterà la curiosità degli estimatori degli Ulver e risulterà gradito a chi è solito andare oltre i soliti schemi del rock duro.

Paolo Sola

 

http://www.cold-dimensions.de/