31-08-2009
THE RAVEN
"One Last Time"
(Purple Rose Records, LLC)
Time: (15:40)
Rating : 6.5
È uscito da poco l'EP dei The Raven, "One Last Time", e già si propone di far breccia nei cuori delle gothgirls di tutto il mondo. Sembra una favola, infatti, quella di Davey Strehler, partito dalla Svizzera alla volta della Florida per fondare nel 2007 un gruppo goth-rock ispirato ai successi di band come Him e The Rasmus. Il nostro ultra-patinato e truccato cantante si lancia infatti in cinque canzoni dall'inconfondibile marchio pop nascosto sotto chitarre graffianti ed arrangiamenti sinfonici che strizzano l'occhio a una melodia immediata e allo stesso tempo molto efficace. L'opener "Fireflies" scopre subito le carte: un breve giro di accordi lascia immediatamente spazio a un cantato dall'inconfondibile tono alla Ville Valo e si propone come la nuova "Join Me In Death", tormentone nel bene e nel male di un genere che fa fatica a consacrarsi, ma trova ogni manciata d'anni un suo nuovo paladino. Che sia la volta dei The Raven? "Self Denial" sfoggia invece tutte le influenze glam-rock nel graffiante riff del ritornello, accompagnato da scream vocals che attingono dall'industrial. Energia, immediatezza e consapevolezza dei propri mezzi sono le spontanee impressioni che scaturiscono dai primi due brani (a mio parere i migliori). La title-track è invece un romantico affresco di emozioni costruito su arrangiamenti di archi che volteggiano nell'aria come uccellini a primavera. Peccato per l'iniziale pluri-abusato giro di accordi, di cui è infarcita la storia della musica... Curiosa la cover di "Eleanor Rigby" dei Beatles rivisitata con chitarra distorta e voce baritonale, coraggiosa e riuscita, anche se nel complesso rimane un po' chiusa su sé stessa, senza pathos e groove nei punti chiave. In sostanza un buon debutto, anche se manca qualcosa per raggiungere i livelli dei modelli precedentemente citati. Strehler dice di trattare argomenti quali il romanticismo, la perdita, la tristezza, la rabbia, la frustrazione, la morte e l'ironia, ma musicalmente si percepisce solo una parte di ciò. I punti a favore ci sono, comunque, e non sono affatto trascurabili: il frontman è nipote del celebre regista Giorgio Strehler, il suo aspetto è da rivista per teenager, le canzoni sono abbastanza buone... se sfrutterà a dovere i canali di promozione, il successo è assicurato!
Silvio Oreste
http://www.purpleroserecordings.com/