05-08-2009
NEBELHEXË
"Dead Waters"
(Candlelight)
Time: (41:34)
Rating : 9
Comincia da lontano la lenta evoluzione di Andrea Haugen: dai Cradle Of Filth al monicker attuale un costante cammino verso la sua odierna identità, fatta di sperimentazioni anche nell'ambito ambient, passando per il neofolk di Hagalaz' Runedance fino al primo dei tre album usciti a nome Nebelhexë. Se "Laguz - Within The Lake" risentiva ancora dell'influenza folk, già in "Essensual" la virata verso un suo personale modo di interpretare la darkwave la porta verso territori in cui l'intimo manifestarsi diventa prerogativa artistica. "Dead Waters" è il livello successivo: niente riferimenti ad altri, pochi echi e similitudini: Andrea Haugen è totalmente sé stessa in una dimensione voluta e cercata, anche sofferta. È incantevole abbandonarsi alle dieci tracce del dischetto già dall'opener "Again The Wall", ipnotica e mantrica tra le rullate marziali ed i giochi delle sue voci. Lei è la voce principale, lei è il coro che si supporta: la strega delle nebbie non necessita d'altro che della propria autonomia musicale. La voce è matura ed esula da ogni riferiment: i vicini scandinavi Garmarna possono avere qualche effluvio simile, ma bisogna rovistare altrove. Kate Bush le è affine (o viceversa...) anche nella struttura delle canzoni, nel modo di porgere le liriche frammentate come spezzoni di sogni mal ricordati e narrati con pathos ed ansia. Esempi di come si possa rappresentare un testo ne offre tutto l'album: da "Digital Sleep" alla tambureggiata title-track, dove i tamburi diventano sciamanici, e lei è sciamana che si esalta nella pagana forza evocativa delle danze, come in questo caso anche orientaleggianti. Gli elementi sono presenti in ogni traccia: la pioggia battente di "In My Dreams I'm Free" (meravigliosa nella sua fragile atmosfera), il fuoco dell'animo di Andrea, il vento e la terra come senso di appartenenza anche culturale. Solo esempi: "Dead Waters" è completamente a livelli d'incanto, oscuro in "Beyond The Ninth Wave", accecante nella luce dell'ultima traccia "The Nightward", dieci brani che nuovamente porteranno le rune a danzare con l'artista piena del potere che esse contengono, conscia che la sua arte ora è pronta a consacrarla tra quei nomi che partendo da lontano hanno onorato lo spirito della Terra e del Cielo, della Luna e della Musica. La Candlelight, label votata al metallo anche estremo, difficilmente la lascerà andare, conscia del fatto che l'artista scandinava è destinata a far parlare della sua musica per tanto, tanto tempo a venire. Forse stiamo parlando di un disco destinato a vincere i poll di un anno dove la rivincita è il tema dominante, e se fosse possibile identificarlo sotto l'egida di una runa, questa sarebbe Fehu.
Nicola Tenani
http://www.candlelightrecords.co.uk/