17-07-2009
ANNI HOGAN
"Kickabye"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: CD 1 (66:28) CD 2 (21:46)
Rating : 8
Nasce nel 1984 "Kickabye", rimanendo per 25 anni solamente un EP, insieme a tanto altro materiale dell'artista inglese, tanto da diventare oggi un doppio album. Venticinque anni come fossero nozze d'argento, ed il mastro cerimoniere di questo matrimonio posticipato negli anni è proprio la Cold Spring, per i meriti di avere creduto che il materiale strappato dai cassetti dopo così tanto tempo non fosse gravato dall'odore di muffa e per aver lavorato alacremente sulla ristrutturazione di master quasi compromessi. La qualità digitale di entrambi i dischetti è ottima, segno che i tecnici della label hanno lavorato puntigliosi. Anni Hogan fu una debuttante di lusso: la dj del Batcave degli anni d'oro riunì a sé nel tempo amici artisti, ed ognuno di loro fu un tassello fondamentale per questo lavoro. Un pezzo di storia musicale underground cresce così tra i solchi passando da "Vixo", eseguita da Nick Cave, "Burning Boats" con Marc Almond al microfono nel suo progetto Marco & The Mambas (con lo pseudonimo di Raul Revere), alla stessa song riarrangiata da Foetus e con l'ospite di lusso Budgie, amico della Nostra fin dai tempi del Batcave, vera fucina storica di tutto ciò che oggi ha un nome: post-punk. Mrs. Hogan in tutto ciò è stata l'artefice dei suoni alle tastiere, ma vi consiglio di non cercare questo album per 'godere' della voce di King Ink o di Almond, o cercando le bacchettate sulla batteria di Budgie: cercatelo per conoscere Anni Hogan, la sua voce suadente, le sue tessiture lunari al piano. Le tracce citate sono corposamente orchestrate ed immediate: le quindici song del primo dischetto e le sei del secondo sono quasi tutte creature storiche dell'artista, ma all'interno, tra un suono di 'bossanova-lounge' (tutto il secondo dischetto ricorda le sonorità di Nouvelle Vague... fino alla conclusiva "Nabou", arrangiata insieme a Yello) ed un blues come appunto "Vixo", in "Just Like Drowning Kittens" c'è un talento sensibile e solitario, nonostante i tanti amici. In quei momenti si apprezza la sensibilità delicata di Anni Hogan: "Marat" o la successiva "The Executioner's Song" sono perle d'intimismo rarefatte e fragili, come forse l'esecutrice. Soprattutto la seconda, in cui vive il rilancio blues tipico anche di Lydia Lunch, ma la Nostra ha una voce più pulita, un tocco di dita sul pianoforte più elegante, accenti più morbidi e notturni, non provocatori come la Lunch. Potrebbe ricordare anche Gitane Demone in "Gloomy Sunday", ma Anni rimane circoscritta nelle sue note vocali morbide fatte per sedurre, per sognare... Anche nervosa ed ossessiva, come nel caso di "Delirious Eyes": tra suoni concitati di piano ed altri appena captabili di tromba si intrufola la voce di Gini Ball, riverberata di echi su singole parole, più che su frasi cantate. Un brano incantevole dal sapore Tuxedomoon, rimasto per anni inedito ed ora finalmente da tutti godibile. Il primo dischetto chiude con quattro tracce nate nella collaborazione di lungo corso tra Anni Hogan e Marc Almond: quattro 'notturni' al pianoforte creati per chiudersi ermetici nell'ascolto. "Margaret", "Blood Tide", "The Hustler" e "The Frost Comes Tomorrow" hanno lo stesso valore di un notturno di Chopin o una sonata di Einaudi, soffici partiture che nascono e muoiono delicate tra i tasti bianchi e neri offrendoci momenti di totale abbandono emotivo. La foto di una Hogan con la testa malinconicamente appoggiata al braccio ci aiuta a captare tra le righe la delicatezza introversa di un'artista che ha tanto da dire in ambito musicale; il nostro augurio è che "Kickabye" sia la nuova nascita: abbiamo ancora tanto bisogno di fermarci, chiuderci e sognare trasportati dalle sue note...
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/annihogan