13-05-2009
THE BEAUTIFUL DISEASE
"Hallucination Picturebook"
(Unidentified Recording)
Time: (64:04)
Rating : 8.5
Settimo album inedito per questo trio tedesco, "Hallucination Picturebook" è la testimonianza di come band simili rimangano ingiustamente nell'ombra. Il motivo principale può essere unicamente ricondotto alla complessità di un suono che pochi estimatori apprezzano nella sua bellezza estetica: Einstürzende Neubauten, Tuxedomoon, ma su tutti Legendary Pink Dots è il nome/suono che per dare un'idea vaga si vela nel sound dei Beautiful Disease. Opera che risale al 2008 e che precede il nuovo impegno già in produzione, e nel recuperare un disco dello scorso anno la nostra volontà è quella di cominciare a stuzzicare i lettori ed introdurli nello psichedelico mondo chiaro-scuro di questo act, invitandoli anche al loro live tra le mille proposte dell'imminente Wave Gotik Treffen. Nelle dodici tracce l'anima dell'album è ben raffigurata dai tre capolini di oppio in primo piano sull'artwork, e lo sfondo di un cielo rosso 'offeso' da nuvole nere sono la metafora dei TBD; i tre papaveri sono loro e la loro psichedelica visione del sound, il cielo è la musica che esprimono, cupa ed immota come nuvole che stagnano nell'aria. L'album si apre con un'incantevole traccia, "Architekt", esaltazione di onirismo elettronico: Edward Ka-Spel è una presenza importante in tutto l'album, ma in questo caso il mood sognante assume connotati acidi come solo chi ama i Tuxedomoon può capire, mentre "A Different Guy", affine all'antecedente, ne abbandona le lisergìe per gravare in sé esoterismi cari a Tibet. Questa bene o male è la conduzione dell'album, a volte con grandi stasi, come nel caso di "Polaris", dalla lunga introduzione ambient, in cui la voce di Chris Goellnitz entra lentamente nel suo mantrico loop per sposare psichedelica e dark ambient (impresa difficile ma riuscita!), prendendosi tutti i tempi che un'unione del genere richiede nei suoi nove minuti di esecuzione. A volte più sognante, come in "Aquarium", "Hallucination Picturebook" pilota l'ascolto verso l'ipnosi nella bellezza estetica delle suite. Tutto ciò rivendicando la pertinente influenza industrial e teatrale, nei casi in cui la chitarra ed il sitar di Michael Schaffer e i sytnh di Stan C scortano la voce di Chris in performance ritmate. Bastano queste premesse per aggiungere ad un cocktail complesso da miscelare una spruzzata in stile Einstürzende, per ottenere "Reise", ed il quadro del sound dei Beautiful Disease è completo. È fondamentale che una simile musica richieda un profondo amalgama tra i membri: il substrato strumentale è basilare nel dare modo alla voce di sviluppare i propri inserimenti sornioni. Così, in "Ophelia", il piano ed il sitar delicatamente accolgono la voce, sposandola ricambiati; in "Twilight Cafe" la fisarmonica esalta la pantomima tedesca, e l'accento femminile nei suoi echi 'backing' (un orgasmo?) evoca tanta cultura scenografica che sul confine est-ovest, nel cuore dell'Europa, fin dal 1937 Kantor, partendo dalla Polonia, ha diffuso in tutto il vecchio continente. Non ci sono mezzi termini per i Nostri, "Hallucination Picturebook" può piacere all'estremo o annoiare: noi scegliamo la prima opzione e già attendiamo il nuovo album inedito sognando tre capolini d'oppio, un cielo rosso fuoco 'offeso' da nuvole nere, sotto un cielo di confine tra le secolari culture europee...
Nicola Tenani
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http://www.unidentified-recordings.com/