09-03-2007
:WUMPSCUT:
"Body Census"
(Beton Kopf Media/Audioglobe)
Time: (47:26)
Rating : 8.5
E come già avvenuto per le precedenti 3 primavere, eccoci qui ad accogliere - puntuale come ogni anno - il nuovo full-lenght (il nono, per l'esattezza) della creatura di Rudy Ratzinger in quello che è il sedicesimo anno di attività discografica per :Wumpscut:. Noi abbiamo sempre accolto con favore ogni release del mastermind tedesco, non certo per partito preso, ma qualcuno di sicuro storcerà nuovamente il naso proprio per il fatto che, ormai, la cadenza delle sue uscite è divenuta un appuntamento fisso primaverile, il che ha indotto taluni a pensare a Rudy come ad un artista che si è 'programmato per sopravvivere decorosamente'... Forse le cose stanno proprio così (non dimentichiamoci che :W: non si esibisce live e che gli mp3 hanno assestato un colpo micidiale al mercato discografico...), ma quel che più conta è la qualità del materiale proposto, e sebbene gli ultimi 3 lavori ("Bone Peeler", "Evoke" e "Cannibal Anthem") abbiano diviso in due tanto gli addetti ai lavori quanto gli stessi fans, noi non abbiamo mai dubitato del fatto che il sig. Ratzinger era, è e rimarrà sempre un artista di livello superiore, forse l'unico in ambito harsh-electro a mostrare autentico coraggio quanto a varietà delle soluzioni e completezza del songwriting. Disco dopo disco Rudy ha affinato la proprio scrittura in maniera ineccepibile, giungendo ad una formula che, quanto a semplicità delle strutture, si rifà al pop da classifica degli anni '80 e '90, ma che non manca di inserire sempre nuovi e curiosi elementi, bilanciandoli con quei trademark (su tutti la velenosa e tagliente voce, assolutamente insuperabile nel suo genere) che (ri)emergono sin dal primo ascolto. Qualcuno si è assunto in passato la pesante responsabilità di accusare Rudy di essersi seduto sugli allori (e probabilmente si tratta di quei critici 'statici' che aspettano ancora "Embryodead part 2"...), e ci chiediamo se certe accuse verranno mosse anche al nuovo album... Sappiamo bene quanto poco importi tutto ciò a Rudy, che apre le danze (nel senso letterale del termine) con l'epica, maestosa, possente e ritmata "The Beast Sleeps Within You", solenne opener perfetta per chi di :W: apprezza anzitutto l'aggressività e l'impatto frontale; si procede ottimamente dapprima con "Remember One Thing", ritmata perla costellata di suoni pregiati e dotata di una melodia superlativa, e poi col nuovo anthem di :W:, ovvero quella "We Believe, We Believe" dall'impatto immediato, ben corredata da una melodia a dir poco infettiva e da un refrain devastante, destinata a riscuotere grandi consensi. Beat profondi e suoni più pacati e melodici contraddistinguono "Ain't That Hungry Yet", song palesemente influenzata dal senso della melodia di quella Yendri che Rudy ha voluto assolutamente trattenere nel roster della sua Mental Ulcer Forges, mentre la provocatoria "You Are A Goth" evidenzia ancora una volta l'eclettismo dell'artista tedesco attraverso suoni bizzarri ed alternativi. Altro regalo per i nostalgici del :W: più feroce e ferale è la spietata "My Dear Ghoul", scheggia up-tempo tirata e diretta come un pugno in faccia, cui seguono le melodie quasi eteree della strumentale "Hide And Seek". Altra song dai contenuti provocatori (e il titolo parla chiaro...) è "Homo Gotikus Industrialis", raggelante e cupa architettura sonora che sfocia in un refrain nero ed opprimente, mentre la title-track stupisce per la grande intensità emanata dal contesto post-apocalittico sagacemente tratteggiato; più lineare la ritmata "Adonai, My Lord", anch'essa dotata di intriganti melodie, mentre Onca, voce dei Cerebral Apoplexy (anch'essi accasati presso l'etichetta di Rudy) e già collaboratrice di :Wumpscut: nel recente passato, torna nelle vesti di ospite per marchiare a fuoco col proprio stile vocale la conclusiva "The Fall", splendido affresco musicale che denota una vena neoclassica particolarmente gradita. Sicuramente anche stavolta i soliti detrattori troveranno qualche opinabilissimo appiglio per demolire il nuovo album di :W:, ma francamente ci auguriamo che costoro arrivino a comprendere la differenza tra la miriade di mediocri mestieranti che infestano la scena harsh-electro (Agonoize, Grendel etc...) e:W:, nome che non solo ha fatto scuola, ma che continua a portare avanti un discorso coerente senza precludersi il dovuto spazio per la sperimentazione e l'innovazione. Se poi intendete preferire certi manovali del bpm da dancefloor, allora buon pro vi faccia, ma mettere in discussione Herr Ratzinger in ambito electro equivale, a conti fatti, a bestemmiare. Grande.
Roberto Alessandro Filippozzi