26-04-2009
:WUMPSCUT:
"Fuckit"
(Beton Kopf Media/Audioglobe)
Time: (45:27)
Rating : 7.5
Nuova primavera, nuovo album di Rudy Ratzinger: è ormai da anni questa l'equazione perfetta per l'artista tedesco, il quale sta raccogliendo da parecchio tempo a questa parte tanti consensi quante critiche proprio per la cadenza annuale delle sue uscite, stigmatizzata da molti nei termini ormai noti a tutti. Ma il panzer di Landshut va avanti per la sua strada, incurante delle critiche (in vero sempre più gratuitamente feroci), ed anche quest'anno lo ritroviamo alle prese con un nuovo lavoro, che stavolta si fregia dell'esplicito titolo "Fuckit" e di una bella grafica soviet-style, con tanto di logo simil-cirillico adattato dall'amica e collega Yendri. Il tempo dei capolavori è ormai passato da un bel po', ma Herr Ratzinger continua a mantenere uno standard elevato che permette alla sua musica di ergersi al di sopra della massa informe di uscite relative ad un panorama inflazionatissimo come quello harsh-electro, ed è questo il dato significativo che accompagna le release del buon Rudy. "Fuckit" non fa eccezione: non è accostabile a gioielli del calibro di "Embryodead" o "Bunkertor 7", ed alla fin fine è solo l'ennesimo tassello non imprescindibile in una discografia importante più per il passato che per il presente, ma la qualità delle canzoni e della produzione, nonché le idee messe in campo, rimangono di gran lunga superiori alla media del settore, ed è proprio questa la forza di :Wumpscut:, se ancora non lo si fosse capito. L'intro "Schlechter Mensch" offre richiami alla mitica "War" e ci traghetta sino a "The Boo", eccellente brano che fonde alla perfezione melodie raffinate, arrangiamenti di gran classe, intensità e ruvidezza, col buon lavoro sui samples che ne eleva la caratura; appena il tempo di respirare e si viene travolti dalla title-track, spietata e devastante scheggia che rimanda direttamente al punk, ovviamente in salsa elettronica: un autentico pugno in faccia dedicato a chi vorrebbe Mr. Ratzinger come un artista finito. Combinare melodia e ruvidezza è una cosa che riesce molto bene a Rudy, il quale sfrutta questa astuta combinazione praticamente in ogni frangente, come dimostrano anche la più danceable "Cut To See How Much I Bleed" o l'ariosa ed 'ondeggiante' "Achtung, Menschen", ed anche quando le cadenze si fanno più controllate ("Autophagy Day") la fiammata è sempre dietro l'angolo, complice una voce inconfondibile che nel settore di riferimento resta senza rivali, oggi come ieri. Bene anche le melodie vintage di "Pooch" e lo strumentale ruvido e melodico "Leichenteilchen", così come il dinamismo smaccatamente dance di "Broken", ed anche la ritmata e diretta "Bloodbathing Tub" scorre via piacevolmente; i suoni raffinati di "Rumpelkammer" s'incattiviscono sino a lambire certa IDM più muscolare, prima che l'inquietante "Gulag", serpeggiante e ben costruita attorno a samples di buon effetto, chiuda a dovere l'ennesimo valido lavoro firmato :Wumpscut:. La questione non si pone neppure: se siete fra quelli che hanno da tempo preso in antipatia la produzioni di Herr Ratzinger (magari supportando le proprie 'tesi' con la storiella del disco all'anno), difficilmente "Fuckit" vi farà cambiare idea; se viceversa avete saputo comprendere ed apprezzare negli anni la parabola artistica del Nostro, che non si è certo fossilizzato su quei 3-4 clichè che praticamente ogni band del settore harsh sfrutta fino alla nausea (e scusate se è poco), ma ha saputo guardare avanti senza paura capendo che sarebbe stato inutile rifare con lo stampino "Embryodead" vita natural durante, troverete motivi d'interesse anche in questa nuova opera firmata :Wumpscut:.
Roberto Alessandro Filippozzi