26-04-2009
RISING SHADOWS
"Found In The Cold"
(Twilight Records)
Time: (34:01)
Rating : 8
A poco più di un anno e mezzo dal debut "Falling Deep Within", da noi positivamente accolto, tornano quei Rising Shadows che abbiamo avuto l'onore di intervistare per la prima volta in assoluto, ennesima creatura dell'attivissimo artista svedese Fredrik Klingwall. Il duo composto dallo stesso Fredrik e da Linda-li Dahlin si allarga a trio con l'ingresso in formazione dell'ex-bassista dei Katatonia Guillaume Le Huche, il quale fornisce l'apporto del proprio strumento in forma distorta stando ben attento a non irrompere mai in maniera invasiva e/o eccessiva, bensì rendendo quel tanto che basta più ruvido ed oscuro il tipico sound mistico e sognante del progetto scandinavo. Con questa formazione allargata il suono dei Rising Shadows raggiunge nuove vette artistiche, mostrando netti segnali di crescita sotto ogni aspetto: dalla produzione (ora più corposa e ricca di sfumature) all'esecuzione (che evidenzia un nuovo livello di confidenza coi propri mezzi), passando inevitabilmente per un songwriting più maturo e completo. I punti di riferimento sono da individuarsi ancora nei Dead Can Dance e nell'affollato mondo di loro epigoni (ma le note ufficiali tengono a citare anche Morricone e Kate Bush), con un occhio di riguardo verso le sonorità neoclassiche: una formula già sfruttata da molti, ma che trova nei Rising Shadows degli interpreti senz'altro ammirevoli per dedizione, passione e sentimento. Ed in questo follow-up ogni cosa funziona molto bene: anzitutto la voce della brava Linda-li Dahlin, giunta a nuove vette espressive ed ormai totalmente a proprio agio all'interno delle trame elaborate dal mastermind Fredrik, e di conseguenza anche tutto il resto. I Nostri sanno esprimere solennità e senso del drammatico con estrema abilità, come dimostrano frangenti quali l'opener "Vacui", la soave "Fate Of Us All" e "Farewell", ma colpiscono nel segno anche e soprattutto quando sono le melodie magiche e sognanti a prevalere, come nel caso della varie "Catharsis", "Like Fire" e "Return To The Winter Garden". Spettacolare il trittico formato da "The Leaving", dalla title-track e da "Immagine The Place Of Nothingness", tra delicatezza, melodie incantate, maestosità e pregiati passaggi neoclassici di grande caratura, con la splendida voce della bionda cantante a condurre le danze, evocando scenari mistici ed antichi che trovano la propria dimensione in queste mirabili note ancestrali. Ottime anche le oscure melodie magiche di "Through The Lingering Past" ed i bei ritmi elettronici combinati al cupo neoclassicismo di "The Carriage", per un disco sicuramente breve, ma perfettamente bilanciato e praticamente privo di qualsivoglia cedimento. Un'opera che conferma le capacità di un gruppo dal quale era lecito attendersi quei passi in avanti che sono puntualmente arrivati: per tutti gli amanti delle sonorità neoclassiche, folk ed ancestrali quello dei Rising Shadows è sicuramente il nome da tenere maggiormente d'occhio fra quelli ancora in attesa di consacrazione, e non possiamo che accogliere positivamente un ritorno di siffatta caratura, degno preludio al definitivo salto di qualità che tutti ci aspettiamo dalla prossima uscita del trio.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.twilight-records.com.ar/