26-04-2009
AUTUMN
"Altitude"
(Metal Blade/Audioglobe)
Time: (50:16)
Rating : 8
Gli Autumn non si scoraggiano mai. Anzi, sembrano reinventare sé stessi ad ogni cambio di line-up. Lo fecero nel 2007 con la pubblicazione di "My New Time", il capitolo più coraggioso della loro carriera, venuto alla luce grazie all'ingresso di tre nuovi membri. Un cambiamento radicale che li portò ad allontanarsi dai canoni gotici del passato per lambire i territori di un rock atmosferico e progressivo dalle profonde venature malinconiche, un po' come fecero gli immortali The Gathering ai tempi di "How To Measure A Planet?"... Ed oggi lo fanno per la seconda volta, grazie ad un album sorprendente, "Altitude", ed una nuova, bravissima vocalist, Marjan Welman (che i lettori più attenti ricorderanno per la fondamentale partecipazione all'ultimo capitolo discografico del progetto Ayreon di Arjen Lucassen), chiamata a sostituire la dimissionaria Nienke De Jong. Il sestetto olandese vola in alto (ed è più che normale, visto il titolo del disco) sin dalle primissime battute della traccia d'apertura, svelando le molteplici sfaccettature di un sound che vanta ben pochi rivali all'interno dell'intero panorama female fronted metal: nel superbo crescendo di "Paradise Nox" convivono pacificamente linee vocali versatili e cangianti, chitarre fantasiose e ruggenti dal classico sapore rock e tastiere prog squisitamente seventies. Ma questo è solo un antipasto di ciò che i brani successivi sapranno riservarci: "Liquid Under Film Noir" proietta torbidi raggi di luce nera attraverso l'intelaiatura imprevedibile di una sezione ritmica nervosa, mentre l'armonia e la vivacità di "Skydancer" infondono adrenalina allo stato puro nelle vene dell'ascoltatore. L'escalation di emozioni e melodie (tutti i brani del disco presentano un notevole appeal commerciale, senza mai scadere in banali tentazioni mainstream e mantenendo la qualità del songwriting su livelli quasi sempre altissimi) continua imperterrita con i brani successivi: meritano una menzione particolare "Synchro-Minds", ballata che viaggia romantica su un treno di fantasie e ricordi, il groove e l'introspezione di "The Heart Demands", quasi una versione al femminile degli ultimi Katatonia, e l'amarezza di "Answers Never Questioned", che sfocia, come un fiume in piena, in un trionfo strumentale di ambientazioni notturne, le quali non possono non richiamare alla mente i maestri del rock atmosferico inglese, Porcupine Tree ed Anathema. I ragazzi ci sanno fare, e l'evidente difficoltà ad inquadrare "Altitude" in un genere circoscritto (cosa che ci riesce alla perfezione nei numerosi casi in cui una band propone un disco che di originale non ha praticamente nulla) è qui a convalidare la nostra tesi. L'unico dubbio che rimane riguarda la label alla quale i Nostri hanno deciso di affidare le proprie sorti: riuscirà la settoriale Metal Blade a rendere giustizia ad una delle band più originali e meritevoli dell'intera scena rock/metal del nuovo millennio, in grado di riunire sotto lo stesso cielo, con una semplice manciata di canzoni, un oceano di tipologie d'ascoltatori diverse? Il tempo ci darà l'agognato responso, ma intanto gli Autumn continuano la loro infinita scalata, verso futuri ancora più luminosi e soddisfazioni sempre più grandi... Ed anche a noi, proprio quando le note della passionale title-track svaniscono dolcemente nell'etere, sembra proprio di aver sfiorato il paradiso con un dito...
Marco Belafatti