15-04-2009
OGOGO
"Redux"
(iii Records)
Time: (50:25)
Rating : 6
Igor Grigoriev, dietro il monicker Ogogo, spesso è solo, mentre a volte si circonda di collaborazioni più o meno acustiche per dare suono alle sue visioni. Principalmente "Redux" è una visione, come lo fu "Linden" di cui parlammo in passato, nata per dare un suono all'allestimento del pittore che assegnava il nome all'album. In questo nuovo album è il trombone di Rodney Oakes che supporta le costruzioni di chitarra di Grigoriev, fruttando tredici tracce a volte troppo ostiche, ma comunque d'impatto. La strada che il russo naturalizzato californiano percorre è una costante salita verso l'immaginifico, senza tralasciare tutto ciò che supporta la sua creatività. Spesso sono grida di uccelli (in primis pavoni) che tra le note riportano l'ascoltatore, rapito nei mondi sonori, verso la realtà. Pavone come lode all'estetica? La bellezza di un uccello che nella voce perde tutto ciò che nel soma manifesta? La capacità anche di questo album è proprio quella di aprire gli spazi, gli orizzonti della mente verso mondi paralleli e geometrici, mai interrotti nell'esaltazione di ciò che è forma. La chitarra viaggia sul suo binario preferenziale, piccole scale, partiture liquide che vanno oltre la fusion, difficilmente incontrando le note prolungate del trombone, come se le strutture fluttuassero in mondi paralleli che per motivi a noi ignoti s'incontrano saltuariamente al solo scopo di creare una coincidenza, non una costruzione. Tutto ciò richiede uno sforzo mentale per oltrepassare la barriera eretta dalla musica, che solo in poche occasioni d'impatto si lascia ascoltare piacevolmente, come in "Movement II", in cui i due strumenti incontrano leggere percussioni ovattate che danno un ritmo diverso 'macchiandosi' di aloni, solo aloni, IDM. Basta questo per aiutare l'ascolto, allora l'avanguardia musicale dell'album diventa anche consuetudine, seppur occhieggiante a nicchie di matrice 'free' e 'cold-jazz'. Poi tornano le incomunicabili costruzioni del trombone e della chitarra, e con esse i paupuli del pavone (è il nome del suo richiamo...): il costante uso di questo uccello nella carriera di Ogogo fa pensare che la cosa sia una simbologia non casuale, infatti anticamente il pavone presso i cristiani era considerato simbolo di superbia, mentre presso gli indù rappresentava il Cosmo e lo spettro luminoso degli Astri... Traete voi le vostre conclusioni ascoltando "Redux", nel piccolo viaggio che, dalla California di Grigoriev passando per il vostro intimo, trova una rampa verso tutti quei mondi che potete creare.
Nicola Tenani