06-04-2009
WARDRUNA
"Runaljod - Gap Var Ginnuga"
(Indie Recordings/Audioglobe)
Time: (51:53)
Rating : 6.5
Wardruna è un progetto musicale nato nel 2003 dalla mente di Einar 'Kvitrafn' Selvik, con l'intento di dare voce alla propria passione per la simbologia runica ed il paganesimo nordico. Attraverso "Runaljod - Gap Var Ginnuga", primo sigillo (registrato quasi interamente all'aperto, nel pieno delle fredde lande norvegesi) di una già elaborata trilogia di dischi, l'ex-batterista dei Gorgoroth mira ad affrancarsi definitivamente dai cliché della scena black metal, travalicando, allo stesso tempo, i confini dell'ambient, del neofolk e della world music, anche se, ad onor del vero, i territori nei quali la musica di Wardruna potrebbe essere circoscritta sono proprio questi. La strumentazione utilizzata per le registrazioni dell'album, che annovera molteplici strumenti dell'antica tradizione scandinava (molti dei quali sono stati costruiti a mano dagli stessi strumentisti, con materiali rinvenuti nei raggi d'influenza delle varie rune attorno alle quali è incentrato l'album), rivela a tutti gli effetti un'atipicità di fondo. Tra questi spicca, grazie alle sue impetuose ed ancestrali vibrazioni, l'hardingfele, cugino del più famoso violino, suonato dall'ospite Hallvard Kleiveland. Anche l'uso delle voci (ne abbiamo ben tre: due maschili ed una femminile, tutte attente a non scostarsi troppo da sfumature sciamaniche e tribali, così come Tenhi ed Hagalaz' Runedance insegnano) contribuisce ad instillare nei 12 episodi che compongono l'opera un forte e talvolta straniante senso di ritualità e misticismo. Il classico ed immancabile pelo nell'uovo è rappresentato, invece, da un'eccessiva omogeneità di fondo e dalla mancanza di veri e propri picchi compositivi, fattori che non attrarranno di certo l'ascoltatore casuale... Quindi, nonostante "Runaljod - Gap Var Ginnuga" abbia tutte le carte in regola per diventare il nuovo must di tutti gli appassionati di mitologia nordica, Kvitrafn e soci dovranno lavorare maggiormente sulla varietà dei propri brani, per donare una maggiore corposità al progetto Wardruna e non rischiare di cadere definitivamente, con il prossimo album, in una sorta di paganesimo in salsa ambient élitario e fine a sé stesso.
Marco Belafatti