06-04-2009
SUBWAY TO SALLY
"Kreuzfeuer"
(Nuclear Blast/Audioglobe)
Time: (53:18)
Rating : 5
Pochi mesi fa abbiamo analizzato l'uscita doppia (CD live più DVD) per la band di Potsdam, edita quale celebrazione del loro tour a supporto di "Bastard" in attesa del nuovo album di inediti. "Kreuzfeuer" è ora sul mercato per tutti quegli amanti del teuto-rock che attendevano la nuova produzione dei Subway To Sally. Il primo problema che si riscontra ad un iniziale ascolto è lo stesso di tante bands di successo: piccoli cambiamenti impercettibili su canovacci scontati; il sound ha sin qui avuto successo ugualmente, quindi inutile rischiare evoluzioni che potrebbero non accontentare i fans. A noi non basta: la pretesa che un gruppo ben assortito, collaudato ed anche sotto certi aspetti innovativo (nel passato) ci proponga aspetti diversi del proprio repertorio è ragionevole. Allo stato attuale il sound dei STS si allontana ancor di più dal goth, e se nella prima parte di carriera le affinità con band come Unheilig o Umbra Et Imago li raggruppavano in una cerchia a noi affine, l'occhio è ora strizzato verso quel crescente pubblico dal look 'darkeggiante' ma dal gusto 'metallico' che in Germania colora (eufemismo...) le platee. Tutta la strumentazione classica del gruppo, con violino, mandolino ecc., sparisce sotto i riff delle chitarre, che si allineano con suoni duri tipici di altre band che militano in circuiti metal-punk e goth tipo 69 Eyes o Tanzwut. Un prodotto quindi che sarà gioia teutone, ma difficilmente avrà il privilegio di far capolino nei lettori italiani. Anche se non è tutto da buttare: la tecnica è sempre ottima, e non sempre la chitarra spianata ed aggressiva la fa da padrona; "Angelus" si ritaglia un piccolo spazio di delicatezza acustica e quasi eterea, anche se la voce roca di Eric non crea il climax necessario che invece la parte strumentale detiene. Già l'ascolto è stuzzicato nel caso di "Krähenkönig": basta un giro diverso di chitarra in chiave orientaleggiante, accompagnato dalla medesima intenzione al violino di Frau Schmitt, ma normalmente il dischetto si trascina su canoni usurati, nonostante portino pubblico alla band. Rimane comunque il perchè Nuclear Blast punti su di loro per la territorialità identitaria: basti guardare il lungo tour per rilevare che tutte le date si svolgono in suolo tedesco, coprendolo interamente in tutti i lander, tra concerti solisti e festival, a parte piccole puntate in Svizzera o Austria. Sulla linea di "Bastard" e "Nord Nord Ost", quindi: lontano dal primo suono, oramai certamente accantonato e perso nelle nebbie dei primi album, "Kreuzfeuer" avrà sicuramente qualche estimatore anche in casa nostra, anche se presumo viaggi su ascolti di un'altra sponda del fiume sonoro del goth, come quella metal...
Nicola Tenani