23-03-2009
THE MISSION
"Live & Last"
(Eyes Wide Shut Recordings)
Time: (76:41)
Rating : 7
Certe band vicine al mood del gothic rock anni '80 sono paragonabili a vere e proprie creature della notte. Vicine alle leggende sugli antichi vampiri. E l'estetica qui non c'entra, parliamo della maniera in cui la loro carriera va ad evolversi. Come buona parte delle band new wave, dopo lo splendore dei primi anni giunge la decadenza, che sia del prodotto musicale o dei rapporti tra i membri del gruppo. Però il moniker si fa strada nel libro di storia della musica. Poi subentra il momento dell'eclissi, e la band si congeda per anni. Come un vampiro che dimora nella sua bara per un lungo periodo, emergendo dalle tenebre per rifocillarsi al momento in cui lo ritiene più opportuno, mostrandosi evanescente per poco e per poi scomparire. È solo una metafora, ma per Wayne Hussey e soci calza alla perfezione. Costruttori di un nucleo solido da una costola dei Sisters Of Mercy, dosandone la loro velocità per formare un songwriting più morbido e neoromantico. Destinato a far tendenza proprio nel decennio successivo, che li ha visti meno protagonisti. Gli anni '90 delle prime luci del revival. L'hanno chiamato in mille maniere diverse: suicide rock, love metal, ma la matrice rimaneva sempre fortemente debitrice a band che, come i The Mission, sapevano ben mescolare atmosfere malinconiche con linee melodiche efficaci. Il resto della carriera è stato notoriamente un continuo tira e molla, fino a questo tour d'addio l'anno scorso. La presente uscita narra di una fortunata serie di concerti, culminati con l'esibizione del primo Marzo 2008 con la presenza del chitarrista storico Simon Hinkler, il cui apporto incide sicuramente nella personalità del live, con ottimi ricami solisti che restituiscono il pieno fascino ai brani dei primi quattro dischi. Esclusiva vetrina per loro, e nient'altro dalla discografia seguente. Iniziando quasi in corsa, con un ringraziamento che apre la celebre cover di "Like A Hurricane" e ospita anche la chicca del riarrangiamento di un classico degli Aerosmith come "Dream On", riproposta con il giusto pathos senza modificarne di molto il mood. Wayne parla con il pubblico, ci scherza e porge il microfono più volte a sentirne il calore, coi ritornelli inneggiati dai propri fans. È il caso dell'ottima "Serverina", suonata con entusiasmo di ventenni rockers. Nonostante il meglio giunga dalle ballad, come la passionale "Dance On Glass" (esecuzione vicina alla disperazione di Robert Smith) e la tenebrosa "Wake (RSV)", avvolta da tasti bianchi e neri. La vera nota di merito è da attribuire al disco bonus con i brani registrati a Koln la settimana prima, sfoggianti una grinta che nemmeno i The Cult dei tempi d'oro avrebbero forse mostrato. Basti ammirare la discreta "Serpent's Kiss", che chiude un poker di buon livello tra il ritornello emozionale di "Butterfly On A Wheel" e la perfetta sezione ritmica di "Naked And Savage", il brano migliore dell'intera raccolta. Meritevole sicuramente di un ascolto da parte degli appassionati della band, che sono magari fermi a quel "No Snow, No Show (For The Eskimo)" oramai abbastanza introvabile e con una scaletta meno ampia di questo doppio disco, che regala anche un'intervista di venti minuti che odora di epitaffio scolpito sul marmo, più che su dischetto.
Federico Francesco Falco
http://www.eyeswideshutrecordings.com/