09-02-2009
VV.AA.
"Lenghedivacje"
(Final Muzik)
Time: CD1 (60:21) CD2 (48:42)
Rating : s.v.
L'etichetta italiana Final Muzik dà alle stampe il lavoro più complesso e ambizioso della sua breve esistenza. "Lenghedivacje" è suddiviso in due CD confezionati in un elegante digifile, su cui è fissato un ampio libretto che spiega gli intenti e le procedure che hanno dato luogo alle dieci tracce. Tutto ruota attorno ad una lingua che forse conoscono in pochi: il friulano, e ciò spiega perché alla realizzazione dell'opera ha preso parte anche l' Agjenzie Regional Pe Lenghe Furlane", oltre all'associazione Hybrida. Il primo disco raccoglie cinque interviste in friulano (cosiddette "Storiis Racueltis") ad altrettanti personaggi locali: tale iniziativa ha sia il merito di fissare indossolubilmente un idioma che va scomparendo (come tanti altri del panorama italiano, siano essi dialetti o lingue), sia valorizzarne il lato fonetico e, dunque, musicale, tipico di ogni forma parlata, ed è proprio quest'ultimo aspetto che dovrà, principalmente, attrarre l'ascoltatore. Ovvio che, ad un primo approccio, il lavoro riesca a stimolare solo l'interesse dei linguisti, ma in realtà la melodia fonetica ed il tono impiegato dai narratori riescono a trasformare un discorso in un brano, svelandoci le potenzialità acustiche del parlato, fatto di cui spesso ci dimentichiamo, ma che sta alla base di ogni espressione vocale, seppur volta alla comunicazione. L'altro disco ("Storiis Trasformandis") presenta cinque interpretazioni delle tracce del primo CD: in pratica gli autori sfruttano la lingua come supporto audio, amplificandone ancor di più l'aspetto sonoro fino a trattarla come una melodia da ristrutturare e modificare in studio. Ne viene fuori una piccola compilation che fa leva indirettamente sui dettami della musica concreta, con la peculiarità che il protagonista assoluto è ora il friulano, capace di sostituirsi ai rumori del mondo esterno, i quali permangono, spesso, in sottofondo. In tal senso le tracce "Linguamoto" (la cui blasfemia ricorda il recente, idiomatico "El Medio + El Mecan" del Teatro Satanico) e "Inton_sions", rispettivamente di Antje Vowinckel e Slawek Kwl, appaiono come le più riuscite, mantenendo in grande evidenza le caratteristiche dei fonemi, laddove altri (come il pezzo del ben noto Eric La Casa), a tratti, calcano più la mano sulle inserzioni rumoristiche e ambientali, distaccandosi così dal centro focale. In un periodo in cui le particolarità linguistiche vanno scomparendo in favore di una modalità espressiva piatta e sterile (sia esso l'italiano medio e sconnesso che, ancor di più, il 'fondamentale' inglese), sbalordisce la messa a punto di un progetto come "Lenghedivacje", che porta all'attenzione le radici e la bellezza di ciò che stiamo irrimediabilmente uccidendo e perdendo, senza rendercene conto. Siamo dinnanzi ad un lavoro estremo che non lascia spazio all'intrattenimento, ma che è in grado di rielaborare il concetto di suono in modi, forse, inimmaginabili.
Michele Viali