06-03-2007
ONETWO
"Instead"
(Theremusic)
Time: (56:28)
Rating : 8.5
Alzi la mano l'ultratrentenne che, sentendo quale tipo di spazzatura usa-e-getta ha soppiantato ogni parvenza di buona musica in questo terzo millennio (e le avvisaglie le avevamo già avute sul finire dei '90...), non rimpiange il caro, bistrattato, vituperato ed infine riscoperto e doverosamente rivalutato pop dei mitici anni '80... Tale storica decade, rivelatasi fondamentale per svariati stili musicali, è senz'altro coincisa col massimo splendore artistico della musica pop, sfornando a valanga nomi ormai divenuti autentiche leggende, a partire da quei Depeche Mode il cui successo è oggi all'apice. Furono tempi mitici, resi indimenticabili da gruppi che, a differenza delle attuali popstar create ad arte, curavano da soli la propria immagine (fulcro ed unico 'motore' del music-biz odierno) e, soprattutto, si scrivevano da soli le canzoni (cosa che oggi, nel pop ai massimi livelli, accade sempre più raramente...). Inevitabilmente ogni generazione vive nel proprio tempo, e se oggi milioni di ragazzini impazziscono per pattume del calibro di Beyoncé, Eminem, Justin Timberlake etc., quelli che adolescenti lo furono negli anni '80 ricorderanno con grande nostalgia nomi storici come Ultravox, Spandau Ballet, Alphaville, A-Ha e via dicendo, in un intrecciarsi di memorie e rimpianti... Molti di quei gruppi sono tornati in pista (Europe, Duran Duran, Soft Cell...) o addirittura non si sono mai sciolti (Simple Minds, Real Life...), mentre altri, inevitabilmente, si sono persi nel nulla... Qualcuno ricorderà di certo tanto gli inglesi Orchestral Manoeuvres In The Dark (solitamente abbreviati in OMD) e la loro mitica hit "Enola Gay" quanto i tedeschi Propaganda, la cui "Duel" resta fra i più bei singoli dell'epoca: entrambe le band ebbero grande successo nella prima parte degli anni '80, per poi sparire più o meno nel nulla... L'anima elettronica degli OMD, Paul Humphreys, finì per divenire a tutti gli effetti un produttore, laddove invece la voce dei Propaganda, ovvero l'androgina Claudia Brücken, una volta uscita dalla band nell'86 diede vita dapprima agli Act (con Thomas Leer) ed in seguito si cimentò con un album da solista, per poi tentare di rimettere in piedi gli stessi Propaganda a cavallo tra la fine dei '90 ed il terzo millennio, ma senza successo e con un disco mai pubblicato a causa dell'assenza di un deal soddisfacente, mentre in tempi più recenti è tornata sul mercato assieme ad Andrew Poppy con l'album "Another Language". Oggi i due artisti, dopo aver unito le proprie forze in un sodalizio iniziato un paio d'anni fa, tornano tra noi col nuovo progetto Onetwo, all'esordio ufficiale con l'album "Instead", e già questo è di per sé un dato significativo. Fatto tesoro dell'importante esperienza del loro illustre passato, i Nostri sono tornati sul mercato con un lavoro che evita accuratamente di suonare autoreferenziale e/o retrò: il sound di Onetwo è infatti profondamente ancorato a quel pop elettronico che fece la fortuna tanto degli OMD quanto dei Propaganda, ma l'alchimia sonora è stata filtrata attraverso un'ottica incline alla raffinatezza chillout, mentre l'esperienza di entrambi nelle vesti di produttori ha spinto il suono verso vette qualitative che, oltre a deliziare l'udito (grazie anche al supporto del rinomato producer Bob Kraushaar), rappresentano il punto d'incontro tra le nuove tecnologie e l'abilità che in passato, in assenza di software accessibili a chiunque, era necessaria per fare musica elettronica. Chi amò profondamente la voce particolare ed ammaliante di Claudia la ritroverà oggi immutata nell'inconfondibile timbro, e se possibile ancor più bella ed appassionante di allora, mentre il manto elettronico creato dal buon Paul mostra di funzionare alla perfezione, incastonando al meglio gli sporadici e puntuali interventi di chitarra ed evitando eccessi commerciali o tentazioni anacronistiche. "Instead" è un disco capace di coinvolgere dall'inizio alla fine, senza mai mostrare cedimenti: c'è tanta grazia, eleganza, classe e raffinatezza in canzoni emozionanti come "The Theory Of Everything Part 2", la stupenda "Sequential", la suggestiva "Home (Tonight)", la fluttuante e suadente "Heaven" e la delicata "The Weakness In Me", mentre il duo mostra i muscoli nella superba ed intensa cover dei Pink Floyd (favolosamente riletta in chiave dance) "Have A Cigar", per poi stupire ancora con la dolcezza dell'altra cover (stavolta di Cat Power) "I Don't Blame You" e con la criptica "Kein Anschluß", fino a chiudere alla grande con la potenziale hit "A Vision In The Sky" (che vi farà comprendere come anche i migliori Goldfrapp, ossia quelli del debut, siano debitori nei confronti di questi autentici mostri sacri...). Dal disco che i Propaganda non riuscirono a pubblicare (e che portò al definitivo scioglimento nel 2001) vengono riprese l'ottima "Cloud 9" - scritta e registrata assieme a Martin Gore dei Depeche Mode - e quella "Anonymous" dal refrain capace di sciogliere i cuori, a testimonianza di come il passato dei due artisti sia indissolubilmente legato al loro nuovo corso. Senza limitarsi a rispolverare vecchie sigle nel tentativo di alzar soldi in virtù di un passato illustre, Paul e Claudia sono riusciti a scrivere una nuova, importante pagina del loro percorso artistico: la testimonianza tangibile di come i veri artisti non necessitino di alcun artifizio per elevarsi al di sopra della melma nella quale sguazza il music-biz odierno.
Roberto Alessandro Filippozzi
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