12-01-2009
BLIND FAITH AND ENVY
"Media Motel"
(Silver Echo Records)
Time: (60:35)
Rating : 8
Avevamo lasciato i Blind Faith And Envy nel 2006 col secondo album "Murder Of A Girl", convinti che fossero in parte rimasti intrappolati nella pur buona formula synthpop del debut "The Charming Factor" (2004), ma il duo dell'Arizona, giungendo all'importante traguardo del terzo full-length, saprà sorprendere positivamente tanto i suoi sostenitori quanto gli eventuali detrattori. "Media Motel" è la dimostrazione pratica del fatto che Charlene April e Daniel Guenther hanno ancora molto da dire, e la grande maturazione evidenziata nel songwriting ne è la prova più lampante. Partendo da quel raffinato ed eclettico synthpop ammirato nelle due precedenti prove, il duo è riuscito a progredire ulteriormente grazie ad un inserimento deciso della chitarra, capace di donare un tocco 'rock' senza spostare eccessivamente il baricentro compositivo, fattore che ben si è sposato ad una capacità nel ricreare le atmosfere desiderate molto più evidente rispetto al passato. L'opener "My Life Is Ordinary" ce ne dà subito una dimostrazione: la durezza della sei corde s'insinua fra gli umori scuri di un pezzo molto intenso, dove Charlene ci offre un saggio delle sue indubbie qualità vocali, oggi più che mai sviluppate a meraviglia. La title-track è una potenziale hit incalzante dall'effetto assicurato, guidata da una carismatica Charlene che, abilmente, ci trascina sino ad un ottimo refrain di quelli che i Blind Faith And Envy sanno scrivere ad occhi chiusi, mentre la dolce e melodica "Gentle Delay" ci culla con la sua delicatezza chillout, appena prima che irrompa l'electro incisiva di "How Is This For Entertainment", hit d'impatto dove la chitarra subentra magistralmente per un finale di enorme intensità. Ottima anche "Rising Tide", elegante e squarciata da autentiche rasoiate chitarristiche, ed anche "Loving Last For All" soddisfa a suon di synth sinfonici, ritmi ricercati ed uno splendido finale strumentale. Apprezzabili senza particolari sussulti i cinque remix presenti (uno di essi per un brano del precedente album), segnatamente a cura di Felix Marc, Edge Of Dawn, Neuroactive, Liquid Divine e DJ Lawrence, ma sinceramente la loro inclusione sa di allungamento (anche perché, diversamente, il disco sarebbe durato pochino...), ed è quindi preferibile dedicarsi a quei quattro brevi ma intensissimi frammenti sonori (tre dei quali strumentali) sparsi fra le summenzionate canzoni, capaci di evidenziare ulteriormente l'abilità del duo di Tucson nel catturare al meglio le atmosfere. La buona produzione, l'evidente stato di grazia di una Charlene che, quanto a talento, estro ed abilità esecutiva, si mangia letteralmente in insalata decine di colleghe più blasonate, un songwriting a dir poco rinvigorito e l'innegabile maestria negli arrangiamenti fanno di questo disco un nuovo punto di partenza per i Blind Faith And Envy, ormai definitivamente pronti a sedurre chi al synthpop chiede sempre quel qualcosa in più.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.blindfaithandenvy.com/
http://www.silverechorecords.com/