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03-11-2008
LOWE
Go international!
di Roberto Alessandro Filippozzi
Chi segue le nostre attività in maniera continuata avrà senza dubbio notato l'occhio di riguardo avuto da parte nostra nei confronti della scena svedese, e specialmente per quanto concerne il versante electro, dove la nazione scandinava primeggia per qualità e per capacità di proporre sempre nuovi interessanti nomi che, nella maggior parte dei casi, raggiungono ottimi traguardi anche fuori dai confini nazionali. Oltre ad un nome ormai divenuto fondamentale in ambito synth/future-pop, e cioè i Covenant, e ad una serie di act capaci di imporsi presso un pubblico di respiro internazionale come Colony 5, Statemachine, Alice In Videoland, Kiethevez, Severe Illusion, Ashbury Heights, Universal Poplab etc., nonché a tutta una schiera di emergenti di lusso che annovera calibri quali Necro Facility, Terror Punk Syndicate, Cryo, Red Cell e chi più ne ha più ne metta, spicca un nome che rappresenta un caso a parte in un panorama solido come quello svedese: i Lowe. La band nasce sei anni fa da uno 'spin-off' di quegli Statemachine che erano impegnati a completare il capolavoro "Short & Explosive", segnatamente per mano di Jörgen 'Leo' Josefsson e Rickard Gunnarsson (ai quali si unisce nel nuovo progetto Mehdi Bagherzadeh), e due anni dopo, a sei mesi di distanza dal singolo di successo "Ahead Of Our Time", arriva finalmente il full-length di debutto "Tenant". L'album si rivela un gioiello capace persino di rivaleggiare col succitato diamante firmato dagli Statemachine, e proietta da subito il nome dei Lowe nel gotha del synthpop europeo. Quello dei Lowe pare un successo inarrestabile ed in costante crescita, al punto da portare Leo e Rickard a riconsiderare profondamente le proprie priorità artistiche (col conseguente accantonamento temporaneo degli Statemachine), e le aspettative accumulatesi in quasi 4 anni vengono oggi ampiamente ricompensate dalla nuova perla: il secondo album "Kino International". E noi, da sempre attentissimi a ciò che succede in terra svedese, non potevamo esimerci dal metterci sulle tracce del trio scandinavo, al fine di carpire tutti i segreti che si celano dietro alla realizzazione di quello che è senza ombra di dubbio uno dei dischi dell'anno per quanto attiene all'elettronica più melodica e dal maggiore appeal radiofonico, perché Lowe è senza alcun dubbio IL nome del momento in una scena che sa essere sempre attuale e creativa. Nel chiacchierare con tutti e tre questi disponibilissimi ragazzi, abbiamo scoperto in loro l'approccio positivo di chi non si è montato la testa per un successo già importante, ed anzi, abbiamo trovato tre interlocutori affabili e sempre con la battuta pronta, alla maniera di chi sta bene anzitutto nello spirito, conscio di aver raggiunto meritatissimi traguardi significativi con le proprie forze e capacità. Ed è così che vogliamo introdurvi al mondo dei Lowe, certi che lo vorrete scoprire con noi in questa prima intervista italiana ad una band col futuro ormai più che assicurato...
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Come Lowe avete iniziato nel 2002, quasi come un progetto parallelo agli Statemachine (la band principale di Leo e Rickard): quali tipi di necessità vi hanno spinti a creare il progetto Lowe parallelamente ad una realtà importante come Statemachine, considerando che ambedue i gruppi operano fondamentalmente in ambito synthpop (anche se i due sound si differenziano nettamente)?
Leo: "Nel processo di creazione di 'Short & Explosive' (l'ultimo album uscito a nome Statemachine, nda) alcune canzoni sono risultate essere inadatte agli Statemachine, ma erano davvero troppo buone per essere semplicemente buttate via, quindi abbiamo dovuto dare il via ai Lowe!"
Rickard: "La registrazione di 'Short & Explosive' è stata un processo davvero lungo e faticoso, ed io e Leo eravamo pieni di idee per ulteriori canzoni a quel tempo. Guardandoci indietro, abbiamo davvero fatto la cosa giusta nel dar vita ai Lowe!"
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Per quale motivo avete scelto il nome Lowe per il vostro nuovo progetto musicale?
Mehdi: "Se prendi la prima lettera dal soprannome di ognuno dei membri della band, otterrai 'LOWE'. È vero!"
Leo: "A dirla tutta quest'inverno celebriamo 5 anni di attività come band, quindi non userei il termine 'nuovo' (beh, si intendeva all'epoca, non certo adesso... e comunque non erano sei gli anni? nda)!"
Rickard: "Lowe non è un progetto, né niente di simile: è qualcosa che vive di vita propria."
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Sul finire del 2004 avete fatto uscire "Tenant", indubbiamente un gran debutto! Da quel momento in poi la vostra popolarità e cresciuta costantemente, ed oggi, anche a causa del prolungato silenzio degli Statemachine, è difficile capire quale sia la vostra priorità... Vi aspettavate questo grosso successo come Lowe, e qual è la situazione riguardo alle vostre attuali priorità?
Mehdi: "Lowe è senza dubbio la nostra priorità principale, specialmente per il fatto che abbiamo fans un po' ovunque nel pianeta e che i numeri continuano a crescere di giorno in giorno."
Rickard: "Come dicevo prima, Lowe non è affatto un side-project, ma è LA merda principale (ride, nda)! Ho sempre pensato che i Lowe fossero fatti per diventare grandi: voglio dire, se non suonassi con questa manica di pazzi sarei di certo un loro grande fan! Abbiamo da poco pubblicato il nuovo album 'Kino International', ed abbiamo ottenuto grandi recensioni: al momento stiamo provando intensamente per l'imminente tour."
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Come dicevamo, 'Tenant' è uscito a fine 2004; se escludiamo i singoli estratti, in pratica non vi abbiamo più sentiti fino al 2007, anno di pubblicazione di 'Tenant Remixed', quindi fra i vostri due album in studio sono trascorsi quasi 4 anni, quando personalmente me ne sarei aspettati non più di un paio... Quale tipo di cose vi hanno forzati ad impiegare così tanto tempo per dare un seguito a 'Tenant'?
Mehdi: "L'idea era quella di realizzare il secondo album all'incirca un paio d'anni dopo 'Tenant', ma abbiamo dovuto posticipare la cosa un paio di volte per via del fatto che 'Tenant' veniva stampato man mano in diverse altre nazioni, e noi dovevamo seguire la cosa facendo promozione e organizzandoci i concerti a supporto del disco. Quindi è stato il successo di 'Tenant' a far ritardare l'uscita di 'Kino International'."
Rickard: "Sì, nemmeno io direi che ce ne siamo stati con le mani in mano: siamo stati parecchio in tour nell'est europeo ed abbiamo preso parte ad un sacco di show televisivi e radiofonici."
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Come detto poc'anzi, il vostro silenzio è stato interrotto da 'Tenant Remixed': cosa potete dirci circa questa release, e perché avete optato per un'uscita di questo tipo dopo un solo album in studio?
Mehdi: "Dovevamo guadagnare tempo (ride, nda)!"
Leo: "Artisti e remixer di tutto il mondo volevano interpretare un po' tutte le canzoni di 'Tenant', ed il risultato è stato così sorprendente che non potevamo non trarne una release."
Rickard: "Allo stesso modo, ci siamo potuti prendere più tempo per continuare a lavorare su 'Kino International'."
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Torniamo ancora su "Tenant": con tale disco avete vinto il premio come 'migliori esordienti' agli Scandinavian Alternative Music Awards, preso altre due nomination e messo in commercio ben 5 singoli, il che è indubbiamente un grosso successo per un debutto! Come vedete a posteriori i responsi verso il vostro debutto e che tipo di successo avete raggiunto, specialmente nel vostro paese?
Mehdi: "Il successo in Svezia è stato incredibile, non potevamo nemmeno più andare a fare la spesa! È stato come quando i Beatles venivano in città, ma dieci volte peggio!"
Leo: "I responsi positivi ci hanno spinti ed ispirati in così tanti modi che penso tu lo possa sentire ascoltando 'Kino International' o quando suoniamo dal vivo. Quando cammino per le strade mi tocca indossare una parrucca e gli occhiali da sole!"
Rickard: "Non ricordo di averti mai visto con una parrucca, ma sono certo che sarebbe una cosa divertente da vedere (risate generali, nda)!"
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Il vostro sound è stato descritto come 'pop noir', ossia qualcosa fra pop, electro ed indie, e viene consigliato ai fans di nomi quali Depeche Mode, A-ha, Keane, Kent e New Order. In effetti non è certo il tipico synthpop che si sente oggi, dal momento che suona ben più 'organico' e differisce dai classici album 'computer-made'. Che ne pensate, e come avete lavorato per affinare il vostro stile?
Rickard: "Non ascoltiamo il synthpop, penso che le nostre influenze le abbiamo mutuate da altre cose rispetto ai tipici gruppi synthpop."
Mehdi: "Abbiamo tutti dei bagagli musicali differenti fra di noi, e quindi portiamo molte influenze diverse in studio ogni volta che scriviamo nuovi brani o li produciamo. Per me i Lowe fanno la musica che davvero andremmo a comprare per primi noi stessi: voglio dire, se non ti piace la tua propria musica, allora perché qualcun altro dovrebbe interessarsi ad essa? Noi ci interessiamo alla nostra per il semplice fatto che amiamo quel che stiamo facendo, ed amiamo il fatto che qualcuno ami quello che facciamo. Non ci importa se si tratta di un piccolo club in Estonia con 20 persone o di un grande concerto in Polonia, noi amiamo ciò che facciamo in ogni caso."
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Ciò che appezzo di più nel vostro sound è quella vostra perfezione formale dal taglio radiofonico che sfocia sempre in un refrain perfetto: in effetti sembrate conoscere bene tutti i 'trucchi' della musica pop, pur senza mai suonare spudoratamente commerciali. È difficile per voi raggiungere la cosiddetta 'gente normale' che si ciba di sole radio e TV in questi tempi di baggianate plasticose come Tokyo Hotel, Cinema Bizzarre e via dicendo?
Rickard: "Non usiamo trucchi o formule. Se lo facciamo, allora si tratta di una speciale formula-Lowe."
Mehdi: "Sì, e aggiungo che non stiamo provando ad essere qualcosa di 'fabbricato'. Una canzone è una canzone, sia che si tratti di una buona canzone che di una merdosa. I Lowe non produrranno o scriveranno mai canzoni per adattarsi ad un particolare filone commerciale per via dei soldi, dell'airplay radiofonico o chissà che altro. Come ho detto prima, scriviamo i pezzi che a noi stessi piacciono e che compreremmo: semplicemente questo."
Leo: "Scrivere canzoni per me significa disconnettere totalmente il cervello e lasciare che il cuore decida. Se un brano mi fa venire la pelle d'oca, allora lo terrò; se ciò non accade, proverò ancora e ancora finché tutto non andrà a posto."
"Abbiamo tutti dei bagagli musicali differenti fra di noi, e quindi portiamo molte influenze diverse in studio ogni volta che scriviamo nuovi brani o li produciamo. Per me i Lowe fanno la musica che davvero andremmo a comprare per primi noi stessi: voglio dire, se non ti piace la tua propria musica, allora perché qualcun altro dovrebbe interessarsi ad essa?"
(Mehdi Bagherzadeh)
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Come dicevamo prima ben 5 singoli sono stati estratti da "Tenant", ed in definitiva ogni vostro pezzo potrebbe ambire a diventare una hit: le cose sembrano facili nel vedere come voi riuscite a farle, ma sappiamo che scrivere una buona hit è tutt'altro che una passeggiata. Ma a voi le cose riescono davvero facili, oppure vi ritrovate a lavorare a lungo su certi brani?
Rickard: "Niente avviene facilmente, baby. Probabilmente sembra tutto semplice e lineare visto da fuori, ma la verità è che si tratta di una lotta costante."
Mehdi: "Alcune canzoni vengono completate in due giorni ed altre richiedono invece mesi. Su 'Tenant' il pezzo 'Down The Waterline' è stato probabilmente il più facile da produrre, solo tre o quattro giorni, mentre 'Hear Me Out' ha richiesto mesi per il suo completamento. Se proprio me lo chiedi, è quello il pezzo che ci ha messi più in difficoltà."
Leo: "Le canzoni non sono così dure da scrivere, ma le cose che devi vivere prima di poterle scrivere possono essere qualsiasi cosa stia tra il Paradiso e l'Inferno."
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Arriviamo finalmente al nuovo album, e vorrei partire approfondendo il significato del curioso titolo "Kino International"...
Leo: "Innanzitutto, si tratta di uno dei più bei palazzi che abbiamo mai visto."
Rickard: "Sì, è il nome di un cinema nella parte est di Berlino che io e Leo abbiamo visto mentre eravamo in tour con gli Statemachine."
Leo: "Allo stesso tempo è un buon riferimento al fatto che la nostra musica sta ricevendo riconoscimenti a livello internazionale. Ogni brano potrebbe inoltre essere un copione cinematografico, quindi il titolo ha significati differenti."
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L'artwork, più che un vero e proprio significato, sembra adattarsi al mood del disco...
Rickard: "Durante le registrazioni di 'Kino International' sono stato fortemente influenzato dai thriller di spionaggio degli anni '70 e dall'intero periodo della Guerra Fredda, e volevo che l'album avesse un feeling similare. Il bianco ed il nero si suppone rappresentino la musica ed i testi dei Lowe, mentre l'argento rappresenta gli ascoltatori. Tuttavia non ti dirò cosa rappresentano le linee sulla copertina, è una cosa che lascio interamente nelle mani degli ascoltatori."
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Ora parliamo invece dei testi di "Kino International", anche per vedere se esiste una 'linea rossa' che li lega fra loro...
Leo: "Non credo che forniremo mai i significati dei nostri testi, ma posso dirti che non trattano quasi mai di politica. La 'linea rossa' che cerchi è probabilmente il sangue che è stato spillato nello scriverli."
Rickard: Sì, molte cose sono successe nel tempo in cui stavamo scrivendo 'Kino International'. Suppongo tu le possa rintracciare nei vari brani."
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Musicalmente parlando, la prima cosa che ho notato è stata la qualità della produzione, cristallina, più organica e semplicemente perfetta! Come avete lavorato per arrivare a tanto?
Mehdi: "Con Logic Studio, la roba della Apple, i microfoni della Neumann e dei meravigliosi musicisti/produttori, cosa poteva andare male (ride, nda)? Seriamente, ci piace girare le manopole finché il suono non è perfetto. Posso sedermi per ore a lavorare su di un suono di chitarra, o addirittura per giorni se si tratta di editing vocale e produzione."
Leo: "Tutti gli anni spesi a produrre e rivoltare suoni hanno finalmente trovato un loro significato. Non è nulla che mi piaccia particolarmente fare ormai, bensì la necessità di dare alle canzoni ciò che esse meritano e di portarle al livello auspicato."
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Un'altra cosa che ho notato è che, generalmente, "Kino International" suona più danceable rispetto a "Tenant"...
Mehdi: "Volevamo creare un disco più vario rispetto a 'Tenant', per mostrare l'intero spettro sonoro dei Lowe e ciò che possiamo fare col nostro know-how. Un altro aspetto determinante sta nel fatto che, quando impari a suonare il tuo strumento principale sempre meglio, vuoi suonare sempre più veloce: ecco perché tutti i brani di 'Tenant' erano dei mid tempo. Su 'Kino International' abbiamo passato i 130 bpm senza alcun problema. Col prossimo album proveremo a infrangere la soglia dei 150 bpm, dovrebbe essere una cosa interessante."
Leo: "Scooter, attenti!!! Il prossimo album sarà considerato come speed-pop con vocals talmente alte che solo i cani più giovani riusciranno ad udire, e Rickard batterà il suo record di 2534 slappate di basso al secondo (risate generali, nda)!"
Rickard: "Tuttavia non tutti i nuovi brani sono 'danceable': 'Kino International' racchiude anche delle belle canzoni lente, come 'Sirens Calling' e 'Thick As Thieves'. Penso che fare e suonare un disco vario sia più interessante."
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Uno dei vostri punti di forza è senza dubbio la voce di Leo, il quale è cresciuto ulteriormente dopo "Tenant" su tutti i fronti: come avete scoperto il suo potenziale quando eravate agli inizi?
Mehdi: "Quando iniziammo la band parlammo di chi fra noi tre avesse dovuto essere il cantante. Nessuno di noi voleva farlo, così tirammo un dado: chi avesse fatto 'sei' sarebbe diventato il cantante. E fu Leo a fare 'sei', così dovette imparare il mestiere. Io nasco come bassista e Rickard è un tastierista, quindi sarebbe stata dura per noi insegnarci a vicenda il proprio strumento l'un l'altro. Hhhhm, però questa cosa mi stimola... Rickard, perché non ci scambiamo le posizioni nella band?"
Rickard: "(ridendo, nda) Ok, ma a me a dire il vero piacciono tutte le posizioni, he he..."
Leo: "Io non la ricordo affatto così! Un giorno Mehdi tornò a casa presto da quello che si rivelò essere un gay-party (all'epoca lui non era ancora coinvolto in quel genere di cose)... io mi ero addormentato nella cabina per la voce dopo ore di pratica (ebbi questa malvagia idea per la quale potevo cantare); Mehdi ebbe la stessa idea ed entrò in cabina, e siccome era sotto l'effetto di alcuni strani funghi trovò che la cosa più ovvia da fare era provare ad ingoiare il microfono... Mi svegliai e vidi tutto ciò accadere: come in una rivelazione, da quel momento capimmo che Mehdi non poteva essere il cantante. Dovevamo solo trovargli uno strumento che fosse troppo grosso per venire ingoiato. Solo dopo questo avvenimento io e Rickard tirammo il famoso dado (qui è tutto un ridere di gusto, nda!)..."
Rickard: "Bah!"
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Senza dubbio avrete anche voi le vostre influenze musicali, come tutti, infatti nel vostro sound si ritrovano tracce di Depeche Mode ed A-ha, anche se a mio avviso vi siete guardati bene dal copiare meramente loro o altri. Piuttosto, mi sembra che abbiate appreso alla perfezione la lezione dei mostri sacri del synthpop del passato e l'abbiate trasportata in un suono estremamente personale. Ma quanto è stata effettivamente importante l'influenza delle band degli anni '80 per voi?
Leo: "Grazie per i complimenti! Gli anni '80 per noi sono come la carne per i coccodrilli: abbiamo solo dovuto attraversare la palude per approdare da qualche parte nella giungla nota come 'industria musicale', partendo da quei tempi. Siamo molto ispirati da quegli anni, ma fortunatamente non ci siamo rimasti intrappolati."
Rickard: "Quelli erano gli anni nei quali siamo cresciuti, quindi è ovvio che ne siamo influenzati. È stato anche il tempo in cui gli artisti hanno iniziato ad usare i synth, i campionatori etc., ed io adoro i synth (ride, nda)!"
"Gli anni '80 per noi sono come la carne per i coccodrilli: abbiamo solo dovuto attraversare la palude per approdare da qualche parte nella giungla nota come 'industria musicale', partendo da quei tempi. Siamo molto ispirati da quegli anni, ma fortunatamente non ci siamo rimasti intrappolati."
(Jörgen 'Leo' Josefsson)
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Musica a parte, quale tipo di cose ha influenzato la genesi di "Kino International"?
Leo: "La vita, la fiction, i film, la famiglia, gli amici, la morte, il sesso, i videogame e l'Europa dell'Est."
Rickard: "Ci sono accadute molte cose durante la realizzazione di 'Kino International', ed è tutto lì sul disco... fra sangue, sudore e lacrime."
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Ciò che, almeno per me, fa la differenza fra voi e lo standard odierno dei gruppi synthpop sta nel vostro gusto per le melodie e nella perfezione degli arrangiamenti, fattori fondamentali per la creazione di potenziali hit: siete d'accordo?
Leo: "Nel momento in cui capisci che la musica non è né matematica né il mettere le note una dietro l'altra, sei sulla strada giusta. Non proviamo mai a scrivere 'hit-singles', preferiamo provare a colpire ogni persona."
Rickard: "Facciamo canzoni, non dischi. Penso sia questa la differenza fra noi e tutti quei mediocri gruppi synthpop là fuori."
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Prima accennavamo agli anni '80, e difatti l'opener "Berlin Night Express" mi ha ricordato certa wave di quel periodo: c'era in effetti la volontà di rifarsi a quelle sonorità in questo brano?
Rickard: "Io e Mehdi stavamo jammando in studio: io al basso con un suono piuttosto distinto, Mehdi alla tastiera a dividersi fra pads e piano. Io ero tornato da un viaggio a Berlino, dove avevo speso la maggior parte del tempo attorno a Nollendorfplatz ascoltando a lungo Cure, Joy Division e roba krautrock. Berlino è semplicemente troppo 'wave' ed 'elettronica', quindi questo pezzo non sarebbe potuto venire fuori diversamente."
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Il primo singolo estratto è "A 1000 Miles", un brano con una grandiosa melodia infettiva: perché la scelta è ricaduta proprio su questa canzone?
Leo: "Beh, lo hai già detto tu: è una canzone con una grandiosa melodia infettiva."
Rickard: "Era la scelta perfetta! Suonava molto Lowe, ma allo stesso tempo neppure così tanto, essendo molto ritmata. Alcuni fans devono essere rimasti scioccati, aspettandosi di vederci in costume e tirati a lucido: nel video invece siamo vestiti di pelle nera, mezzi nudi e suoniamo un pezzo molto upbeat ed elettronico. Andate a ballarlo o usatelo per fare sesso!"
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Prima parlavamo dei Depeche Mode, e difatti "Thick As Thieves" mi ha ricordato il periodo di "Ultra": quanto è stata effettivamente importante per voi la band di Martin Gore?
Leo: "The Mesh Pod? Cos'è, qualcosa di nuovo dalla Apple (ride, nda)?"
Rickard: "Perché tutti parlano sempre dei Depeche Mode quando si tratta di musica elettronica? Loro hanno avuto il senso di uno stile ed hanno scritto grandi canzoni, ma ora sono solo delle vecchie scoreggie che fanno la stessa cosa all'infinito. Ti amo Martin (risate generali, nda)!"
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Una cosa divertente, almeno per me che la vedo così: presto o tardi i gruppi synthpop più validi, famosi o meno che siano, finiscono con lo scrivere quella che io chiamo 'la loro Personal Jesus'. Intendo dire un brano catchy e groovy con quel ritmo sexy e saltellante come "Personal Jesus", non uguale ma similare, per così dire... spero di essermi spiegato! E direi che, nel vostro caso, "Now That I've Tasted You" è la vostra "Personal Jesus": avete mai visto la cosa in quest'ottica?
Leo: "Se Gesù poteva davvero camminare sulle acque, può farlo anche 'Now That I've Tasted You'. Se davvero lui poteva curare i malati, questa canzone l'ha già fatto."
Rickard: "Depeche chi?"
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Ok, chiaro... Ho molto apprezzato la vostra cover di "Dice Roller" dei vostri connazionali Universal Poplab, molto più appassionata dell'originale! Ho però trovato strano vedervi coverizzare una band che è vostra contemporanea anziché qualcosa di più datato, come fanno quasi tutti: perché avete scelto di rendere omaggio a dei vostri contemporanei, che probabilmente sono anche vostri amici?
Rickard: "Sì, sono nostri amici. Ero su di un treno e tornavo a casa la mattina dopo un party con delle assistenti di volo, ed ascoltavo musica sul mio iPod; ad un certo punto arrivò la versione originale di 'Dice Roller', e capii capito che sarebbe stata perfetta per un duetto. Non l'abbiamo realizzata come tale nell'edizione svedese del disco, ma nel momento in cui ti parlo stiamo lavorando a versioni con differenti lingue, sfruttando diverse cantanti in studio."
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Ho notato che alcuni brani sarebbero perfetti per i club, quindi mi piacerebbe capire quanta importanza date al dancefloor, essendo canzoni come "Free Fall" e "Shadows Rising" fresche e ballabili, anche se è chiaro che voi lavorate in maniera ben più profonda di tutti quei gruppi che puntano solo alla creazione di facili club-hit...
Leo: "Ovviamente andiamo nei club, ma non scriviamo pezzi espressamente per il dancefloor: sarebbe come ballare attorno al palo davanti a degli stripper, quando ti ritrovi tuo malgrado ad essere tu stesso lo stripper (ride, nda)!"
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Più che sull'aspetto danceable, la vostra musica sembra focalizzarsi sulle emozioni come pochi vostri colleghi riescono a fare, e brani come "So Close, So Far" o la drammatica "Sirens Calling" lo provano. Quanta importanza date alle emozioni nella vostra musica?
Leo: "Se togli le emozioni nelle nostre canzoni, avrai semplicemente una bella copertina con un'onda piatta masterizzata su dischetto. O un mp3 con un file di 515 bytes in alta risoluzione."
Rickard: "(ridendo, nda) Ma di che diavolo stai parlando?"
Leo: "Ciò che intendo dire è che le emozioni sono ciò su cui si basa la nostra musica, ed è per questo che scriviamo canzoni. Credo in ciò che canto, e si tratta sempre di esperienze che ho fatto io o qualcun altro nella band."
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Qual è la migliore situazione/atmosfera che si richiede per apprezzare appieno un disco come "Kino International"?
Leo: "In un club guardando i Lowe sul palco, ovviamente!"
Rickard: "He he... sì... oppure perché non nel backstage con tendine rosse, luci basse e niente vestiti?"
Leo: "Suona perfettamente (risate generali, nda)!"
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Sembra che la scena electro stia riscoprendo i messaggi politicizzati, specie con nomi quali Spetsnaz, Skinny Puppy, Leæther Strip e via dicendo: pensate sia importante lanciare certi messaggi attraverso la musica, oppure ritenete che essa debba restare anzitutto una forma di intrattenimento?
Leo: "Dal momento che non vedo me stesso come Martin Luther King, dico: se fai politica, allora continua a fare politica anziché musica. D'altro canto la musica tocca le persone in maniera molto forte, quindi di cosa sto parlando? Credo che tornerò immediatamente alla mia chitarra per scrivere qualcosa al riguardo!"
Rickard: "La politica può essere adatta per quelle band, ma io mi sento male ad immaginare noi o me stesso scrivere canzoni politicizzate."
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La vostra scena pullula di nuovi talenti e di realtà importantissime in ambito elettronico, così come fu fondamentale per certo metal estremo negli anni '90. Cosa rende il vostro Paese così produttivo in ambito squisitamente musicale?
Rickard: "La Svezia è un tipo di Paese molto strano (e buono) con un bizzarro mix di idee socialiste, comuniste e capitaliste: ognuno è considerato uguale ed abbiamo tutti le stesse opportunità di fare qualcosa, sia che uno sia ricco o che sia povero. Il governo fornisce a tutti i bambini l'opportunità di imparare a suonare uno strumento o di cantare in un coro al livello iniziale, il tutto gratis o dietro modico pagamento. Questa può essere la ragione per cui abbiamo tanti musicisti nel nostro Paese. L'inverno, inoltre, qui è molto freddo e noioso, quindi se sei troppo giovane per fare sesso o andare a bere, puoi stare a casa e fare musica. Dal momento che siamo un po' più vecchi adesso, possiamo fare tutte queste cose nello stesso momento (risate generali, nda)!"
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La vostra scena si distingue soprattutto per la qualità delle proposte, specie per quanto concerne le cose più melodiche con nomi quali Statemachine, Covenant, Colony 5, Alice In Videoland, Universal Poplab, Cryo, Kiethevez e così via. Siete fieri di farne parte, e quanto vi sentite legati alla scena synthpop in generale?
Leo: "A dire il vero non mettiamo noi stessi nella stessa scena delle band che hai citato, ma posso capire coloro che lo fanno."
Mehdi: "Gli svedesi sono molto talentuosi ed intuitivi, anche quando si tratta di invenzioni o robe simili. Penso che ciò dipenda dall'aria fresca e dai venti freddi che soffiano dal Nord."
Rickard: "Non dimenticare che abbiamo anche sei mesi di buio, ed io odio l'inverno!"
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Cosa gradite ascoltare al momento e quali sono gli artisti che vi hanno cambiato la vita?
Leo: "Al momento girano nel mio lettore Rupesh Cartel, Regina Spector ed IAMX. Dovrei andare indietro di 25 anni per rispondere all'altra tua domanda... Hmmmm... direi Jean Michel Jarre, Kraftwerk, The Mission, AC/DC, New Order, Depeche Mode, Howard Jones, Erasure, Massive Attack e Faithless."
Rickard: "Attualmente ascolto Brett Anderson, M83, David Bowie ed Ultravox, ed inizio sempre le mie giornate con Marlene Dietrich. Suppongo che Pet Shop Boys e David Bowie siano stati gli artisti che mi hanno influenzato di più attraverso gli anni."
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Veniamo ora ai progetti futuri: raccontateci tutto quello che c'è da sapere su nuove uscite, tour e quant'altro...
Leo: "Stiamo ancora pianificando il 'Kino International' tour, aspettando che il disco venga stampato in Russia ed Ucraina. Ma siamo desiderosi di visitare tutti i paesi scandinavi, gli stati baltici, Russia, Ucraina, Bielorussia, Polonia, Slovacchia, Gran Bretagna ed USA."
Mehdi: "Diciamo semplicemente che visiteremo tutti i Paesi del mondo."
Leo: "He he, sì, perché no?"
Rickard: "Abbiamo fatto delle versioni di 'Dice Roller' in lingua russa e tedesca che dovremmo realizzare presto. Sicuramente faremo una versione ucraina di quel brano, dal momento che la nostra etichetta del posto vuole coinvolgerci in un duetto con una famosa voce locale. Spero che sia una bella fighetta... ma forse sarà un 'lui'... beh, chi se ne frega, non sono così schizzinoso, ha ha!"
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Veniamo infine agli Statemachine: cosa c'è nel futuro della band? "Short & Explosive" risale al 2003 ormai, ed il lungo silenzio ha reso ansiosi molti fans... ci sono novità da dare ai nostri lettori? Ho sentito che il vostro cantante Mårten Kellerman è molto occupato con la sua vita privata, e viene da chiedersi se la band avrà o meno un futuro...
Rickard: "Beh, dopo l'uscita di 'Short & Explosive' abbiamo fatto un tour in Germania..."
Leo: "Ricordo che è stato quasi febbrile, poiché all'epoca avemmo grande successo col secondo singolo 'Ahead Of Our Time'."
Mehdi: "Sì, ed io ero a casa ad aspettare il ritorno dei ragazzi per poter finire 'Tenant'."
Rickard: "Gli Statemachine non sono né morti né niente del genere, diciamo solo che sono stati messi sotto ghiaccio, he he..."
Leo: "Probabilmente ci sarà un futuro per gli Statemachine, ma come potrai ben capire i Lowe assorbono tutto il nostro tempo e le nostre energie al momento."
"Il governo svedese fornisce a tutti i bambini l'opportunità di imparare a suonare uno strumento o di cantare in un coro al livello iniziale, il tutto gratis o dietro modico pagamento. Questa può essere la ragione per cui abbiamo tanti musicisti nel nostro Paese."
(Rickard Gunnarsson)
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Ok, siamo in chiusura: dopo sei anni di successi come Lowe, dove volete arrivare e cosa volete ancora raggiungere come band?
Leo: "Beh, a me sembra come se avessimo appena iniziato!"
Rickard: "Sì, non sembrano affatto passati sei anni... è davvero così?"
Leo: "No, non proprio, è che il tempo vola quando ti diverti. Dapprima abbiamo conquistato la Scandinavia, poi l'Europa dell'Est, ed ora la Germania è la prossima sulla lista. Allo stesso tempo la nostra musica si sta facendo strada in Paesi interessanti, come il tuo."
Rickard: "A volte mi piacerebbe che avessimo una specie di piano principale, ma poi la cosa diventerebbe piuttosto noiosa. Limitiamoci a 'rockeggiare' e vediamo cosa accadrà."
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