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05-10-2008
SONNE HAGAL
Segreti runici
di Michele Viali
Nato a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, Sonne Hagal è un classico progetto di neofolk germanico che, rispetto a tanti act analoghi, è riuscito a rinvigorire la situazione della scena fornendo sempre musica di qualità, ispirata e sostenuta da melodie interessanti. Le fugaci fusioni con elementi elettronici di derivazione 80s hanno garantito un tocco quasi 'friendly', mentre le incursioni nel settore industrial ne hanno sancito la versatilità. Con l'uscita di "Jordanfrost", i Nostri si sono dimostrati ancora una volta all'altezza delle aspettative, fornendo un lavoro curato in ogni minimo particolare e arricchito dalla presenza di amici speciali. Se da un lato abbiamo avuto il piacere di parlare con dei grandi ospiti, non possiamo esimerci dal dire che, nonostante la disponibilità degli intervistati, il nostro incontro rimane mutilo di tanti argomenti (su tutti la collaborazione con gli Albireon), ma il tempo in questo caso ci è stato proprio nemico, e accorciare in corsa i dialoghi è stato fondamentale per poter proporre il lavoro in tempi adeguati, nonché per poterlo pubblicare tout court. Come sempre abbiamo scandagliato passato, presente e futuro al fine di tracciare in primis il profilo del progetto, addentrandoci poi nelle curiosità ed anche in qualche pettegolezzo. Ecco il resoconto di herr Oliver...
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"Jordanfrost" è il vostro secondo full-length dopo "Helfahrt" (uscito nel 2002): sembra che preferiate pubblicare i brani in formati particolari e ridotti come singoli, EP, split. Perché questa volta avete deciso di tornare al prodotto di lunga durata?
"Hai ragione. Ci piace realizzare musica in formati differenti. La ragione è abbastanza semplice: pubblichiamo un lavoro quando siamo convinti che sia completo. Evitiamo qualsiasi tipo di riempimento o aggiunta posticcia. Alcune volte due brani stanno insieme perfettamente, e qualsiasi altra traccia in più distruggerebbe quell'atmosfera particolare. E allora perché non pubblicarli come singolo in un vinile 7"? Ma in altre occasioni è meglio interpretare una certa emozione in modo diverso. Per questo abbiamo deciso, nel caso di 'Jordanfrost', di raccogliere più brani fino a comporre un album di lunga durata: c'erano vari pezzi che suonavano molto bene insieme, e per noi è stato più o meno necessario scegliere questo formato. In un primo momento abbiamo pensato di arrangiarli in un doppio 10", o anche in una collezione di 7", ma ciò avrebbe distrutto l'armonia del lavoro."
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Qual è il filo conduttore dei brani? Esiste un feeling particolare tra musica e testi?
"Ciò che mette in connessione i pezzi è un'atmosfera di bellezza, intesa in tutte le sue forme. Possiamo trovare motivi estetici nella vita e nella morte, come anche nel trionfo e nella decadenza. Ogni brano è immerso nello spirito della bellezza, ma nulla è per sempre. Quindi ogni cosa è destinata prima o poi a volgere verso il suo sito oscuro. In 'Jordanfrost' si può godere di una pura bellezza, mentre qualcosa di sconosciuto e sinistro si nasconde da qualche parte."
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Il dipinto che caratterizza la copertina è stato realizzato da Fabrice Billard, titolare dell'etichetta Divine Comedy: come è nata la vostra collaborazione? E perché avete deciso di stampare la cover con tre dipinti differenti?
"Qualche tempo fa stavamo cercando un'etichetta per pubblicare il 7" 'Tarja'. Non era facile trovare una label disposta a pubblicare vinili picture, dato che sono tremendamente costosi. Fabrice è stato abbastanza coraggioso da avventurarsi in questo esperimento, e pensiamo che ad oggi non se ne rammarichi. Abbiamo apprezzato tantissimo l'energia e l'impegno che ha investito in questo progetto, e alla fine è riuscito a realizzare una bella registrazione contenente un'affascinante musica d'atmosfera. A quei tempi abbiamo scoperto che dipingeva, e quando abbiamo visto i suoi lavori siamo rimasti colpiti dalla profondità e dal gusto che esprimevano. Questo è il motivo per cui gli abbiamo chiesto di dipingere l'artwork per la copertina di 'Jordanfrost'. Gli abbiamo fornito solo qualche pensiero e qualche parola, e lui ha creato quei meravigliosi dipinti. Quando alla fine abbiamo visto il risultato non riuscivamo a decidere quale immagine usare, e quindi le abbiamo usate tutte... Chiunque vede cose differenti in quei lavori: fuoco, fiamme, le stelle dell'universo, neve, polvere, campi di grano, luce argentata..."
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In "Jordanfrost" ci sono molti ospiti importanti (Henryk Vogel di Darkwood, Tyrsson e Markus Wolff di Waldteufel, Pierce dei Black Sun Productions, Rose Kasseckert e Willi Stasch, Kim Larsen di Of The Wand And The Moon, B'eirth di In Gowan Ring, Michael Laird di Unto Ashes, Andreas Arndt di Sonnentau, Joshua e Katryn di Lux Interna): come siete riusciti a organizzare i contributi di tutti questi artisti?
"Innanzitutto i musicisti di 'Jordanfrost' non sono dei semplici ospiti, ma dei veri amici. Li conosciamo personalmente ed è stato un grande onore averli tutti insieme nel nostro album. La maggior parte delle collaborazioni sono state organizzate come 'progetti a distanza'. Abbiamo registrato delle tracce demo, o prime versioni, e le abbiamo spedite all'artista che ritenevamo adatto al brano. Loro hanno aggiunto tutto ciò che volevano e ci hanno rispedito indietro il lavoro. Quindi abbiamo messo tutto insieme, mixato e aggiunto alcuni strumenti. Non abbiamo dato restrizioni ai musicisti: potevano agire come meglio credevano. Abbiamo incontrato personalmente alcuni di loro: con tutto il nostro equipaggiamento per registrare abbiamo trascorso qualche giorno a casa degli Ernte (Rose Kasseckert e Willi Stasch) e abbiamo fatto visita a Kim Larsen di Of The Wand And The Moon sulla sua isola. Mettere insieme tutti i contributi ha portato via molto tempo."
"Il termine 'Jordanfrost' fa riferimento ad un giorno particolare, quando le cose cambiano dall'oscurità alla luce, dal male al bene. Dai primi tempi della nostra band fino ad oggi abbiamo nutrito l'idea di un mondo, il nostro, in costante 'dualismo'."
(Oliver)
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Qual è il significato del titolo "Jordanfrost" e perché è stato scelto?
"Il titolo fa riferimento ad un giorno particolare, quando le cose cambiano dall'oscurità alla luce, dal male al bene. Questa giornata è celebrata solo in alcune regioni d'Europa. Dai primi tempi della nostra band fino ad oggi abbiamo nutrito l'idea di un mondo, il nostro, in costante 'dualismo'. Molti dei nostri brani e titoli fanno riferimento a questo concetto. Per cui, ancora una volta, 'Jordanfrost' mostra la nostra visione del mondo."
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Il tuo discorso rimanda ad alcune credenze pagane. Puoi spiegarci l'origine di questa giornata celebrativa?
"Beh, ad essere onesto del nostro lavoro non vogliamo spiegare più di quanto abbiamo già fatto. Riguardo questo giorno, puoi chiedere ad alcuni nostri amici dell'est Europa..."
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Anche il vostro nome, Sonne Hagal, è relazionato alle rune... com'è nato, e come legate quest'ambito d'interesse alla musica?
"All'inizio degli anni '90 siamo stati introdotti da un buon amico alla musica e ai libri che trattano le rune. Abbiamo studiato quest'argomento insieme alla mitologia nordica, e presto abbiamo iniziato a capire quanto interessante e potente è stata la combinazione tra musica e rune. Abbiamo iniziato a unire questi due ambiti creando il nostro primo 10" 'Sinnreger'. Oltre all'universo runico, abbiamo allargato il nostro interesse alla poesia e alla storia: due tra i più importanti aspetti che si possono trovare nella nostra musica e nei nostri testi."
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Molte volte le rune sono utilizzate con valore ideologico o politico, sia dalla gente comune che dal più ristretto circolo dei musicisti. Credi che questo comportamento abbia causato problemi alla scena neofolk e a Sonne Hagal in particolare?
"Certo. Molta gente ha tentato di dare alle rune valenze politiche. Queste persone non ci hanno danneggiato, ma questi fatti ci hanno costretto a prendere le distanze da credi politici che non ci hanno mai coinvolto. Altri artisti hanno avuto gli stessi problemi. Un ridicolo gioco di accuse e smentite in cui la gente dimentica una cosa importante: l'arte è libera!"
"Come ogni altro sottogenere artistico o musicale, il neofolk si biforcherà e darà vita ad altri stili. Più il genere si allarga e più diventa superficiale, il che è abbastanza normale. Osservando tutto quello che più o meno può accadere negli ambiti d'interesse della scena, capiremo quando essa raggiungerà la sua fine..."
(Oliver)
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Quali peculiarità poetiche e storiche caratterizzano i lavori di Sonne Hagal?
"Ci piace la poesia europea che va dal XV al XIX secolo, specialmente quella inglese, tedesca e dell'est Europa. Spesso vi si trovano parole molto sagge o storie tristi presentate con versi sbalorditivi. È affascinante capire come la gente vedesse molto criticamente i suoi simili anche nei tempi andati... Lo stesso con la storia: siamo sempre stati attratti dalle cose avvenute in passato, le quali non possono essere slegate dai fatti presenti. La parola 'passato' per noi non indica solo gli ultimi 100 anni, ma anche i secoli precedenti. Semplicemente le cose avvenute hanno influenzato altri avvenimenti, e per questo non vanno dimenticate. È emozionante andare indietro nel tempo tramite la letteratura o la poesia per scoprire le conoscenze dimenticate di quei giorni andati..."
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Sonne Hagal è noto per essere un progetto neofolk, ma nei vostri brani appaiono anche altri stili, ne sono un esempio gli echi new-wave delle percussioni elettroniche di "Hidden Flame" o di altre tracce incluse in "Helfahrt" o in "Sinnreger"...
"Siamo sempre stati interessati alla strumentazione elettronica, tipo sintetizzatori, drum-machines, samplers ecc. Forse ciò che tu indichi è il risultato di alcune delle nostre preferenze musicali, ma non c'è un legame intenzionale con la scena new-wave. Sebbene non puntiamo a catturarli, non saremmo sorpresi se ai fans della new-wave piacesse la nostra musica."
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Due lavori di Sonne Hagal suonano per contro più vicini all'universo industrial, penso allo split con Aurum Nostrum "Sinister Practices In Brighter Sunshine" e alla collaborazione con Polarzirkel e Nerthus. Come è nata l'idea per questi lavori? Pensate che potranno esserci altri album dalla vena industrial nel futuro di Sonne Hagal?
"I componenti di Polarzirkel sono nostri amici da molti anni e abbiamo sempre coltivato l'idea di poter collaborare insieme un giorno o l'altro. Nel loro studio sperimentano strane sonorità, usano sintetizzatori, computer e macchinari per effetti audio. Hanno abbastanza strumenti da mettere insieme un'orchestra elettronica. Quando alla fine abbiamo deciso di lavorare insieme, abbiamo usato microfoni ipersensibili per registrare rumori di ferraglia, pianoforti distrutti, pesanti porte di legno, equipaggiamento per zone in costruzione e molto altro ancora, per poi riarrangiare il tutto come una sorta di paesaggio sonoro. Siamo stati chiusi per tre giorni nel loro studio e abbiamo remixato e riarrangiato i rumori in sessioni infinite, fino ad ottenere ore ed ore di musica. Abbiamo scelto quali parti delle sessioni dovevano essere prodotte e le abbiamo mandate alla Oktagon, etichetta oggi defunta. Loro hanno trattato in modo negligente il nostro materiale e, dopo mesi e mesi di ritardo, abbiamo deciso di dare alla Eis & Licht il permesso di realizzare questi particolari suoni. Il lavoro con Aurum Nostrum, invece, è venuto fuori in seguito alla richiesta della band di realizzare insieme a noi una sorta di split-album per promuovere il loro nome. Al tempo accettammo, pensando che loro fossero nostri amici, ma dopo un po' abbiamo capito che quella non fu una buona scelta. Loro trovarono sempre più idee riguardo cosa avremmo dovuto fare o non fare su questo disco, così alla fine è venuto fuori un vero 'split' album. Oggi la nostra amicizia è finita..."
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Molti dei vostri lavori sono stati pubblicati dall'etichetta tedesca Eis & Licht, forse la più importante label del panorama neofolk germanico. Com'è nata la vostra lunga collaborazione? Lavorerete ancora insieme in futuro?
"La collaborazione è nata in modo puramente accidentale. Le registrazioni del nostro 'Sinnreger' trovarono la via della Eis & Licht attraverso strane circostanze, così un giorno ricevemmo la sorprendente richiesta di realizzare quelle tracce in un vinile 10". Accettammo, e quindi il nostro primo disco vide la luce. Concordo con te: la Eis & Licht è una delle più importanti etichette per questo settore. Hanno sempre avuto un gran fiuto per le nuove band e la buona musica. Ma i nostri futuri prodotti saranno pubblicati tramite la nostra etichetta Luftschutz Entertainment, che sarà distribuita dalla Tesco Organisation. Questa nuova configurazione ci darà più ampie opportunità di raggiungere ascoltatori. Il primo album su Luftschutz/Tesco è stato 'Jordanfrost', il quale sarà presto disponibile anche in vinile."
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Cosa vi ha spinto a creare la Luftschutz Entertainment e cosa significa il suo nome?
"Il nostro sogno è sempre stato di poter realizzare la musica per una label di nostra proprietà, ma è assai difficile gestire un'etichetta. Per cui abbiamo esitato per lungo tempo, ma alla fine l'abbiamo fondata e siamo diventati indipendenti. 'Luftschutz' significa 'contraerea', ma questo nome non è da intendere in senso letterale: fa riferimento al nostro passato musicale, quando suonavamo in un gruppo punk."
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Produrrete solo la vostra musica o avete pianificato di promuovere anche altri progetti?
"Prima di tutto la Luftschutz Entertainment è stata fondata per produrre la nostra musica. Ma non si sa mai... forse un giorno, se la buona musica di una band troverà la strada per raggiungere la nostra scrivania, allora la produrremo. Ma questo è nulla, solo sogni per il futuro. Ora siamo concentrati esclusivamente sui nostri lavori."
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È noto attraverso il vostro sito web che Sonne Hagal ha pubblicato anche due demo veramente rari: "Irrlichter" e "Haretische Mission". Puoi descriverci la musica, lo stile e la nascita di questi lavori? Ne avete pianificato una ristampa in CD?
"La musica contenuta in queste due cassette è più sperimentale rispetto ai nostri standard attuali e, da ciò che possiamo ricordare, era registrata in una qualità decisamente bassa. Quasi tutti gli elementi che caratterizzano i nostri odierni suoni furono usati anche in quei due nastri: chitarra, drum-machine, sintetizzatore, testi in tedesco e in inglese. Pubblicammo esattamente 30 copie per ognuno dei due demo e li distribuimmo gratuitamente. Sfortunatamente abbiamo perso i master, quindi non possiamo farne una rimasterizzazione digitale in CD, mancandoci sia le registrazioni originali, sia una eventuale copia. Se qualcuno in possesso di quei nastri sta leggendo questa intervista, lo preghiamo di contattarci."
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Quali sono le vostre band preferite del passato? E quali gruppi hanno ispirato il sound di Sonne Hagal?
"Ascoltiamo generi musicali assai diversi. Progetti che ci piacevano all'inizio della nostra carriera erano Aphex Twin, i Residents, gli Angry Samoans e altro. Recentemente ci piace ascoltare i Coil, gli EA80 e qualcosa di hardcore estremo. Di certo queste preferenze musicali hanno più o meno ispirato la nostra musica, anche se non abbiamo mai puntato a copiare qualcuno. Quindi spetta all'ascoltatore capire dove sta l'influenza dell'uno o dell'altro."
"Molta gente ha tentato di dare alle rune valenze politiche. Queste persone non ci hanno danneggiato, ma questi fatti ci hanno costretto a prendere le distanze da credi politici che non ci hanno mai coinvolto. Un ridicolo gioco di accuse e smentite in cui la gente dimentica una cosa importante: l'arte è libera!"
(Oliver)
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Qual è la tua opinione riguardo il futuro della scena neofolk? Pensi che oggigiorno ci siano progetti interessanti in questo settore?
"Come ogni altro sottogenere artistico o musicale, questa scena si biforcherà e darà vita ad altri stili. Più il genere si allarga e più diventa superficiale, il che è abbastanza normale. Osservando tutto quello che più o meno può accadere negli ambiti d'interesse della scena, capiremo quando essa raggiungerà la sua fine... Di certo ci sono ancora alcuni ottimi progetti oltre ai vecchi 'eroi' del neofolk. Ci piacciono in particolare le sonorità di Of The Wand And The Moon, Unto Ashes, Nebelung, In Gowan Ring, Pumajaw e qualche altro."
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Potete darci qualche anticipazione riguardo il vostro prossimo lavoro? Dobbiamo aspettarci un nuovo album o continuerete sulla strada degli EP e dei singoli?
"Recentemente abbiamo messo insieme un po' di materiale per il prossimo album, ma è troppo presto per dire qualcosa al riguardo. Stiamo pensando inoltre di realizzare qualche brano in formato 10", o qualcosa del genere. Nei programmi c'è anche la ristampa di vecchio materiale attraverso la Tesco."
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L'intervista è finita. Congratulazioni per la vostra carriera. Speriamo di vedervi presto in Italia!
"Grazie a te! Siamo reduci da uno splendido concerto in Germania e ci stiamo preparando per due performance in Russia programmate per il mese di ottobre. Tutti questi live vedono il supporto di Kim Larsen di Of The Wand And The Moon, il quale sta diventando a tutti gli effetti un importante membro della band durante i concerti."
http://www.sonnehagal.de/