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14-07-2008
SIEBEN
L'ultimo bardo rimasto
di Nicola Tenani, Valentina Bonisoli (foto live: Valentina Bonisoli)
Villa Sorra e Sieben, un connubio romantico in cui l'artista che ha fatto della delicatezza stilistica la sua forma espressiva, il suo modo di aprire sé stesso a chi ama il suo garbato essere, suggestiona per la sensazione metafisica e senza tempo. Minimale la sua presenza: lui, il violino e tutti i loop, i picchiettii sulla cassa, le orchestrazioni incredibili, la sua frenesia nell'immettere e togliere suoni per allacciare un intimo rapporto con il pubblico, la voce galante ed introspettiva. Nessuna ingerenza con l'ambiente esterno, tutto volto a creare una nicchia con il pubblico, le parole sussurrate direttamente al cuore di chi ascolta, lo sguardo perso tra gli alberi quando gli occhi non sono chiusi e persi nel suo profondo ed intrinseco essere. Il Matt Howden di tante collaborazioni senza mai prevaricare il suono dell'ospite, ma con la professionalità ad impreziosire con le sue cesellature la musica; senza di lui i Sol Invictus rimangono una grande band di riferimento, ma un piccolo senso di vuoto rimarrà sempre, perché alcune alchimie difficilmente possono ripetersi. In questa serie di domande abbiamo cercato di capire di più l'artista inglese: disponibile sempre e con tutti, se a volte nelle risposte può sembrare elusivo non è per egoismo, ma è la timidezza di un personaggio fragile e discreto che preferisce parlare con il suo strumento e comunicare con percorsi subliminali. Re dell'incanto, è impossibile non farsi stregare dal suo antico alone di creatura leggendaria: suoni che si perdono nelle leggende brumose della sua Inghilterra, foreste e torbiere nebbiose per un personaggio d'altri tempi, l'ultimo bardo rimasto...
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Matt Howden e Sieben sono la stessa persona, oppure la dolcezza di Sieben nel quotidiano lascia il posto ad un Matt diverso?
"He he, sì, sono la stessa persona. Musicalmente ho trovato ciò che sono, ho trovato un modo per esprimermi naturalmente con la mia voce. È ciò che sono."
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Perché hai scelto Sieben come nome d'arte? Il numero 7 è importante nella cabala: tu che significato gli attribuisci?
"Nessuno, veramente. L'ho scelto perché ho un senso visivo sviluppato, mi piace come le lettere si compongono, mi piace la forma del numero sette."
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Il settimo album di un progetto che si chiama '7' assume un qualche significato particolare nella tua discografia?
"Dovrei chiamarlo l'album n. 49 (sorride, nda)! No, non ha nessun significato speciale. Sempre che non sia il lavoro migliore che abbia mai fatto, allora sì che sarebbe speciale!"
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Spesso le tue canzoni s'interrompono senza dissolvenza, bruscamente: c'è un particolare motivo in questo?
"Sì. I brani sono dei loop, costruiti strato su strato. Non c'è davvero altro modo per interromperli che stoppare il loop. E quando mi esibisco dal vivo, il suono non è altro che un immenso loop. Non ho accesso ad ogni singolo suono, altrimenti potrei sfumare alcune parti creando, così finali diversi, invece c'è solo il loop. In studio ho la possibilità di manipolarlo creando dei finali, ma generalmente, anche se non sempre, scelgo di lasciarlo così come se fosse dal vivo, con il loop che termina e l'ultima nota del violino che risuona."
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Rispetto alla dolcezza delicata di "Ogham Inside The Night" trovo "Desire Rites" più nervoso musicalmente parlando, come una sorta di tua esplosione emotiva... cosa sta cambiando artisticamente in te?
"Voglio sempre evolvermi rispetto all'album precedente, altrimenti farei all'infinito la stessa cosa. In quest'album voglio esplorare uno stile più duro nell'uso della voce e dei testi, ed anche uno stile più diretto nella musica. Ho avuto rabbia, amore, frustrazione da esprimere. L'ho fatto anche con gli album precedenti, ma questo, che ha liriche più definite e dirette, è forse più immediatamente comprensibile per il pubblico. Il fatto è che l'argomento è generalmente più personale, meno astratto."
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Desire Rites ha una copertina enigmatica e dolorosa: spiegaci il concept dell'album, il filo che lo lega, l'immagine di te nelle liriche, di te nella copertina...
"Sì, il mio culo nudo! Era un giorno festivo, un giorno molto frenetico nel parco delle sculture di Yorkshire. Un po' di gente ha visto più di quel che avrebbe pensato di vedere in una giornata a zonzo per il parco. La mia ragazza mi ha fatto spogliare e stendere al suolo, mentre se ne stava su di uno sgabello che si era portato appresso. Non era così male essere nudo, la cosa imbarazzante è stata spogliarsi! La casa discografica voleva qualcosa di 'diverso' e 'una mia foto di fronte': immagino non si aspettassero questo..."
"La mia ragazza mi ha fatto spogliare e stendere al suolo... Non era così male essere nudo, la cosa imbarazzante è stata spogliarsi! La casa discografica voleva qualcosa di 'diverso' e 'una mia foto di fronte': immagino non si aspettassero questo..."
(Matt Howden)
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Fai propaganda a "Desire Rites": perché acquistarlo?
"Non ne ho idea (ride, nda): io faccio gli album, li creo, ci metto il cuore e l'anima. Non sono bravo a venderli, tranne che a dire: "io faccio gli album, li creo, ci metto il cuore e l'anima!"..."
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Due frasi mi hanno colpito: "You do love wrong and it bites you back, oh yes" in "Rite Of Amends" e "I lust for you, just for you, sent for me, desire me"; sono due frasi forti, dirette... da dove scaturiscono?
"Amare in modo sbagliato può ritorcersi contro, come qualcuno potrebbe scoprire e capire leggendo il testo di 'My Prize, My Punishment'. Le liriche di 'I Lust For You' sono state scritte per la mia ragazza, che amo moltissimo. È quella che mi ha fatto spogliare per la copertina (sorride ammiccando, nda)..."
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Come si evolverà il sound di Sieben nel prossimo album in studio? Ci puoi già dare qualche anticipazione?
"Non posso! Ma non perché non ci abbia ancora effettivamente pensato, è che ci sono delle idee ancora in elaborazione nella mia mente. A dire il vero il prossimo album di Sieben sarà una sorta di 'best of', attualmente sto ri-registrando tutte le canzoni che sono le preferite ai concerti. Ho un nuovo studio con un suono grandioso, ed ho intenzione di registrare i brani di cui vado fiero, registrazioni completamente nuove. Voglio creare un super-album!"
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Guardandoti intorno come vedi il panorama musicale di oggi, c'è qualche artista che ti affascina?
"Curtis Eller, Black Diamond Heavies, Naevus e Neil McSweeney. Tutti artisti molto diversi tra loro."
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Se la tua musica fosse scelta per un film, quale sceglieresti del passato?
"Possibilmente 'Il Settimo Sigillo' di Bergman. Amo quel film, le sue metafore, i suoi toni, il suo ritmo, e potrei crearne un'adeguata colonna sonora piena di suoni oscuri."
"Il prossimo album di Sieben sarà una sorta di 'best of', sto ri-registrando tutte le canzoni che sono le preferite ai concerti. Ho un nuovo studio con un suono grandioso, ed ho intenzione di registrare i brani di cui vado fiero, registrazioni completamente nuove. Voglio creare un super-album!"
(Matt Howden)
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In futuro pensi di portare nel tuo sound quei suoni apocalittici e marziali tipici dei Sol Invictus che tanto mancano nel panorama neofolk attuale?
"No, ho lasciato i Sol Invictus molto tempo fa per forgiare un mio stile e un mio sound, cosa del quale sono contento."
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Cosa apprezzi di più del tuo vecchio amico Tony Wakeford?
"È un buon amico, e lo sarà sempre. Non riesco ad immaginare Tony ed io che litighiamo, abbiamo troppo rispetto l'uno dell'altro... e condividiamo l'amore per il buon cibo!"
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Cosa credi di avergli lasciato come traccia artistica? Sensibilità? Romanticismo che forse ai Sol Invictus mancava? Cos'altro?
"Non lo so. Ho prodotto tre album ed ho contribuito a dar forma al sound con l'aiuto del mio violino, nient'altro..."
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Diverse persone ti associano ancora alla scena neofolk/apocalittica/marziale, specialmente per via dei tuoi trascorsi con i Sol Invictus ed altre collaborazioni. Ti senti ancora legato a quella scena musicale? Mi sembra di ricordare alcune tue affermazioni contro alcune posizioni all'interno della scena...
"Sì, verso quelle band che usano con leggerezza e per moda i simboli di destra; in qualche modo sono ancora collegato alla scena neofolk, e sono felice che sia così. Ho incontrato molte persone gentili (sia nei gruppi, sia nel pubblico), e sono gente che ha sempre supportato la mia musica e quello che faccio, fin dagli esordi."
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In molti hanno criticato la tua presenza in tour al fianco di Emilie Autumn: al di là dell'amore per uno strumento comune, nelle mille differenze dove trovi la forza per difendere questa tua scelta?
"Non faro nulla per giustificarmi! Era un tour, un'opportunità. I nostri stili sono poli opposti: io suono come solista e dal vivo tramuto tutto in loop, Emilie invece ha molte persone sul palco, un vero e proprio 'live show' ed un suono diverso. Mi è stato chiesto di andare in tour con lei e l'ho fatto."
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I vostri due violini potranno mai integrarsi in un progetto comune più esteso e non limitato solamente al remix di "Gothic Lolita" (che io personalmente apprezzo)?
"Ho suonato ogni genere di musica negli anni, dalla dance alla spazzatura, al neofolk, al pop, all'ambient e all'industrial, al blues e tutto ciò che ci sta in mezzo, quindi... perché no? Si vedrà in futuro..."
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Per cosa vorresti che nel futuro noi fruitori di musica ricordassimo Sieben?
"Per la mia passione, per i paesaggi sonori che cerco di creare con la mia musica e per il puro sforzo che pongo in questo intento (ammicca, nda)!"
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La tua presenza si integra perfettamente nel contesto di Villa Sorra: ci sono altre location in Italia in cui si rispecchia la tua arte?
"Oh, sì. Sono stato spesso ispirato dall'Italia. Dall'Abruzzo, al Friuli, a Roma, a Catania. E amo guidare da Torino verso le montagne (e ti credo, sono scenari stupendi! Lo dice uno che quei tragitti li fa spesso e volentieri, avendoceli dietro casa... nd Roberto Alessandro Filippozzi)."
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Non è la prima volta che vieni a suonare a Villa Sorra: che tipo di esperienze artistiche ed umane hai vissuto qui?
"He he, ne ho vissute un po' in verità. Ho incontrato persone piacevoli in un luogo bello e rilassante. Amo il giardino all'inglese, amo suonare lì al tramonto."
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Hai suonato in Italia moltissime volte: quali aspetti del nostro paese hai imparato ad amare maggiormente?
"Molti, ma se dovessi sceglierne solo uno, sarebbero i buoni amici che ho incontrato qui ed il cibo divino che avete, che sembra spedito direttamente da Dio nel vostro piatto: adoro praticamente tutti i ristorantini che ci sono qui!"
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Sei sempre molto attivo a livello di collaborazioni: ce ne sono di nuove in vista nel tuo futuro?
"Alcuni remix in chiave dance dei brani di Sieben usciranno a breve, orchestrati da vari artisti tra cui gli In The Nursery."
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Sicuramente con l'aumento delle richieste avrai dovuto iniziare a selezionare le collaborazioni: nel farlo, quali criteri applichi?
"In effetti lo faccio, non accetto indiscriminatamente tutte le collaborazioni, ma solo alcune cose occasionali. Dico no a collaborazioni continuative ultimamente, al massimo ne accetto una a settimana."
"Sono fiero degli album da 'Sex And Wildflowers' in poi, sento di aver catturato qualcosa con quei dischi. Ho fatto molti concerti memorabili nei quali ho toccato qualcosa nel cuore delle persone. Ciò è confortante, ti riscalda il cuore."
(Matt Howden)
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Guardando indietro a tutta la tua vita artistica, cosa ti ha maggiormente soddisfatto e cosa invece cambieresti? Sei convinto di avere più dato o ricevuto dagli artisti con cui hai collaborato?
"Sono fiero degli album da 'Sex And Wildflowers' in poi, anche se ci sono difetti che non sarebbe stato possibile migliorare all'epoca. Sento di aver catturato qualcosa con quei dischi. Ho fatto molti concerti memorabili nei quali ho toccato qualcosa nel cuore delle persone. Ciò è confortante, ti riscalda il cuore. Se potessi cambiare qualcosa, tornerei all'inizio con le conoscenze che possiedo ora e farei accadere tutto più in fretta, e meglio, cercando di migliorarmi sempre di più."
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