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07-07-2008
SCHATTENKINDER
Vibrazioni tra l'ombra e la luce
di Marco Belafatti
In Germania deve per forza esserci qualche strana sostanza nell'aria, qualcosa che ha permesso a così tanti musicisti di dedicarsi alla ripresa delle tradizioni della propria terra senza però mai copiarsi gli uni con gli altri, anzi, andando a creare una scena musicale solida e degna di rispetto! E così, dopo una lunga serie di nomi a noi già noti (dagli eccelsi Faun ai sempreverdi Qntal, dagli incantevoli Elane ai solenni Persephone), ecco giungere un'altra band, per la precisione proveniente da Dresda e da poco accasatasi presso la scuderia della Curzweyhl (dopo un'esperienza poco felice con un'altra etichetta), pronta ad allietare le nostre giornate a suon di heavenly voices, malinconici violini e sperimentazioni d'ogni sorta (questo quintetto riesce a passare dal jazz al trip-hop con estrema disinvoltura e con una dose di bravura non indifferente!). Per noi è sempre un'occasione gratificante scambiare qualche parola con artisti colti, disponibili ed alla mano (come si sono dimostrati Katja, Katharina, Madeleine, Sven e Reiner) e vedere quanta voglia di mettersi in discussione - anche a costo di portare delle scelte che potrebbero non essere comprese ed apprezzate da tutti - e stabilire un contatto sincero e profondo con il proprio pubblico ci sia in musicisti di questo calibro. Ecco a voi il risultato della piacevole chiacchierata che abbiamo avuto con larga parte dei membri (all'appello mancava solo Reiner, ad onor del vero) dei 'Figli delle Ombre'...
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Cominciamo ad introdurre la band ai nostri lettori, attraverso una descrizione dettagliata di ogni membro e del suo background musicale.
Katja: "Io ho ricevuto un'educazione musicale classica ed ho suonato per molti anni in varie orchestre. Allo stesso tempo mi piace ricreare sonorità esotiche con il mio erhu cinese; da amante delle culture asiatiche ed orientali quale sono, ho sempre voluto suonare uno strumento che avesse un carattere sottile, ruvido ed in grado di possederti. Per fortuna ho trovato un'ottima musicista cinese che mi ha dato lezioni di erhu."
Madeleine: "Anche Katharina ha ricevuto un'educazione classica, ed è una vera cantante operistica. Legge un sacco di libri, anche in francese, ed è interessata alla letteratura ed alla storia antica. Nel tempo libero le piace stare al pianoforte e suonare per ore ed ore. Reiner è un tipo molto filosofico, che sa esprimere i suoi pensieri non solo attraverso la musica che arrangia al computer, ma anche attraverso le sue poesie. Quando vede una tastiera o un piano, vuole subito mettere le dita su quello strumento. Sven, invece, è il più razionale della band: un vero creatore di software. Quando ha un'idea, la trasforma subito in realtà. Tra le altre cose, riesce a restare anche delle notti intere davanti al computer, per completare una canzone o lavorare con immagini, video e siti web. Sia Sven che Reiner non hanno avuto la stessa educazione di Katja, ma si occupano di musica da molti anni. Lo strumento preferito di Sven è la chitarra, in ognuna delle sue varianti (elettrica, acustica, basso e solista). Anche io da piccola ho cominciato a studiare la chitarra acustica, ma negli anni a venire ho cominciato a cantare, perché questo è, secondo me, il modo migliore per esprimere me stessa. Ho cominciato a cantare nei Fangorn, una metal band tedesca, e più tardi ho conosciuto Reiner."
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Da dove nasce il nome della band, qual è il suo significato più profondo e perché lo avete scelto?
Madeleine: "È buffo pensare che questo monicker esisteva già prima della creazione della band. Reiner, infatti, lo aveva scelto per il suo solo-project. La parola 'Schatten' (ombre, nda) indica il mondo del tramonto, a cavallo tra luci ed ombre, quell'area grigia in cui il bianco ed il nero si incontrano. 'Kinder' (bambini, nda) indica l'innocenza creativa, la libertà nella composizione delle canzoni, la capacità di sognare e la volontà di non agire per intenti commerciali."
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Come mai avete scelto di inserire ben due voci femminili nella vostra musica, anziché ricorrere alla classica voce solista o al duo maschile-femminile? Tale scelta ci ricorda un po' i Chandeen prima della reunion...
Madeleine: "Prima che il gruppo assumesse le attuali sembianze, molti vocalist differenti - sia uomini che donne - si sono avvicendati dietro al microfono. Dopo qualche mese, io e Reiner abbiamo però capito di essere diventati un solido duo ed abbiamo programmato la formazione di una vera e propria band, dato che stavamo proprio cercando di incorporare nuove influenze nel nostro sound e nuovi modi di comporre. Sono stata soprattutto io a desiderare l'ingresso di un'altra voce femminile, per garantire idee fresche ed un sano scambio di opinioni. Così, abbiamo finalmente avuto la possibilità di sovrapporre due linee melodiche differenti, soprattutto dal vivo."
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Come avete già accennato prima, la band è nata come solo-project di Reiner, esattamente nel 2001... Nonostante la vostra formazione sia piuttosto recente, ho notato che c'è una grossa coesione nella vostra line-up, e questo può essere notato da una divisione dei ruoli piuttosto equa. È difficile, a volte, mettere insieme cinque menti diverse, oppure funziona sempre tutto alla perfezione per gli Schattenkinder?
Madeleine: "È ovvio che le cose non funzionino sempre alla perfezione, altrimenti sarebbe tutto così scontato e noioso. A volte è difficile mettere insieme ogni opinione in un processo di scrittura che si possa definire 'democratico', ma vale sempre la pena di impegnarsi per raggiungere questo obbiettivo, ascoltando attentamente le idee di ogni singolo membro della band. Se le cose non funzionassero in questo modo, saremmo di fronte ad un unico musicista che ingaggia altri membri soltanto per potere dar vita alle proprie idee."
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Qualcuno di voi è per caso coinvolto in altri progetti musicali al momento? Se è così, raccontateci tutto di queste altre esperienze...
Sven: "Per sviluppare nuove conoscenze musicali è sempre utile essere coinvolti in altri progetti, o addirittura far parte di scene musicali totalmente opposte alla tua. Ogni componente della nostra band è un musicista, ma la nostra attività non si limita agli Schattenkinder. Reiner suona dal vivo con la folk band Trinithos, come tastierista, ed arrangia a casa alcuni brani musicali per sé stesso (i quali, a volte, compaiono nell'archivio creativo del nostro sito web). Katharina ha 'prestato' la sua voce qua e là per altre band ed altri progetti musicali. Io ho fondato una metal band, i Morbid Butcher, prima di unirmi agli Schattenkinder... A proposito, a partire da quest'anno Madeleine suona il basso in quella band. Inoltre Sven e soprattutto Madeleine hanno lavorato assieme nel progetto Hybryds (non il duo belga di musica rituale, ovviamente... nda) negli ultimi anni."
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Come ha reagito la stampa nei confronti del vostro primo full-length "Vision Of Nightfall" e come avete trascorso, dal punto di vista artistico, gli anni intercorsi tra la pubblicazione dei vostri due dischi?
Sven: "Per la release di 'Vision Of Nightfall' abbiamo dovuto seguire una tabella di marcia piuttosto rigorosa; ce ne siamo accorti soprattutto durante il processo di mixaggio e di mastering. Dal momento che la buona sintonia tra di noi è stata trovata proprio negli studi dell'etichetta Dark Wings, abbiamo dovuto lavorare sotto la pressione del tempo e della distanza tra Berlino e Dresda. Nonostante i numerosi compromessi abbiamo comunque composto un buon album, e a dire il vero siamo stati parecchio sorpresi dalle reazioni positive sia in patria che all'estero e dai risultati di vendita del disco. Tuttavia, abbiamo tratto le nostre conclusioni già durante il processo di produzione. Per il secondo album 'Weisser Regen', invece, abbiamo tirato la corda fino al mastering. Per una volta abbiamo avuto molto più tempo a disposizione, ci siamo concessi parecchie prove, e questo è stato un grosso vantaggio. Ovviamente, dall'altra parte non abbiamo disposto delle stesse possibilità tecniche di uno studio professionale, ma con un grandissimo amore per i dettagli abbiamo scavalcato quest'ostacolo, ed oggi siamo molto contenti del risultato ottenuto per quanto concerne ogni aspetto della produzione del disco, anche quello tecnico."
"La parola 'Schatten' indica il mondo del tramonto, a cavallo tra luci ed ombre, quell'area grigia in cui il bianco ed il nero si incontrano. 'Kinder' indica l'innocenza creativa, la libertà nella composizione delle canzoni, la capacità di sognare e la volontà di non agire per intenti commerciali."
(Madeleine)
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La vostra musica potrebbe essere descritta come un accurato mélange di sonorità trip-hop e jazz, oscurità new wave, umori gotici, vibrazioni neoclassiche e musiche tradizionali europee: siete d'accordo? In ogni caso, credo che gli ultimi due stili da me menzionati siano quelli predominanti... Qual è il vostro punto di vista?
Sven: "Come abbiamo già detto, con 'Weisser Regen' abbiamo cercato di integrare diversi stili nella nostra musica. Tuttavia, abbiamo anche cercato di rimanere fedeli alle nostre radici musicali già manifestatesi in 'Vision Of Nightfall'. Ecco perché nelle nostre canzoni, di volta in volta, facciamo alcune 'escursioni' in altri stili musicali. Non ci sarà mai un album targato Schattenkinder che sia completamente dominato dal jazz o dal trip-hop, le voci ed il violino rivestiranno sempre un ruolo primario nella nostra musica. Lo strumento di Katja e le voci sempre più tendenti al classico di Madeleine e Katharina pongono il genere neoclassico davanti a tutti gli altri. Ciononostante, ci applichiamo per rendere la nostra musica ben bilanciata; è anche per questo che, a volte, siamo costretti ad alcune parti stupende."
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Qual è il ruolo dell'elettronica nel processo compositivo dei vostri brani? Molti puristi non vedono affatto di buon occhio questo tipo di strumentazione, e vorrebbero che la musica neoclassica fosse suonata solo da strumenti tradizionali. Cosa pensate di questa situazione e dove ritenete che andrà a finire questo genere nel prossimo futuro, considerando il successo che sta guadagnando presso gli ascoltatori?
Sven: "Ci rapportiamo al processo di composizione in modi molto diversi tra loro. Io e Reiner creiamo le nostre canzoni al computer, sin dall'inizio. Katharina compone molti dei suoi brani al pianoforte, soltanto con l'aiuto del testo e della sua voce, senza alcuno strumento elettronico. Assieme a Katja crea anche delle parti 'unplugged'. Tuttavia l'equipaggiamento elettronico è importantissimo per noi: innanzitutto sono i computer a permetterci di arrangiare una canzone neoclassica con risultati soddisfacenti, anche se, ovviamente, noi non componiamo della vera musica neoclassica. Il nostro sound è aperto a qualsiasi influenza, cerchiamo di sfruttare tutte le possibilità che ci vengono date: si tratta pur sempre di un esperimento, in qualche maniera. Gli arrangiamenti classici e folk e i relativi strumenti necessitano spesso di spazio per espandersi. Quanto funzioni mescolarli con le componenti elettroniche è qualcosa che ognuno dovrebbe valutare da sé. Ma, in ogni modo, può essere qualcosa di innovativo, un'ispirazione. Certo, posso capire che i puristi (e non solo) non siano molto contenti di tutto questo. Gli strumenti acustici possiedono un'anima propria, che è molto difficile da catturare o completare con un supporto elettronico. 'Weisser Regen' è stato creato principalmente al computer, ma contiene comunque delle bellissime sezioni acustiche. Per il prossimo album presumo di spingermi ancora oltre e fare un uso ancor più massiccio di sonorità acustiche, in modo da infondere ancora più spirito nella nostra musica."
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E se nominassi delle band come Qntal e Faun? Direste mai di essere stati influenzati da loro? E qual è il vostro punto di vista generale a proposito di questa mistura tra ritmi elettronici e musica classica, rinascimentale e medioevale?
Madeleine: "No, non direi, per il semplice fatto che 4/5 della nostra band ascoltano generi musicali completamente differenti tra loro. Reiner è un grande appassionato di Qntal e Faun e, più in generale, di ogni band che combina parti classiche ed elettroniche, folk o medievali. Il fatto che anche noi seguiamo questo tipo di combinazione nasce dal carattere dei membri della band. Le diverse influenze, gli eguali diritti e la determinazione hanno portato a questa particolare mistura, della quale siamo tutti molto soddisfatti."
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Katja, come tu stessa hai già accennato, suoni uno strumento tradizionale cinese, oltre al violino. Questo porta una ventata di sonorità orientali nella musica della band. Vi piacerebbe abbracciare di volta in volta nuove culture, come fecero i Dead Can Dance nella loro brillante carriera?
Katja: "Forse. Molti di noi nutrono un forte interesse verso certe culture. Io, ad esempio, sono attratta dalle regioni orientali ed asiatiche, mentre Katharina ama la Grecia e la Russia. I nostri interessi influenzano automaticamente la nostra visione musicale, come puoi notare dall'utilizzo di certe melodie o di diverse lingue. Crediamo che tutto questo ci dia un carattere multisfaccettato ed espressivo."
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"Weisser Regen" è il risultato di due anni di lavoro, un album ricco di influenze e stili. Quali sentimenti, aspetti della vita, della storia e del mondo, e quali suggestioni avete voluto incorporare in esso?
Madeleine: "Innanzitutto, nel nostro album puoi trovare dei sentimenti personali ed alcuni feeling momentanei che abbiamo trasposto in musica. Ovviamente, all'interno di alcuni brani potrai intravedere alcuni episodi personali, ma questi sono in verità piuttosto celati. In un certo modo, 'Weisser Regen' è lo specchio delle nostre anime."
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Esiste una sorta di concept o un tema generale al di sopra dei singoli brani? Molti di essi sembrano ruotare attorno alle passioni ed alle visioni oniriche di una giovane dama chiamata Helene. Potreste spiegarci questo particolare nel dettaglio?
Katharina: "Le canzoni in realtà non appartengono ad un vero e proprio concept, ma l'attesa è chiaramente un elemento essenziale, che appare più o meno in ogni brano. Tutte le canzoni cercano di catturare un frammento di un mondo diverso e distante dal nostro, come perle nella fanghiglia di tutti i giorni. Saper notare o meno tutto questo dipende dalla volontà dell'ascoltatore. Ovviamente ognuno ha il diritto di interpretare in maniera personale la nostra musica, ma in alcune liriche, grazie alla loro malinconia, si può scorgere un messaggio che invita a vivere i propri sogni ed a lottare per essi."
"L'attesa è chiaramente un elemento essenziale, che appare più o meno in ogni nostro brano. Tutte le canzoni cercano di catturare un frammento di un mondo diverso e distante dal nostro, come perle nella fanghiglia di tutti i giorni. Saper notare o meno tutto questo dipende dalla volontà dell'ascoltatore."
(Katharina)
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Cosa potete dirci a proposito dell'artwork e del suo significato?
Sven: "La copertina di 'Weisser Regen' riflette lo sviluppo della nostra band negli ultimi anni, mentre quella di 'Vision Of Nightfall' era - così come lo era la nostra musica - più oscura e tipicamente gotica. Con il nuovo disco abbiamo cercato di lasciarci alle spalle certe limitazioni: il bianco che domina la copertina simbolizza la liberazione da questi confini prestabiliti. Allo stesso tempo esso rappresenta un nuovo inizio, musicalmente parlando. Ai tempi delle registrazioni di 'Vision Of Nightfall', molte delle composizioni risalivano ai tempi del solo-project di Reiner; noi ci siamo solo riuniti per dar loro una forma. Questa volta, invece, abbiamo lavorato in modo che ognuno fosse coinvolto nella composizione dall'inizio alla fine. Per questo ci siamo staccati dalle nostre radici, come puoi notare dall'immagine in copertina. Nel booklet puoi trovare una poesia che interpreta il titolo dell'album, 'Pioggia Bianca': le illustrazioni supportano quest'immagine, un mondo vuoto e solitario. L'immagine di copertina dà così vita ad un contrasto con il booklet, dominato da toni industriali. Quest'interferenza tra argomenti classici e moderni la puoi trovare in tutto il corso del disco."
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Le tradizioni medioevali rappresentano una fonte d'ispirazione senza fine, dalla quale la cultura gotica ama attingere. È così anche per voi? Come vi rapportate verso quest'antica cultura?
Madeleine: "Le culture antiche nascondono sempre dei grandi segreti, perché sfortunatamente nessuno può tornare indietro nel tempo e scoprire cosa sia successo realmente nei secoli passati. Per questa ragione i miti sopravvivono all'usura del tempo: essi seducono le persone, le fanno immaginare e sognare. Allo stesso modo, anche il futuro rappresenta una grossa fonte d'ispirazione."
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E per quanto riguarda l'immortale Shakespeare? Avete deciso di musicare il suo bellissimo sonetto "When Most I Wink"...
Madeleine: "In realtà l'idea di creare una canzone sulla base di un sonetto shakespeariano è piuttosto vecchia. Katharina si occupò della sua composizione già nel 2003, ma non la registrammo, tenendola comunque in serbo per un giorno futuro; quel giorno arrivò con il nostro secondo album. Poter invitare Karsten Hundt per suonare il basso in quel pezzo, invece, è stata pura coincidenza. Il risultato è una bellissima canzone acustica con tanto di pianoforte, violino, basso acustico e la dolce e sognante voce di Katharina... Forse sarebbe piaciuta anche a Mr. Shakespeare."
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Ci sono altre citazioni letterarie - o qualcosa di attinente al mondo della letteratura in generale - delle quali vorreste parlare?
Madeleine: Questa è l'occasione per focalizzare l'attenzione sul titolo dell'album e sulle liriche che si possono leggere sulla prima pagina del booklet. La pioggia bianca ('Weisser Regen', appunto... nda) simbolizza un fenomeno naturale straordinario, è un'immagine che rappresenta l'eterna ricerca della felicità insita nella natura umana. In essa la pioggia indica il momento dell'autorealizzazione nella vita di ogni giorno, che redime l'essere umano da tutte le sue sofferenze."
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Come già ci avete raccontato poco fa, avete fatto uso di diverse lingue per scrivere le liriche delle vostre canzoni. In tutto questo c'è una sorta di relazione alle regole poetiche e stilistiche, oppure è qualcosa che tenta di andare oltre?
Madeleine: "È bello sperimentare, non solo con suoni e melodie, ma anche con le lingue. Ognuna di esse possiede un proprio bellissimo suono ed un carattere a sé stante. Ovviamente è sempre una sfida comporre delle liriche in una lingua che non sia quella che hai imparato ad usare sin dalla nascita. Questo crea sicuramente qualche problema, perché in qualche modo la gente noterà sempre una forte inflessione germanica. Ma, in ogni caso, perché mai dovremmo imparare delle lingue straniere senza poi sfruttare le loro capacità espressive?"
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Direi che la tormentata ed evocativa "Helene" è la mia canzone preferita in assoluto di questo disco. Quali sono le vostre e perché?
Katja: "Per quanto mi riguarda, considero 'When Most I Wink' la miglior canzone del lotto. Adoro il suo carattere oscillante e lo splendido cantato di Katharina. Credo che 'Wie Die Vögel' sia anch'esso un pezzo bellissimo, dotato di un'atmosfera ricca di significati."
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Quando avete cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica, pubblicando il vostro primo lavoro "Vision Of Nightfall", nutrivate qualche aspettativa? Vi sentite soddisfatti oggi?
Madeleine: "Il music-biz è come un grosso tempio sacro che ogni musicista cerca di raggiungere e valicare. Per quanto riguarda alcuni di noi, la pubblicazione di 'Vision Of Nightfall' non è stata propriamente il nostro primo passo all'interno di questo mondo. Katja, ad esempio, ha suonato in molte orchestre. Una volta le capitò un'esperienza particolare: ricevette una grossa somma di denaro per fingere di suonare il violino. Si trattava di un grosso evento televisivo in onore di una grande star tedesca: tutto era in playback, non c'era nulla di reale... La mia prima esperienza è stata quella con i Fangorn per l'album 'Pentatonische Furien'. Sven ha suonato con i Morbid Butcher un sacco di volte. Tuttavia, la fondazione della band fu per tutti noi un'esperienza totalmente nuova, perché firmammo per la prima volta un contratto discografico. Non sapevamo cosa aspettarci, in tutta onestà, ma in qualche modo sentivamo che un periodo di grandi soddisfazioni stava per cominciare. Alla fine abbiamo avuto dei problemi con i responsabili della nostra vecchia label, e con il loro fallimento sono svanite anche le nostre speranze. Tutto ciò che rimaneva era la nostra musica. Assieme alla Curzweyhl abbiamo avuto la possibilità di rimetterci in sesto con un nuovo disco, e questa è stata per tutti noi una nuova grande gioia."
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Siete dunque soddisfatti del lavoro svolto dalla vostra label attuale? Forse, grazie a questo contratto, potrebbe presentarsi l'occasione per collaborare con una grande band come i Faun... C'è qualcosa in preparazione?
Madeleine: "Abbiamo passato dei brutti momenti con la nostra vecchia label, la Dark Wings. La comunicazione tra noi e i responsabili dell'etichetta era pessima, e loro hanno perfino cercato di manipolarci. Del lavoro svolto dalla Curzweyhl, invece, siamo molto soddisfatti. Da una parte abbiamo ottenuto molta più libertà rispetto al passato, dall'altra ci sentiamo decisamente a nostro agio. Sarebbe sicuramente una bellissima occasione poter fare un tour con i Faun. Nei Faun, tuttavia, ci sono alcuni membri che vivono per la propria musica, mentre per noi questa è parte del nostro tempo libero. Svolgiamo tutti dei lavori che hanno poco a che fare con la musica. Reiner lavora in un ufficio, Sven è un programmatore di software, Katja una psicologa, Katharina è impegnata con l'università ed io lavoro per un quotidiano. Per questo siamo costretti a programmare i nostri concerti essenzialmente sulle lunghe distanze: è complicato prendere un giorno di ferie per andare a suonare da qualche parte. Ma sarebbe bellissimo poter dividere il palco con i Faun."
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Avete intenzione di realizzare un video per una delle vostre canzoni?
Sven: "Abbiamo l'ambizione di girare un video per ogni brano, perché ognuno di essi ha la propria peculiarità visiva. Non si tratta però di videoclip professionali, ma di materiale da usare come sfondo mentre suoniamo dal vivo. Se però avessimo l'opportunità di produrre un vero videoclip, non ci tireremmo certo indietro."
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Come vi rapportate alla necessità di possedere la giusta immagine per aver successo come musicisti? Pensate che questa sia il miglior complemento di una buona musica?
Madeleine: "In passato pensavo che l'aspetto non importasse, che la musica stessa fosse la cosa più importante. Viviamo però in un mondo 'multimediale' e siamo sottoposti a giudizi e confronti in ogni momento. Forse è anche per questo che le persone si annoiano facilmente, se non dai loro qualcosa in più della mera musica quando suoni su un palco. Non si tratta di avere il look giusto, ma di donare agli occhi del pubblico qualcosa da poter osservare, per mantenere viva la loro attenzione."
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È arrivato il momento di chiedervi se ci saranno degli show in supporto all'uscita dell'album. Cosa deve aspettarsi il pubblico dalle vostre esibizioni?
Reiner: "Sicuramente supporteremo l'uscita dell'album con qualche show. Le nostre performance saranno un evento completo, incentrato sia sulla parte musicale che su quella visuale. Questo significa che ogni canzone avrà la sua personale rappresentazione. Il nostro pubblico sarà così invitato a compiere un viaggio misterioso in un mondo fatto di sogni."
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Preferite il contatto diretto con il pubblico o la tranquillità della sala di registrazione?
Katja: "Credo che entrambe le situazioni comportino dei vantaggi. Lavorare in studio permette di maneggiare le cose nel modo migliore, ma anche di sperimentare con suoni diversi, ad esempio. Tuttavia, preferisco decisamente il contatto con il pubblico: vedere la gente che apprezza la nostra musica e sapere di aver donato loro delle emozioni mi rende felice ed appagata."
"È bello sperimentare, non solo con suoni e melodie, ma anche con le lingue. Ovviamente è sempre una sfida comporre delle liriche in una lingua che non sia quella che hai imparato ad usare sin dalla nascita. In qualche modo la gente noterà sempre in noi una forte inflessione germanica, ma, in ogni caso, perché mai dovremmo imparare delle lingue straniere senza poi sfruttare le loro capacità espressive?"
(Madeleine)
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Siamo infine giunti al termine dell'intervista. Dove pensate che il vostro cammino vi condurrà, come musicisti e come persone, negli anni a venire?
Madeleine: "La vita a volte prende delle strade inaspettate. Spero tuttavia che gli Schattenkinder continuino a stare insieme, componendo musica per molti anni a venire. Per quanto riguarda me stessa, mi auguro periodi ancor più creativi ed eccitanti."
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