SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO
Mailing-List:
Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista
26-05-2008
DESPAIRATION
Inverni di dolore
di Marco Belafatti
Siamo ormai alle soglie della stagione estiva, ma parlando con i Despairation, una solida rock band tedesca con una folta discografia ed una lunga carriera alle spalle, sembra proprio che l'inverno voglia durare più a lungo del previsto, stringendoci tutti in un abbraccio nostalgico ed invitandoci a contemplare, nella meditazione, la sua fredda bellezza. Lo spettacolo della creazione artistica avviene sotto una coltre di neve cristallina: speranza e malinconia (con sorprendenti punte di ottimismo) si mescolano e proiettano il rock verso nuovi orizzonti d'introspezione e nuove contaminazioni stilistiche nell'affascinante "A Requiem In Winter's Hue", ultimo album della band patrocinato dalla nostrana My Kingdom Music. Martin F. Jungkunz e Sascha Blach, rispettivamente chitarra e voce del quartetto teutonico, hanno risposto con pacatezza ed affabilità alla nostra intervista, soffermandosi con fare ponderato e filosofeggiante sugli aspetti più amari del cammino della vita umana, mentre il loro Requiem, risuonando armoniosamente nell'etere, rimembra tutte le persone alle quali abbiamo dovuto dire addio, le anime tormentate che non hanno potuto far sentire la propria voce poiché sommerse dal trambusto della vita di tutti i giorni e dalla follia di una società alienante...
-
Per prima cosa, vi andrebbe di presentare i Despairation ai nostri lettori? Raccontateci le vostre origini, la vostra formazione musicale, la vostra storia e, se volete, condividete con noi qualche aneddoto a proposito della band.
Martin F. Jungkunz: "I Despairation esistono ormai da quattordici anni. Durante tutto questo tempo la nostra line-up ha subito molti cambiamenti, tant'è che oggi sono l'unico 'superstite' della band originaria. All'inizio vivevamo tutti a nord della regione bavarese, ma le nostre attività extra-musicali ci hanno condotto in posti diversi, ed ora siamo quattro membri sparsi ai quattro venti. Sascha abita a Berlino, Christian e Jens nei pressi di Norimberga ed io ad Heidelberg; tra di noi ci sono parecchie centinaia di chilometri di distanza e, per questo motivo, la vita del gruppo dipende innanzitutto dal telefono e dalle connessioni internet velocizzate."
-
La vostra musica combina diversi stili musicali, e per questo la considero difficilmente catalogabile. Questa è un'assoluta rarità nella scena musicale odierna: vi sentite appagati per aver raggiunto questo obbiettivo attraverso una carriera così lunga e brillante? Come descrivereste il sentiero che vi ha portati da "Music For The Night" (album del 2004) al vostro ultimo full-lenght "A Requiem In Winter's Hue"?
Martin F. Jungkunz: "In realtà la realizzazione di un mix di stili musicali differenti non ha mai fatto parte dei nostri piani, per questo direi che non abbiamo raggiunto alcun tipo di obbiettivo. È successo e basta! Nella band ascoltiamo un po' di tutto ed ognuno porta nella musica dei Despairation tutto ciò che più gli piace, in questo modo otteniamo un mix delle più disparate influenze musicali. Il processo che ci ha portato da 'Music For The Night' a 'A Requiem In Winter's Hue' è stato qualcosa di veramente spontaneo: abbiamo capito che il grande concept del nostro lavoro precedente ci aveva limitato nella scrittura di canzoni che si adattassero alla storia del nostro protagonista. Quella è stata una gran bella esperienza e tuttora siamo soddisfatti del risultato, però questa volta abbiamo voluto comportarci in maniera leggermente diversa, incidendo un album che non fosse più così complesso, ma che lasciasse più spazio alla nostra creatività. Così, dopo la pubblicazione di 'Music For The Night', abbiamo inciso svariate canzoni ed incluso soltanto le migliori nel nostro ultimo disco."
-
La Germania è nota per la sua fama di nazione 'leader' per quanto riguarda la scena gothic ed altri generi di musica oscura; la vostra nazione consta di numerose band che si rifanno ai vecchi - eppure estremamente attuali - concetti inerenti al movimento dello Sturm Und Drang ed alla cultura romantica. Siete d'accordo? In caso di risposta affermativa, credete che le vostre origini geografiche abbiano in qualche modo influenzato la vostra visione della musica e la vostra crescita artistica?
Martin F. Jugkunz: "Non saprei se sia il caso di considerare la Germania una nazione leader nella musica oscura. È innegabile che molte band suonino questi generi di musica, ma non credo che queste siano poi così popolari nella nostra patria. Nei paesi del Nord - la Finlandia ad esempio - ci sono, tra i giovani, molti più appassionati di questo genere e a livello nazionalpopolare, perfino tra i più adulti, c'è una grande stima nei confronti di band quali HIM e Nightwish, diventati ormai un motivo d'orgoglio nazionale. Allo stesso tempo, non saprei stabilire con certezza se la maggior parte delle band tedesche si rifacciano ad una tradizione estetico-filosofica in particolare; in tutta sincerità, non so nemmeno se tutti questi musicisti siano veramente interessati a certe tematiche. Ma può darsi che tu abbia ragione: un certo mood è quasi certamente predominante in Germania e in altre nazioni del nord Europa, anche se non tutti i musicisti sono consapevoli delle proprie tradizioni. Nel nostro caso, presumo che Sascha sia stato influenzato in particolar modo dalla letteratura e dall'estetica romantica, come avrai potuto notare dalle sue liriche. La nostra origine geografica, come vedi, può anche avere un grosso impatto sul nostro modo di comporre, ma non dimentichiamoci del mercato americano, che affligge pesantemente tutta la scena tedesca... Anche questo aspetto esercita un'influenza subliminale sul modo di comporre dei nostri gruppi."
Sascha Blach: "Non concordo con la risposta di Martin. Da una parte il genere gotico è molto popolare in Germania, forse ancor più che in altre nazioni e, a differenza di quanto accade in Finlandia, non tutti i fan di questa musica hanno messo su una band (ride, nda). Dall'altra, sembra che il mercato si stia sovraffollando e che le persone non riescano più a star dietro alla montagna di dischi che vengono pubblicati ogni settimana. L'abbondanza, da questo punto di vista, è un problema. Nonostante Martin non sia proprio un fanatico di questa scena (nei confronti della quale io sento un attaccamento più forte), concordo con lui nel dire che nella maggior parte dei gruppi non c'è una vera e propria tradizione letteraria; persino noi non ci riferiamo più in maniera così massiccia a quel tipo di cultura, ed attualmente le nostre liriche sono un po' più personali ed autonome rispetto al passato."
-
In effetti, ritengo che l'ambientazione invernale delle vostre canzoni e le liriche introspettive incentrate sugli aspetti più profondi della vita umana siano ormai gli unici elementi ravvisabili nelle vostre canzoni che vi possano collegare alla tradizione gotica. Vi siete mai sentiti veramente legati a questo genere? Vi sentite spaventati dal fatto che la stampa continui ad accomunare sotto l'impellente etichetta del gothic metal tutte quelle band che accompagnano delle liriche malinconiche ad una chitarra elettrica?
Martin F. Jungkunz: "Sono d'accordo con te. Non ci sentiamo legati al gothic e non abbiamo nemmeno molto da spartire con questo genere. Anche se le nostre canzoni suonano 'dark' e malinconiche, alla domanda "che genere di musica suoni?" non risponderei mai con quel termine. Non amiamo la sottomissione nei confronti di uno specifico genere, perché ogni scena si rifà ad una specifica sottocultura e noi non vogliamo ridurre la nostra band in queste condizioni. Una volta che ti viene affibbiata l'etichetta 'gothic' non te la scrolli più di dosso, e questo sembra aggradare tutti quelli che hanno già sentito parlare di te. A nessuno importa se ora suoni un genere di musica totalmente differente... Spesso ci sorprende vedere come i giornalisti, nelle recensioni, continuino a catalogarci come una 'gothic band' per il solo fatto di aver suonato quel tipo di musica circa otto anni fa."
Sascha Blach: "È sempre la solita vecchia storia: le persone sono abituate a catalogare tutto ciò che ascoltano, e se una band non è conforme ad una di queste etichette prestabilite, la maggior parte delle volte non la si apprezza. Questa situazione rende la vita a difficile a tanti musicisti che, come noi, spaziano tra generi apparentemente antitetici."
-
Quali sono, dunque, i temi che i Despairation hanno voluto affrontare con le proprie liriche e quali le vostre fonti d'ispirazione?
Sascha Blach: "L'intero album ruota attorno al tema dell'addio, sia questo inteso come una morte, la rottura del rapporto con il proprio partner o il fuggente incontro con una persona che non rivedremo mai più per il resto dei nostri giorni. Non si tratta di un concept nel senso tradizionale del termine, ma è possibile ritrovare questa tematica in ogni singolo passaggio del disco. Non sono però eventi specifici quelli dei quali ho voluto parlare con le mie liriche. Non mi piace svelare troppe cose, scrivere un testo è come tratteggiare degli stati d'animo attraverso le parole e ricreare delle situazioni che possano poi essere interpretate dall'ascoltatore. Un processo enigmatico ed allo stesso tempo poetico, direi..."
-
Cosa celebra il vostro Requiem?
Sascha Blach: "Non si tratta di una celebrazione, perché questo termine, per come la vedo io, assume connotazioni preferibilmente positive. È piuttosto un rito funebre per tutte quelle anime incontrate sulla nostra strada: molte di esse giacciono nei recessi dei nostri cuori e, talvolta, non ce ne ricordiamo nemmeno. È strano come a volte la vita possa essere leggera ed evanescente, non trovi?"
"Non mi piace svelare troppe cose: scrivere un testo è come tratteggiare degli stati d'animo attraverso le parole e ricreare delle situazioni che possano poi essere interpretate dall'ascoltatore. Un processo enigmatico ed allo stesso tempo poetico, direi..."
(Sascha Blach)
-
Immergiamoci per un momento nelle profondità dei testi del vostro ultimo lavoro... Qual è la 'generazione abbandonata' alla quale fate riferimento in "A Lovelorn Requiem"?
Sascha Blach: "In qualche modo siamo tutti stati feriti da un amore per il quale serbiamo ancora dei rimpianti. Questo brano è cantato dalla prospettiva di una persona che decide di andare altrove, implorando la gente di essere ricordato."
-
"Musique De La Decadence" sembra portare con sé un messaggio negativo riguardo al ruolo della musica nella nostra società. Pensate che ci sia ancora spazio per l'Arte tra le persone?
Martin F. Jungkunz: "Questa è una domanda molto difficile, che molti filosofi e critici si sono già posti. Sembra che l'Arte stia perdendo terreno nella società moderna, dove tutto è votato alla velocità ed al consumismo e nessuno sembra più interessato al ruolo sociale che essa dovrebbe incarnare. Alcuni filosofi sostengono che il ruolo delle vere Arti dovrebbe essere illuminante ed educativo, ma questi tipi di Arte sono costantemente rimpiazzati da un altro tipo di prodotti di dubbia qualità che, a detta di questi autori, viziano e tranquillizzano il pubblico. Questa linea di pensiero si avvicina molto anche alla mia, poiché credo che l'industria musicale stia divenendo sempre più superficiale e che non ci sia più molto posto per l'innovazione in mezzo a così tante persone abituate all'ottusità di una musica basata principalmente su tre accordi, come quella che la radio ci propina ad ogni ora del giorno. Allo stesso tempo esiste ancora una piccola cerchia di appassionati della vera Arte, anche se questa ha subito un'evoluzione attraverso gli anni. Molti critici proclamano la condanna a morte delle Arti per così dire 'buone', ma questo fa parte dei loro schemi di pensiero: i tempi stanno cambiando e così anche l'Arte, anche se loro non sembrano rendersene conto. Il jazz, ad esempio, è oggi riconosciuto e legittimato da tutti, ma, tornando indietro di soli sessant'anni, dobbiamo ricordare che nella società americana esso era considerato un sound alieno, connesso al consumo di droga ed al decadimento. L'Arte sarà sempre demarcata da un gruppo speciale di persone che pensano di possedere una verità assoluta, ma si tratterà pur sempre di gruppi ortodossi, e le loro definizioni saranno sempre qualche passo indietro rispetto alla verità ed ai fatti. A causa di questa situazione, che ha inculcato una certa ideologia nelle nostre menti, tutti parlano del declino della vera Arte, ma nessuno sembra rendersi conto che non ci può essere un futuro per essa senza un riscontro popolare. In parole povere: credo che ci sia ancora posto per la vera Arte tra il pubblico, anche se questa sta cambiando e non gode dello stesso apprezzamento di cui godeva qualche decennio fa. Va però ricordato che questo non è un processo del tutto nuovo: da quando le espressioni artistiche esistono, queste sono sempre state concepite ad uso e consumo di un numero ristretto di persone facenti parte di particolari strati della società. Inoltre, non considererei nemmeno noi della band come degli artisti. Anche noi, alla fine, suoniamo un rock piuttosto popolare, pur cercando di renderlo un po' più 'sofisticato' rispetto alla musica pop (sorride, nda)."
Sascha Blach: Come avrete notato, Martin si sta laureando in filosofia... Tutto ciò che volevo dire con quella canzone è che quando la musica non viene più rispettata dalla maggioranza delle persone e quando il suo valore diventa sempre più basso, rimanere in silenzio potrebbe essere una decisione saggia..."
-
"The Shallow Sea" ha il sapore di un'antica leggenda. Siete più inclini a descrivere esperienze di vita personali o sentimenti comuni?
Sascha Blach: "Non credo sia così importante. Il modo in cui TU interpreti la canzone sarà sempre quello più giusto; non esiste un'interpretazione sbagliata, indipendentemente da quello che pensi. Non esiste alcuna tensione tra sentimenti personali e collettivi, i quali non possono essere scissi: le mie emozioni sono un riflesso di quelle di altre persone e viceversa. 'The Shallow Sea' è una canzone che risale ad undici anni fa: l'avevo scritta per il nostro primo album e, originariamente, era intesa come un lamento per la distruzione e lo sfruttamento della natura da parte dell'uomo. Oggi preferisco leggere questo testo in chiave simbolica e vederlo come un'immagine per il vuoto che si crea nella mente di un individuo deluso dalle persone o dalla società in generale."
-
Le vostre canzoni sono foriere di un conflitto tra la città e la natura?
Sascha Blach: "Non per quanto riguarda quest'album, o per lo meno non consciamente. Nelle precedenti release il tormento delle grandi città era un aspetto decisamente preponderante, specialmente per quanto riguarda l'album 'Songs Of Love And Redemption'. Forse, ora che vivo a Berlino, non ho più bisogno di scrivere canzoni su questo argomento. Alcuni aspetti della natura, tuttavia, fanno ancora parte delle liriche del mio progetto Transit Poetry."
-
È possibile trovare la pace nella nostra realtà estraniante?
Martin F. Jungkunz: "Certo che lo è. Non condivido il pessimismo nei confronti del mondo moderno. È vero, le nostre vite si fanno sempre più veloci e rumorose, e in molti debbono lottare duramente per sopravvivere a tutto questo trambusto. Per questo è necessario guardare le cose con un occhio critico. Tuttavia, credo che trovare la pace sia ancora possibile nel mondo là fuori. Alcuni scelgono la strada della religione, altri la famiglia ed altri ancora si rifugiano nella letteratura, nella filosofia. A volte mi sorprendo quando incontro delle persone che, pur avendo fatto delle scelte di vita che non riuscirei mai a condividere, sono felici per tutto ciò che hanno raggiunto. Questo avviene perché queste persone hanno trovato qualcosa che dà senso alle loro vite. Ancora una volta, dipende tutto dai criteri con i quali ti applichi. E come dice la canzone: somewhere lies my treasure / beyond the moods of daily blue..."
Sascha Blach: "Guardo alla vita come a una ricerca nella speranza di imparare qualcosa, ed attraverso le perdite e le esperienze negative credo si possa imparare molto e diventare più saggi rispetto a coloro che per ottant'anni hanno condotto una vita spensierata e gioiosa senza mai affrontare strade impervie. Credo sia importante non smettere mai di porsi delle domande e di riflettere sulla ragione della nostra presenza in questo mondo. Non posso definirmi né pessimista né positivista: direi piuttosto che gli eventi negativi e quelli positivi devono andare a braccetto, così come il bianco ed il nero, il bene ed il male, la vita e la morte... È tutta una questione di dualismi. Le liriche di 'Inner Peace' lasciano questo messaggio: anche nell'uomo più saggio ed anziano può ancora esserci un bimbo, nell'ordine superiore delle cose..."
-
Quali sono, invece, le principali novità stilistiche apportate da "A Requiem In Winter's Hue"?
Martin F. Jungkunz: "Le novità rispetto al precedente album sono la maggiore tranquillità e l'omogeneità delle varie canzoni. 'Music For The Night' era ancor più ricco di stili musicali diversi, e dobbiamo ammettere che molte persone hanno avuto problemi nell'afferrare la sua complessità."
"Il nostro Requiem è un rito funebre per tutte quelle anime incontrate sulla nostra strada: molte di esse giacciono nei recessi dei nostri cuori e, talvolta, non ce ricordiamo nemmeno. È strano come a volte la vita possa essere leggera ed evanescente..."
(Sascha Blach)
-
Ascoltando l'album, mi è sembrato di cogliere influenze provenienti dall'epic rock, dal jazz e perfino dal funk, che vanno a creare una sorta di contrasto con la malinconia intrisa nel pianoforte e nelle vocals. C'è del vero in quello che ho detto?
Martin F. Jungkunz: "Certamente! Questo potrebbe dipendere dall'aspetto di cui ti parlavo poco fa: ci piacciono diversi stili musicali e li combiniamo nei nostri brani. Perciò se Sascha scrive una canzone dal carattere epico, automaticamente ci inserisco qualche influenza jazz e funk, perché questi sono i generi che più amo e che suono anche con altre band. A volte sono costretto a 'lottare' con gli altri membri per poter lasciare queste parti, dato che a non tutti piacciono allo stesso modo. Ma, come puoi vedere, la maggior parte delle volte troviamo tranquillamente un punto d'incontro."
Sascha Blach: "A volte vorrei non aver mai messo certe canzoni nelle mani di Martin (ride, nda). Non sono un fan delle sonorità funk e devo ammettere che a volte dobbiamo discutere vivacemente prima di completare una canzone, ma chi ha mai detto che fare musica dev'essere qualcosa di facile?"
-
E se nominassi i Depeche Mode? "Farewell In Blue" sembra proprio un tributo a Dave Gahan e soci...
Martin F. Jungkunz: "Può essere, ma non era questo il nostro obbiettivo. Non sono poi così appassionato della musica dei Depeche Mode, ma a volte queste cose succedono e se il risultato ci piace, non ci curiamo della reminiscenza (positiva o negativa) che questo potrebbe implicare."
Sascha Blach: "Adoro i Depeche Mode, ma non trovo particolari parallelismi tra la loro musica e la nostra canzone, o con i Despairation in generale. Hmm, è strano vedere quali e quanti paragoni possono venire in mente a coloro che ci ascoltano..."
-
Il dualismo emotivo dei R.E.M. emerge qua e là in tutto l'album. Vi sentite vicini al loro approccio musicale?
Sascha Blach: "È lo stesso discorso per tutte le band che possono essere riconosciute nel nostro sound: consapevolmente, nessuna di queste rappresenta una nostra influenza, dato che non vogliamo assolutamente provare ad imitare altri gruppi. R.E.M.? Hmm, per quanto ne so alcuni membri della band hanno qualche loro disco a casa, ma nessuno di noi si è mai considerato un loro fan o ha recentemente ascoltato la loro musica in maniera approfondita."
-
Il piano sembra avere un ruolo predominante nel processo compositivo. Come arrivate alla creazione dei vostri brani?
Martin F. Jungkunz: "Principalmente collaboriamo tramite computer e internet. Qualcuno scrive un brano, incide un demo e lo manda agli altri membri della band tramite la posta elettronica. Poi discutiamo per decidere se questo funziona e, se tutti siamo d'accordo, si procede con la registrazione definitiva. Il pianoforte sembra rivestire un ruolo di primaria importanza perché a volte questo è il miglior strumento per cominciare a scrivere un pezzo. Ciononostante, molte delle nostre canzoni sono state composte partendo dalla chitarra ed il piano è stato aggiunto soltanto in un secondo momento. Dipende tutto dal tipo di canzone che vuoi scrivere."
Sascha Blach: "Forse tutto ciò è anche legato al fatto che il nostro tastierista Christian possiede delle dita talmente veloci che, tutte le volte che gli chiediamo di suonare qualcosa, finisce sempre per metterci un po' troppo virtuosismo. Sia chiaro, Christian ha un grande talento, ma a volte dovrebbe cercare di mettere meno note in una singola scala (ride, nda)."
-
Per questo disco avete collaborato con una violoncellista ed una cantante: il loro supporto è stato prezioso? Vi piacerebbe ripetere l'esperienza nel prossimo disco, oppure pensate di perseguire altri fini con le vostre collaborazioni future?
Martin F. Jungkunz: "La loro collaborazione è stata preziosa. Non so dire con precisione se la ripeteremo nel prossimo album, dato che dipenderà tutto dalle canzoni e dall'andamento generale del disco. Già con 'Music For The Night' avevamo collaborato con altre persone: è stata una bellissima esperienza lavorare con dei musicisti così dotati, sia per quanto riguarda 'A Requiem In Winter's Hue' che 'Music For The Night'; se questi elementi si adatteranno ai nuovi brani, ripeteremo sicuramente l'esperienza."
-
Sascha è un cantante versatile e talentuoso, un vero valore aggiunto per la vostra musica, che vi aiuta a trascendere le barriere del rock più tradizionale. Vorreste che la vostra musica venisse apprezzata anche da altre tipologie di ascoltatori?
Martin F. Jungkunz: "Sicuramente. Quando scriviamo le nostre canzoni, non lo facciamo pensando ad un audience in particolare. La maggior parte dei nostri brani ha una solida base rock, ma ne abbiamo scritti altri che oltrepassano tranquillamente i limiti del genere. Per esempio, 'Music For The Night' contiene una canzone, 'Zeitgeist', che mostra un quadro di strumenti completamente diverso dal solito: violoncello, violino, fagotto e tromba, uniti a qualche suono elettronico. Nel nuovo disco ci sono un sacco di sonorità blues e - come tu stesso hai già fatto notare - qualche accordo jazzato. È probabile che questi elementi possano evocare un maggiore interesse presso quegli ascoltatori che non si limitano al semplice rock."
Sascha Blach: "Devo ringraziarti per il complimento, mi fa molto piacere sapere che pensi questo di me! Altri giornalisti sfortunatamente non la pensano allo stesso modo, ma suppongo che si tratti di una semplice questione di gusti. Non mi reputo un grande cantante in termini tecnici, la mia forza sta tutta nel creare melodie e liriche che catturano l'attenzione."
-
Cosa ci dite a proposito dell'artwork minimale dell'album?
Martin F. Jungkunz: "L'artwork enfatizza la quiete dell'intero album. Abbiamo cercato di comporre un disco che fosse principalmente calmo e contemplativo, quindi anche l'artwork ha seguito la stessa filosofia. Ci sembrava inopportuno proporre un disco intitolato 'A Requiem In Winter's Hue' accompagnato da un artwork multicolorato e 'in-your-face' come quello dei precedenti full-length. Inoltre, l'albero raffigurato nella frontcover rimanda al nostro primo lavoro 'Winter 1945' e simbolizza la solitudine provata nel momento dell'addio, che è anche il tema generale del disco."
-
Questa è la vostra seconda release per la label italiana My Kingdom Music. Siete soddisfatti del loro lavoro, e qual è la vostra relazione con il suo leader?
Martin F. Jungkunz: "Francesco della My Kingdom Music fa tutto ciò che può per promuovere una band come la nostra. Ovviamente non possiede gli stessi mezzi di una major, ma, per quanto ci riguarda, siamo pienamente soddisfatti. La nostra relazione è particolarmente positiva e costruttiva."
-
C'è qualcuno tra i vostri colleghi italiani che apprezzate particolarmente, artisticamente parlando, o qualcuno con il quale vi piacerebbe dividere il palco?
Sascha Blach: "Direi i Klimt 1918. Adoro il loro ultimo album 'Just In Case We'll Never Meet Again'. Una grande e talentuosa band!!!"
-
Promuoverete "A Requiem In Winter's Hue" con una tournée? Sono previste delle date in Italia?
Martin F. Jungkunz: "Purtroppo non andremo in tour. Ciò non è possibile, finanziariamente parlando, a causa della nostra impopolarità, sia per quanto riguarda la Germania che l'Italia. Negli ultimi anni abbiamo suonato di fronte ad audience ristrettissime, gli organizzatori non ci hanno mai pagato le spese logistiche, ed ora non abbiamo più i soldi per pagarcele da soli. Ci dispiace e ce ne scusiamo, ma non ci sarà alcun modo di vederci suonare in Italia."
-
Altri piani per il futuro? Raccontateci le prossime mosse della band e dateci qualche dritta sui vostri side-projects, per esempio Transit Poetry...
Martin F. Jungkunz: "Nell'immediato futuro, come ho già detto, non ci sarà modo di vederci sul palco. A causa dei numerosi impegni, anche il prossimo disco dei Despairation dovrà attendere. Qualche canzone è già stata scritta, ma è ancora presto per dire con sicurezza quale strada prenderemo in futuro. Nel frattempo sto lavorando ad un disco con un artista hip-hop tedesco (www.chief-online.de), per il quale ho già fatto alcune registrazioni e mastering in passato. Per il momento siamo ancora in fase di scrittura, ma l'album sarà pronto in estate e sarà un mix 'pazzerello' di hip-hop, rock e metal con testi in tedesco, alcuni scanzonati, altri più seri e politicamente impegnati. L'altro side-project è un gruppo funk-rock nel quale suono il basso (www.myspace.com/hundertmorgen). Abbiamo già registrato qualche canzone e ne faremo altre in futuro."
Sascha Blach: "I Transit Poetry hanno appena pubblicato il loro terzo album 'Evocation Of Gaia', del quale sono molto soddisfatto. Alcune canzoni sono ascoltabili tramite la nostra pagina myspace (www.myspace.com/transitpoetry). Oltre a questo, ho in mente alcune idee per un nuovo progetto al quale lavorerò quest'estate, ma non c'è ancora nulla di concreto."
-
Ora dateci un consiglio: chi dovrebbe comprare il vostro album e perché?
Martin F. Jungkunz: "Tutti coloro che hanno una mentalità aperta dovrebbero dare una chance alla nostra musica, ce n'è un po' per tutti i gusti. Credo che la nostra miglior qualità sia proprio questa: unire diversi elementi in modo tale che ognuno possa trovare qualcosa di suo nella nostra musica, anche se dovrà cercarlo con cautela."
Sascha Blach: "Non comprate questo disco, scaricatelo illegalmente come fanno tutti. Supportare la musica non vale più la pena, spendete piuttosto i vostri soldi per suonerie e vestiti che saranno considerati 'cool' per poco più di una settimana, andate a mangiare in un bel fast-food dove potrete ingurgitare del buon cibo mentre vi ascoltate i 30.000 mp3 illegali scaricati sul vostro I-Pod (rubato?). (uno sfogo ironicamente amaro al quale ci associamo, nda)"
"Credo sia importante non smettere mai di porsi delle domande e di riflettere sulla ragione della nostra presenza in questo mondo. Non posso definirmi né pessimista né positivista: direi piuttosto che gli eventi negativi e quelli positivi devono andare a braccetto, così come il bianco ed il nero, il bene ed il male, la vita e la morte... È tutta una questione di dualismi."
(Sascha Blach)
-
Le ultime parole sono per voi: congedatevi come meglio credete con il pubblico italiano.
Martin F. Jungkunz: "Grazie per l'intervista e saluti da Heidelberg!"
Sascha Blach: "Forse dovrei prima dire qualcosa come: non prendete troppo sul serio la risposta precedente, ma cercate di capirne il messaggio profondo! Grazie per questa intervista anche da parte mia, e tante care cose da una Berlino sempre più estiva. Visitate i nostri siti: www.despairation.com e www.myspace.com/despairation."
http://www.despairation.com/
http://www.mykingdommusic.net