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18-07-2015
BIOMEKKANIK
Violenta bellezza
di Roberto Alessandro Filippozzi
Uscito il 16 gennaio ad annata appena iniziata, il secondo album firmato Biomekkanik era sì atteso, vista la qualità già mostrata col debut del 2009 "State Of Perfection", ma probabilmente in pochi si aspettavano un cambio di passo così decisivo come quello in effetti operato dall'act svedese. Se in principio Biomekkanik era stato la creazione in solitaria di Christer Hermodsson, ex di quegli S.P.O.C.K. che dissero la loro per tutti gli anni '90, in occasione del nuovo album "Violently Beautiful" la formazione si è allargata ad effettivo trio coi preziosi ingressi del chitarrista Mattias Johansson e del tastierista Andreas Ingefjord, musicisti abili ed esperti che hanno contribuito attivamente alla riuscita di un lavoro ambizioso, ricco di brani memorabili e più che mai libero di spaziare fra soluzioni avvincenti magistralmente realizzate. Un album che si è candidato da subito ad un posto di rilievo nelle classifiche di fine anno per le migliori uscite del 2015, sul quale ci siamo presi il piacere di indagare assieme al fondatore e leader Christer, nostro affabile interlocutore in questa piacevole intervista.
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Partiamo dagli inizi di Biomekkanik. L'idea per il progetto risale al 2001, ma ci sono voluti 8 anni per veder uscire l'album di debutto: perchè una simile tempistica?
"Per due ragioni: la prima era il fatto di lavorare con altre band, è stato difficile dire "no" a progetti che sembravano interessanti. Ero ancora con gli S.P.O.C.K. ed eravamo spesso in giro per l'Europa per i concerti. All'epoca lavoravo anche quasi a tempo pieno come produttore per varie band.
La seconda ragione: me stesso. Avevo un'idea chiara di come Biomekkanik dovesse essere e suonare, ciò significa che limitai me stesso ed incappai spesso nel blocco dello scrittore. All'inizio volevo fare EBM (!) con pesanti influenze rock. Potrà non suonare granché nuova come idea, ma io volevo farlo meglio di chiunque altro! ...beh, ho fallito. Era semplicemente troppo dura scrivere quel supermega-ritornello tutte le volte. Il mio songwriting era come un cavallo selvaggio che ho provato a domare, ma ora ho scoperto che è meglio 'cavalcarlo' così com'è."
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Un nome come Biomekkanik sembra riferirsi al concetto di ibridazione fra uomo e macchina...
"Ovviamente si ispira alle prime sculture di H.R. Giger. Pensai che fosse particolarmente adatto, dal momento che sono sempre stato coinvolto da quel sound che non è puramente elettronico, ma possiede anche un aspetto 'biologico'. Suoni che potrebbero anche derivare da una scatola di plastica del gelato con un elastico sopra (una roba che può somigliare ad un basso elettrico che suona male, il che è cosa buona!)... Il modo intenzionalmente sbagliato di scriverlo con le 'k' non è solo dovuto al fatto che pensassi fosse fico, ma anche perché così è più facile trovarci via Google."
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Dopo l'uscita di "State OF Perfection" avete trovato stabilità come trio: a parte l'avere a disposizione molte più opportunità di diversificare il suono ed esplorare nuove vie, cos'è cambiato da quando la line-up si è ampliata?
"Biomekkanik è molto meno one-man-band e più trio vero e proprio. Nei primi anni dovevo procurarmi dei musicisti saltuari ogni volta che dovevo suonare dal vivo. Andreas e Mattias sono due persone che sono semplicemente 'rimaste' nella band. Erano buoni musicisti, avevano idee e potevano contribuire alla musica, ma soprattutto volevano unirsi a Biomekkanik e dargli forma. Ciò significa che non devo più fare tutto da solo. Sul primo album tutte le chitarre erano finte, mentre su "Violently Beautiful" le suona Mattias. Sono anche grandi personaggi da palco, dal momento che entrambi hanno fatto parte di svariate band... ed entrambi sono anche davvero alti, il che è un obbligo se vuoi unirti a questo progetto (mi sono ritrovato ad essere il più basso col mio misero metro e 88, ha ha ha!). Andreas è anche bravo con l'aspetto visuale, infatti ha realizzato la copertina del nostro ultimo album e si è anche occupato di come dovevamo apparire sul palco. È stato interessante perché personalmente non avevo idee né circa la copertina, né riguardo agli abiti di scena: ci ha pensato lui, basandosi sui miei testi."
"Il titolo dell'album si riferisce a quella sorta di 'bellezza' che appare quando hai le spalle al muro ed affronti una minaccia imminente. Può essere una cosa grande, come l'uomo che ferma i carri armati in piazza Tienanmen nel 1989, oppure può essere qualcosa di più piccolo, come tutti questi individui ordinari che continuano ad alzarsi ogni mattina per una vita che ha da offrire molta poca speranza o gioia..."
(Christer Hermodsson)
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Nonostante ciò, anche dopo il debut ci sono voluti circa 5 anni prima che riusciste a replicare col nuovo album...
"La questione è molto semplice: sono diventato padre."
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Addentrandoci in "Violently Beautiful", vorrei chiederti quali concetti si celano dietro ad un titolo così intrigante e cosa punta ad esprimere l'artwork...
"Avevo questo titolo in testa da decenni. È quella sorta di 'bellezza' che appare quando hai le spalle al muro ed affronti una minaccia imminente. Può essere una cosa grande, come l'uomo che ferma i carri armati in piazza Tienanmen nel 1989 o un amore proibito (considerando ciò che sta accadendo in Russia ultimamente), oppure può essere qualcosa di più piccolo, come tutti questi individui ordinari che continuano ad alzarsi ogni mattina per una vita che ha da offrire molta poca speranza o gioia.
Non avevo idea di come tradurlo in immagini ma, ancora una volta, ci sono dei benefici ad essere in una band, così abbiamo lasciato tutto in mano ad Andreas: gli ho solo dato delle parole-chiave e lui ha realizzato l'artwork.
La mia prima regola era: niente fanciulle con le tette grosse!!! A dire il vero, per il disco precedente l'etichetta (la SubSpace Communications, nda) suggerì esattamente quello!!! Poi non volevo robots o roba spaziale, volevo perdere quella 'etichetta S.P.O.C.K.' una volta per tutte. Volevo più qualcosa che ricordasse la locandina di un film... Ricordo di aver scoperto le opere di Käthe Kollwitz: le sue fotografie sono molto crude ed oneste nel mostrare la dura realtà degli anni '10 (intesi come secolo scorso, nda). Andreas ha avuto l'idea di aggiungere delle persone nell'immagine scelta per renderla più reale, così alla fine abbiamo questa coppia che si fa le coccole in un mondo che è totalmente indifferente riguardo la loro esistenza."
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È facile notare come "Violently Beautiful"sia molto più ricco e completo rispetto al debut, che invece era più club-oriented e diretto: quali i fattori determinanti per un simile balzo in avanti?
"Più che altro la fiducia in me stesso, suppongo. Non ho rimuginato troppo sulle cose, ed in più ora ho dei membri effettivi della band che possono dirmi apertamente quando le canzoni fanno schifo."
"Stando ai vecchi film di fantascienza, già nel 2000 avremmo dovuto costruire fantastiche navi spaziali e viaggiare nello Spazio profondo, ma tutto quel che abbiamo avuto sono degli iPad ed un pianeta pieno di spazzatura..."
(Christer Hermodsson)
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Grandi passi in avanti su ogni fronte, ma ritengo che il massimo punto di forza dei Biomekkanik resti la tua voce, così ben bilanciata e potenzialmente perfetta per molti altri tipi di sound oltre alla musica electro: come sei giunto a questo livello di versatilità?
"Non sono stato felice della mia voce finché non ho passato i 30, suppongo avessi bisogno di far maturare le mie corde vocali. Lavorando con band e cantanti differenti, ascoltandoli e provando a farli cantare nel modo che io ritenevo opportuno, ho dovuto imparare a spiegare ciò che intendevo, e improvvisamente ho capito che potevo farlo anche con me stesso.
Poi sono arrivati gli anni dei concerti a fare i cori con gli S.P.O.C.K., notte dopo notte, e spesso anche di giorno dopo una nottata passata a festeggiare. Ciò è stato molto d'aiuto.
Negli anni '80 e '90 c'era anche questo 'sbilanciamento' fra la scena elettronica e, diciamo, quella metal: nelle synth-band tutti i cantavano o come Dave Gahan o in stile Skinny Puppy/Front 242, nessuno voleva davvero il ruolo di singer, tutti volevano solo smanettare con l'elettronica, mentre nella scena metal gli standard erano molto più alti se volevi essere il frontman.
Penso di aver provato molto ad imitare i miei cantanti preferiti: Midge Ure, Ultravox, voce cristallina senza alcun accorgimento; James Hetfield, Metallica, il migliore nel cantato americano 'smascellato'; poi Bruce Springsteen (la voce, non la musica) e, naturalmente, il numero uno del perfetto tempismo: Frank Sinatra.
Tra le donne ve ne sono due che ammiro molto: Monica Zetterlund, la 'santa' nazionale del jazz svedese con una voce fatta di miele ed un goccio di bourbon a buon mercato, e naturalmente Annie Lennox, la perfetta ugola 'intermedia' che non annoia mai. Mi fermo perché potrei continuare all'infinito..."
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'Versatile' è l'aggettivo perfetto per descrivere un album in cui troviamo la durezza di "Monumental Me", una bomba da dancefloor come "Kamikaze Playboy", brani altamente emozionali come la title-track e "Long Forgotten Future", il synthpop di "Melancholy Friend", la muscolare EBM di "Democracy" etc... Come funziona il processo di songwriting per Biomekkanik?
"Penso che abbia molto a che fare con la tua prima domanda. Per usare un luogo comune: sto provando a seguire il mio cuore ed a non pensare troppo. Sembra che, a mio dire, anche se faccio così le canzoni restino comunque nel 'regno' di Biomekkanik. Ma la varietà può rivelarsi sia buona che cattiva in un album: cattiva se chi ascolta voleva 10 canzoni tutte dello stesso tipo, e viceversa buona se poi il disco non annoia sulla lunga distanza proprio perché i pezzi differiscono.
Personalmente preferisco un po' di varietà in un album, specialmente per quanto attiene alla voce, quindi ho finito per trovarmi a mettere in fila due pezzi come "Democracy" e "Dry Dusty Ground", che apparentemente non hanno nulla in comune, ma se li metti uno di fianco all'altro allora funzionano, a livello di testi: una terra asciutta e polverosa ("Dry Dusty Ground") è il risultato della falsa democrazia ("Democracy").
Gli altri della band hanno scoperto che c'era un filo conduttore che attraversava l'album, come una storia nascosta, così hanno inventato questa realtà alternativa specialmente attraverso la canzone "Long Forgotten Future": qualcosa che vede la Storia prendere una strada diversa nel 1914, subito prima del primo conflitto mondiale. Ecco spiegata anche la ragione per le nostre nuove uniformi da palco... anche se abbiamo ancora molto da esplorare al riguardo."
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In un lavoro con soli pezzi eccellenti è davvero dura indicare i migliori, ma sicuramente fra essi vi sono sia la title-track che "Long Forgotten Future", entrambi molto emozionali ed in grado di esaltare anche la vostra vena cinematica...
"All'inizio scelsi la via più semplice: up-tempos e brani in 4/4, alla maniera in cui in pratica 'non metti mai fuori il naso'. Ma poi ho notato che alla gente era piaciuta molto "Pitch-Black Ocean": quello fu un brano che scrissi, registrai e mixai in sole poche ore, poiché tutto venne fuori direttamente da me senza alcun 'filtro' o alterazione.
Ciò mi diede la fiducia necessaria per continuare ad essere personale con l'ascoltatore, ed ecco perché le due canzoni che hai menzionato sono sull'album.
Su "Long Forgotten Future" non c'è granché da dire, anche questa è stata scritta e registrata molto velocemente. Ma "Violently Beautiful" mi ha terrorizzato mentalmente a lungo: ho continuato ad 'attaccare' la canzone per anni e ne ho fatte probabilmente 10-15 versioni, ma poi un giorno, durante le prove in sala, ho chiesto ai miei compagni se potevamo suonare liberamente alcune idee che avevo, come in una jam session. Poi Andreas ha suonato la chiave 'sbagliata' all'inizio del ritornello, ed improvvisamente il problema col medesimo era risolto!
Ecco il beneficio di avere una band invece dello starsene seduti a casa davanti al tuo computer."
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Trovo il vostro sound molto emozionale, in grado di catturare immagini e sensazioni sia con le parole che coi suoni, il che non è propriamente una cosa alla portata di tutti...
"Credo sia la tipica malinconia scandinava, quei lunghi inverni che rendono la gente così depressa da andarsene nei boschi ad impiccarsi, ha ha!
No, seriamente, è un qualcosa che provo ad abbracciare: mi allontano dal 'me stesso tecnicista' ed ascolto, e se l'emozione da pelle d'oca se né andata significa che sto facendo qualcosa di sbagliato. La cosa si applica anche alle canzoni up-tempo da party."
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Passando ai testi, non credo di possa parlare di concept-album, quindi vorrei concentrarmi su alcuni brani specifici. Liriche come quelle di "Monumental Me", "True Believers", "Long Forgotten Future" e "Democracy" ci dicono di come siate consapevoli del fatto che le corporazioni controllino il vero potere, ma anche di come siate attenti a questioni religiose ed a cosa ci aspetta per il futuro...
"Sì, mi piace credere che Biomekkanik sia la versione elettronica di Bob Dylan...
Beh, forse non abbastanza ma sono una persona che segue le notizie, che si gode i documentari e che tende a prendersela facilmente quando incontro ingiustizie o semplicemente la pura stupidità umana, e quindi ne scrivo.
Ma questo rende tutto davvero duro perché: 1. Deve funzionare col ritmo; 2. Le parole devono 'suonare' bene; 3. Deve essere facilmente comprensibile. Di solito l'espressione "sta all'ascoltatore formarsi la propria opinione" è solo una scusa per chi non è capace di far funzionare in simbiosi questi tre aspetti.
Quando Obama vinse le elezioni, Trent Reznor dei NIN disse ad uno show in diretta: "E quindi ora cosa farò? Scriverò canzoni allegre?"... Il mondo è diventato molto più complicato ora rispetto a quando uscì il debut nel 2009. I primi brani dell'album precedente, "Heaven Awaits" ed "Enemy", furono pesantemente influenzati dagli USA e dal conflitto in Medio Oriente. "Violently Beautiful" non punta così chiaramente il dito contro qualcuno: le cose sono sempre meno 'bianche o nere', non c'è un vero 'bene' o 'male', ma solo catene di eventi.
"Monumental Me" si basa piuttosto semplicemente su come il potere corrompa le persone, che si tratti di politica o finanza.
"Long Forgotten Future": sogni del futuro infranti. Stando ai vecchi film di fantascienza, già nel 2000 avremmo dovuto costruire fantastiche navi spaziali e viaggiare nello Spazio profondo, ma tutto quel che abbiamo avuto sono degli iPad ed un pianeta pieno di spazzatura."
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L'album è andato molto bene a livello di recensioni e posizioni nelle charts alternative: quali le vostre prossime mosse, anche sul versante live, per continuare a promuovere "Violently Beautiful"?
"Di solito quando fai un album vai in tour e lo vendi, ma abbiamo avuto un po' di sfortuna con l'organizzazione dei concerti (lo dice con tono contrariato, nda), quindi siamo finiti con in mano niente di concreto. Il 2015 è il primo anno fra gli ultimi 20 in cui non andrò a suonare in Germania, ed è un peccato dal momento che siamo - io credo - un'ottima live band, ed in passato abbiamo suonato di supporto a Nitzer Ebb e VNV Nation, calcato il secondo palco più grande del WGT etc... Il party per l'uscita di "Violently Beautiful" è andato completamente esaurito... Non avendo tour da sostenere, utilizziamo il tempo per fare dei video e per scrivere nuove e finanche migliori canzoni."
"Gli S.P.O.C.K. sono stati molto importanti, sarei un bugiardo se non ammettessi che con Biomekkanik non sono dovuto partire da zero perché ero già in qualche modo 'conosciuto'. Durante quegli anni mi sono enormemente divertito, all'epoca la scena elettronica era più giovane e tutto era davvero facile..."
(Christer Hermodsson)
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Al momento sei giustamente concentrato sui Biomekkanik, ma in passato hai avuto esperienze importanti sia con gli S.P.O.C.K. che coi Sista Mannen På Jorden: che importanza hanno avuto queste due piccole 'palestre di vita' per la tua crescita artistica?
"Gli S.P.O.C.K. sono stati molto importanti, sarei un bugiardo se non ammettessi che con Biomekkanik non sono dovuto partire da zero perché ero già in qualche modo 'conosciuto'. In più durante quegli anni mi sono enormemente divertito, principalmente perché all'epoca la scena elettronica era più giovane e tutto era davvero facile.
Riguardo ai Sista Mannen På Jorden aiuto ancora Eddie Bengtsson a produrre il suo materiale, siamo spesso in giro a suonare dal vivo, l'ultima volta è stata a Londra. In qualche modo trovo sempre del tempo per questa band, dal momento che è tutto così facile ed è solo un divertente 'tratto parallelo'."
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Chiudiamo con una riflessione sulla scena electro svedese, ricca di nomi blasonati e di qualità, ma sempre pronta a sfornare nuove leve di grande spessore... Da cosa pensi dipenda l'ottimo stato di salute della vostra scena?
"L''eredità degli Abba'. O forse è quella cosa della 'legge di Jante' su cui gli svedesi scherzano, che significa: non pensare mai di essere migliore di chiunque altro e che ciò che fai non sia abbastanza valido, poiché per ora sarà accettabile. Forse quel tipo di sensazione spinge le persone a provarci più duramente qui da noi... Sì, direi quello e la malinconia scandinava!"
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