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29-12-2013
LUDOLA
Cantori della Patria
di Michele Viali
Band asciutta e diretta, lontana dai canoni stilistici più o meno in voga di questi tempi, i Ludola trovano linfa vitale nelle proprie radici polacche, che amano raccontare e cantare con un'accanita passione. Con tre album pubblicati nell'arco di tre anni scarsi il duo (Janek, voce e chitarre, e Zosia, voce e percussioni) ha attirato l'attenzione anche del pubblico internazionale, nonostante i testi in madrelingua e i concept storici non siano sempre alla portata di tutti. I collegamenti col neofolk e con la scena acustica oscura sono ridotti ai minimi termini: il loro è più un recupero di elementi tradizionali, che vengono trasformati in qualcosa che unisce il moderno al classico. Un progetto originale, concreto e con idee chiare: tutti punti che approfondiamo nell'intervista concessaci dal loquace Janek...
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Iniziamo dal significato del nome Ludola e per quale motivo lo avete scelto...
"Il nome è stato preso dal dramma di Stanislaw Szukalski "Krak, syn Ludoli" (Krak figlio di Ludola), e ci sarebbe molto da dire riguardo quest'opera e il suo autore, ma mi limiterò a far sapere in breve chi era Ludola: fabbro immortale, padre degli slavi, colui che ha forgiato l'anima per i neonati. Dato che la terra degli slavi era sotto occupazione di una dittatura straniera, a Ludola è stata tagliata la lingua, in modo da non poter più insegnare agli slavi la loro identità. Il suo nome è la combinazione di due parole: Lud = popolo e Dola = destino, per cui letteralmente Ludola significa "destino del popolo". E dato che noi vogliamo cantare il destino del popolo polacco, la sua identità e la sua storia, abbiamo ritenuto più che adeguato questo nome. Ludola era muto ma noi no, Ludola ha forgiato le anime ma noi non possiamo farlo. Ma chissà, forse riusciremo a riforgiarne alcune in nuove e migliori?"
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Come è nato il progetto e con quali propositi?
"Abbiamo voluto riportare alla luce quel che era dimenticato, ciò che fa battere forte il cuore dei polacchi. Abbiamo voluto ravvivare la fiamma o forse, in alcuni casi, riaccenderla nuovamente. L'idea del progetto è nata nel 2008, quando ho pensato di dar vita ad alcuni spunti musicali, ma c'è voluto del tempo prima che fossero maturi e pronti a schiudersi. Ad essere onesto, devo dire che il progetto matura molto velocemente, come si può vedere di album in album."
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Quali sono le vostre relazioni con la scena neofolk?
"Non credo che la nostra musica sia esattamente neofolk se comparata a ciò che abitualmente intendiamo con questa parola, e considerando ciò che producono le band neofolk. Ma dato che siamo ispirati dalla musica folk polacca e prendiamo molto dalla storia del nostro popolo, questo termine risulta sorprendentemente adeguato - anche se inesatto - in relazione alla sua valenza comune. Ludola non è troppo ispirato al neofolk, ad eccezione di alcune minime influenze che provengono da Krepulec, Rome e Majdanek Waltz. Piuttosto viene influenzato dal folk polacco, da musica militare e da un genere noto come poesia cantata, spesso legata alla storia e al patriottismo locali. La migliore descrizione della nostra musica può essere riassunta in un gruppo di soldati - siano essi ulani della guerra polacco-bolscevica, rivoltosi di gennaio, partigiani dell'NSZ, confederati della Bar o cavalleggeri polacchi dopo la battaglia di Somosierra - raccolti attorno a un fuoco a cantare canzoni patriottiche."
"Vogliamo riportare alla luce quel che è dimenticato, ciò che fa battere forte il cuore dei polacchi. Vogliamo ravvivare la fiamma o forse, in alcuni casi, riaccenderla nuovamente..."
(Janek)
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Particolari influenze musicali?
"La musica folk polacca e in generale slava; Chopin (solo un polacco può veramente capire la sua musica), balli tradizionali polacchi (polonaise, mazurka, ecc.) e canzoni militari polacche (specialmente del XIX e dell'inizio del XX secolo), ma ce ne sarebbero altre di cui non sono probabilmente neanche a conoscenza. I polacchi Krepulec con il loro album "New Radical" hanno avuto una grande influenza su Ludola, come anche Majdanek Waltz, Rome o gli ultimi lavori di Ritual Front, ma ci sarebbero anche ispirazioni indirette."
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Non hai mai pensato di adottare una lingua più internazionale come l'inglese?
"L'essenza della nostra musica sta nelle emozioni che solo un polacco può veramente abbracciare, e possono essere espresse solo nella nostra lingua. Sebbene possa suonare duro o egocentrico, è proprio così. Non posso immaginare di cantare in una qualche noiosa, limitata e piatta lingua come l'inglese. E mi meraviglio di come così tante band abbandonino le loro lingue per cantare in un idioma straniero. Questo atteggiamento è lontano dal mio modo di fare, lo trovo senza senso, specialmente se parliamo di band che affermano di essere 'non commerciali' e 'underground'. Tuttavia mi rendo conto che abbiamo molti fans stranieri (grazie a tutti!), per cui prima o poi prenderemo in considerazione di tradurre i testi, sebbene - credetemi! - perdano molto del loro senso, della loro forza e della loro emozione."
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Che parte hanno la storia e la letteratura polacca nel vostro progetto?
"La storia polacca è quella di un grande impero caduto in rovina, la storia di una prode nazione che ha costruito una grande patria per poi perderla e ha poi combattuto non solo per la propria identità, ma anche per la propria esistenza. È una tragica, dura, romantica ed epica storia, e la letteratura polacca è esattamente così: bella, tragica e allo stesso tempo piena di speranza e orgoglio. Lavori di poeti e autori polacchi come Wladyslaw St. Reymont, Adam Mickewicz, Stanislaw Wyspianski, Henryk Sienkiewicz, Boleslaw Prus o Maria Konopnicka sono importanti fonti d'ispirazione. Peccato che molti giovani li considerino solo noiosi testi scolastici. Ma questi sono i tempi in cui viviamo."
"Il nostro suono è influenzato da generi spesso legati alla storia e al patriottismo locali. La migliore descrizione della nostra musica può essere riassunta in un gruppo di soldati, raccolti attorno a un fuoco a cantare canzoni patriottiche..."
(Janek)
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Come siete entrati in contatto con l'etichetta Bunkier Productions e quanto siete soddisfatti del loro supporto?
"Ad essere onesti è avvenuto tutto in maniera accidentale. Dopo aver finito di registrare "Przedwiosnie" ho iniziato a chiedermi chi avrebbe potuto stamparlo, considerando che nessuna etichetta trattava questo tipo di musica. Su internet ho trovato per caso la label No Angels, ma il tipo non ha mai risposto alla mia email, così ho provato con un'altra trovata casualmente, quella della Bunkier. Ho scritto a Tomasz, e ci ha prodotto dopo aver ascoltato solo due brani in versione promo. Sono soddisfatto al 100% della collaborazione e sono sicuro che la cosa continuerà. Spero che la pensi così anche lui (ride, nda)..."
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Sicuramente certi assetti di Ludola porteranno alcuni a bollarvi come un progetto 'nazionalista', termine divenuto scomodo all'interno dell'Unione Europea... Che opinione hai di questa sovrastruttura continentale, dove le tradizioni nazionali vanno scomparendo sostituite sempre più da una monocultura e da uno stile di vita convenzionale?
"Non direi che i nostri testi siano nazionalisti, non sono politicizzati, e molto di essi sono stati scritti da autori polacchi del ventesimo e diciannovesimo secolo. Di certo qualcuno potrebbe ritenerli 'radicali' in questi tempi grigi, ma è un problema loro. Riguardo a tutti i problemi che la nostra civilizzazione sta affrontando, per fortuna qui nell'Europa Orientale non sono evidenti come in Occidente... almeno per ora. C'è una crescente resistenza, per cui spero che, dopo tutte le tempeste che questa terra e la sua gente hanno sopportato, si sappia resistere anche a questo. Alla fine, veritas vincit!"
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Qual è il concept del vostro nuovo album?
"L'album è interamente dedicato alla rivoluzione di Varsavia del 1944, all'eroismo di quei giovani senza paura votati a liberare la loro terra. L'artwork è composto da foto di quel periodo. Il titolo è traducibile con "Il mondo era più bello quell'estate" ed è connesso al nostro personale desiderio di valori che adesso sono spesso messi in dubbio, mentre prima erano ovvi e sacrosanti. Quei valori hanno portato giovani ragazzi alle barricate per combattere il nemico, senza alcun interrogativo. Parte dei testi sono scritti da me e dipingono la rivolta dal punto di vista degli insorti, e ho cercato di descrivere il tutto con un linguaggio 'da strada', in modo da rendere bene lo spirito della rivolta. Il resto sono poemi scritti dagli insorti stessi, e sono relativi ai diversi momenti della rivolta. L'album è diviso in tre atti: Agosto, l'ottimistico e furioso inizio della rivolta, Settembre, il picco della battaglia e la tragedia della sconfitta che stava per arrivare, e poi la grande caduta, finita con la totale distruzione della città per mano dei tedeschi."
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Sussiste nel tuo lavoro una qualche volontà di andare oltre la fatidica 'versione ufficiale' degli avvenimenti, magari da una precisa e particolare angolazione?
"Nel settembre del 1939 la Polonia è stata invasa su due fronti, dai tedeschi e dai russi. Così è iniziata la seconda guerra mondiale, ed è un fatto ben noto. C'è qualche altra 'versione ufficiale'? I tedeschi e i russi hanno occupato la Polonia e nel 1944 c'è stata una grande insurrezione nella capitale. I polacchi hanno una lunga storia di insurrezioni contro i loro oppressori che risale al XVIII secolo, ai tempi della caduta di una grande "Rzeczpospolita" che in quel periodo era una delle più vaste e potenti d'Europa. Alludevi forse ad un qualche 'revisionismo'? Perché è abbastanza normale che una nazione oppressa voglia cacciare gli occupanti. Inoltre l'eroismo dei partecipanti all'insurrezione di Varsavia non può essere negato, considerando che l'antagonismo polacco-tedesco risale ad epoca pre-cristiana. Nel XIX secolo la Polonia ha assistito a grandi insurrezioni che si sono propagate oltre le terre di quelle che oggi sono Ucraina, Lituania e Bielorussia (stati che erano parte della prima Repubblica Polacca, fino alla caduta avvenuta nel XVIII secolo), mentre l'insurrezione di Varsavia era limitata a una città. Ma ancora non sono sicuro di qual è il senso della domanda. I nazisti non sono liberatori, non per la Polonia. Ma sono consapevole che in alcuni paesi sono benvenuti quasi a braccia aperte, come cura del bolscevismo. Comunque non qui. Entrambi i socialismi sono due facce della stessa, maledetta medaglia."
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Era più che altro la volontà di capire se, in qualche modo, il tuo punto di vista fosse ritenuto da qualcuno troppo 'nazionalista' rispetto alla Storia che si studia sui libri, che in fondo è scritta dai vincitori, e quindi viziata dal loro punto di vista...
"L'Occidente ha sempre scritto la propria versione degli eventi e l'ha imposta al resto del mondo, e ora se ne vedono i risultati. Ma credo che qui la gente sia più consapevole della vera storia, forse perché la storia dell'Europa centro-orientale è stata un po' più tragica ed è ancora viva in ogni città, villaggio, foresta o campo. La gente stupida userà sempre etichette semplificate per interpretare la propria realtà, ma la verità è una sola e alla fine verrà sempre a galla, anche se qualche volta abbiamo bisogno di combattere per ottenerla."
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La tua è una terra che ha conosciuto bene il totalitarismo di sinistra: che riflessioni vorresti fare al riguardo?
"Nel 1920 la Polonia ha fermato l'invasione rossa in Europa, allontanando la conquista bolscevica e contenendola per altri 20 anni, dopodiché siamo stati invasi da due regimi di sinistra: il Terzo Reich e - di nuovo - l'Unione Sovietica. L'Occidente ci ha forse mai ringraziato per tutto quello che abbiamo fatto? Per aver combattuto comunismo e nazismo, due facce della stessa medaglia? No, hanno invece venduto la Polonia e mezza Europa a Stalin. Per quasi mezzo secolo i paesi dell'Est sono stati schiavizzati dal comunismo che ha fatto spillato fiumi di sangue di slavi, rumeni, ungheresi, tedeschi, baltici, armeni, georgiani, azeri e molti, molti altri. Questo è stato il ringraziamento dell'Occidente, il quale - nell'esatto istante in cui Asia ed Europa Orientale affogavano nel sangue - giocava coi Beatles, Woodstock, rivoluzioni culturali ecc... I tempi sono cambiati, ma l'Occidente no, ed è questo che lo sta portando alla morte. E c'è ancora una parte del mondo occidentale che ha creato e crea l'isteria riguardo i movimenti patriottici, comparati ai movimenti nazisti. Peccato che invece i nazionalisti polacchi abbiano - per esempio - combattuto i tedeschi e siano stati uccisi nei campi di concentramento, per cui è la realtà che conferma le opinioni. E lasciami anche aggiungere che il Nazionalsocialismo è un movimento di sinistra che poco o nulla ha in comune con i tradizionali movimenti di destra, specialmente quelli polacchi, quindi suvvia, siamo seri... Per quanto riguarda i pericoli del totalitarismo di sinistra, oggi possiamo vederne i risultati in Germania, Svezia e Regno Unito... ognuno ha occhi e orecchie per vedere e sentire da sé, sempre se lo vuole, ma questo è un altro problema. Rispetto a certe idee anti-vita travestite da paradiso, il comunismo in Polonia è stato nulla. Almeno, a quei tempi, ai bambini a scuola non è stato detto che una cosa così ovvia come il loro sesso era un 'costrutto culturale', anziché un fatto biologico."
"L'essenza della nostra musica sta nelle emozioni che solo un polacco può veramente abbracciare, e possono essere espresse solo nella nostra lingua. Non posso immaginare di cantare in una qualche noiosa, limitata e piatta lingua come l'inglese. E mi meraviglio di come così tante band abbandonino le loro per cantare in un idioma straniero, specialmente se parliamo di act che affermano di essere 'non commerciali' e 'underground'..."
(Janek)
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Qual è la tua opinione riguardo i boicottaggi a carico di concerti ed esibizioni della brown/grey area? Hai avuto problemi in questo senso?
"Non perdiamo tempo a parlare di questi poveri, ciechi e perduti individui, che hanno totalmente perso il senso di ciò per cui lottano."
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Tornando alla musica, l'avete mai proposta dal vivo? Pensi si possa adattare ad una dimensione live, oppure è più indicata per un ascolto privato?
"Abbiamo suonato dal vivo una volta davanti a un centinaio di persone, e non è stato troppo piacevole. Questa musica dovrebbe essere suonata attorno a un falò o in una piccola stanza, per una dozzina di persone. In altri modi non funziona. Alcuni ci volevano come supporto per band metal. Ho cercato di soddisfare le esigenze e ho voluto fare concerti in maniera regolare, ma è stata la vita stessa che ha fermato tutti i piani. Se suoneremo di nuovo dal vivo, o sarà nel modo che ho descritto sopra, o non avverrà affatto."
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Per concludere, quali sono i prossimi programmi di Ludola?
"I lavori per il quarto album procedono a rilento. Il disco sarà incentrato sul romanticismo nazionale polacco del XIX secolo. Stavolta puntiamo a fare un album più lungo e a variare un minimo le formule. Prenderemo anche parte alla compilation "Songs From The Bunkier II" della Bunkier Productions."
https://www.facebook.com/HufiecLudola?fref=ts
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