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01-08-2013
STRYDWOLF
Baluardo neofolk
di Michele Viali
Il neofolk non è morto! Strydwolf è una di quelle giovani leve che ancora tengono alta la bandiera di questo genere, sponda germanica. Con una buona dose d'ispirazione, tanta venerazione per i padri e idee da vendere l'act olandese ha già alle spalle parecchie produzioni, in parte edite dalla propria etichetta personale e in parte prodotte dai mentori della SkullLine. Il padrone di casa Willem Witte ci racconta la propria carriera, tra fitte uscite discografiche, interessi musicali, contatti con l'ambiente underground e gli inevitabili intoppi dovuti a sterili proteste... che ormai sembrano far parte del gioco. A voi un'ampia chiacchierata, che vi aiuterà un conoscere una nuova e fervida realtà...
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Raccontaci del tuo interesse per la musica e di come è nato il progetto Strydwolf...
"Da bambino la musica era quasi sempre lì, a portata di mano. Intorno ai 16 anni ho iniziato a campionare vecchi dischi, assemblando parecchia musica elettronica. Ho cominciato a sperimentare con la breakbeat, la jungle, la drum'n'bass, la breakcore, il noise, soundscapes e altra roba. Non avevo mai sentito parlare di 'martial industrial' e 'neofolk', poi a un certo punto ho sentito di averne abbastanza di ciò su cui stavo lavorando e ho voluto creare qualcosa di nuovo, di inesplorato, qualcosa di potente ed espressivo. Ho cominciato campionando suoni militari poiché quello era per me un territorio sconosciuto, ed ero sorpreso dal suono industriale potente e oscuro che veniva fuori da quei mix. Il progetto Strydwolf era nato. Quando ho messo su una pagina Myspace ho scoperto che c'era molta altra musica come la mia, ed era chiamata 'martial industrial'. Successivamernte sono penetrate nel progetto anche influenze military-pop e neofolk, ma non ho cambiato il nome."
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Cosa significa il nome Strydwolf e perché l'hai scelto?
"Il nome è venuto fuori proprio quando ho cominciato a cercarlo. In olandese è "Strijdwolf" e significa "battaglia del lupo", o anche "lotta", "combattimento". Cercando su google, ho visto che compariva nella traduzione olandese dell'Edda!"
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C'è qualche influenza particolare per i tuoi testi e la tua musica?
"Oh! Ce ne sono molte... Quando sono entrato in contatto col neofolk ho conosciuto i Death In June, tramite Boyd Rice, con l'album "Wolf Pact", e poi mi sono avvicinato a :Of The Wand And The Moon:, Luftwaffe, Sol Invictus e successivamente a Rome e Cult Of Youth. Poi c'è la corrente tedesca, che amo in particolare: Forseti, Darkwood, Jännerwein, Sonne Hagal, Sturmpercht, Falkenstein, Fräkmundt, Leger Des Heils, Werkraum, Trinithos, Waldteufel e molti altri. Le mie influenze vengono da tutti questi progetti, ma il neofolk tedesco ha sempre avuto un effetto più forte sul mio lavoro rispetto a quello inglese. I testi che uso sono spesso vecchi poemi germanici del periodo romantico. La lingua tedesca non è cambiata molto e la poesia è ancora comprensibile. Uso anche l'olandese, in particolare inni di battaglia socialisti come "Ontwaakt!" e "Zwarte Lage Vlakte", da cui traggo ispirazione."
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Quali, invece, i temi principali che ami trattare?
"(La bellezza della) Natura, (la tristezza della) Morte, (la nostalgia dei) Sogni, (l'orrore e l'eroismo della) Guerra."
"Non avevo mai sentito parlare di 'martial industrial' e 'neofolk', poi a un certo punto ho voluto creare qualcosa di nuovo, di inesplorato. Ho cominciato campionando suoni militari, ed ero sorpreso dal suono industriale potente e oscuro che veniva fuori da quei mix. Il progetto Strydwolf era nato. In seguito ho scoperto che c'era molta altra musica come la mia, ed era chiamata 'martial industrial'..."
(Willem Witte)
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Nel tuo nuovo album ci sono parecchi special guest: Gnomonclast, Falkenstein, Argheid, Zomerbries, Hou En Trou and Shattered Hand. Come sei entrato in contatto con loro e in che modo avete lavorato sui brani?
"Alcuni li ho conosciuti su internet, altri tramite la SkullLine e altri ancora sono amici del mio giro. Ma la maggior parte di loro li ho incontrati nella realtà attuale. Di norma lavoriamo via internet. Ognuno registra la sua parte, poi ci spediamo le registrazioni per mixare il tutto finché non siamo soddisfatti del risultato."
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Qual è la traccia di "Aus Der Zeit" di cui sei più soddisfatto?
"Di "Van Uit Een Nieuwe Wereld" mi piace la poetica, ed è una delle prime canzoni che ho composto in olandese. Mi piacciono anche le partiture vocali femminili di Zomerbries per la variazione musicale che forniscono, ma anche per i testi, che riguardano un uomo e una donna provenienti da un mondo nuovo (le parole sono di Herman Gorter). Poi "Die Wiese Schäumt": Falkenstein suona meravigliosamente, è un grande artista con cui poter lavorare insieme ed è anche molto professionale. E ancora "Handen In Elkaar", scritta sempre in olandese: di questa mi piacciono le parti di fisarmonica, e poi è uno di quegli inni di battaglia socialisti caratterizzato da parole potenti."
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Dicci qualcosa riguardo alle edizioni limitate di "Aus Der Zeit", contenenti molto più materiale...
"C'erano troppe tracce per un solo album e le tematiche non erano adatte le une alle altre. Per cui io e la SkullLine abbiamo deciso di fare due CD con due tematiche differenti."
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Parecchie band neofolk hanno usato il poema di Hilscher "Wir Rufen Deine Wölfe". Cosa ti ha spinto a farne una tua versione?
"È cominciato tutto con la SkullLine, che mi ha proposto di fare un remix della versione di Argheid. Quando ho chiesto alla band il testo originale mi ha detto che non lo aveva più, così ho deciso di cantarla a modo mio, ho aggiunto chitarra e trombe e usato la base che originariamente aveva messo Argheid."
"Non voglio che la mia musica diventi il motivo per scontri tra gruppi, ma il fatto che gli antifa abbiano cancellato un mio spettacolo è stato un avvenimento del tutto nuovo. Nel neofolk non c'è solo la Seconda Guerra Mondiale o la guerra in generale, ci sono molte altre questioni che mi piace trattare. Ma una volta che alla band è stata messa un'etichetta, è difficile togliergliela..."
(Willem Witte)
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Raccontaci della cover di Death In June "The Grass Is Always Browner" e della tua apparizione nella Grass Routes Rad-io Section del sito web di Death In June. Hai un'opinione particolare riguardo al controverso scrittore Günther Grass?
"È stato bella lavorare sulla traccia e vedere che è stata poi usata da Death In June. Non ho un'opinione particolare riguardo Günther Grass, al di là dei significati nascosti della sua opera. Penso che alcune faccende siano dovute al bisogno di attenzione e pubblicità."
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Qual è la tua opinione riguardo l'attuale scena neofolk? Credi che l'età d'oro di questo genere sia definitivamente passata o c'è ancora qualche nome interessante? Magari proveniente dall'Olanda...
"In generale la scena neofolk è molto piccola, ma credo che stia ancora crescendo. Molto piccola è anche la scena olandese. La più recente band olandese che ho sentito si chiama Dutmala (http://soundcloud.com/dutmala). Cantano nella lingua natìa e suonano un neofolk molto puro."
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Molte band neofolk hanno problemi con iconografia, immagini e testi, ciò a causa di proteste non proprio democratiche dei cosiddetti 'antifa'. Cosa pensi di questa situazione? Hai avuto problemi anche tu?
"Un concerto di Strydwolf è stato cancellato quest'anno a causa di proteste degli antifa. In quell'occasione avevamo pianificato di suonare in una line-up con Striider, e la combinazione delle due band aveva suscitato una certa attenzione su internet. Alla fine l'evento è stato cancellato per le minacce. Non voglio che la mia musica diventi il motivo per scontri tra gruppi, ma il fatto che gli antifa volessero cancellare un mio spettacolo era un avvenimento del tutto nuovo. Nel neofolk non c'è solo la Seconda Guerra Mondiale o la guerra in generale, ci sono molte altre questioni che mi piace trattare. Ma una volta che alla band è stata messa un'etichetta, è difficile togliergliela..."
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La SkullLine produce i tuoi lavori dal 2009. Cosa puoi dirci riguardo la tua collaborazione con questa interessante label? E cosa puoi dirci riguardo la Heitelân? Era la tua etichetta personale?
"Sì, la Heitelân era la mia label personale attraverso cui ho realizzato qualche demo ("Weltstorm", "Symposion") e il CD "Ljocht". Dopo un po' ho conosciuto la SkullLine, e loro hanno voluto realizzare un CDr limitato a 100 copie intitolato "Heitelân". Dopo lo split con Shattered Hands "Winter Ruins" e lo split "Si Vis Pacem Para Bellum" con Striider, hanno realizzato il mio secondo album "Dunkle Walder" e poi l'ultimo "Aus Der Zeit". È sempre molto bello lavorare con la SkullLine, lasciano molta libertà ai tuoi input, dalla musica all'artwork."
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Piani per il futuro? So che "Weltstorm" è in ristampa...
"La ristampa di "Weltstorm" è in uscita adesso, credo! Mentre l'artwork e il master di "Lieder Von Traum Und Tod" sono stati spediti alla SkullLine questo pomeriggio, per cui a breve sarà stampato il disco. Ci sarà anche qualche ospite, tra cui Kentin Jivek, Stefania Domizia e Niemandsvater. Dopodichè saranno in uscita un paio di belle compilation a cui parteciperò (tenete gli occhi aperti!)..."
http://www.strydwolf.nl/
http://www.skullline.com/