26-07-2013
ALIEN SKIN
Nel giardino segreto
di Roberto Alessandro Filippozzi
Possiamo solo immaginare cosa voglia dire per dei musicisti raggiungere un successo planetario nel mondo del pop, vendendo milioni di copie e spopolando in tour mondiali, per poi veder scemare pian piano l'interesse del grande pubblico fino alla sofferta decisione di interrompere le attività... È capitato a tantissime icone del pop dei dorati 80s, e a conti fatti soltanto i Depeche Mode sono riusciti a resistere ai massimi livelli commerciali, allargando addirittura la propria base di pubblico, mentre gli altri o sono scomparsi, o hanno visto drasticamente ridimensionata la propria risonanza internazionale. Fra qui gruppi che ottennero grande successo nella storica decade di cui sopra c'erano anche gli australiani Real Life, i quali hanno continuato sino al 2005 ed hanno consegnato alla storia un singolo intramontabile come "Send Me An Angel", ripreso da più artisti anche nella scena a noi cara. Di tale big della musica pop ha fatto a lungo parte - da metà anni '90 sino allo scioglimento - il tastierista George Pappas, uno che per intenderci vanta una carriera musicale iniziata nel lontanissimo 1977... George è una di quelle personalità che senza creare musica non può stare, e difatti dal 2008 in avanti ha realizzato sinora quattro album col suo magnifico solo-project Alien Skin, ideale prosecuzione di un viaggio musicale che dura da oltre trent'anni. Se avevamo già apprezzato l'enorme qualità del suo intimo ed appassionato songwriting col secondo capitolo "The Unquiet Grave" nel 2010, è con piacere che lo ritroviamo col nuovo "The Secret Garden", altro piccolo gioiello che ci permette di cogliere l'occasione per un'intervista, davvero ottima per la disponibilità, l'acume e la loquacità del nostro amabile interlocutore...
"La combinazione fra un'atmosfera grigia e invernale, una gotica e romantica sensualità e cimiteri isolati ed abbandonati, proiettata in un ambiente notturno, è un buon modo per immaginare molta della musica di Alien Skin..."The Secret Garden" ha però deviato di alcuni gradi dai precedenti lavori: la sobrietà e l'atmosfera oscura sono ancora lì, ma ho volutamente permesso che un po' più di luce attraversasse le persiane questa volta..."
(George Pappas)
"Trovo che ci sia più legittimazione nel rilasciare un CD: l'atto di produrlo fisicamente, assieme alla progettazione dell'artwork, la distribuzione etc., lo rende più 'reale' per me. È facile registrare una manciata di canzoni a casa, definirle un album e caricarle sulle piattaforme digitali, ma la realtà di un formato fisico serve anche a stemperare il sovraeccitato desiderio di rilasciare costantemente tutto ciò che si crea sotto l'impulso del momento..."
(George Pappas)
"Una cosa che mi ha lasciato l'amaro in bocca è che i Real Life si sono sciolti poco prima che l'era dei social media prendesse forma. Credo che avremmo potuto raggiungere molte più persone e, di conseguenza, saremmo stati in una posizione migliore per assicurarci lunghi tour mondiali se l'attuale potere di Facebook, Twitter, Youtube etc. fosse già stato all'epoca ciò che è adesso..."
(George Pappas)