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12-06-2013
FIRE + ICE
A buon intenditor poche parole
di Michele Viali
Uno Ian Read di poche parole, sibillino, più propenso al discorso riguardante magia e rune piuttosto che a quello riguardante la musica, risponde alle nostre domande in occasione dell'uscita del nuovo album "Fractured Man". Inizialmente membro dei Sol Invictus, quindi fondatore dei Fire + Ice e collaboratore di molti nomi d'area, dai Death In June ai Current 93, Ian rappresenta una pagina chiave della prima generazione del folk oscuro (all'epoca genere ancora indefinito e - fortunatamente - non etichettato), di sicuro la più vicina alla magia, tanto da collocare il proprio progetto musicale in posizione subalterna rispetto a studi di settore e ruoli all'interno di organizzazioni. La scelta di fare album a cadenza irregolare ha garantito al monicker inglese un invecchiamento dignitoso, esente da attese eccessive da parte del pubblico e lontano dalle famigerate cadute di stile che colpiscono chi è obbligato a sfornare titoli in continuazione. Così, a distanza di parecchi anni dalla fondazione, ci troviamo al cospetto di un act ancora di primo livello che esce allo scoperto quando sente il bisogno di comunicare qualcosa. L'intervista ci mostra una personalità perspicace e raffinata che costringe in più di un'occasione a leggere tra le righe, specchio ideale di una discografia apprezzata da tanti proprio per essere ermetica e magnetica al tempo stesso.
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Per iniziare, potresti dirci qualcosa riguardo al concept del tuo nuovo album "Fractured Man"?
"Potete avere qualche risposta dalla copertina dell'album e dai brani "Fractured Man" e "Fractured Man Again". Non può rimanere 'integro' chi ha seguito il cammino verso il Mistero."
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Quali sono le principali influenze e fonti d'ispirazione del disco?
"Come spiegato nelle note dell'album, mi è stato raccontato qualcosa da un mio collega molto importante, e quello ha dato il via al lavoro. Poi ho visto il quadro appeso nel mio soggiorno e ciò ha chiuso il cerchio, visto che avevo trovato anche l'artwork ideale per la copertina. Sono stato ispirato dal mio Essere, poiché un individuo può trasmettere solo ciò che è."
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Come mai hai atteso 12 anni per realizzare un nuovo album dopo "Birdking"?
"È stato necessario aspettare finché il mio Essere non ha progredito abbastanza da avere l'ispirazione per un nuovo lavoro. La musica è per me un'attività marginale, e non ho mai abbastanza tempo da dedicargli quando ho finito di sbrigare le altre cose."
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Secondo te quali sono le maggiori differenze tra "Fractured Man" e i tuoi dischi precedenti?
"Invecchiando divento più mistico, e credo che ciò si rifletta nell'album."
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Come è nato il rapporto con Annabel Lee e Michael Moynihan dei Blood Axis e come si è sviluppata la collaborazione per "Fractured Man"?
"Annabel e Michael sono miei cari amici da anni e siamo sempre in contatto. Abbiamo lavorato insieme in passato, quindi aveva senso chiedergli di aiutarmi per il nuovo album."
"Il mio obbiettivo principale è vivere una vita piena di significato e cercare oltre il Mistero. Ha poco senso camminare in salita quando c'è un percorso pianeggiante per la stessa destinazione, per cui seguo la via che i miei antenati hanno seguito prima di me e che è segnata nella mia cultura e nel mio sangue..."
(Ian Read)
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Facciamo un passo indietro verso gli albori del progetto: quali erano i temi e le idee che portarono alla fondazione dei Fire + Ice?
"Semplicemente mi è stato chiesto, da alcune persone con cui avevo collaborato, quando avrei realizzato un album. Una volta pubblicato il primo disco, ho capito che la cosa poteva interessare gli altri a sufficienza per rendere lo sforzo meritevole. Non sono interessato a dare altre spiegazioni, a parte quanto appena detto."
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Puoi raccontarci qualcosa riguardo il tuo interesse per le rune e il paganesimo? Quando è nata questa passione?
"Dopo aver lasciato le scuole ho incontrato gente interessata alle nostre antiche divinità, in breve ho giurato fedeltà a questo percorso e non sono mai tornato indietro. Il mio interesse si estende per intero alle tradizioni indo-europee e, se necessario, anche oltre. Il mio obbiettivo principale è vivere una vita piena di significato e cercare oltre il Mistero, che noi del Rune-Gild chiamiamo 'Rûna'. Ha poco senso camminare in salita quando c'è un percorso pianeggiante per la stessa destinazione, per cui seguo la via che i miei antenati hanno seguito prima di me e che è segnata nella mia cultura e nel mio sangue."
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Puoi spiegarci cosa sono gli Illuminates of Thanateros (IOT) e quale ruolo vi hai avuto?
"Sono un'organizzazione di maghi del caos. Migliori spiegazioni su ciò che sono possono essere trovate qui: iotbritishisles.org. Sono stato Capo Sezione per il Regno Unito per nove anni, dopodiché sono diventato un Anziano e ho potuto spendere più tempo lavorando con il Rune-Gild: rune-gild.org."
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Che opinione hai riguardo l'Odinismo e il paganesimo che caratterizzano molte giovani band neofolk?
"Il declino del potere della Chiesa ha portato le persone più sveglie a scegliersi le credenze che più desideravano, ed io non posso che essere favorevole a questa diversificazione. Tuttavia molti sono solo dei 'posers', e l'unica cosa che mi interessa quando si atteggiano ad odinisti è che ciò sia preferibile all'adorazione di un dio a me estraneo."
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Tornando a parlare di musica, raccontaci qualcosa riguardo la tua prima esperienza coi Sol Invictus. Come mai lasciasti la band?
"Abbiamo prodotto buona musica, poi ho lasciato il gruppo per approfondire i miei interessi nelle arti marziali e nella magia, fatto che per mi ha portato ad un periodo di isolamento in Germania."
"La maggior parte delle band neofolk dovrebbe ascoltare i gruppi folk tradizionali e imparare da loro cosa serve per fare una buona canzone. È un bene che questo stile abbia molti seguaci, ma un male che chiunque, anche i cani, pensi di poter fare musica..."
(Ian Read)
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Durante l'inizio della tua carriera musicale sei stato coinvolto in diversi progetti della cosiddetta prima ondata neofolk e apocalyptic folk. Cosa ricordi di quel periodo?
"È stato molto divertente e sono felice di avervi preso parte. Ma si va avanti e si lasciano indietro le persone che non riescono a tenere il passo."
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Che opinione hai oggigiorno del grande calderone neofolk? Quali differenze vedi tra il presente e un passato in cui ben pochi erano interessati a questo tipo di musica?
"La maggior parte delle band neofolk dovrebbe ascoltare i gruppi folk tradizionali e imparare da loro cosa serve per fare una buona canzone. Ma ovviamente non seguono tale consiglio, e considerando i miei gusti è giocoforza che non mi piacciano quasi tutti i progetti neofolk. È un bene che questo stile abbia molti seguaci, ma un male che chiunque, anche i cani, pensi di poter fare musica. Ciò porta solo ad un aumento della spazzatura."
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La Fremdheit è la tua etichetta personale. Puoi raccontarci quando è nata e perché hai scelto questo nome?
"Per lavorare con i distributori avevo bisogno di una label. Il nome rappresenta parte del processo con cui chiunque voglia diventare un Rune-Master deve scendere a patti. Il termine è intraducibile, perciò suggerisco a chi è interessato di rivolgersi al primo madrelingua tedesco che trova e tentare la fortuna."
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Quali vantaggi o problemi ha comportato il mantenimento di una label indipendente?
"Non mi vengono in mente problemi. Il vantaggio è che ho il controllo completo su tutto senza alcuna interferenza, e questo è fondamentale. Ci sono al mondo poche persone qualificate per dire ad un uomo con quasi 40 anni di esperienza come rappresentare artisticamente il proprio Percorso, e nessuna all'interno delle etichette che conosco."
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Parecchi anni fa hai realizzato un paio di interessanti compilation tramite la Fremdheit, intitolate "The Pact: Flight In The Face Of The Gods". I due CD includono sia nomi celebri della scena che ottimi artisti ad oggi ancora semisconosciuti. Come hai selezionato i progetti?
"Ho chiesto ad alcuni amici di partecipare ed il resto dei nomi viene da raccomandazioni degli stessi amici."
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Come sei entrato in contatto con la label francese Autre Que per la ristampa in vinile di "Runa"?
"Nathalie della Autre Que mi ha contattato e mi ha chiesto se poteva realizzare quest'album in vinile. L'ha preceduta la sua buona reputazione, poi rafforzatasi tramite i nostri contatti via email e confermata dall'incontro avuto di persona."
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Sei interessato a ristampare altri titoli dei Fire + Ice in vinile?
"Sì, amo i vinili e prossimamente sarà ristampato in LP "Gilded By The Sun", con la distribuzione della Tesco."
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Uno dei tuoi pezzi migliori dell'ultimo periodo è "Napoleon On St. Helena", apparso nella compilation "Forseti Lebt". Come mai hai scelto il tema dell'esilio napoleonico? C'entra qualcosa con la condizione di Andreas Ritter (Forseti), cui è dedicato il CD?
"Molti brani riguardanti Napoleone sono cantati in inglese, il che è in qualche modo strano, e ho voluto mostrare questa stranezza realizzando "Napoleon On St. Helena". La traccia non è legata alla salute di Andreas, che ad ogni modo ritengo una brava persona a cui ho voluto bene e che ho tenuto in grande considerazione come musicista."
"Ci sono al mondo poche persone qualificate per dire ad un uomo con quasi 40 anni di esperienza come rappresentare artisticamente il proprio Percorso, e nessuna all'interno delle etichette che conosco..."
(Ian Read)
http://www.tesco-germany.com/