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24-06-2007
NECRO FACILITY
Genio e sregolatezza in salsa svedese
di Roberto Alessandro Filippozzi
Uno degli aspetti che raramente si tende a sottolineare quando si parla di musica elettronica alternativa è il fattore-età, nel senso che non capita quasi mai di vedere gente giovanissima affacciarsi con successo sulla scena EBM, synthpop, electro-industrial etc.: quando ci riferiamo a certa elettronica, solitamente parliamo di musicisti che arrivano al debutto quando hanno almeno già 24/25 anni, e se andiamo a vedere chi ha saputo eccellere, magari dopo esordi incerti, allora la media supera nella maggioranza dei casi i 28/29 anni... Insomma, la scena elettronica in tal senso non è certo come quella metal, dove più volte dei ragazzini minorenni sono riusciti a firmare importanti contratti ed hanno realizzato dischi di successo nel proprio ambito, ed una spiegazione potrebbe giungere dal fatto che imparare ad usare macchinari dalle possibilità ben più ampie di un qualsiasi strumento tradizionale richiede tempo, ricerca e dedizione... Tutto questo preambolo per introdurre a dovere il duo svedese Necro Facility, recente autore della sorprendente seconda prova sulla lunga distanza "The Room", nuovamente pubblicata dall'ottima conterranea Progress Productions. Questi due bizzarri personaggi, al secolo Oscar Holter (musica) ed Henrik Bäckström (voce), sono stati in grado di ricreare i peggiori incubi cibernetici ed il feeling più malsano emanati in passato dalle cose migliori di due 'mostri sacri' come Frontline Assembly e Skinny Puppy, e lo hanno fatto a modo loro, senza limitarsi a copiare pedissequamente le intuizioni dei propri numi tutelari, ma anzi reinterpretandone al meglio la fondamentale lezione. E questi due ragazzi, che pian piano si stanno conquistando la meritata esposizione grazie a recensioni entusiastiche un po' ovunque, sono 'più o meno entrambi ventenni' (per usare le loro stesse parole), cosa che ci ha lasciati ulteriormente sorpresi, visto il preambolo di cui sopra... Pur con mezzi limitati (come loro stessi ci spiegheranno), i due artisti scandinavi sono riusciti a dare uno scossone ad una scena harsh-electro sempre più asfittica ed in crisi, minata alle fondamenta dai troppi cloni dei vari Suicide Commando, Hocico e :Wumpscut: che vivono nella sola speranza di azzeccare l'ennesima 'hit' iper-quadrata per far breccia nei club. Velleità così limitate non fanno per il duo in questione, che invece sa bene cosa vuole dalla propria musica e si impegna per giungere a traguardi sempre nuovi: siamo andati a rintracciare sia Oscar che Henrik per farci raccontare tutto quello che c'è da sapere sul nuovo gioiello "The Room", certi del valore che un simile album riveste nell'attuale panorama harsh-electro ed incuriositi oltremodo dalla giovanissima età dei suoi creatori...
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Torniamo per un attimo al vostro debut "The Black Paintings": a quanto ne so è andato piuttosto bene, quindi vorrei chiedervi che tipo di riscontri avete avuto e com'è cambiata la vostra vita in ambito artistico negli ultimi due anni...
Oscar Holter: "È stato un folle viaggio, abbiamo avuto riscontri sia positivi che totalmente negativi: alcuni hanno detto che eravamo solo degli imitatori che tentavano di ricreare qualcosa, ma non hanno guardato bene il quadro d'insieme, altrimenti avrebbero capito che facevamo quelle cose per divertimento, non certo per vendere dischi o per tentare di diventare famosi. Ciò che abbiamo fatto è scaturito dall'amicizia tra Henrik e me, e non da qualcosa che punta al mercato. Siamo cresciuti moltissimo sia come musicisti che come produttori negli ultimi due anni, e tieni presente che siamo più o meno entrambi ventenni, quindi abbiamo scoperto da poco molta musica che ci piace, crescendo quindi anche come amanti della musica."
Henrik Bäckström: "Come ha detto Oscar, abbiamo ricevuto sia critiche positive che negative. Sai, c'è sempre qualcuno che ha delle opinioni e che vuole lamentarsi di qualcosa, ma ciò non ha disturbato né Oscar né me. Ognuno ha diritto di avere la sua opinione, ma il punto nodale sta nel fatto che - io penso - alcuni non hanno proprio capito che facevamo queste cose per divertimento e che eravamo pienamente immersi nell'esplorazione di nuove cose. Non siamo una band di copioni che stanno provando a vivere sulle spalle di qualcosa che non esiste più."
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Cosa avete fatto negli ultimi due anni, artisticamente parlando, e come avete lavorato per portare Necro Facility ad un livello superiore?
Oscar Holter: "Entrambi portiamo avanti le nostre carriere ed abbiamo prodotto e scritto materiale di ogni tipo, ma penso che recentemente abbiamo sviluppato un altro tipo di amore per la musica: oggi non ascoltiamo più tanto materiale industrial o quel tipo di musica alternativa, infatti siamo molto interessati a roba tipo house, techno, pop, jazz etc..."
Henrik Bäckström: "Sai, le nostre influenze sono cresciute molto negli ultimi due anni, e penso che tu possa sentirlo ascoltando il nuovo album. Come dicevo prima, siamo molto coinvolti nella sperimentazione, coi ritmi che assumono il ruolo di nucleo centrale nella nostra musica, quindi ci siamo limitati a creare un nuovo album con tutte quelle nuove influenze e suoni che abbiamo scoperto durante il processo creativo."
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Il nuovo album suona molto più duro ed opprimente rispetto al debut: cos'è cambiato nella vostra visione musicale, oltre a quanto abbiamo già detto prima?
Oscar Holter: "Penso ci sia davvero piaciuto liberarci dei beat in 4/4 che erano su 'The Black Paintings': non che quel tipo di ritmi non ci piacciano, ma abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto sviluppare qualcosa che andasse un gradino oltre, con più groove alla maniera industrial. Penso che ciò rappresenti il tema principale in 'The Room'."
Henrik Bäckström: "Sì, il sound su 'The Room' è molto più duro, ma non penso che intendessimo fare un disco per spaccare il culo e basta: abbiamo solo provato a giocare di più coi ritmi, sia con la batteria che coi suoni, di modo da creare qualcosa di più groovy rispetto al solito beat in 4/4 la cui struttura serve solo a martellare nei dancefloor. E poi sai, col passare del tempo le influenze, le personalità e le cose amano fare certi cambiamenti."
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Così come per il debut, le influenze principali su "The Room" sono rappresentate da Frontline Assembly e Skinny Puppy, fermo restando che non vi siete mai ridotti a copiare pedissequamente tali 'mostri sacri'... Penso altresì che siate stati in grado di capire la loro lezione e di interpretarla al meglio attraverso uno stile sicuramente personale: che ne pensate?
Oscar Holter: "Come dicevo prima, oggi non ascoltiamo più quel tipo di musica; ovviamente gli Skinny Puppy sono la nostra più grande influenza, non li ascoltiamo certo ogni giorno ma ne amiamo il sound ed altri aspetti, quindi non direi che oggi noi li si copi ancora, poiché non è nelle nostre intenzioni. Quando ci occupiamo di Necro Facility possiamo fare qualsiasi cosa vogliamo, e si tratta di ciò che proviene da noi: usando questi suoni tutto ci viene in maniera naturale, poiché amiamo quel tipo di sound, di vocals etc..."
Henrik Bäckström: "Beh, la musica dovrebbe sempre essere personale, e se non lo è non c'è alcun motivo per farla. Comunque sì, sono cresciuto ascoltando gruppi come Skinny Puppy, Frontline Assembly e Numb, quindi la nostra musica è spesso influenzata da quel sound 'old school'. Sai, amiamo i ritmi, i suoni strani, le sensazioni e tutto quel feeling speciale che quei tre gruppi sono stati in grado di creare, ma non direi che vogliamo copiare quel sound: vogliamo soltanto portare avanti la loro eredità."
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A proposito, che ne pensate delle prove più recenti di Skinny Puppy e Frontline Assembly? "Mythmaker", ad esempio, pare aver diviso parecchio la critica ed i fans...
Oscar Holter: "Amo il fatto che continuino a sperimentare con la musica, è un processo che non deve mai fermarsi, ma attualmente ascolto molta più IDM e solo in parte le altre cose, quindi non ho preso i loro nuovi album: mi manca qualcosa per spingermi fino a cercarli nei negozi... Il disco solista di cEvin Key si avvicina di più ai miei gusti attuali, ma sia gli Skinny Puppy che i Frontline Assembly non rientrano più nelle mie preferenze, e so bene di cosa sto parlando..."
Henrik Bäckström: "A dire il vero non ho ancora sentito 'Mythmaker', ma sai, si tratta di persone e musicisti che sentono il bisogno di crescere e di cambiare, e non c'è niente di strano in ciò. I gruppi che hai menzionato sono stati in pista per più di 20 anni, e non si può continuare a fare le stesse cose per un periodo così lungo: non importa quale sia il tuo stile, finirai malamente se persisti a non cambiare mai (lo dice ridendo, nda)..."
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La maggior parte dei gruppi harsh-electro odierni sembra essere molto influenzata ed attratta da act quali Suicide Commando, Hocico e :Wumpscut:, tant'è che i più tentano di sbarcare il lunario a suon di club-hits coi soliti beat, le solite vocals, etc., mentre voi avete sicuramente intrapreso una strada più difficile e 'rara' di questi tempi: perché avete preferito questo approccio?
Oscar Holter: "Semplicemente perchè non ci piace quel tipo di musica. Quando crescevamo non avevamo idea di cosa fosse nuovo fra gli Skinny Puppy ed i VNV Nation, poiché li abbiamo scoperti nello stesso momento in cui abbiamo scoperto questo tipo di musica, ma abbiamo scelto il materiale più datato pur non sapendo che si trattava di roba più vecchia, quindi sin dall'inizio abbiamo pensato che l'elettronica più recente facesse schifo. Con ciò non intendo insultare i musicisti meno longevi perché nel loro campo sono molto validi, oltre ad aver venduto (molti) più dischi di noi, ma continuiamo a sostenere che quella roba non fa per noi... tirate fuori i ritmi, se ne siete capaci!"
Henrik Bäckström: "Tutti questi gruppi fanno le loro cose, e ciò va rispettato, ma quella roba non fa per noi: non vogliamo creare una facile club-hit solo per farla diventare tale. Sai, creiamo le canzoni che ci piacciono, e se con un po' di fortuna le passano nei club e diventano delle hit, per noi va bene."
"Quando crescevamo non avevamo idea di cosa fosse nuovo fra gli Skinny Puppy ed i VNV Nation, poiché li abbiamo scoperti nello stesso momento in cui abbiamo scoperto questo tipo di musica, ma abbiamo scelto il materiale più datato pur non sapendo che si trattava di roba più vecchia, quindi sin dall'inizio abbiamo pensato che l'elettronica più recente facesse schifo..."
(Oscar Holter)
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Veniamo ai contenuti: cos'è questa 'stanza' a cui alludete nel titolo del nuovo album? C'è un preciso concept dietro al titolo del disco?
Oscar Holter: "Abbiamo solo scritto delle canzoni, non tanto per fare un disco, ma più per il gusto di crearle; dopo un po' abbiamo notato che c'era un filo conduttore fra alcune di esse, e da ciò è nato il sound per il nostro prossimo album. Successivamente abbiamo lavorato molto sulla produzione, per ottenere il sound che avevamo in mente."
Henrik Bäckström: "Come dice Oscar, il suono del nuovo album è nato da alcune canzoni: non direi che ci sia un concept o un tema che le attraversa tutte, ma spesso pensiamo ai Necro Facility come ad una sola persona, contenente sia la mia mente che quella di Oscar. Di conseguenza, questa 'stanza' rappresenta più che altro una metafora per il recipiente che contiene la tua mente, il tuo spirito o la tua anima, se preferisci."
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C'è qualche concetto di fondo legato all'artwork, che sembra relazionato in qualche modo alla morte?
Oscar Holter: "È solo una bella foto, niente di più: non siamo così profondi come potrebbe sembrare o apparire, siamo solo due stupidi ubriaconi svedesi (ride, nda)!"
Henrik Bäckström: "Non ha un significato particolare: ci è sembrata carina, ed inoltre sembrava adatta per riflettere alcuni dei contenuti dell'album. Rileggiti la mia risposta alla domanda precedente e poi dai uno sguardo alla copertina del disco, e forse avrai un quadro più chiaro (ride, nda)..."
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Di cosa trattano i vostri testi?
Henrik Bäckström: "Le liriche sono costruite sulle emozioni, allo stesso modo della musica. Trattano di qualsiasi cosa abbia a che fare con le reali esperienze di vita, sia quelle che vivi ogni giorno che i grandi problemi. Molte di esse sono riflessioni su cosa sta accadendo nel mondo, quindi in linea di massima trattano tutte di emozioni, siano esse tristi, rabbiose o allegre."
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Ma qual è, secondo voi, la situazione attuale del pianeta?
Henrik Bäckström: "Beh, che posso dire? Il mondo si trova esattamente nello stesso stato in cui era 20, 40, 400 o 4000 anni fa, eccetto per il fatto che oggi abbiamo molta più tecnologia. Continuiamo ad inquinare il pianeta e portiamo avanti il nostro insano desiderio rabbioso di guerra, quindi non direi che è cambiato granché. E le riflessioni vengono naturali, poiché Oscar ed io siamo umani che vivono in questo mondo proprio come te, nonché per il fatto che ora non si può davvero più ignorare la follia che ci circonda. Processo e riscrivo tutte queste osservazioni quando lavoro ai testi."
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Sembra che di questi tempi la scena elettronica alternativa stia riscoprendo i messaggi politicizzati, basti vedere quanto recentemente fatto dai vari Leæther Strip, Skinny Puppy, Spetsnaz e da buona parte dei gruppi EBM: pensate sia giusto usare la musica per veicolare certi messaggi, oppure preferite che rimanga una semplice forma d'intrattenimento?
Oscar Holter: "Non abbiamo mai agito così: sia Henrik che io abbiamo modi differenti di vedere le cose in senso politico, ma possiamo esprimere queste cose attraverso la creatività. Non posso far smettere Henrik di dire ciò che sente nei suoi testi perché si basa sulle emozioni, ed io dico ciò che sento attraverso la mia musica, anche se è più facile capire certe cose attraverso le parole. Ciò però non ci hai fermati: siamo persone diverse tra noi, quindi dobbiamo curarci di entrambe le nostre individualità. Tuttavia i Necro Facility non sono mai stati né dei profeti, né una band politicizzata: vogliamo divertirci, tutto qui... fine della discussione (lo dice ridendo, nda)!"
Henrik Bäckström: "Ovviamente la musica è un modo grandioso per far giungere le tue idee alla gente, ma le cose non vanno così per i Necro Facility: io ho le mie opinioni ed Oscar le sue, ed i testi non sono scritti in modo da farti giungere il messaggio al primo ascolto o alla prima lettura. Le nostre liriche sono liberamente aperte alle interpretazioni, proprio come lo è la nostra musica: non abbiamo alcuna intenzione di venire identificati come dei profeti o di spingere il mondo verso qualche folle crociata. Ascolta la musica ed i testi e creati la tua interpretazione personale."
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Tornando alla musica, ascoltando il nuovo album si ha spesso l'impressione di trovarsi come in un incubo: percepite anche voi tale aspetto nelle vostre canzoni?
Oscar Holter: "Così come molti altri musicisti, anche noi vediamo i suoni come dei colori o delle immagini e ci piacciono i vecchi film horror e roba del genere, quindi è normale che il sound venga fuori così, ma non ci dispiacerebbe affatto un giorno vedere qualche nostro brano nella colonna sonora di qualche film horror (ride, nda)..."
Henrik Bäckström: "Beh, se la pensi così, allora abbiamo realizzato uno dei nostri obiettivi. Non fraintendermi, non vogliamo che gli ascoltatori si sentano come in un incubo: vogliamo soltanto che sentano qualcosa. Comunque sì, siamo in parte ispirati dai vecchi film horror e dai suoni striscianti, quindi mi va bene che il risultato sia questo (ridendo, nda)!"
"Il mondo si trova esattamente nello stesso stato in cui era 20, 40, 400 o 4000 anni fa, eccetto per il fatto che oggi abbiamo molta più tecnologia. Continuiamo ad inquinare il pianeta e portiamo avanti il nostro insano desiderio rabbioso di guerra, quindi non direi che è cambiato granché..."
(Henrik Bäckström)
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Quale ritenente che sia la situazione migliore per apprezzare al meglio un disco come "The Room"?
Oscar Holter: "Direi che ci sono modalità differenti: in macchina, camminando o ad un party. Penso che il disco si adatti bene ad ogni situazione: non hai bisogno di essere triste, arrabbiato o addolorato per ascoltare questo tipo di musica... senti il ritmo, la potenza ed il coraggio nella musica e portala ad un party, piuttosto!"
Henrik Bäckström: "Va bene ovunque, sta all'ascoltatore decidere."
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Uno dei punti di forza di "The Room" sta nel fatto che avete esplorato diverse nuove strade e soluzioni, pur mantenendo vivi i trademark che vi hanno contraddistinti sin dagli esordi...
Oscar Holter: "Penso che ciò dipenda dal fatto che siamo cresciuti come produttori: scriviamo lo stesso tipo di testi e siamo gli stessi musicisti di prima, ma le nostre capacità in fatto di produzione sono cresciute grazie al tempo (sebbene non ne abbiamo poi molto) ed all'apporto della tecnologia, ecco tutto. I ritmi stanno divenendo più maturi e complessi e l'intero sound sta crescendo canzone dopo canzone: penso che, se registreremo un altro disco nel giro di pochi anni, esso suonerà ancor più maturo e strano..."
Henrik Bäckström: "Beh, sai, col passare del tempo scopri e impari nuove cose, e ciò è esattamente quello che è successo coi Necro Facility. Quando avverti di esserti arenato sulle solite cose, allora devi provare qualcosa di nuovo e sperimentare almeno un po', e solo allora troverai la risposta e la soluzione. Noi continuiamo a crescere, quindi è possibile che Necro Facility suoni molto diverso col prossimo disco."
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Una delle cose che ho più apprezzato ascoltando il nuovo album è il modo in cui avete lavorato sui ritmi, che è poi ciò che fa la differenza fra voi ed i troppi cloni che infestano la scena harsh-electro...
Oscar Holter: "Siamo dei veri batteristi sin dagli inizi e non usiamo alcun loop, suoniamo ogni parte ritmica con le tastiere e non ricorriamo al programming: schiacciamo il tasto 'record' e suoniamo, e penso sia questa la chiave. La gente non si prende il tempo necessario per le parti di batteria ed i ritmi, QUESTA È LA VERITÀ! Se non sento del groove non ascolto un disco, ma i Kraftwerk, pur rimanendo molto rigidi, di groove ne hanno da vendere, quindi è il ritmo ad essere IMPORTANTE!"
Henrik Bäckström: "Sì, molte persone spesso negano l'importanza del ritmo: si limitano ad utilizzare qualche preset e sono contenti così. La batteria, i ritmi e la DINAMICA sono le cose più importanti."
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Ho anche molto apprezzato il modo in cui avete integrato le chitarre: pensate possano esservi utili per ottenere un sound più organico? Siete intenzionati ad usarle maggiormente in futuro, oppure rimarranno un aspetto marginale nel vostro suono?
Oscar Holter: "Non posso dirti né di sì, né di no. Se sentiamo che un riff di chitarra dovrebbe esserci, allora lo aggiungiamo: non siamo così limitati da pensare che la musica debba essere solo elettronica o solo basata sulle chitarre, quella è un'attitudine che fa schifo e che purtroppo hanno tutti, dai rocker a chi fa elettronica o techno. Ci piace sentire davvero la musica, quindi è possibile che in futuro aggiungeremo più strumenti: vedremo (lo dice ridendo, nda)..."
Henrik Bäckström: "Beh, mi piacciono le chitarre, e se le usi saggiamente in un brano industrial, possono realmente spingere molto oltre la canzone stessa. Ma si vedrà se le useremo di più o di meno in futuro, forse la prossima volta proveremo a inserire una tromba (risate generali, nda)!"
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Ho notato che nessuno dei vostri brani troverebbe facilmente spazio nei club che passano harsh-electro, visti gli standard odierni, quindi mi chiedevo quale importanza date a questo aspetto, dal momento che sembrate lavorare in maniera diametralmente opposta al resto dei gruppi della scena...
Oscar Holter: "Se scrivessimo una club-hit, vorremmo che fosse un pezzo sul quale puoi realmente ballare e che un vero DJ potesse suonare. Quel tipo di musica che non si può ballare non mi piace perché non c'è ritmo in essa, ma se vai in un posto dove si passa techno o elettronica che sia stata realmente scritta da professionisti appositamente per i dancefloor, allora troverai davvero il groove giusto per una discoteca. Vedremo cosa accadrà in futuro, forse vi faremo dono di una canzone per i club, ma non suonerà certo come quelle rigide e noiose tracce che si sentono attualmente."
Henrik Bäckström: "È divertente vedere che l'harsh-electro è diventata la musica sulla quale la gente balla nei club... L'harsh-electro è troppo rigida e noiosa per me: voglio beat dinamici e ritmo quando ascolto musica, quindi, se mai faremo una 'club-hit', probabilmente suonerà diversa rispetto alle solite cose, incluso quello che stiamo facendo come Necro Facility."
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Un altro aspetto del vostro sound che ho molto apprezzato è quel taglio industrial che vive in ogni brano, il che è qualcosa di importante in tempi in cui qualsiasi disco electro viene presentato come 'industrial', anche quando non ha nulla di attinente a quel tipo di musica... A mio dire, avete ridato dignità al termine 'industrial' associato all'elettronica...
Oscar Holter: "Sono piuttosto d'accordo con te: oggi non so più cosa sia 'industrial', non so nemmeno se ho mai compreso bene ogni cosa dietro a tale definizione! Noi comunque ci limitiamo a dire che suoniamo 'old school west coast electronic music' (risate, nda)..."
Henrik Bäckström: "Grazie! Mi riferisco più semplicemente al nostro materiale come a musica elettronica, o a volte industrial. Non sono molto interessato ad etichettare la musica, ma comunque è vero, oggigiorno gli artisti sembrano rifinire il proprio sound sin troppo; noi proviamo ad usare sia suoni di synth 'grassi' che rumore quando facciamo musica."
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Sebbene siate una band elettronica, il vostro sound sembra molto organico: preferite usare il software o l'hardware, e cosa pensate di quei programmi che ormai consentono a chiunque di fare musica elettronica?
Oscar Holter: "Siccome siamo piuttosto giovani e non possiamo permetterci veri strumenti, al momento utilizziamo più che altro software, anche se alcune parti di chitarra sono state realmente suonate. Ma come dicevo non siamo programmatori, non potremmo mai farlo: suoniamo sempre le nostre melodie ed i nostri ritmi."
Henrik Bäckström: "Beh, penso sia una buona cosa, perché la diffusione del software ha aperto molto il mercato e perché ora chiunque può fare musica, ma ci sono dei risvolti negativi: il solo fatto che chiunque possa fare musica non significa necessariamente che essa poi sia buona (ride, nda)..."
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Che cosa pensate del fatto che la maggior parte di quei metalheads più 'estremi, allorquando decidono di avvicinarsi all'elettronica, entrino in contatto anzitutto con gruppi tipo il vostro? Pensate che il vostro sound possa rappresentare una sorta di 'ponte' fra il metal estremo e l'elettronica?
Oscar Holter: "Lo spero: conosco molta gente che apprezza tanto i Tool quanto roba più ritmica tipo i Necro Facility, ed amiamo questa predisposizione. Vogliamo davvero che chiunque sia interessato alla musica ci riservi almeno un ascolto: non vogliamo restare confinati in uno stile particolare, e non ci resteremo (ride, nda)!"
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Tornando al disco, ancora una volta c'è un bonus-CD, stavolta limitato alle prime 200 copie e comprendente 3 brani: non c'era davvero la possibilità di aggiungere più materiale a tale dischetto?
Oscar Holter: "Non ne avevamo il tempo, ed inoltre non abbiamo trovato alcun buon remixer disponibile. Vogliamo pubblicare buona musica, non schifezze: avremmo potuto ottenere molti remix dalla scena elettronica alternativa, ma ci siamo opposti perché non ritenevamo la cosa un esperimento interessante per la nostra band."
Henrik Bäckström: "Personalmente, spesso non mi piacciono i remix di gruppi industrial che remixano altri gruppi simili: sarebbe più interessante farsi remixare da qualche gruppo hardcore, IDM, techno o house, ma davvero non c'era tempo per trovare alcun buon remixer..."
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Come dicevamo prima siete molto giovani, specie se paragonati all'età media dei musicisti operanti in ambito elettronico, quindi vorrei capire quali sono stati i vostri primi passi in questo settore musicale... Mi chiedevo inoltre se e quanto siete orgogliosi degli ottimi risultati sin qui raggiunti, specie se paragonati alla fatica che artisti con molta più esperienza alle spalle ancora fanno per ottenere un po' di esposizione...
Oscar Holter: "Siamo molto molto orgogliosi del punto a cui siamo giunti attualmente. Abbiamo anche avuto un buon successo nelle nostre altre carriere, e sia io che Henrik sentiamo che ciò dipende da come vedi le cose nella vita: vediamo ogni cosa in maniera 'party', tutto è divertente e merita di essere provato, il che rappresenta il modo in cui abbiamo sempre vissuto e come siamo stati abituati a pensare. Abbiamo comunque combattuto molto per arrivare sin qui, non ci è stato regalato nulla (sebbene molta gente lo pensi): ti dico che lavorare duramente è l'unico modo per farcela, ma ti devi divertire mentre fai le cose, altrimenti non arriverai da nessuna parte."
Henrik Bäckström: "Beh, c'è del duro lavoro sia dietro la nostra musica che dietro alle nostre carriere, quindi sì, siamo molto orgogliosi. Io ed Oscar ci siamo incontrati circa sette anni fa ed abbiamo iniziato a manipolare synth e campionamenti, e quello che senti oggi è come suona la cosa sette anni dopo..."
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Parlando della vostra scena, la Svezia offre sempre nuovi talenti (specialmente in ambito elettronico), così come fece per il metal estremo negli anni '90. Perché, secondo voi, il 'vivaio' svedese è sempre prodigo di nomi degni di nota?
Oscar Holter: "Penso che la Svezia sia una terra molto legata alla musica: anche tutta la roba pop commerciale viene da qui, sia essa stata scritta per Madonna o Britney Spears etc... Penso che qui la gente sia incoraggiata a suonare uno strumento in tenera età, ed inoltre è facile entrare in una scuola di musica o noleggiare gli strumenti. Noi non abbiamo mai avuto della buona apparecchiatura, ma provvediamo a trovare le nostre idee ed i trucchi per far suonare il tutto meglio di quanto in effetti sia, il che penso sia il motivo per cui siamo arrivati sino a questi livelli in fatto di produzione."
Henrik Bäckström: "Penso che ciò dipenda dal fatto che siamo incoraggiati a suonare musica molto presto, e siamo anche incoraggiati a creare arte in tutte le sue forme, ma la cosa più importante è la creatività: non importa quanto buono sia il tuo equipaggiamento se non sei creativo e se non sai quali pulsanti schiacciare, e la creatività viene fuori dal duro lavoro e dalla sofferenza. Oggi è forse sin troppo facile creare musica: non devi neppure sforzarti troppo, ma penso comunque che la Svezia sia un Paese molto orientato verso la musica in generale."
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Nella mia recensione vi ho accostati a realtà quali Interlace e Severe Illusion, dal momento che siete fra le cose più interessanti uscite dalla frangia 'harsh' svedese: cosa ne pensate, e come valutate l'intera scena del vostro Paese?
Oscar Holter: "Non conosciamo la scena così bene: abbiamo suonato sia coi Severe Illusion che con gli Interlace, sono persone amichevoli ed ottimi musicisti, ma niente che ci interessi ascoltare. Non abbiamo più quel tipo di interesse verso quel genere musicale: non so se ciò dipenda dal fatto che siamo cresciuti o dal fatto che di quella roba ne abbiamo sentita troppa, ma so che ci sono un sacco di musicisti e gruppi dannatamente validi in Svezia che aspettano solo di essere scoperti!"
Henrik Bäckström: "Ho perso contatto con la scena industrial svedese, penso di averne fatto una specie di overdose... Comunque sì, ci sono buoni musicisti che fanno le loro cose: noi li rispettiamo, e sono sicuro anch'io del fatto che ci siano molti talenti che aspettano di essere scoperti."
"Non siamo così limitati da pensare che la musica debba essere solo elettronica o solo basata sulle chitarre, quella è un'attitudine che fa schifo e che purtroppo hanno tutti, dai rocker a chi fa elettronica o techno..."
(Oscar Holter)
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Cosa vi piace ascoltare al momento, e quale brano scegliereste se doveste cimentarvi con una cover?
Oscar Holter: "Un po' di tutto, a parte l'industrial e quel tipo di cose: molta house, electro, techno, jazz, pop radiofonico etc... Penso sarebbe dura per noi fare una cover: abbiamo iniziato a comporre perchè non riuscivamo a suonare roba altrui, ecco perchè non abbiamo mai fatto una cover neppure agli inizi. Abbiamo fatto un'orribile cover di un vecchio brano assieme agli S.P.O.C.K. su di un vecchio demo, principalmente per gioco, ma ti assicuro che è venuta fuori una vera porcata (risate generali, nda!)"
Henrik Bäckström: "Al momento ascolto molta roba hardcore, metalcore, techno ed house, ma mi piace la musica di ogni tipo, e comunque penso che non vedrai una cover fatta dai Necro Facility per mooooooolto tempo ancora (ride, nda)... Abbiamo iniziato a creare musica perché non riuscivamo a suonare quella degli altri, e così abbiamo sempre continuato, senza contare che non avverto la necessità di fare alcuna cover al momento."
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C'è qualche altro progetto che bolle in pentola per voi?
Oscar Holter: "Abbiamo remixato parecchie band nella nostra carriera e penso che ce ne saranno altre, quindi fate attenzione ai nostri prossimi remix, che sono imminenti. Abbiamo molti altri progetti: io lavoro come musicista professionista e produttore in Svezia, ora per musica radiofonica di tutti i tipi, quindi spero che vedrai il mio nome da qualche parte in futuro."
Henrik Bäckström: "Il lavoro non finisce mai, he he! Probabilmente ci saranno dei nuovi remix e forse anche delle nuove tracce, ma non c'è nulla di pianificato, e comunque stai certo che continueremo a lavorare con la musica in generale, non solo per Necro Facility."
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Vi apprestate ad esibirvi dal vivo per promuovere il nuovo album? E cosa ci potete dire sui vostri spettacoli live?
Oscar Holter: "Per via dei nostri lavori al di fuori della band non ci resta molto tempo come due anni fa, ma abbiamo scelto alcune date meritevoli di essere accettate come i festival M'era Luna ed Arvikafestival, nonché qualche concerto in Ungheria e Finlandia, ma ci piacerebbe tanto venire anche in Italia a suonare... sarebbe meraviglioso!"
Henrik Bäckström: "I nostri live sono spesso molto intensi, proviamo a rilasciare tutta l'energia possibile sul palco: i nostri spettacoli richiamano quelli hardcore, ma in maniera più industrial. Abbiamo alcuni concerti già pianificati, ma facci un fischio e verremo volentieri a spaccare il culo ai passeri anche in Italia (risate generali, nda)!"
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Bene, siamo davvero in chiusura: seriamente, cosa vi aspettate da un disco come "The Room" e dalla vostra carriera in generale?
Oscar Holter: "Divertirci e bere birra ai concerti, niente di più."
Henrik Bäckström: "Divertirci il più possibile strada facendo. Salute!"
http://necro.e-prom.se
http://www.progress-productions.com/