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30-03-2013
VAINERZ
Spensieratezza elettronica
di Max Firinu
Il loro disco di debutto è stato disponibile solo sulla piattaforma digitale, ma adesso si appresta a venir pubblicato nel formato CD dalla berlinese RGK, dove sono anche di base. Formatisi quasi per caso grazie all'amichevole passione di due professionisti della scena electro melodica, lo strumentista Rico Ferenc Piller (D-Pressiv e P24) e il cantante e paroliere Mario Bouvain (già con n.ever.endless). E il risultato è stato quello di uno degli highlights dell'anno precedente, che ha infiammato le pagine della nostra webzine, come avrà già fatto nei club di spicco germanici. Eppure i Vainerz volano basso, spinti solo dall'amore per le melodie accattivanti e introspettive delle loro canzoni, fieri di far parte di una scena modesta ma dove vige la fratellanza. Un'intervista con entrambi, che ha consolidato la loro condivisa forma mentis ed è risultata una vera propria lezione di modestia, ripagata da un successo che si spera potrà far loro solcare anche i nostri palchi.
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Per prima cosa vi chiederei di riassumere al pubblico italiano la vicenda della vostra collaborazione...
"A dire il vero conosco Rico da lungo tempo, siccome entrambi firmammo per la stessa etichetta verso la fine degli anni '90. Lui nell'incarnazione dei D-Pressiv e io con n.ever.endless. Dobbiamo tornare a due anni fa, quando ci siamo di nuovo incontrati a un party dopo tanto tempo che non ci incrociavamo. Dopo un paio di drink abbiamo deciso di intraprendere quest'avventura, mettendo su una nuova e fresca formazione. Tutto qui."
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Qual è il fine ultimo di realizzare musica sotto il monicker dei Vainerz?
"Divertirsi, semplicemente, ma anche testare quelli che sono i confini del genere synthpop. Questo è quello che principalmente cerchiamo di fare."
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Splendido il vostro nome, "la voce degli angeli" in scozzese...
"(ridendo, nda) Suona davvero bene, vero? Temo che la mia voce non abbia in realtà nulla a che vedere con quella degli angeli, ma il monicker ha davvero un buon effetto!"
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Andate a caccia di che tipo di pubblico?
"Tutti coloro che apprezzano la melodia, ma anche l'electro-pop pomposo e diretto, senza dimenticare le influenze moderne."
"La scena synthpop/future-pop è molto piccola, ma speciale. Ci conosciamo un po' tutti, come in una piccola cittadina, ma questo è anche un vantaggio. Ci si aiuta tra un progetto e l'altro, e questa è una lodevole caratteristica. Come si potrebbero altrimenti organizzare cosi velocemente concerti, serate o pianificare lavori di remix? Sono contento di farne parte..."
(Mario Bouvain)
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Come siete abituati a lavorare in fase compositiva?
"Non appena ci sediamo a comporre insieme nuove canzoni si svolge tutto come un processo permanente, se vogliamo usare un eufemismo. Sviluppiamo insieme un'idea di brano, come la sua melodia e la sua base, assieme anche alle linee vocali, e ci impuntiamo fino a quando abbiamo un pezzo completo strutturalmente. La rifinitura finale avviene per lo più in studio."
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Trovo che la vostra musica richiami più il 'corpo' che la 'macchina', grazie a melodie accattivanti e cantati molto espressivi. Questo era un po' il marchio del genere fin dagli inizi dello sviluppo del medesimo. Cosa pensate di chi accusa la electro-music di essere glaciale e innaturale?
"La musica elettronica ha talmente tanti volti. Non è tutta polarizzabile in due punti, bianco e nero: è in verità molto colorata, variegata. Perciò, può sì essere fredda e innaturale, ma è plausibile che si possa anche ascoltare della buona electro più 'umanizzata'."
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Cosa rispondereste invece a chi considera la vostra proposta troppo 'mainstream' e melodica? Qual è la vostra considerazione riguardo ad altri generi di electro diversi dal vostro?
"Guarda, non ho proprio nulla da dire. Ci piace quello che scriviamo e suoniamo, e non ci interessano troppo tutte queste critiche. Se piace, ascoltatelo (sorride, nda). Io, ad esempio, amo molti altri generi, senza farmi alcuni problemi. Ad esempio, ascolto molta EBM."
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"I Try To Be" ha un testo davvero sottile, e si può dire lo stesso del videoclip. Qual è il tema centrale, un po' anche di tutte le vostre canzoni?
"Si tratta di una canzone molto personale e autobiografica, se vogliamo dire. Quando scrivo i testi mi preoccupo che il messaggio venga recepito un po' da tutti, in modo che ci si possa rispecchiare facilmente senza troppi fronzoli. Ognuno può quindi attribuire il proprio personale significato. Questa è anche la ragione per cui non c'è una spiegazione di base per le nostre liriche. Il punto cruciale è coinvolgere con le parole."
"Devi tenere conto che adesso, in questa era digitale, il pubblico fa l'artista. Ora i fans sono in grado di ascoltare prima di acquistarti, e sei vittima di una sorta di selezione naturale. Se non porti il nome di Depeche Mode, Madonna o U2 la sopravvivenza è dura, ed è molto più complesso distribuire tante copie dei tuoi lavori..."
(Rico Ferenc Piller)
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Come considerate in generale la scena synthpop/futurepop degli ultimi anni?
"È una scena molto piccola, ma speciale. Ci conosciamo un po' tutti, come in una piccola cittadina, ma questo è anche un vantaggio. Prima di tutto, ci si aiuta tra un progetto e l'altro, e questa è una lodevole caratteristica. Come si potrebbero altrimenti organizzare cosi velocemente concerti, serate o pianificare lavori di remix? Sono contento di farne parte."
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A questo proposito, ci sono band che vorreste suggerire o menzionare anche solo amichevolmente?
"Ci sono talmente tante band valide che potreste ascoltare. Tra tutte, mi piace spesso sottolineare il valido lavoro di Tiefenstadt, Vadot, Dreams Devide ed Any Second."
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Il vostro disco è uscito solo tramite il canale di download digitale. Come mai questa decisione? La rete e i social network hanno in qualche modo influenzato la vostra abitudine di fare musica? Considerate l'attuale era digitale positiva o meno per la musica indipendente?
"In realtà si è trattato di una scelta meramente commerciale. Prima di tutto è un modo per fare una panoramica su chi potrebbe amare il progetto Vainerz, magari desiderando anche di acquistare il disco fisico. Adesso che abbiamo tastato il terreno siamo prossimi a pubblicare "Silence" in CD, sperando nei risultati che ci siamo prefissi. Il download digitale e tutto ciò che ne concerne, come i social network stessi (myspace, facebook, soundcloud) sono una nuova chance per identificare velocemente il proprio pubblico e cercare di stilare una proiezione delle spese per una eventuale release fisica. Devi sempre tenere conto che adesso, in questa era digitale, il pubblico fa l'artista. Ora i fans sono in grado di ascoltare prima di acquistarti, e sei vittima di una sorta di selezione naturale. Se proprio non porti il nome di Depeche Mode, Madonna o U2 la sopravvivenza è dura, ed è molto più complesso distribuire tante copie dei tuoi lavori."
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Farete sicuramente un tour promozionale nei paesi in lingua tedesca, ma ci auguriamo un giorno di vedervi in Italia...
"Non abbiamo mai suonato in Italia e non è pianificato un viaggio dalle vostre parti, ma forse questo vostro interessamento potrebbe far cambiare le cose."
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Rico, tu sei anche attivo col tuo progetto solista P24. Hai qualche anticipazione da darci? E, ad ogni modo, quali sono a tuo avviso le differenze tra P24 e Vainerz?
"Ho appena realizzato il nuovo album "GEH". La più grande differenza è che P24 è un progetto in lingua tedesca e mi occupo sia della composizione che degli arrangiamenti e del cantato. Vainerz è un realtà orizzontale su due personalità".
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Mario, sei stato attivo coi n.ever.endless in passato. Ci sarà occasione di rivedere questa band pubblicare di nuovo qualcosa? In generale, oltre a Vainerz siete attivi con altri progetti che meritano di essere menzionati?
"Ho paura che n.ever.endless sia ormai storia antica. La sola cosa che desideriamo adesso è concentrarci sui Vainerz."
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Qualche ultima parola, un motto o qualunque cosa volgiate ancora dire...
"Fate ciò che amate di più, senza tener conto degli altri nella lunga strada per la conquista della felicità."
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