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18-05-2007
DEINE LAKAIEN
La più consona delle celebrazioni
di Roberto Alessandro Filippozzi
foto di Steven Riou
Lo scorso mese di febbraio il sottoscritto ha avuto il grande privilegio di essere invitato, in qualità di unico giornalista italiano (assieme a pochissimi altri writer europei), alla celebrazione per i vent'anni di attività dei tedeschi Deine Lakaien, tradottasi in un entusiasmante mini-tour assieme all'orchestra Neue Philharmonie Frankfurt. Un evento atteso da tempo, vista la continua esplorazione musicale dello storico duo teutonico da sempre a cavallo fra i suoni elettronici del synthpop più passionale e romantico e le forti influenze neoclassiche, sfociata col tempo in lavori sempre più vicini alla perfezione formale. In buona sostanza, davvero non si riesce ad ipotizzare celebrazione migliore per i Deine Lakaien se non, appunto, l'esibizione live al fianco di una vera orchestra, ed il mini-tour in terra tedesca ne è stato la miglior conferma. La data alla quale ho potuto avere il grande privilegio di assistere è stata quella alla celebre 'Arena' di Berlino il giorno 19, subito dopo una gradevole cena presso l'hotel Upstalsboom (designato per accogliere sia i giornalisti che la band stessa e relativo entourage): un concerto strepitoso di ben tre ore che ha visto i Deine Lakaien ripercorrere tutta la loro carriera, splendidamente coadiuvati dal superbo lavoro dell'orchestra. Una serata da tutto esaurito e carica di elettricità, col pubblico che ha applaudito ogni esecuzione in maniera scrosciante, arrivando nella seconda metà a regalare autentiche standing-ovation praticamente ad ogni brano proposto. Un pubblico fantastico ed appassionato che ha accolto la band con un calore incredibile, a testimonianza di come la Germania sia il luogo più indicato per eventi assolutamente memorabili e spesso irripetibili come questo. Dopo una serata così intensa, culminata col party nel backstage (durante il quale il sottoscritto si è intrattenuto a lungo con Ernst Horn, il quale ha sfoderato anche un simpaticissimo italiano e si è prodigato in aneddoti molto interessanti), il giorno 20 è stato deputato alle interviste con la band in una delle sale-conferenze dell'hotel Upstalsboom, tutte filmate al fine di raccogliere materiale extra per "20 Years Of Electronic Avantgarde", ovvero l'imminente DVD col resoconto di questo sensazionale ed irripetibile mini-tour... e chissà che fra gli extra non abbiate anche l'opportunità di vedere il sottoscritto alle prese con Alexander Veljanov ed Ernst Horn! Quella che vi apprestate a leggere è proprio l'intervista realizzata in quella mattinata berlinese coi due gentilissimi artisti, al fine di celebrare degnamente anche sui media italiani un traguardo così importante per un nome ormai fondamentale come quello dei Deine Lakaien. Al termine dell'intervista, essendo io l'ultimo in ordine di tempo a lasciare l'albergo, ho avuto anche la fortuna di pranzare con Alexander ed Ernst assieme al management della band, ma questa è un'altra storia... Nel ringraziare pubblicamente tanto Audioglobe (il distributore italiano) che la AFM/Soulfood (nuova label dei Deine Lakaien) per la grande opportunità offertami, vi lascio all'intervista coi due grandi artisti tedeschi...
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Siete giunti a celebrare 20 anni di attività come Deine Lakaien, un traguardo significativo per qualsiasi musicista in ogni settore: come vi sentite al riguardo?
Alexander Veljanov: "Beh, un traguardo come questo non può che farci sentire bene e spingerci a guardare al futuro in maniera positiva: abbiamo speso molte energie per arrivare dove siamo giunti oggi, e ripensando a tutti questi anni non potremmo davvero immaginare di meglio. Siamo molto soddisfatti dei risultati sin qui ottenuti e puntiamo a lavorare ancora per raggiungere nuovi traguardi artistici."
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Negli ultimi 20 anni siete sempre stati al top della scena 'gothic' ed avete appassionato ascoltatori anche fra il pubblico più orientato verso l'elettronica, senza mai incappare in tragici scioglimenti o cadute di tono clamorose come capitato ad altri: qual è la 'formula segreta' che vi ha condotti sin qui?
Alexander Veljanov: "Credo che sia stato importante per noi esserci presi delle pause consistenti quando era giusto farlo, ed inoltre entrambi ci siamo sempre ritagliati i nostri spazi per occuparci degli altri progetti che, nel corso degli anni, ci hanno visti protagonisti e/o comprimari. Ognuno di noi si è sempre preso il tempo necessario per realizzare ogni progetto artistico che riteneva interessante, e questo ci ha sicuramente aiutati ad evitare la stagnazione artistica."
Ernst Horn: "Penso che in questo ci abbia aiutato anche il livello qualitativo che siamo riusciti a mantenere nel tempo con ogni nostra release. Molti gruppi si dedicano a troppi progetti e/o pianificano troppe uscite discografiche: singoli per le radio, live-album inutili, raccolte al momento sbagliato etc., e questo finisce per inficiare l'intero lavoro di una band se si esagera. Penso sia questa la grande differenza fra i Deine Lakaien e buona parte dei gruppi odierni."
Alexander Veljanov: "Oltretutto noi ci siamo sempre guardati bene sia dal copiare pedestremente idee altrui, sia dal ripetere noi stessi ogni volta col disco successivo. Abbiamo sempre cercato di sorprendere il nostro pubblico, specialmente nei primi anni '90 con l'introduzione di nuove sonorità rispetto ai nostri esordi, talvolta rischiando anche di confondere alcuni dei nostri fans più affezionati, ma alla fine gli sforzi compiuti per non ripeterci hanno pagato."
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Per celebrare degnamente i vostri primi 20 anni di attività avete realizzato uno dei vostri sogni: fare un tour con un'orchestra. Immagino sia qualcosa che non dimenticherete mai...
Ernst Horn: "La pressione su di noi in questa particolare evenienza era immensa, quindi stai sicuro che non ce ne dimenticheremo mai (ride, nda)! Si è trattato davvero di un evento speciale che mi ha ricordato il nostro primo concerto acustico: eravamo molto tesi perché non avevamo idea di come sarebbe andata, essendo per noi una cosa completamente nuova, e ricordo che in quell'occasione venimmo a sapere all'ultimo minuto che si trattava di un festival, e che quindi c'erano qualcosa come 3000 persone ad attenderci! Mi resi conto della cosa solo nel pomeriggio, quando misi fuori il naso per rendermi conto di quanta gente ci fosse... Alla fine quel concerto si rivelò un successo, e le analogie con il tour con l'orchestra, specie per la prima data, sono state molte: anche stavolta si è trattato di una grande sfida per noi, ma l'enorme quantità di adrenalina accumulata ci ha aiutati a vincerla nel migliore dei modi!"
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Come siete giunti a scegliere l'orchestra Neue Philharmonie Frankfurt e come avete lavorato con loro per gli arrangiamenti dei brani del vostro live-set?
Ernst Horn: "Il contatto con quest'orchestra ci è giunto dal nostro violoncellista per i concerti, il quale per l'appunto suona nella Neue Philharmonie Frankfurt: ero stato invitato a vederli a Monaco, e subito mi sono accorto che non si trattava della classica orchestra, in quanto si vedeva che erano persone che non si prendevano eccessivamente sul serio e che scherzavano volentieri riguardo alla musica... insomma, li trovavo 'flessibili' proprio come una vera band! Questo mi ha fatto capire che sceglierli sarebbe stata la cosa giusta da fare, e fortunatamente il nostro management ha trovato il giusto accordo con loro, anche perché, quando porti sul palco tutta quella gente, il rischio è sempre quello di sforare coi costi complessivi... Fortunatamente questo non è successo coi ragazzi di Francoforte, e siamo lieti di averli scelti per accompagnarci in quest'importante avventura."
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Come avete selezionato i brani da eseguire con loro dal vivo, e quali si sono rivelati i più difficili da riarrangiare?
Alexander Veljanov: "In effetti la selezione dei brani da mettere in scaletta è stata difficile, ed è stato Ernst ad occuparsi della maggior parte delle scelte, poiché era lui a doversi sobbarcare la maggior parte del lavoro per quanto riguardava i nuovi arrangiamenti da realizzare. Ovviamente talune scelte sono state obbligate per via della notorietà di certe canzoni, ma ci siamo riservati il giusto spazio per inserire delle cose inattese, bilanciando al meglio i nostri classici con delle piacevoli sorprese ed evitando di concentrarci solamente sui singoli più famosi. Devi poi anche tenere conto del fatto che tre ore di concerto sono lunghe da far passare, quindi la sfida più grande nell'assemblare la setlist è stata quella di creare una scaletta in grado di tenere concentrato il pubblico per tutto quel tempo..."
"Non leggo mai le critiche a ciò che facciamo, ed anzi, tento accuratamente di evitarle: fanno parte del gioco, certo, ma ci saranno sempre da una parte gli entusiasti, quelli che ammirano ciò che fai come artista, e dall'altra quelli che nemmeno ci ascoltano, forse perché indispettiti dal mio taglio di capelli, oppure perché disgustati dal mio stile vocale o per chissà quale altra cazzata dettata da una prima impressione profondamente errata..."
(Alexander Veljanov)
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Un tour particolare come questo vi ha proiettati anche in un contesto differente da quelli in cui solitamente vi esibite, per certi versi più vicino a quelli dove si ascolta musica classica...
Alexander Veljanov: "Beh, a dire il vero non è la prima volta che ci esibiamo in posti come dei teatri o delle chiese, quindi si tratta di un contesto da noi già esplorato. Vedere tutte le persone comodamente sedute può spaventare perché dal palco ti pare di vederli tutti, e pensa che nel primo concerto di questo tour mi sono subito trovato dinnanzi un autentico muro di gente... sembrava non finire mai! Ma guardare negli occhi tutte quelle persone è una cosa che ci dà forza, ed inoltre l'intera orchestra ci ha dato grande supporto nella riuscita dei concerti, il che mi ha reso molto felice in ogni momento di quelle serate."
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Ed ora sta per uscire il DVD commemorativo del tour con la Neue Philharmonie Frankfurt: cosa ci potete anticipare al riguardo?
Alexander Veljanov: "Beh, l'intero progetto verterà ovviamente sul documento audio e video del concerto, infatti '20 Years Of Electronic Avantgarde' uscirà sia in formato doppio CD che in quello doppio DVD. La peculiarità della versione audio è che conterrà le migliori registrazioni tratte da date differenti, mentre i fans più fedeli potranno optare per la versione box limitata, che conterrà sia i due DVD che i due CD più un ulteriore DVD comprendente tutti i nostri videoclip, oltre ovviamente a parecchio materiale extra."
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Oltre a celebrare 20 anni di attività, l'uscita di "20 Years Of Electronic Avantgarde" segna anche il vostro passaggio dalla Capitol alla AFM/Soulfood: quali le motivazioni dietro al cambio d'etichetta?
Alexander Veljanov: "La parentesi con la EMI/Capitol è stata un capitolo triste nella nostra carriera: subito dopo l'uscita di 'April Skies' il loro quartier generale è stato spostato a Londra, col conseguente avvicendamento di nuove persone a noi sconosciute nell'organigramma dell'etichetta, e la cosa ha finito per funzionare male sotto ogni punto di vista. Avremmo anche potuto realizzare un altro disco per loro, ma prima eravamo intenzionati a realizzare il DVD dal vivo, mentre loro non lo erano affatto: è stato a quel punto che il nostro management ha raccolto l'offerta della AFM/Soulfood e ci ha suggerito di firmare per loro. La scelta si è rivelata quella giusta, sono un'etichetta altrettanto professionale ma di dimensioni più ridotte, e soprattutto non hanno la loro sede a Londra, il che ci ha permesso di lavorare fianco a fianco nella realizzazione dei nostri progetti comuni."
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Il DVD è stato intitolato "20 Years Of Electronic Avantgarde": un titolo suggestivo, ma mi chiedevo cosa significassero per voi termini elastici come 'avantgarde' ed 'alternative', spesso usati quando si parla dei Deine Lakaien...
Ernst Horn: "Oh, quelle sono solo parole sfruttate abilmente dal nostro dipartimento promozionale (ride, nda)! Ad esempio 'alternative' era una parola altisonante 20 anni fa, mentre oggi pare aver perso ogni significato, ma noi ci sentiamo comunque ancora 'alternativi' anche dopo aver pubblicato un disco per una major, perché penso si tratti innanzitutto di una questione di attitudine, e la nostra è senza dubbio lontana da quella delle popstar. Mi sta bene usare per noi il termine 'electronic', anche perché i primi lavori ce li siamo praticamente prodotti nel tinello di casa nostra, ma non userei tale definizione integralmente, visto che non abbiamo mai disdegnato l'utilizzo di strumenti acustici. 'Avantgarde'? Mah, alla fine la nostra musica potrebbe anche definirsi una versione differente del 'pop', perché è il nostro modo di comporre che differisce da quello dei gruppi che vanno per la maggiore: su 'April Skies', ad esempio, ho sperimentato molte nuove soluzioni, talune anche molto radicali o particolarmente melodiche. Tuttavia non amo classificare ciò che faccio, quel lavoro lo lascio volentieri ai giornalisti come te (risate generali, nda)!"
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Guardando indietro ai 20 anni di carriera che avete alle spalle, quali sono i ricordi migliori e peggiori della vostra vita artistica?
Ernst Horn: "Beh, fra le cose migliori c'è sicuramente il fatto di aver composto certe canzoni che ci sono rimaste nel cuore, ma sono molti i ricordi a cui siamo affezionati, inclusi i momenti in cui, riascoltando i nostri dischi, abbiamo riconosciuto certi errori ed abbiamo lavorato per non ripeterli. Poi ci sono stati concerti memorabili, gruppi con cui è stato bello andare in tour e via dicendo, e posso dirti che il tour di supporto ad 'April Skies' è stato senza dubbio fra le cose migliori che abbiamo mai fatto, poiché eravamo davvero al meglio ed abbiamo inanellato una serie di concerti splendidi. Certo, nel corso della nostra carriera non sono mancati i problemi: incomprensioni con altri musicisti, concerti non impeccabili etc... Una cosa che non è mai stata al centro delle nostre attenzioni sono le vendite dei dischi, perché non importa quante copie vendi se poi sei il primo a non essere soddisfatto del tuo lavoro: le soddisfazioni personali non devono mai mancare, anche quando ci sono dei soldi in ballo."
"Un tempo i gruppi esplodevano dopo 5 o 6 album pubblicati per etichette indipendenti, quando una major si accorgeva finalmente di loro, mentre oggi le grosse etichette ti mettono davanti a grandi responsabilità: o vendi bene da subito, oppure ti ritrovi senza contratto."
(Alexander Veljanov)
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Negli anni, specie dopo i primi lavori, avete forgiato un sound unico: c'è stato, ad un certo punto della vostra carriera, un vero e proprio 'punto di svolta' nel vostro processo compositivo e creativo? E come vi sentite quando vedete che sia il pubblico che la stampa rendono giustizia ai vostri meriti artistici?
Alexander Veljanov: "Anzitutto devo dirti che non leggo mai le critiche a ciò che facciamo, ed anzi, tento accuratamente di evitarle: fanno parte del gioco, certo, ma ci saranno sempre da una parte gli entusiasti, quelli che ammirano ciò che fai come artista, e dall'altra quelli che nemmeno ci ascoltano, forse perché indispettiti dal mio taglio di capelli, oppure perché disgustati dal mio stile vocale o per chissà quale altra cazzata dettata da una prima impressione profondamente errata... Tutto si riduce al trovare il proprio equilibrio, e come Deine Lakaien lo troviamo dal momento che siamo noi quelli sul palco, che è ciò che desideriamo per noi stessi: il resto conta poco. Quanto al punto di svolta a cui facevi riferimento, non penso ce ne sia stato effettivamente uno: la nostra carriera è proceduta tra alti e bassi, ma la cosa importante è che siamo ancora qui, desiderosi di creare nuova musica."
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Nella storia della musica non sono mancati i tentativi per mescolare la musica classica a qualcosa di più assimilabile al 'pop', ma i risultati sono stati scarsi, eccezion fatta per voi, che invece avete conseguito l'obiettivo...
Alexander Veljanov: "Beh, penso si sia trattato di una questione di gusto, di qualità ed anche di età, perché penso che ci voglia un certo background per imbarcarsi nella creazione di certe 'rock opera' come quelle da noi concepite sinora... Se poi i Deine Lakaien ci siano riusciti meglio di altri, non sta a me dirlo."
Ernst Horn: "Penso che, se davvero ci siamo riusciti, la cosa sia dovuta principalmente ad una differente concezione della musica che noi abbiamo: l'elettronica, come erroneamente alcuni potrebbero pensare, non è la base del nostro lavoro, ma anzi, ogni strumento si rivela importante per raggiungere il risultato che ci siamo prefissati. Penso inoltre che mescolare musica classica e sonorità più 'pop' sia un compito difficile di per sé, e di questo si sono senza dubbio accorti i nostri fans."
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Lo scorso anno avete curato un'uscita davvero particolare: mi riferisco al DVD "The Concert That Never Happened Before", che immortala una vostra performance tutta legata al primissimo repertorio della band ed eseguita con strumentazione elettronica proveniente direttamente dagli anni '80. Che tipo di esperienza è stata per voi?
Alexander Veljanov: "Non si è trattato di una vera e propria uscita ufficiale, quanto invece di una cosa organizzata solamente per i nostri fans: inizialmente la Capitol voleva avere voce in capitolo nell'intera cosa, ma poi abbiamo preferito organizzare tutto da soli e rendere il concerto gratuito, pur limitandolo a soli 1000 accessi. Abbiamo approfittato di un periodo di pausa lavorativa della nostra label e ci siamo dedicati a quel particolare evento: si è trattato di una cosa piuttosto sentimentale per la quale avevamo avuto molte richieste dal fanclub, quindi posso dirti che resterà un caso isolato."
Ernst Horn: "L'idea di farne anche un DVD è stata del nostro management, ed ovviamente si è trattato di una tiratura limitata, visto che ci siamo curati personalmente di ogni spesa relativa. Confermo anch'io che non terremo mai più un concerto simile: è stato bello, ma è una cosa destinata a non ripetersi."
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Alexander, tu hai anche un'avviata carriera solista ed hai collaborato a molti progetti, primo fra tutti Schiller: hai in programma un nuovo album solista e/o altre collaborazioni?
Alexander Veljanov: "Sì, sto per completare il mio nuovo album da solista: mancano solo alcune parti vocali, poi sarà il momento di fare delle scelte relative a tutto il resto, e la speranza è di pubblicarlo entro la fine dell'anno."
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Quanto è importante per te avere anche una carriera solista, oltre ai Deine Lakaien?
Alexander Veljanov: "Ci sono sempre stati molti progetti in cui sono stato coinvolto, sin dagli esordi dei Deine Lakaien ero impegnato con diverse band amatoriali... La cosa buona è che, partecipando ad altri progetti, si possono esplorare dimensioni artistiche differenti, e ciò va bene specialmente quando viene a verificarsi un calo di concentrazione riguardo al lavoro coi Deine Lakaien. Inoltre trovo sia sempre interessante imparare cose nuove, infatti mi piace lavorare con persone differenti e sono sempre curioso circa il loro rapporto con gli strumenti."
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E riguardo alla tua voce, sei soddisfatto del livello che hai raggiunto con gli anni?
Alexander Veljanov: "Beh, dopo questo tour dovrei forse dire di sì, ma la verità è che non sono mai rimasto completamente soddisfatto di ciò che ho registrato: sono un inguaribile perfezionista, e trovo sempre qualcosa che non va quando riascolto i nostri lavori..."
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Ernst, giusto ieri sera abbiamo parlato dei tuoi Helium Vola, e mi dicevi che stai lavorando al prossimo album...
Ernst Horn: "Sì, ho iniziato a scrivere la musica per il nuovo disco, ma è un po' presto per capire in quale direzione andremo stavolta (ride, nda)! Posso dirti che taluni testi saranno decisamente più contemporanei, mentre non mancheranno come al solito diversi cantanti, che si occuperanno di parti differenti tra loro per dar vita al classico mix sul quale poi innestiamo la voce di Sabine Lutzenberger. Sto inoltre cercando di sviluppare cose differenti riguardo alla parte elettronica, e spero davvero che l'album vi piacerà!"
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Oltre ai Deine Lakaien, sei stato anche il fondatore dei Qntal: come giudichi i loro lavori da quando avete separato le vostre strade, e cosa ti lega alla musica d'estrazione medievale?
Ernst Horn: "Beh, dopo il primo album penso che i Qntal siano cambiati: hanno evitato di ripetere le cose che avevo fatto con loro, quindi penso abbiano preso la decisione più giusta. Mi piacciono le sonorità medievali, specie quando ascolto gruppi come gli Estampie, che provano ad aggiungervi qualcosa di nuovo; Sabine Lutzenberger si dedica a quel tipo di sonorità sin da prima del suo ingresso negli Helium Vola, e c'è da dire che oggi la musica di derivazione medievale è diventata piuttosto famosa in Germania, anche se attraverso cose come i Corvus Corax, che di certo sono più da intrattenimento che non da pura rievocazione... Diciamo che la musica medievale è stata contaminata ad arte, specie con l'aggiunta di chitarre d'estrazione rock/metal: quel tipo di cose non mi piace granché, e difatti con Helium Vola ho sempre inteso dar vita a qualcosa che non fosse così complicato come quei gruppi che oggi riscuotono un certo successo."
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Penso realmente che tu sia uno dei pochissimi artisti in ambito elettronico, assieme a nomi come Rudy Ratzinger, Bruno Kramm, Daniel Myer, Yendri ed Angelo Bergamini, ad essere stato in grado di costruirsi un suono personale ed unico: come sei giunto a tale risultato?
Ernst Horn: "Beh, non mi ritengo così esperto come si potrebbe pensare: molti fra i più capaci manipolatori di suoni elettronici odierni lavorano principalmente col pc, mentre io non sono mai stato un fanatico di quel tipo di cose, ed anzi, ho sviluppato lo stile che mi piaceva grazie al molto tempo avuto a disposizione in gioventù. A volte le cose sono accadute quasi accidentalmente, come ad esempio quando presi il mio primo synth (che utilizzo ancora oggi nei concerti, talvolta): dopo mezz'ora che lo stavo usando, esso perse tutta la sua memoria, e dovetti riprogrammarlo tutto da capo perché era completamente fuori tono... Mi dedicai alla cosa giorno dopo giorno, ed alla fine imparai letteralmente vita, morte e miracoli di tale strumento, sviluppando uno stile sicuramente personale perché mai legato al riciclaggio di idee altrui."
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Il DVD live che vi apprestate a pubblicare rappresenterà anche un bel regalo per tutti quei fans italiani che non hanno mai avuto la possibilità di vedervi calcare i palchi del Bel Paese...
Alexander Veljanov: "Senza dubbio, anche se spero che prima o poi trovino il modo di venire di persona ad assistere ai nostri concerti; tuttavia, attraverso la visione del DVD spero che capiscano le nostre idee ed esplorino i contenuti dei nostri lavori. Non ci sono mancati contatti per venire a suonare in Italia, specie negli anni '90, solo che allora non avevamo un'agenzia che si occupasse di organizzarci i concerti, ed abbiamo perso svariate occasioni per visitare paesi che ancora oggi non abbiamo mai toccato. Oggi la situazione è diversa, abbiamo fans in America ed in Asia che vogliono vederci: molti gruppi anche meno longevi vanno già regolarmente in tour in altri continenti, mentre noi, paradossalmente, iniziamo adesso a girare il mondo per intero. Mi piace andare in tour perché amo viaggiare, oltre a tutte le emozioni che provo nello scoprire nuovi posti."
Ernst Horn: "Il problema è che per gli altri gruppi è sicuramente più semplice andare in tour in giro per il mondo; noi, invece, abbiamo un equipaggiamento piuttosto ingombrante, e se vogliamo venire a capo di certe situazioni saremo costretti a semplificare almeno in parte le cose..."
"Il termine 'alternative' era una parola altisonante 20 anni fa, mentre oggi pare aver perso ogni significato, ma noi ci sentiamo comunque ancora 'alternativi' anche dopo aver pubblicato un disco per una major, perché penso si tratti innanzitutto di una questione di attitudine, e la nostra è senza dubbio lontana da quella delle popstar."
(Ernst Horn)
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Cosa prevede il vostro futuro dopo l'uscita del DVD live?
Alexander Veljanov: "Durante l'estate parteciperemo ad alcuni festival e faremo un altro paio di date con l'orchestra, ma per quanto riguarda il prossimo album in studio, niente è stato ancora deciso... C'è qualche abbozzo per alcuni testi, ma nulla più, e comunque ci prenderemo di sicuro una pausa per rimettere a posto le idee."
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Con 20 anni di esperienza alle spalle, quale consiglio vi sentireste di dare a tutte quelle giovani band desiderose di dire qualcosa di importante nel mondo della musica?
Alexander Veljanov: "Non credete all'hype, ma anzi, credete in primo luogo in voi stessi ed in quello che state facendo, perché se la vostra unica preoccupazione sta nell'avere il look più adatto al momento, allora per quale motivo vi dedicate proprio alla musica? Il segreto sta anche nel non aspettarsi troppo in tempi brevi, perché alla fine è un gioco senza regole scritte, ed i tempi non sono sempre gli stessi per tutti. E poi prestate grande attenzione alle persone con cui vi legate professionalmente, sia che si tratti dell'etichetta che del management, onde evitare problemi in futuro."
Ernst Horn: "Oggi è più difficile per i gruppi giovani trovare un contratto dignitoso, ma di contro è divenuto più facile fare le cose da soli: quando noi iniziammo come Deine Lakaien c'erano pochi gruppi, e non esistevano certo cose come masterizzatori ed altre diavolerie simili..."
Alexander Veljanov: "La cosa drammatica del moderno music-biz è che non hai mai una seconda possibilità! Un tempo i gruppi esplodevano dopo 5 o 6 album pubblicati per etichette indipendenti, quando una major si accorgeva finalmente di loro, mentre oggi le grosse etichette ti mettono davanti a grandi responsabilità: o vendi bene da subito, oppure ti ritrovi senza contratto. Ecco perché esordire su major può rivelarsi un'arma a doppio taglio: se il tuo debut non funziona, rischi di sparire dalla circolazione."
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Bene, siamo in chiusura. Sia che andiate avanti per altri 20 anni o che vi sciogliate domani, avete decisamente lasciato un segno della vostra presenza nella storia della musica: come vi sentite al riguardo?
Ernst Horn: "È una cosa alla quale proprio non pensiamo! No, non è quello il genere di cose con cui ci montiamo la testa: siamo persone coi piedi per terra, e se avremo la fortuna di rimanere impressi nei cuori di qualche fan ne saremo lieti, ma non facciamo musica con lo scopo di passare alla storia... E comunque sia siamo soddisfatti di quanto fatto sinora, nella speranza che siano ancora molti i capitoli da scrivere nella nostra carriera di artisti."
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