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19-04-2007
SCREAM SILENCE
Il vuoto universale
di Chemnitz
Alla pari di altre gothic rock band tedesche (gli Zeraphine, ad esempio), gli Scream Silence riscuotono molti consensi in patria e pochi qui in Italia, nonostante una lunga carriera cominciata nel 1999 con il debut "To Die For..." e proseguita con altri cinque album di discreta qualità, tra alti e bassi. L'ultimo lavoro "Aphelia", uscito ad un anno esatto di distanza dal valido "Saviourine", ci ha però lasciato qualche dubbio al riguardo, forse perché i nuovi ingredienti che hanno arricchito il sound non hanno giovato alla melodia e alla struttura delle song stesse, un tantino 'appesantite' e a tratti ripetitive. Per gli Scream Silence si tratta quindi di un ritorno sicuramente intrigante, ma meno diretto rispetto alle precedenti produzioni: di questo ed altro ancora abbiamo parlato con Robert Klausch ed Hardy Fieting (rispettivamente chitarrista e cantante del quintetto teutonico), che si sono dimostrati simpatici interlocutori...
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"Aphelia" è il vostro sesto full-lenght: dopo tanti anni in giro, non temete di potervi 'ripetere' senza inventare nulla di nuovo?
Robert: "Beh, ogni nostro nuovo album segue un processo ben preciso che cerca di compiere un ulteriore passo rispetto al passato. Per esempio, con 'Aphelia' abbiamo sperimentato in alcuni brani nuove strutture ritmiche, soprattutto per quanto riguarda l'uso della batteria, ma oltre a ciò abbiamo anche cercato di aggiungere un mood più epico ai brani più lenti, mentre se ascolti le song più tirate ti accorgerai che suonano molto più 'raw' rispetto al passato..."
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In effetti è vero: un sound più grezzo sembra essere il nuovo ingrediente per gli Scream Silence, ma da dove è nato questo cambiamento?
Robert: "Da quando Renè, il nostro secondo chitarrista, è entrato a far parte della band, ovvero dal tour successivo all'uscita di 'Saviourine'. Con lui il sound è diventato più 'rock', abbiamo provato nuove chitarre, nuovi effetti, rinunciando allo stesso tempo ai synth più melodici e lasciando il compito più importante proprio alla chitarra."
"Gli ultimi tre dischi formano una trilogia sui più oscuri stati d'animo, ma se con i precedenti due c'era in qualche modo una via di fuga, con 'Aphelia' cercarla sarebbe del tutto vano!"
(Hardy Fieting)
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Oggi la vostra musica si può definire un incrocio tra dark-rock, gothic metal ed 'epic wave': a cosa è dovuto questo miscuglio così particolare?
Robert: "Sicuramente alle nostre influenze musicali, che sono davvero tante. Hardy ascolta il gothic tradizionale, Hagen (Schneevoigt, il bassista, nda) adora il metal scandinavo, io preferisco musica alternativa e progressive, Wolfi - il nostro batterista - è un amante del thrash mentre Renè ascolta molto doom... Con queste premesse, credo si possa davvero creare una ricetta tutta nuova per scrivere goth music!"
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Vorrei soffermarmi sul titolo dell'album, sicuramente nasconderà una metafora molto affascinante...
Hardy: "Sì, il titolo si riferisce al più lontano punto di distanza dell'orbita di un pianeta dal sole (l'afelio appunto, termine introdotto da Keplero ma ereditato dalla mitologia greca, nda), un concetto che riassume la fragilità dell'anima umana, e che poi viene ribadito nei dieci minuti conclusivi della title-track e dall'immagine della copertina, una luce fredda ed irreale inserita in un contesto decisamente oscuro. Come per 'Elegy' (che parlava di ricordi) e per 'Saviourine' (un lavoro incentrato sulle paure di ogni tipo), anche per il nuovo disco abbiamo creato un concept, stavolta imperniato sul tema dell'anima, che può restare intrappolata all'interno di noi stessi, nei luoghi più angusti, in modo da farci sentire come se non appartenessimo a nulla. Praticamente gli ultimi tre dischi formano una trilogia sui più oscuri stati d'animo, ma se con i precedenti due c'era in qualche modo una via di fuga, con 'Aphelia' cercarla sarebbe del tutto vano!"
"Appena il disco viene ascoltato dai fans la prospettiva cambia, proprio perché loro interpretano quello che tu hai creato... È un momento indimenticabile, solo allora capisci se i tuoi messaggi sono arrivati a destinazione e se riflettono veramente quelle che sono le tue idee."
(Robert Klausch)
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Con tutto ciò cercate di comunicare qualcosa a chi vi ascolta?
Robert: "Mmmm... direi che noi, più che comunicare qualcosa a qualcuno, cerchiamo di far riflettere l'ascoltatore attraverso i nostri messaggi. Nessun artista può realmente stimare il valore concettuale di un suo lavoro: mentre stai creando qualcosa ti senti come se fossi un cieco, non capisci esattamente cosa stai facendo, ma appena il disco viene ascoltato dai fans la prospettiva cambia, proprio perché loro interpretano quello che tu hai creato... È un momento indimenticabile, solo allora capisci se i tuoi messaggi sono arrivati a destinazione e se riflettono veramente quelle che sono le tue idee."
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Una giusta considerazione, ma ora volevo fare un passo indietro nel tempo e chiedervi come è nato il vostro monicker, un nome che trovo molto 'poetico'...
Hardy: "Ti ringrazio... beh, l'idea nacque pensando ad un sentimento di tranquillità dell'animo che diventa quasi insopportabile quando le tue urla interiori non riescono ad uscire fuori, quando resti paralizzato dai tuoi stessi pensieri. Uno stato mentale che nessuno riuscirebbe a sopportare per lungo tempo!"
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Sono passati quasi dieci anni dal vostro esordio con "To Die For...": come giudicate la vostra carriera artistica e quali errori non rifareste?
Robert: "Siamo soddisfatti, per cui non abbiamo molto da rimproverarci, anche se magari ci sarebbe piaciuto esordire un po' prima... Sicuramente non ce la sentiamo di dover giudicare il nostro passato, ma, come ti dicevamo prima, album dopo album abbiamo cercato di far evolvere il sound, evitando la stagnazione creativa. Per questo motivo, dopo il successo che abbiamo ottenuto con 'Saviourine', abbiamo cambiato rotta e reputiamo tutto ciò un salto oltre le nostre ombre, una priorità assoluta che bisogna sempre sviluppare..."
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...ed invece cosa mi dite riguardo alla vostra attività live? Dei molti concerti tenuti in giro per il mondo, quale show ricordate con maggior piacere?
Robert: "Per noi suonare dal vivo è fondamentale, ma la riuscita di un concerto dipende sempre dall'atmosfera giusta. L'anno scorso abbiamo suonato in un piccolo club in Svizzera davanti a 150 persone (altre 150, purtroppo, sono rimaste fuori!), è stato uno show entusiasmante proprio perché potevi toccare con mano il calore del pubblico. Oltre a questo, l'emozione più grande l'ho vissuta ad un festival gothic che si svolge in Polonia (si riferisce al celebre 'Castle Party' di Bolkow, nda); Abbiamo suonato la nostra ultima song 'Elegy' al tramonto, mentre dallo stage all'interno delle rovine del castello si potevano vedere le montagne, poi tutta quella gente... roba da togliere il fiato!"
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Immagino... Ma, tornando al presente, ho notato che il nuovo album contiene tre bonus-track registrate allo storico K17 di Berlino lo scorso Dicembre: che mi dite al riguardo?
Hardy: "Yeah! Che bello suonare al K17, praticamente lì è casa nostra... quel giorno c'erano i nostri migliori amici, altre band e addirittura qualche parente (risate, nda). Pensa che il nostro studio di registrazione è attaccato al quel locale, quindi abbiamo pensato di registrare 'Harvest', 'Consolation' ed 'Immortal' in quella splendida occasione..."
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E adesso quali saranno le vostre prossime mosse?
Hardy: "Nel prossimo autunno uscirà un DVD, e per questo motivo presto dovremo realizzare anche un videoclip: siamo molto entusiasti, ma dobbiamo ancora decidere il brano! La location probabilmente sarà un vecchio ospedale per malati di tubercolosi del diciottesimo secolo, un luogo davvero opprimente... il DVD conterrà estratti live, e ovviamente non mancherà la nostra esibizione al K17 di cui abbiamo appena parlato!"
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Siamo agli sgoccioli: se avete qualcosa da aggiungere, questo è il momento giusto...
"Vogliamo ringraziare te per l'intervista e poi ovviamente tutti i nostri fans, che ci aiutano a farci continuare su questa strada con il loro supporto... siete monumentali!"
http://www.screamsilence.de/
http://www.plainsong-records.de/