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28-04-2010
KLAMMHEIM
Nel cuore verde dell'Austria
di Nicola Tenani
Il cuore dell'Austria, la Stiria, è il punto in cui sentimenti profondi si esaltano nei paesaggi meravigliosi di una Natura ancora viva come le liriche di Dea, leader, voce e songwriter dei KlammHeim. Elegie delicate, spesso affrante ma che, anche nel soffermarsi su temi dolorosi come la morte o la disperazione, mantengono un forte profumo di garbo romantico: non sempre il neofolk ha la capacità di magnificare in tale maniera l'animo poetico scegliendo sentieri diretti e crudi. Questo rende onore ai Nostri, quattro persone convinte di poter senza mezzi termini imporre le proprie idee, sedurre con le proprie canzoni, conquistare con i suoni, arrivare al cuore... Il cuore non ha perso d'importanza per chi ancora, dopo secoli, dopo migliaia d'inni, componimenti o canzoni crede ancora che la musica debba, senza retoriche patetiche da canzonetta popolare, attraversare l'anima facendo sì che le parole diventino fluido e tramite per emozionare. Questa è la grande bellezza di "Heimwärts": cuore che si delizia della musicale bellezza del canto di Dea, degli ottimi arpeggi di Alex con le dodici corde o dell'altra chitarra di Lutz, dello struggente pathos melanconico della fisarmonica con cui Rage ridà lustro a tutta la bellezza che era propria dei Forseti. Questo è un buon inizio, e quando incontriamo soggettività così forti e decise fin da subito, non possiamo sottrarci dal volerle più vicine a noi, capendo meglio ciò che vuole essere comunicazione d'intenti, subliminale ma ben presente. Vi presentiamo Dea e la sua band, un piccolo gruppo di giovani austriaci forti di una cultura musicale e di una storia che hanno sedotto il mondo e che, specialmente nei nostri ambiti, continuano a ricevere attenzioni e consensi. Vi presentiamo Dea ed il cuore enorme con cui nasce ciò che ci auguriamo: un lungo viaggio colmo di affermazioni.
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Cominciamo parlando della Stiria, protagonista dell'album: i suoi colori, i profumi, la natura. Raccontaci questa regione alpina e dell'amore che porgete ad essa.
"La Stiria - il cuore verde d'Austria - é così meravigliosa... È una regione dove si trova tutto: montagne, laghi, cittá vivide, una natura incontaminata e una grande eredità culturale. Nel 1999 Graz é stata premiata come patrimonio dell'umanità dall´UNESCO. In ogni luogo in cui si va, ci si confronta con tradizioni e rituali antichi che sono praticati e trasmessi alla generazione seguente per mantenerli in vita. Dato che in Stiria ci sono tanti castelli antichi e luoghi mistici, il grande numero di leggende e saghe é quasi inesauribile. Secondo me la Stiria è rimasta un luogo in cui la modernizzazione e il riposo sono giunti ad esistere insieme, ognuno senza respingere l'altro. Avendo il privilegio d'essere nata in un ambiente così bello e potendo passarci la maggior parte della mia vita, l'amore per la propria Patria mi sembra la cosa più naturale del mondo. Penso che parecchie persone della Stiria sentano una connessione molto forte con la propria Patria... 'qualcosa' a cui si appartiene!"
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Perché i testi in dialetto locale? È diverso dal tedesco comune?
"Sì, il dialetto locale é abbastanza diverso dal tedesco standard e i dialetti in generale possono differenziarsi da un villaggio all´altro. Quando ho cominciato con KlammHeim cantavo in tedesco standard, ma abbiamo sentito presto che i testi sono più intensi e sinceri cantando in dialetto locale. Non ci si deve concentrare sul tedesco corretto: un dialetto arriva dal profondo del cuore. Non suona artificiale, ma più naturale e intimo. A parte che gli Austriaci non sono capaci a parlare un tedesco perbene (ovviamente lo dice ridendo, nda)..."
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Di cosa parli principalmente nelle liriche?
"Beh, anche se sembra che parli soltanto della mia Patria, non é vero. Certo il tema regionalista o alpino é un tema centrale di "Heimwärts", per esempio in canzoni come "Heimat", "Nix Wies Wor", "Schwarzweisse Welt" o nella cover "Vom Höchsten Gipfel": si tratta generalmente di cambiamenti, della fuga e delle domande riguardanti la civilizzazione odierna. È anche un punto di ritorno a cose che sono veramente importanti, come la pace interna, la natura o semplicemente la stima, per esempio della bellezza di un bosco o di un posto che si ama, ma diventava così ovvio farlo che lo si dava per scontato. "Namenlos" tratta delle storie tristi di un cimitero viennese chiamato 'cimitero degli innominati': è la casa finale delle vittime affogate nel fiume Danubio, quasi tutti sono rimasti non identificati, e cosí le croci sulle loro fosse hanno soltanto l'iscrizione "senza nome". "Streck Die Hand Aus" é una canzone che ho scritto per mia figlia: non é un omaggio palese all'infanzia - come qualcuno vuole interpretarla - ma un ringraziamento personale a lei. "Irrlicht" e "Wandel Zur Ruh" sono testi di autori che abbiamo trasferito nella musica."
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Nicole, anche io ho figli, età che toccano l'adolescenza fino all'ultima arrivata, che ha tre mesi: la società in cui viviamo rende arduo il compito di educarli a valori che condividiamo entrambi, quindi, secondo te, come possiamo farcela a renderli unici e non omologati?
"Sai, penso che l´essere madre o padre non debba far sì che il nostro cervello controlli tutto. Secondo me é importante stabilire valori e rispetto nella vita famigliare. Un bambino che cresce in un ambiente in cui mancano amore, tempo, sensibilità o rispetto, non si può sviluppare in un adulto indipendente. Bisogna coinvolgere i propri figli nella vita quotidiana, consegnando piccole responsabilità che potrebbero diventare più grandi col tempo. Sono sicura che la civiltà non può provocare un grande danno sui bambini, fin quando essi hanno la possibilità di crescere in una famiglia buona e amorevole, perché queste influenze negative sono sempre esistite in ogni epoca e generazione".
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La prima impressione che ho avuto ascoltando "Heimwärts" è quella di un'opera già matura, nonostante rappresenti il vostro debutto. Quanto tempo avete impiegato per comporre l'album?
"Mille grazie per questa valutazione. Dopo aver lavorato all'album così intensamente per un periodo fisso, non eravamo capaci di dare una valutazione oggettiva sull'esito finale. Abbiamo soltanto potuto dire che ci piaceva. Il lavoro con "Heimwärts" é durato un anno, anche a causa del fatto che non avevamo la possibilità di vederci regolarmente, perché Rage abita in Alta Austria e il resto di noi in Stiria. Thomas viene da Copenaghen e abbiamo potuto incontrarlo soltanto due volte per alcuni giorni durante le registrazioni, questo é anche il motivo per cui non lo si sente su ogni canzone. Qualche brano era perfetto al primo colpo, altri avevano bisogno di un lavoro più intenso. Ma quest'anno di lavoro include tutto, compresi layout, mixing e mastering."
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Sento un'atmosfera così... Forseti... Rinnovando i nostri auguri ad Andreas Ritter, vi sentite affini al suono della band tedesca?
"Andreas Ritter é sicuramente uno dei musicisti più importanti del neofolk tedesco. La musica di Forseti era ed é sempre un' influenza per diversi gruppi. In ogni caso non vogliamo paragonare la nostra musica ad altri gruppi, perché sentiamo che KlammHeim é diverso e molto a sé stante. Forse la connessione é presente a causa dei testi, che hanno degli aspetti simili nell'una o l'altra canzone. Sentiamo anche la necessità d'inviare i nostri saluti ed auguri ad Andreas: Viva Forseti!"
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Le percussioni sono poderose solo nella traccia d'apertura "Heimat", poi nel resto dell'album quasi scompaiono: per quale motivo?
"Volevamo un'opener forte ed energica per il disco, ed "Heimat" sembrava assolvere tutte le richieste. Le percussioni non spariscono volutamente, ma riascoltando le altre canzoni penso che dei tamburi in primo piano avrebbero potuto rovinare l'atmosfera."
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A proposito, come conoscete Thomas Bøjden (mente del progetto Die Weisse Rose), che proprio con la sua tecnica percussiva ha collaborato nel brano?
"Abbiamo fatto conoscenza personale con Thomas ad un concerto a Monaco di Baviera (peró ci siamo incontrati prima, durante il Rauhnachtfestival a Salisburgo, dove lui aveva un concerto con Die Weisse Rose e mio marito col suo ex-gruppo, nel 2007). In quel periodo stavo organizzando cose col team di Weltenwende. Abbiamo subito trovato una relazione, abbiamo scambiato i contatti e così la storia é iniziata. Poi ci siamo incontrati a St. Gilgen, dove abbiamo creato le prime canzoni insieme e dove abbiamo passato dei bei momenti con gli Jännerwein. Anche se esiste una grande distanza fra di noi, la nostra amicizia e il contatto si é approfondito continuamente."
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Per qualcuno di voi esistono side-project o KlammHeim rimane il progetto principe su cui sviluppare il suono anche in futuro?
"Per Alex e me non esistono altri progetti oltre a KlammHeim. Detto francamente, non avremmo il tempo per altri progetti che abbiano bisogno della nostra attenzione. È molto importante per noi poter essere concentrati completamente su KlammHeim, e anche per questo progetto il tempo sembra troppo poco. Rage ha i suoi progetti personali, come KrankHeid, Rauschform e Rain Of July: si possono trovare dei brani su myspace. Lutz tambureggia e suona la chitarra in una cover band chiamata Seth Gecko, hanno suonato live tante volte l'anno scorso."
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Siete alla ricerca di un percussionista da inserire nella band o questa è la line-up definitiva?
"No, non cerchiamo un percussionista, perché abbiamo già Thomas e non vogliamo cambiarlo con nessun'altro che abiti più vicino a noi. Vogliamo fare quante più cose possibili con Thomas, perché si addice alle caratteristiche del gruppo. Se Thomas fosse impegnato con DWR e noi avessimo bisogno d'assistenza, ne parleremmo prima di accettare aiuto da qualcun altro. Ma le cose sono perfette e siamo sicuri che Thomas agisca sempre a buon fine per KlammHeim. Pensiamo di trovare una persona che suoni il basso durante i concerti: durante le registrazioni se ne è occupato mio marito Alex, ma per i live sarebbe bello avere una persona fissa."
"La Stiria é così meravigliosa... Avendo il privilegio d'essere nata in un ambiente così bello e potendo passarci la maggior parte della mia vita, l'amore per la propria Patria mi sembra la cosa più naturale del mondo. Penso che parecchie persone della Stiria sentano una connessione molto forte con la propria Patria... 'qualcosa' a cui si appartiene!"
(Dea)
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La fisarmonica di Rage, così nostalgica nel dipingere quadri di desolata malinconia... Cos'è per te la nostalgia? Cosa non trovi più nella tua Terra, nelle tue genti, quali ricordi hai della tua infanzia che ora sono persi nel quotidiano?
"Rage si sente onorato perché ti piace l'atmosfera della sua fisarmonica! Beh... che cos'é la nostalgia? Quando si conduce una vita quotidiana piena di stress, come me, si comincia ad anelare tranquillità in ambito privato. Sembra che tutto sia normale, tutto deve funzionare in base al calendario. Ci sono limiti, scadenze, compiti che si devono eseguire, e c`è poco tempo per sé stessi o per la famiglia. La luce del sole, la pioggia, le stagioni, l'ambiente e tutte le cose che rendono la vita così piacevole non sono mai apprezzate, perché appartengono alla routine quotidiana. Quando c'é tempo per riposare, forse guardando i tuoi bambini che stanno giocando, si comincia a pensare ai tempi già passati. In veste d'adulto si perde l'espansività e il comportamento spensierato. Il rialzo della tecnica, il divertimento virtuale e i media hanno ormai una grande influenza sulla nostra vita, disperdono la qualità in merito alle relazioni fra le cose vive. Diventando piú vecchi si perde la maggior parte della persone che ti avevano accompagnato per un periodo della propria 'strada'. Attraverso questi smarrimenti personali, si sente che anche i ricordi si scoloriscono; i posti dove si trascorreva tempo nell'infanzia cambiano, si rinnovano o semplicemente se ne vanno. Ad un certo punto non é più possibile tornare indietro, qualcosa non si può sostituire o riportare in vita attraverso la propria memoria. La ricerca profonda o, forse, il desiderio per queste cose potrebbero essere così chiamati nostalgia."
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Esiste anche una nostalgia culturale?
"Beh, sì, forse esiste una nostalgia culturale. Ma la cultura é sempre in una fase di continuo rinnovo e cambiamento, per questo é un po' difficile dare una risposta generale. Penso che sia sempre il tempo giusto per ambire a novità e sviluppo: se tutto si fossilizzasse in un certo punto, diventerebbe anche un po' noioso, no? Potremmo soltanto discutere il modo o il sistema usato, ma a questa domanda ognuno deve rispondere per sé stesso."
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Questo sapore di solitudine ed abbandono è forte in "Irrlicht": di cosa parli in questo brano?
"La canzone "Irrlicht" é basata sulla ballata dell'autore tedesco Rudolf Huber. La ballata tratta della leggenda delle luci perse che compaiono nelle paludi. Si dice che quelle luci mitiche portino le anime morte che non hanno ancora trovato il loro estremo riposo. In questa canzone un uomo cammina nella palude e viene attirato dalla luce persa. La ballata si conclude con la morte per annegamento nell'Ibmer Moor."
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Questo mi ricorda tanto Richard Strauss e la sua passione per la composizione di Lieder, appunto canzoni nate spesso da leggende popolari austriache; avverti l'eredità di grandi musicisti classici che la tua Austria ha donato al mondo (e non parlo solo di Mozart)?
"Certo non ci sono soltanto Mozart e Strauss, anche se hanno avuto un grande impatto sulla musica classica di tutto il mondo. Specialmente a Salisburgo si incontrano tanti turisti che stanno davanti alla casa natale di Mozart, comprando cioccolatini tipici chiamati Mozartkugeln, che sono troppo cari. L'Austria sta ancora approfittando di queste persone. A parte Mozart o Strauss si possono anche nominare Anton Bruckner, Joseph e Michael Haydn, Franz Liszt, Gustav Mahler e Franz Schubert, soltanto per elencare i nomi dei più importanti. L´Austria é famosa per la sua musica, per i valzer, ma anche per le marce militaresche. È una grande eredità culturale che esce da ogni angolo. Anche le università musicali a Graz, Vienna o Salisburgo hanno una reputazione ottima e studenti di tutto il mondo vengono qui per studiare qualche mese in Austria."
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Cosa trasmetti di te interiormente nelle liriche scritte? C'è differenza tra la Dea persona e la Dea musicista oppure la seconda è direttamente legata alla prima?
"Davvero, non penso che ci sia una differenza fra Dea come musicista e Dea come persona. KlammHeim, o meglio, i testi sono una parte di me. Direi che io non sono una persona che parla in una lingua 'agghindata', come si sente molto spesso nella maggior parte dei gruppi neofolk. Le canzoni più conosciute sono alla fine quelle che ricevono più critiche (e lo dice strizzando l'occhio, nda). Non volevo prendere la direzione della lingua 'agghindata', e per questo motivo i testi di KlammHeim suonano forse un po' ingenui o troppo semplici qualcuno. Ma questa sono io, volevo che le canzoni si sviluppassero da dove nascono, ovvero dal mio cuore. Canzoni che vengono da un punto interiore di un autore e non hanno bisogno di una lingua costruita. Secondo me la musica che é capace di toccare le anime deriva solo da un musicista che sia disposto a dare una parte di sé stesso. Non devo trasformarmi in una figura stilizzata e artificiale quando entro sul palco, portando una maschera. Quello che vedi é quello che ricevi e questa sono semplicemente io!"
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Un altro bellissimo momento dell'album è "Im Namen Der Freiheit": ora un'atmosfera più cupa, maggiori spazi alla musica e voci praticamente assenti. Un preludio a suoni futuri e diversi? Mi ricordano tanto i momenti cupi dei Der Blaue Reiter, così ambient e classici nella forma...
"Il brano "Im Namen Der Freiheit" come appare sull'album é un remix delle versione originale. Non eravamo tanto felici di come era venuto fuori, e così abbiamo chiesto a Rage di rielaborarlo. Ecco, questa canzone può essere chiamata una cooperazione fra il progetto personale di Rage KrankHeid e KlammHeim. Noi tutti amiamo provare cose nuove, esplorare nuovi sound, arrangiamenti e messaggi. C'è una grande creatività fra le quattro teste del nostro gruppo quando cerchiamo un output. Non cambiamo il nostro stile completamente, ma ogni tanto creiamo canzoni diverse. Non sappiamo quali idee bizzarre si affacceranno in futuro, perciò dobbiamo aspettare e vedere."
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Tra l'altro "Im Namen Der Freiheit" è ispirato a Charlie Chaplin, come leggo sul booklet; pur quasi assente nelle parole, cosa vi ha toccato nei frammenti lirici (come li definite) e quali ricordi vi legano a questo grande, discusso artista del passato?
"I frammenti lirici vengono dall'orazione finale del capolavoro "Il Grande Dittatore" di Charlie Chaplin. Il film per sé stesso é meraviglioso e molto toccante come mero pezzo d'arte, ma specialmente quest'orazione finale aveva per me un'impressione persistente. Così ho cercato le relative parole, tanto da poter recitare l'orazione appoggiandomi sulle parti strumentali di "Im Namen Der Freiheit". È stato un lavoro duro per riuscire ad ottenere il morale adatto, la tensione corretta, ma anche la rabbia. Alla fine l'esito é stato molto buono, ma ascoltandolo abbiamo notato che era semplicemente troppo per una canzone. Non c'era più spazio per avere una piccola pausa o tempo per respirare o considerare tutto quello già ascoltato. Francamente mi dispiace per l'assenza del testo completo, per questo ci sono stati momenti in cui avrei voluto buttare tutto fuori dalla finestra e utilizzare solo la parte musicale. Successivamente, però, Rage ha lavorato con la canzone e il risultato é piaciuto a tutti noi, grazie a questa nuova semplicità meditativa e monotona. E praticamente la conclusione più importante esiste ancora: nessun sacrificio é troppo grande per la libertà."
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Altro brano meraviglioso (grazie anche alla bellezza della tua voce) è "Vom Höchsten Gipfel", potrebbe cantarlo anche Loreena McKennitt per la sua intensità: ti spaventa il paragone?
"Grazie mille (sorride, nda)! "Vom Höchsten Gipfel" é l'unica cover dell'album, scritta da un artista meraviglioso della Stiria chiamato Gert Steinbäcker. Adoro questa canzone e per questo motivo volevo interpretarla io stessa. Ma certo sono traumatizzata quando mi paragoni a Loreena McKennitt, perché io sono muta in confronto a lei. Loreena é una delle migliori cantanti che si trova su questo mondo. Mi inginocchierei di fronte a lei, ma non mi spavento mai."
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Quindi una cover che nasce dal folk più popolare: è questa la strada per far sì che anche il neofolk che si respira in casa 'dark' rinasca con nuovi stimoli? Dalle piccole tradizioni quotidiane, antiche, tramandate?
"Secondo me tanti musicisti del neofolk hanno trovato la loro influenza nel folk tradizionale. Alcuni interpretano canzoni vecchie in un modo originale, altri scrivono canzoni nuove ma le interpretano in un modo vecchio. Non si puó inventare un macchinario completamente nuovo. Non c'é niente che non esisteva prima (ride, nda). Non posso parlare per altri gruppi, ma KlammHeim si presenta come un progetto abbastanza tradizionale, perciò non vedo niente di male nella mescolanza con una musica dark."
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Tu hai ricordi della tua infanzia che riguardano tradizioni tipiche, magari con nonni o zii? Io ricordo quando, durante ogni tuono, mia nonna diceva una preghiera piccola in latino che non rammento, ma anche dopo tanti anni mi porto ancora dentro...
"Oh sì, certo che ho molti ricordi della mia infanzia, e penso che ognuno si porti dietro questi momenti preziosi per tutta la sua vita. Mio nonno per esempio aveva un ruolo molto importante durante la mia fanciullezza... Mi ricordo le sue storie o le canzoni che mi cantava. Sono tutti piccoli tesori personali che devono essere conservati e protetti. Ma non voglio raccontare di più perché forse, nel futuro, avrò bisogno di queste storie per qualche nuova canzone!"
"Volevo che le canzoni si sviluppassero da dove nascono, ovvero dal mio cuore. Canzoni che vengono da un punto interiore di un autore e non hanno bisogno di una lingua costruita. Secondo me la musica che é capace di toccare le anime deriva solo da un musicista che sia disposto a dare una parte di sé stesso. Non devo trasformarmi in una figura stilizzata e artificiale quando entro sul palco, portando una maschera..."
(Dea)
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Come nascono i KlammHeim?
"Mio marito Alex ed io abbiamo sempre voluto far nascere un gruppo, ma in qualche modo non abbiamo trovato un'inizio, perché abbiamo sempre avuto priorità più importanti nella vita. In quel tempo Alex suonava il basso in un gruppo black metal e dopo le prove cominciavamo a fare cover delle vecchie canzoni austropop, suonate in modo più scuro delle originali. In questo periodo avevo già scritto alcuni testi, e mentre i ragazzi suonavano ho cominciato a cantarne uno con la musica: così nacque "Nix Wies Wor". Durante il Capodanno 2008/2009, trascorso insieme agli Jännerwein nella Haus Der Heimat a St. Gilgen, abbiamo elaborato la canzone e incontrato Rage, che subito ha suonato la fisarmonica. Thomas é arrivato qualche giorno dopo e ha curato le percussioni per la canzone, e così sono nati i KlammHeim. Poco dopo ci siamo incontrati un'altra volta ed abbiamo scritto tre canzoni nuove. Dopo questa collaborazione produttiva e il divertimento che abbiamo avuto insieme, era chiaro che volevamo continuare. Abbiamo incontrato Lutz nel 2009, lui suonava la chitarra nel gruppo con il quale condividevamo la nostra sala prove. Purtroppo lo abbiamo incontrato quando quasi tutto l'album era già finito, e per questo motivo si sente Lutz soltanto su due canzoni, perché il resto era già completo. Ma abbiamo capito subito che lui era la parte mancante per continuare questo gruppo nel futuro."
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Se cerco di tradurre KlammHeim, mi risulta qualcosa tipo 'casa umida'. Invece quale significato esatto mi puoi dare?
"Beh, non c'è una traduzione esatta per KlammHeim perché é una parola fantastica. 'Klamm' ha significati diversi: umido e freddo, rigido e non abile nel muoversi a causa del gelo; come sostantivo significa 'crepa fra le montagne'. Così tutti i significati vanno bene con KlammHeim. 'Heim' vuol dire semplicemente 'casa'. Cercando un nome per questo gruppo, ne volevamo uno forte, e penso che sia stato trovato con KlammHeim."
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Tra voi esistono similitudini nei gusti o ci sono componenti che hanno gusti musicali diversi?
"Abbiamo pensato di inviarti un file Excel per elencare tutti i gruppi che ci piacciono, perché la lista é lunghissima. Certo, ci sono delle similitudini e delle coincidenze nei nostri gusti, però siamo stati tutti influenzati da scene diverse. Ma vediamo tutti il folk, o neofolk, come uno sviluppo logico, o meglio, come un ritorno alle radici musicali. Io ho passato molti anni nella scena gothic, ho iniziato dalle classiche feste dove ho fatto la DJ ed ho regolarmente fatto trasmissioni alla radio su internet. Perciò il mio background musicale si trova nell'ambito del death rock, gothic rock, post punk, new-wave e darkwave, certo, ma anche nel folk e neofolk. Mi piacciono anche cose completamente diverse, come il vecchio hard rock, anche il metal o la musica dei cantautori. Non trovo positivo limitarsi nel senso musicale, ma preferisco essere aperta verso molte scene. Alex é un ragazzo metal, come lo si trova in un manuale: ama gruppi come Beherit, Sadistik Exekution, Necros Christos o Teitanblood. Ma non ha fatto lo sbaglio di declinare generi diversi, é sempre stato infatti aperto alla buona musica, e per rivelare un segreto ascolta molto spesso i Cardigans (ride, e come non potrebbe! nda), così abbiamo trovato le nostre vie parallele in nomi come Christian Death, Fields Of The Nephilim e Nick Cave, ma sopratutto nell'ambito del neofolk. Rage é un DJ, lui ama tutto quello che fa rumore e confusione. Quando ha un DJ-set ad una festa, si deve soltanto seguire questo rumore e la nebbia (mentre magari i ragazzi gothic più giovani evadono con una faccia sconvolta) per ritrovarlo. Ma anche Rage é un ragazzo molto aperto ed il nostro gusto si incontra nella preferenza per l'eighties hairmetal! Parlando di Lutz, lui é approdato in un gruppo neofolk da completo sprovveduto... poverino! Dobbiamo recuperare molto a causa del neofolk classico. Lutz é un grande fan del progressive metal, come i Dream Theater. Generalmente ascolta la musica che gli piace, senza essere interessato al genere. Al momento studia batteria in modo autodidatta (di nuovo sorride, nda)..."
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Da come parli di te e degli altri ragazzi, sembra che l'amicizia ancora prima della musica sia il legame della band...
"Assolutamente! L'amicizia è il fondamento per andare d'accordo con gli altri, come il rispetto e l'attenzione per ogni membro del gruppo. Sensibilità, coesione e lealtà sono le cose più importanti per me se si vuole lavorare produttivamente insieme e divertendosi per un certo periodo. Dato che mio marito ed io abbiamo delle bambine, e per questo motivo non abbiamo sempre tempo per la musica, é una necessità assoluta che il nostro gruppo abbia un'idea di cosa ciò significhi. È necessario che gli altri conoscano le strutture e le abitudini della nostra famiglia, che conoscano le bimbe e che stiano bene insieme. Fortunatamente questo funziona perfettamente con tutti! Anche per nostra figlia, i nostri compagni diventavano e diventano sempre di più una parte delle sua vita; lei gode dell'avere tre zii in più nel suo piccolo mondo, i quali fanno sciocchezze con lei, scherzano e giocano. È una sorta di accrescimento famigliare. Sappiamo che possiamo fidarci di Rage, Thomas e Lutz, i quali sono sempre attenti e qui per noi. Tutte le decisioni sono prese insieme e le opinioni degli altri hanno lo stesso valore della nostra."
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È frustrante essere musicisti in un genere, il neofolk, che sarà sempre rivolto ad una piccola nicchia (anche se ci auguriamo una luminosità diversa) per pochi intimi, oppure la gioia di pubblicare la musica che nasce nel cuore aiuta a superare le difficoltà?
"Ma no! Per noi non é qualcosa di difficile, siamo piuttosto lieti di poterlo suonare! Esiste un'atmosfera familiare, e anche ai concerti é più semplice contattare altri musicisti o gente che ama la nostra musica. Generalmente dobbiamo dire che non vediamo KlammHeim come un gruppo che fa solo musica per il genere neofolk. Penso che siamo anche compatibili per la gente che ascolta l'austropop scuro degli anni '70 e '80. Ci sono tante persone che ascoltano KlammHeim senza essere coinvolte nel neofolk, e questo é anche il punto che abbiamo voluto raggiungere."
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Hai già accennato due volte all'austropop: se dico Falco, con rispetto ma con un piccolo malizioso sorriso, ho capito cosa intendi?
"Non ridere di Falco! Lui é stato uno degli artisti più grandi mai arrivati dall'Austria! Amo Falco, il suo atteggiamento e la musica sono stati una grande eredità e la sua morte un evento tragico. Ma Falco non ha un potere sulla nostra musica. In merito a KlammHeim si devono menzionare altri nomi, come Ludwig Hirsch, Wolfgang Ambros o anche Georg Danzer. Questi artisti appartengono ad un certo circolo musicale, filosofico e ribelle, che si sviluppava negli anni '60 e '70. Erano i primi musicisti che riportavano il dialetto austriaco nella musica, anche come un movimento anti-dominanza della musica inglese nei media. Hirsch, Ambros e Danzer hanno ad esempio toccato argomenti nei testi che altri non avevano mai usato nella musica a quel tempo. Specialmente l'album "Dunkelgraue Lieder" di Ludwig Hirsch era molto fastidioso, perché trattava di morte, gente disabile, influenze delle guerre e problemi diversi di cui altri artisti non avrebbero mai parlato, perché erano tabù."
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Cantate nella lingua di un territorio che è protagonista e sentimento del vostro concept sonoro e lirico: i ragazzi vi seguono per trovare in voi un'identità culturale o, come accade in Italia, si disinteressano dell'aspetto tradizionale della musica per seguire il vacuo mainstream?
"Beh, non so che cosa sia più importante per i nostri ascoltatori, se la musica o l'aspetto tradizionale: forse la combinazione di tutti e due fattori... Generalmente direi che la gente deve trovare la propria identità fra sé stessa, non in un gruppo di musicisti. Certo, é sempre più facile seguire il mainstream per trovare la propria soggettività. Ma sono sicura che la gente che capisce KlammHeim e che sostiene la nostra musica ha già trovato una soluzione a questa problema."
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Sei una ragazza leader di una band neofolk: è insolito in un ambito spesso militaresco e virilmente maschile... Come vedi la scena con gli occhi di una donna?
"Anzitutto non mi sento leader di questa band: sono soltanto la cantante e scrivo i testi, ma la musica viene dai miei ragazzi, particolarmente da Alex, che crea sempre nuove canzoni. KlammHeim funziona solo come gruppo e la nostra ideologia nel nostro piccolo ambito non é quello di seguire un 'duce'. In merito alla mia posizione nel campo del neofolk, non penso che sia qualcosa speciale l'essere una donna e mi sento a mio agio. Ci sono sempre state delle donne che hanno avuto un'influenza sullo sviluppo della musica folk. Comunque sia questa scena si é infiltrata di homo-erotismo, ma tuttavia quel tocco femminile é sempre stato presente. Alla fine, non mi lamento mica dei bei ragazzi vestiti in stivali ed uniformi (sorride, nda)!"
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Ti chiedo allora la tua personale definizione di folk, che può nascere nella musica di chiunque componga ballate spesso minimali con l'uso della chitarra acustica: c'è invece un confine diverso per capire cosa è folk, soprattutto tra i confini 'dark'?
"Non esiste un confine concreto su cosa é folk e cosa non lo é. A me non piace classificare la musica a seconda degli stili, sub-stili e sub-sub-stili, che vengono spesso separati e suddivisi in un modo penoso. Ogni gruppo decide da sé quale tipo di musica fa, ed é anche importante che la parte strumentale faccia la sostanza della canzone. Non ci sono codici su quali strumenti devono essere usati e dove in una canzone folk tradizionale o su quali non devono essere usati. Lo stesso vale per il contenuto lirico, la tecnologia musicale o altri materiali usati per creare una nuova canzone. La musica dovrebbe lasciare spazio aperto all'interpretazione, e per questo motivo KlammHeim non deve essere interpretato soltanto nel senso neofolk."
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Parte anche dalla sensibilità femminile un nuovo modo di intendere il neofolk?
"Detto francamente, non ho mai pensato a questa domanda. Non penso che ci sia una grande differenza nell'interpretazione o nel consumo della musica, ma quando si é in un ruolo del genere, si ha la possibilità di trasportare emozioni, e penso che questo lo facciano bene anche le donne."
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Mi collego a ciò pensando che la nostra intervista nasce durante il periodo in cui si festeggia Ostara, Dea teutonica di rinascita della Natura e della vita in generale. Credi in un paganesimo meno ideologico e più legato alle sue origini rurali?
"Beh, le tradizioni ricorrenti della Pasqua cattolica sono presenti ovunque nella regione dove abitiamo, appartengono alle radici e alla fede della gente. Hanno tutti vissuto con queste tradizioni durante delle loro vite e le tramandano ai giovani. Non mi descrivo come una persona pagana e neanche religiosa, ma mi sento meglio coi rituali e il credo del paganesimo piuttosto che con quelli cattolici. Anche noi festeggiamo Ostara, ma in modo più moderato: è il periodo di rinascita e di fertilità, la vita ritorna nella natura, e questa é una cosa per cui essere grata."
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Tra l'altro il tuo nome d'arte è significativo in tal senso, o sbaglio?
"Ha ha, certo che é significativo, ma per via di vari motivi. La prima band nella quale cantavo si chiamava Te Deum: era un gruppo che suonava progressive rock e in quel periodo avevo 18 anni. Il gruppo si separò, ma il nome Dea nella forma femminile é rimasto. Da lì deriva il mio nome. Oggi quasi tutti i miei amici mi chiamano Dea, mi ci sono abituata."
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Come siete venuti in contatto con la Heimatfolk?
"Heimatfolk é un sublabel della Steinklang, un'etichetta per la quale abbiamo sempre avuto simpatia. Siamo stati loro clienti per un lungo periodo ed anche Rage conosceva Max da tanti anni. Quando Max ha aperto il suo negozio a St. Koloman abbiamo passato lì un fine settimana, e molto presto abbiamo cominciato a godere della simpatia della gente e della bellezza della regione. Così la nostra amicizia si è sviluppata ed il nostro contatto ha subito preso vita. Quando Max ha sentito che stavamo lavorando ad un progetto, si è interessato immediatamente e, dopo aver sentito le prime canzoni, la domanda di prenderci sotto la sua protezione era sottintesa. Per lui era già chiaro che avrebbe pubblicato il nostro album, perché amava sinceramente la musica che facciamo."
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È senza dubbio la label adatta per voi, ma se una casa discografica più 'blasonata' vi contattasse, voi accettereste o l'attuale dimensione vi permette di essere fino in fondo coerenti con la vostra musica?
"Una domanda molto difficile. Heimatfolk é perfetta per noi, perché non é soltanto importante vendere, ma anche la sensazione di sentirsi 'a casa'. Il padrone della label è un amico vero, Max é sempre stato aperto ai nostri desideri e concetti in merito alla visualizzazione dell'album. Non esistevano limiti e ciò ci é piaciuto un sacco. Al momento non abbiamo pensato granché a questa opportunità."
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Una label piccola, ma che vi ha confezionato un digibook molto ben fatto, con apertura a trittico e un ottimo booklet: perché domina il colore verde?
"Steinklang non é una piccola etichetta, Heimafolk é soltanto una delle sublabel, come ce ne sono altre quali Percht o Sturmklang, la nuova divisione per pagan e viking metal. Steinklang sarebbe stata in ogni caso la nostra scelta per quanto riguarda la label. Normalmente il disco di debutto di un gruppo su Steinklang non é così laborioso e caro a fronte di design e artwork, ma Max sapeva che avremmo consegnato un buon prodotto ed era anche conscio del fatto che il concetto visuale sarebbe stato molto legato alla musica. Non abbiamo voluto fare a meno di una delle parti, che semplicemente si legano l'una all'altra. Alla fine eravamo molto soddisfatti con l'aspetto visuale dell'album e anche con il box. Ancora devo dire grazie a Benjamin König di Sperber Illustrationen per la sua assistenza e per essere riuscito a mettere su carta le mie idee. Il verde domina perché é il colore della Stiria e si trova anche nel nostro logo."
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Avete in programma dei concerti?
"Certo che sì! Abbiamo suonato live due volte nella regione di Salisburgo l'anno scorso: un concerto era a St. Koloman insieme a Jahrtal, Lisa O Piu e Birch Book. Era un concerto privato e piccolo, ma veramente molto bello. Siamo sempre pronti a suonare live, ma al momento dobbiamo fare una pausa a causa del mio stato di gravidanza. Ma vogliamo rientrare in scena il più presto possibile."
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Il WGT di Lipsia sarebbe ideale per la vostra carriera: vi sentite pronti per un'avventura così importante, se si presentasse?
"Beh... il Treffen é un grande punto di domanda per la nostra band, perché io penso che KlammHeim non sia proprio il gruppo adatto per questo concetto. I miei ragazzi la vedono in modo diverso. Non si tratta di essere pronti o meno per il Treffen, perché lo siamo, ma la domanda é piuttosto se tutti lo vogliono o meno. Certo, sarebbe una grande occasione per un gruppo nuovo, ma il Treffen é cambiato tanto negli anni scorsi ed io non sono mai sicura se mi piaccia o no quest'aspetto. Però sarebbe soltanto un concerto come qualsiasi altro. Salire sul palco significa dare il proprio meglio per i visitatori e i fans, non é importante 'dove' questo palco sia. Come puoi vedere, sono ancora un po' incerta."
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Di quali band eventualmente vi piacerebbe essere supporter?
"Beh, quando facciamo un concerto é importante per noi avere una bella serata, anche nel backstage. Non ci vediamo come supporter quanto piuttosto in un ruolo cooperativo, e così preferiamo gruppi che conosciamo, anche per arrivare insieme allo show. Amici come Sturmpercht, Allerseelen, Die Weisse Rose, Vinterriket/Nebelkorona, Fräkmündt, Werkraum o Jännerwein, per esempio. Certo, siamo anche aperti a trascorrere una bella serata con diversi altri gruppi che ammiriamo, come Sol Invictus, Ostara, Blood Axis, Ordo Rosarius Equilibrio, Spiritual Front e tanti altri..."
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So che hai studiato in Italia e conosci la mia amata/odiata Bologna: che ricordi hai della gente, delle città, dell'arte emiliana?
"Amo l'Italia! Ho passato qualche tempo a Modena quando avevo sedici anni ed ho abitato con una famiglia italiana. Era un periodo meraviglioso e sono ritornata in Emilia Romagna durante il mio studio italiano all'università. Ho visto diverse città d'arte, come Modena, Firenze, Verona ed anche Bologna. Amo la mentalità italiana, tanta gente é cosi alla mano e viva. La gente a Bologna era sempre così gentile ed ho subito capito che mi sarei goduta il tempo trascorso in Italia. Queste città vecchie sono piene di cultura, storia e architettura mozzafiato. Mi ricordo di una casa veramente vecchia a Bologna, dove le casse da morto di alcuni uomini importanti erano piazzate nella facciata dell'edificio. Ciò mi ha impressionato tantissimo, ma non mi ricordo il nome dell'edificio. Provo a ritornare in Italia ogni anno, perché é importante per me non perdere il contatto con la lingua e la gente. Sento anche un desiderio enorme di rivedere il mare, di fare una cena italiana e semplicemente respirare la vita e l'atmosfera."
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Quali band italiane conosci? Sento la vostra musica così affine ai Rose Rovine E Amanti...
"No, non penso che sia affine ai Rose Rovine E Amanti, sono cose completamente diverse. Ci sono tanti buonissimi gruppi in Italia, come Spiritual Front (mi piacerebbe tanto cantare una canzone insieme a Simone una volta), Kirlian Camera, Der Feuerkreiner, Ain Soph, Varunna, Camerata Mediolanese, Ataraxia, Ianva, Argine etc... Sembra che l'Italia abbia una capacità incredibile nel partorire sound spettacolari."
"Non esiste un confine concreto su cosa é folk e cosa non lo é. Non ci sono codici su quali strumenti devono essere usati e dove in una canzone folk tradizionale o su quali non devono essere usati. Lo stesso vale per il contenuto lirico, la tecnologia musicale o altri materiali usati per creare una nuova canzone. La musica dovrebbe lasciare spazio aperto all'interpretazione, e per questo motivo KlammHeim non deve essere interpretato soltanto nel senso neofolk..."
(Dea)
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Mi allaccio alla tua stima (a cui mi personalmente mi unisco) per i Der Feuerkreiner per chiederti se potreste osare soluzioni di elettronica industriale ed apocalittica, soprattutto pensando a "La 'Nvidia" come riferimento discografico. La tua voce vellutata si adatterebbe bene al contrasto di apocalisse strumentale, non trovi?
"Mai dire mai! Abbiamo Rage nel gruppo, il quale ha una grande conoscenza tecnologica e musicale riguardo a questa materia industriale ed elettronica, così quasi tutto sarebbe possibile! Non posso immaginare di fare un disco completo in quello stile, ma qualche canzone potrebbe avere queste influenze nel futuro, come era già accaduto con "Im Namen Der Freiheit" o "Namenlos", ad esempio."
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Ora KlammHeim sono una realtà su cui credere anche in futuro: la tua band comincia a riscuotere successo, anche piccolo magari, ma meritato, e dalla nostra intervista direi che hai una famiglia stupenda. Possiamo dire che tutto questo è solo l'inizio?
"Dunque... era definitivamente uno scopo centrale quello di passare da questo stato di semplice band trovata su myspace con lo sfornare un vero e proprio album. Abbiamo lavorato duramente, ma alle fine non si puó mai sapere come gli ascoltatori reagiranno. Volevamo fare un tentativo e il feedback che stiamo ricevendo va oltre le nostre attese. È sempre un po' bizzarro quando registriamo ascoltatori negli Stati Uniti, Russia o Cina. La critica e le e-mail che ci arrivano ci rendono fieri e ci incoraggiano ad andare avanti con la nostra musica. Certo, non é così facile, avendo una famiglia, ma la qualità é più importante della quantità, così abbiamo tutto il tempo necessario per il prossimo disco, senza fretta. Per il futuro abbiamo progettato due cose concrete, come una contribuzione ad un sampler ed uno split-album. Allora ne vedrete delle belle!"
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Dea, io ti ringrazio personalmente per il tempo che insieme abbiamo virtualmente trascorso nel portare a termine questa intervista. Per me il vostro album è soprattutto l'ultima immagine di copertina del booklet: quattro ragazzi quasi estemporanei che, proprio nella loro immediatezza, risultano convincenti anche nei suoni. Descrivi ora tu "Heimwärts" con tutta la passione impiegata nello scrivere le liriche, a mò di messaggio finale...
"Ognuno ha traguardi nella sua vita. Uno dei miei era un album che includesse la musica che amo, le canzoni che canto, la musica... che sono semplicemente io. Allora, album: fatto (sorride, nda)! "Heimwärts" é il mio monumento, che sempre esisterà e verrà trasmesso, anche quando io me ne sarò già andata."
http://www.myspace.com/klammheim
http://www.myspace.com/heimatfolklabel