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27-10-2009
KIM LARSEN
Il cantore delle rune
di Nicola Tenani
"...A waterfall is a River which falls from a mountain-side; but ornaments are of gold. Yew is the greenest of trees in winter; it is wont to crackle when it burns... (Una cascata è un fiume che cade da un lato della montagna; ma gli ornamenti sono d'oro. Yew è il più verde degli alberi in inverno; è abituato a scoppiettare quando brucia..)". Un antico poema norvegese dedicato alle rune per introdurre un artista che agli antichi simboli ha offerto una grande parte lirica della sua vita. Non :Of The Wand And The Moon:, il nuovo progetto Solanaceae o tutte le altre presenze che lo vedono da anni, solo o con altri artisti, protagonista delle scene neofolk o metal: solamente Kim Larsen ed il suo cosmo sensibile, la sua poetica, la sua chitarra, la sua terra natale leggendaria. Una voce indimenticabile che ferma sempre gli ascoltatori ipnotizzandoli da anni (pensate alla versione esclusivamente vocale di "Lucifer" ed allo spessore timbrico che offre...). Lo ringraziamo per il tempo concessoci, consci del fatto che tra le nostre pagine il neo-dark/folk continua a vivere nei tanti progetti che seguiamo, le novità proposte, le varie collaborazioni tra label ed artisti, spesso incontrando proprio Kim protagonista di idee che nascono e vivono nel nostro continente come in quello americano. E continueremo a seguire sempre questo omone dalla lunga barba, un ragazzo danese che è involontariamente ponte tra la musica che vive nel cuore dell'Europa e le leggende scandinave: in ciò Larsen è emblema della danesità che rappresenta.
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Allora Kim, prima di parlare del tuo nuovo progetto "Solanaceae" e di molto altro, vogliamo conoscerti meglio: come ti scopri musicista?
"All'età di 4 o 5 anni suonavo un ukulele mentre mia madre cucinava. Credo fosse un rumore terribile quello che producevo! Verso i 6 o 7 anni iniziai a prendere lezioni di batteria. A 16 invece è nato l'amore per la chitarra, che fin dall'inizio suonavo in modo quasi fanatico."
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Quali sono stati i tuoi primi progetti musicali?
"Per un paio di anni ho suonato con alcuni ragazzi, ma non così seriamente. Almeno così era... e si allontanarono. Poi però entrai nel progetto doom metal Saturnus."
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In quale fase artistica hai deciso di creare :Of The Wand And The Moon:?
"Fin dall'inizio, anche durante il mio periodo nei Saturnus, suonavo la chitarra ascoltando molta musica folk e classica acustica. Così le idee 'acustiche' si accatastavano e mi sembrava strano uscire in doppia versione con i Saturnus ad ogni pubblicazione. Di certo la nostra label non avrebbe considerato buona questa idea (ride, nda). Mi sentivo anche diverso rispetto al resto della band in questo ambito folk e volevo sperimentare un suono più puro nel genere."
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Quali musicisti hanno influenzato la tua musica in quel periodo?
"Sono state band come Death In June, Current 93, Fire And Ice, Blood Axis ecc., ma anche il disco acustico degli Ulver. In realtà quattro canzoni del progetto Solanaceae risalgono al periodo del debutto con Saturnus, ma quando ho iniziato come :Of The Wand And The Moon: volevo un altro suono, diverso a livello espressivo, così ho deciso di mettere da parte queste canzoni."
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Il 1999 è l'anno dell'uscita di "Nighttime Nightrhymes": ti aspettavi di diventare un riferimento mondiale in ambito dark-neofolk?
"Non mi aspetto mai niente. Ho cercato di fare del mio meglio in quel periodo e principalmente per dare piacere prima a me stesso. Ma sapevo che ciò che facevo era ok anche quando lo proposi alla label, sapevo che non voleva pubblicarlo per mancanza di soldi per lo studio, ma alla fine mi è venuta incontro decidendo per la pubblicazione."
"Non mi aspetto mai niente. Ho cercato di fare del mio meglio all'epoca degli esordi con :Of The Wand And The Moon:, principalmente per dare piacere prima a me stesso. Ma sapevo che ciò che facevo era ok anche quando lo proposi alla label, sapevo che non voleva pubblicarlo per mancanza di soldi per lo studio, ma alla fine mi è venuta incontro decidendo per la pubblicazione."
(Kim Larsen)
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Descrivici, quasi tu fossi un operatore turistico, la vita nella tua città: Copenhagen.
"Sono recentemente tornato a Copenhagen e spero di andarmene al più presto, non le sono troppo affezionato. Mi sono tra l'altro trovato nel bel mezzo di una piccola guerra tra gruppi di bikers ed immigrati, e si spara a destra e sinistra. Alcuni mesi fa un amico mi invitò a bere alcune birre in un locale chiamato Valhalla (naturalmente...), ma prima di andare, sempre lo stesso giorno, in un quartiere periferico, ho notato diversi membri di gang di immigrati di vedetta agli angoli delle strade, e qualcuno ha gettato pure a me un'occhiataccia durante il mio passaggio. Siccome il locale è situato proprio in questo quartiere ho proposto al mio amico di cambiare posto... e lo abbiamo fatto! Il giorno dopo, la grande notizia: più o meno all'ora in cui ci saremmo dovuti trovare al Valhalla, un ciclista è stato ucciso in un isolato limitrofo! Sembra però che ora abbiano rallentato: prima c'era un morto per scontri ogni settimana, ora è circa uno al mese. Però vorrei fare un piccolo spot per un locale di alcuni amici miei: si chiama Faust, e se capitate a Copenhagen e dite al gestore che siete amici miei, potete bere gratis tutta la notte (risate generali, nda)!"
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Se lo hai visto, quali sensazioni si ricevono nel vedere dal vivo il calderone di Gudenstrup?
"Sì, l'ho visto! Magari ho pensato... carina questa pentola!"
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Il più importante ritrovato celtico in terra di culto di Wotan: strano, vero?
"Probabilmente è stato trafugato."
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Torniamo alla musica. Nel tuo secondo album ":Emptiness:Emptiness:Emptiness:" c'è un episodio particolare come "Can I Erase The Demon?", creato su ambientazioni elettroniche quasi chillout, se me lo concedi, che non si è più ripetuto con quelle sonorità ipnotiche... Come mai?
"Credo invece di aver creato simili stati d'animo in momenti successivi: per esempio "I Shall Feast", in "Sonnenheim", mette a nudo lo stesso tipo d'atmosfera."
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Di solito in Italia la chitarra acustica si impara a suonarla in chiesa, in spiaggia o in solitudine in camera propria: tu come ne hai appreso l'uso?
"Ho preso molte lezioni private all'inizio, ma fondamentalmente ho provato costantemente ogni giorno."
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A proposito: è stupenda la tua chitarra. Le rune applicate sopra hanno significati specifici o sono solo estetiche?
"Credo tu ti riferisca ai messaggi che ho applicato sopra la mia chitarra, che hanno il loro significato. Sono facili da leggere se si conosce il Futhark. Pure Woody Guthrie ha utilizzato un messaggio sulla sua chitarra: 'questa macchina uccide i fascisti!'."
"Sono recentemente tornato a Copenhagen e spero di andarmene al più presto, non le sono troppo affezionato. Alcuni mesi fa un amico mi invitò a bere in un locale chiamato Valhalla, ma prima di andare, in un quartiere periferico, ho notato diversi membri di gang di immigrati di vedetta agli angoli delle strade, e qualcuno ha gettato pure a me un'occhiataccia... Ho quindi proposto al mio amico di cambiare posto... Più o meno all'ora in cui ci saremmo dovuti trovare al Valhalla, un ciclista è stato ucciso in un isolato limitrofo..."
(Kim Larsen)
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Hai mai valutato l'idea di suonare una chitarra a dodici corde per arricchire le tua sonorità?
"Se non ricordo male ho usato proprio una 12 corde in "Lucifer", nell'EP "Midnight Will" ed in "Sonnenheim."
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Prima di parlare di Solanaceae, ancora un paio di cose: di cosa ti occupi al di fuori del contesto musicale? Anche come passioni personali, hobby...
"Mi piacciono molte cose diverse: fumetti, cinema (a proposito, raccomando a tutti l'ultimo film di Lars Von Trier "Antichrist": un vero capolavoro)... A volte, quando trovo il tempo, adoro anche leggere: ho appena letto parecchie cose dello scrittore/musicista Martin Hall."
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So che segui progetti ben diversi dal neofolk, anche metal, giusto?
"Mi diverto molto con progetti di stampo doom/drone metal come Sunn o))), Earth, Moss, Monarch ecc. Ho appena terminato un nuovo album per un progetto funeral-doom chiamato Black Wreath che sarà pubblicato in autunno."
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Arrivi negli States dapprima collaborando al progetto In Ruin; come ti hanno contattato?
"A Terry Collia è piaciuto ciò che ho realizzato e mi ha contattato. Voleva fare una cover di un mio brano e ne ha approfittato per chiedermi se mi interessava partecipare al progetto."
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Vista l'ultima virata di Michael Laird con i suoi Unto Ashes, o le sonorità di vari progetti come gli In Ruin prima citati, vedi uno spostarsi del baricentro neofolk oltreoceano?
"Ho notato ultimamente uno spostamento di interesse da parte del pubblico negli Stati Uniti in questa direzione... carino!"
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Come giudichi l'espandersi dei movimenti neopagani?
"Non ne ho davvero idea, non seguo le statistiche e non mi curo di questi movimenti in quanto tali."
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Ora concentriamoci sulla musica. Conosci Michael Laird: quale scintilla è scattata per far sì che la tua presenza in "The Blood Of My Lady" fosse così importante e, viceversa, quella di Michael risultasse fondamentale in "Solanaceae"?
"Solanaceae è principalmente un mio progetto, ed è nato dopo aver sentito le band americane Arrowwood e Novemthree. Ho apprezzato i loro lavori, che mi hanno riportato ai primi album di quando sentii parlare di questo genere; all'epoca fu "Thunder Perfect Mind" dei Current 93. Così ricordo che, quando iniziai il mio progetto :Of The Wand And The Moon:, composi quattro brani che si 'esprimevano' diversamente rispetto al resto di "Nighttime Nightrhymes". Proprio Novemthree and Arrowwood hanno generato una nuova scintilla nei confronti di questi brani, accantonati da dieci anni. Ho poi chiesto a Chelsea ed a Pythagumus se avessero voluto aiutarmi in questa riscoperta, ed è stato meraviglioso farlo. John Van Der Lieth, dei Sonne Hagal, venne a trovarmi a casa mia in Danimarca mentre lavoravo a "Solanaceae". Stavo scrivendo materiale per l'album, ma per una delle vecchie song non riuscivo ad adattare le liriche con la musica. Durante il suo ritorno in Germania ha scritto il testo di quel brano, "Midnight Garden", proprio durante il viaggio! John pensò allora che dovevo conoscere assolutamente Michael Laird, con cui aveva collaborato per l'ultimo lavoro di Sonne Hagal, "Jordanfrost". Michael fu subito entusiasta e si presentò con alcune stupende canzoni che arricchivano "Solanaceae"."
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Cosa ti piace del modo di fare musica di Laird?
"Mi piacciono molto i suoi cambi negli accordi, ed il suo psychofolk di ciò ne risente. Penso pure che per "Solanaceae" abbia scritto grandi liriche..."
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Stessa song, ma con due volti diversi: "The Blood Of My Lady" nella tua voce è spietata e cruda, nella sua è affranta malinconia. Come è nata l'idea di far vivere questo brano in due progetti distinti fra loro?
"In realtà Michael mi ha inviato il testo chiedendomi di scriverne la musica, ed il comporla è stato così... rapido. Contemporaneamente anche Michael lavorava sui testi musicandoli, ed è stato interessante notare come scaturissero diverse le due versioni."
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Cosa rappresenta l'artwork di copertina di "Solanaceae" e chi lo ha dipinto?
"L'opera è tratta dal fumetto "Les Chasseurs De La Nuit" di Johan De Moor. Una delle mie tavole preferite. Mi piace distinguermi da ciò che normalmente sono gli artwork degli album. Mi sembra accattivante ed anche un po' sullo stile di "The Wicker Man" (film del 1973 diretto da Robin Hardy dalle forti tematiche pagane da cui pure Douglas Pearce trae spesso ispirazione nei suoi set fotografici, pensate a lui in maschera di fianco al fantoccio di paglia... nda)."
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In un periodo 'nero' per il folk apocalittico, "Solanaceae" ha la stessa grandezza dei migliori lavori del passato più genuino del genere: Sol Invictus, Forseti, Death In June, per citare i nomi più consoni. Senti di avere responsabilità maggiori nei confronti di tanti amanti del genere che aspettavano un lavoro così eccelso?
"Sono responsabile unicamente di me stesso. Non si può piacere a tutti, quindi perchè non crederci?"
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Proprio per questi motivi personalmente eleggo "Hemlok And Mandrake Fields" e "O Deep Woods" i due brani più rappresentativi dell'album. Come nascono queste songs?
"Credimi, non ricordo più la musica di "O Deep Woods", è stato uno dei primi brani scritti per "Solanaceae", mentre "Hemlok..." ritengo faccia parte dell'insieme omogeneo dell'album."
"Solanaceae è principalmente un mio progetto, ed è nato dopo aver sentito le band americane Arrowwood e Novemthree. Ho apprezzato i loro lavori, che mi hanno riportato ai primi album di quando sentii parlare di questo genere, in particolare a "Thunder Perfect Mind" dei Current 93..."
(Kim Larsen)
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Come hai conosciuto Robb Chelsea ed in quale momento hai capito che la sua voce sarebbe stata adatta nel progetto?
"L'ho conosciuto sulla sua pagina myspace e la sua musica (Arrowwod) mi è piaciuta subito. Quasi contemporaneamente ho conosciuto anche Phytagumus (Novemthree). Entrambi gli artisti lavorano molto in contatto tra loro, ed io ho contattato Chelsea allo stesso modo. Ho sentito che la sua voce si sarebbe adattata perfettamente per questo progetto, e secondo me il risultato è sublime..."
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Conferme come Anne Eltard, Fenella Overgaard... quanto conta per te l'amicizia, anche nel produrre musica?
"Fenella è la mia ex-fidanzata ed Anne insegna musica in una scuola in cui ho studiato all'inizio. Beh, non avrei certo composto di nuovo con loro se non mi piacessero di base come persone."
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Ci sarà spazio per nuovi capitoli di Solanaceae o è solo un momento estemporaneo della tua carriera?
"Dipende, forse quando ci sarà più tempo; ora mi concentro totalmente sul nuovo lavoro come :Of The Wand And The Moon:. Sto lavorando sul nuovo album: mi sono preso tutto il tempo che occorre e credo ne servirà molto, ma chissà, forse l'anno prossimo potrebbe essere finito. Vedremo..."
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