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13-05-2009
FEEDING FINGERS
Just(in) the mirror
di Nicola Tenani (traduzione: Valentina Bonisoli)
Justin Curfman in the mirror: è questa la parafrasi con la nota Piggy 'cureiana'. Come allo specchio, il frontman e creatore del progetto americano Feeding Fingers si apre con noi a 360 gradi. Già in sede di recensione abbiamo lodato "Baby Teeth", il nuovo full-lenght che ha ridato smalto al concept darkwave old-school raccogliendo pareri positivi in tutta Europa; ora, insieme al creatore, vogliamo entrare all'interno della genesi tecnica ed emotiva dell'album. Uno specchio argentato in cui l'artista riflette sé stesso: un poliedrico intreccio di volontà artistiche, voglia di comunicare un'intensa attività produttiva su vari fronti, la velleità di divenire realtà importante al di là dei confini statunitensi. Ci ha impressionato subito la bellezza dell'album, e spontanea è stata la voglia di aprire un canale comunicativo con Justin per capire di più quali potenzialità avessero i FF, con la speranza che nel futuro avremo la possibilità di ritrovarli, pronti ad attendere con ansia le nuove uscite, come anni fa si attendevano quelle delle band storiche del dark. Musica che immediatamente riporta a Cure, Swans, Echo & The Bunnymen, ma come giustamente Justin enuncia anche Chameleons ed altri. DARKROOM Magazine è sempre pronto ad inseguire i grandi artisti per dare ai lettori la possibilità di conoscerli un po' di più, ma è attento pure a captare i segnali di musicisti emergenti che possono in breve tempo divenire outsider di lusso, per poi ritrovarli tra i grandi nomi del panorama internazionale. La nostra scommessa passa anche da Justin e dal suo universo complesso e fascinoso, nella scoperta che potrete fare tra le righe di questo lungo colloquio.
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Siete per lo più sconosciuti al pubblico italiano: che ne dici di presentare la band?
"Sono Justin Curfman, voce e polistrumentista dei Feeding Fingers. Sono supportato da Todd Caras, anch'egli polistrumentista, e dal batterista, Daniel Hunt."
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Come vi siete incontrati e com'è nato questo progetto?
"La creazione dei Feeding Fingers è nata dalla necessità psicologica di far emergere dalla mia mente l'insieme di tutta quella musica che ho scritto sin da quando avevo sedici anni, e che originariamente pensavo di usare come colonna sonora per un progetto di film d'animazione che però, nel tempo, è stato abbandonato. Nel 2005 ho iniziato a produrre una nuova forma di film d'animazione basata sullo stop-motion e intitolata "Ticks", progetto al quale tuttora lavoro, e mi sono trovato con una ventina di brani tra audiocassette, hard-drives e bozzetti che riguardavano un periodo di circa dieci anni. Decisi che "Ticks" sarebbe stato un lavoro a sé stante, nel quale abbandonare tutte le mie idee precedenti e ricominciare da capo. Ho portato nel mio studio tutta la musica più vecchia e ho deciso di non rivisitarla. Diversi mesi più tardi ho acquistato una casa nella periferia di Atlanta, dotata di uno spazio/studio che si snoda lungo tutto il piano inferiore. Lo scopo originario per cui l'ho comprata era di avere spazio sufficiente per lavorare sui progetti di animazione e musica, e inizialmente mi sono dedicato molto a "Ticks". Guardando però tutto quello spazio vuoto e pensando a tutta la vecchia musica che avevo accantonato, mi è sorto il desiderio di formare una band per suonare questa musica dal vivo, almeno come esperimento temporaneo, dando voce a quell'urgenza che sentivo dentro. Non ho mai creato una band, ho suonato con gente durante l'adolescenza, scrivevo musica da quando ero bambino, ma questo costituiva un inizio entusiasmante per me. Ho messo annunci su giornali musicali, internet, telefonato per cercare un bassista e un batterista interessati a suonare in una band simile a Joy Division, Cocteau Twins, Echo & The Bunnymen... qualche giorno dopo il telefono ha cominciato a squillare, le e-mail ad arrivare e tutto è andato a posto molto facilmente. La prima telefonata è stata del bassista Todd Caras: quando ha chiamato, mi trovavo all'ospizio presso mia nonna morente. Ho risposto nel patio sul retro, la sua voce era calda e squillante. Todd conosce bene la propria storia e sapeva ESATTAMENTE cosa stavo cercando. Mi ha chiesto di fargli un CD con tanta musica quanta sarei stato pronto a suonare, e di passarglielo. Ho fatto un dischetto con dieci canzoni e ci siamo incontrati al bar presso l'ospizio. Nessuno dei due aveva idea dell'aspetto che l'altro avrebbe avuto, ma in qualche modo appena ho messo piede nel bar mi ha chiamato "Justin!", così abbiamo chiacchierato per le successive tre ore. Ci siamo trovati benissimo insieme. Trovare un batterista è stato un po' più difficile. Avrò sentito almeno una dozzina di telefonate di gente molto motivata, ma che aveva troppi impegni al di fuori di questo progetto per potersi dedicare ad esso come avrei voluto. Un pomeriggio ho ricevuto una chiamata da Danny e gli ho chiesto quando sarebbe stato disponibile per venire da me a provare, e mi ha risposto: "Che ne dici di stasera?"... Danny è un professionista delle percussioni di ogni genere, e grazie all'esperienza riesce a offrire ai gruppi quello stile che non si sente spesso nelle band. Inizialmente ero un po' intimorito da tutta quell'esperienza e temevo abbandonasse il progetto per qualcun altro con più mezzi e capacità, invece alla fine si è trovato bene con me e Todd. Noi tre siamo stati insieme sin dal 2006, senza mai cambiare formazione. L'idea di un quarto elemento alle tastiere è stata discussa per un anno, ma poiché tra noi si è venuto a creare un buon feeling penso che l'introduzione di una quarta persona possa compromettere ciò che abbiamo raggiunto. Tra l'altro, dato il carattere di ognuno di noi e tutto il tempo trascorso insieme, siamo in grado di gestire le reciproche stranezze; non penso che mi sentirei a mio agio introducendo un quarto elemento. Ho la mia indole stakanovista, passiva, da bravo ragazzo con la quale i miei colleghi devono convivere ogni giorno. Todd ha un carattere leggendario ben conosciuto sia in America che all'estero, e Danny... lui spaventa la gente!"
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Come avete scelto il nome Feeding Fingers?
"Il nome della band deriva dal testo del brano "Feeding Fingers", dal nostro primo album, "Wound in Wall". Una volta sognai di esplorare un boschetto sul retro della casa in cui ho trascorso l'infanzia. Lì incontrai una ragazzina, vestita di bianco. Era senza volto e stava seduta su di un seggiolone. Aveva uno xilofono in grembo. Non poteva parlare, ma sapeva che nella mia mente, letteralmente, c'era un pezzo che lei avrebbe voluto suonare allo xilofono. Telepaticamente mi comandò di sedermi sotto lo xilofono e sotto i suoi piedi. Mise una mano nella tasca del suo abito e ne estrasse un coltello con cui mi segò la sommità del cranio, esponendo così il mio cervello. Si tolse le scarpe e i calzini e cominciò a massaggiarmi, come se stesse a bagno in una tinozza di acqua calda. Sentì le pieghe del mio cervello tra le sua dita e assorbì per osmosi quel brano musicale. Dopodiché si mise a suonare. Mi sono svegliato da quel sogno cominciando a canticchiarmi quella melodia per tutto il giorno, e alla fine l'ho registrata. Quella canzone è registrata nota per nota in "Wound in Wall" nella traccia "Feeding Fingers", e il testo stesso parla della bambina duplicata in una dozzina o più, comparsa in un altro sogno fatto non molto tempo dopo la sua prima apparizione. Tutte queste bambine stavano in fila indiana e aspettavano di mettere le dita dentro piccoli buchi in un perfetto muro bianco in una stanza perfettamente bianca, mentre dall'altra parte del muro stava un uomo affamato che aspettava di mangiare quelle dita. In quella stanza, in quel sogno, anch'io ero una vittima. Questa ragazzina compare, in un modo o nell'altro, nella maggior parte dei miei lavori. Non sono sicuro del significato che ha, lei semplicemente è."
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Quali sono i vostri gusti musicali?
"Ascolto spesso compositori d'avanguardia come Karlheinz Stockhausen, Witold Lutoslawski, Steve Reich e Krystof Penderecki. Mi piace molto tutta quella corrente pre-industrial e minimal che si è sviluppata nei tardi anni '70 e negli '80 con Einstürzende Neubauten, SPK, DAF, Fad Gadget, Suicide. Sembra che io tenda ad esser maggiormente influenzato da band più vicine al post-punk come gli Wire, i Joy Division, Echo & the Bunnymen, The Chameleons, Lowlife ecc., che stranamente ascolto sempre meno spesso."
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La tua figura di leader è chiara: sei una persona veramente eclettica, parlami della tua impronta musicale sui FF.
"Feeding Fingers è la mia creatura. La maggior parte di quello che ascoltate è il culmine di un lavoro che è stato modellato sulle mie ossessioni da quando avevo quattordici anni. Ci metto tutto il mio entusiasmo, sincerità e dedizione."
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Componi sempre tu i testi?
"Sì. Ma credo che il termine 'comporre' sia da prendere un po' alla larga, è solo una parte del processo creativo in cui i testi trovano il loro spazio nella musica. Non mi siedo mai con l'intento di 'scrivere' un brano: le parole e le immagini sorgono spontanee dal mio animo, quasi fossi in uno stato di trance dopo che ho composto e registrato la melodia. Mi metto lì, ascolto la musica e comincio a immaginare, come se avessi un libro illustrato. Scrivo le frasi foneticamente, trovo le parole e do loro forma in un secondo tempo. Tutto è un enigma per me. Non sono capace di scrivere testi soggettivi, lo vivo come una frode. Non mi capita spesso di scrivere testi soggettivi tratti da qualcosa di concreto, la cosa più simile che mi sia mai capitata è quando scrivo qualcosa ispirato da un sogno, una specie di sogno con una logica narrativa. Se avessi qualcosa da comunicare con un linguaggio diretto, non perderei il mio tempo mettendolo in musica e usando un linguaggio criptico. Lo direi schiettamente e basta. Per questo ritengo che siano stupide le canzoni che si occupano di denunciare la politica o gli affari del mondo, lo trovo infantile. Non cambierai un bel niente in questo modo. Se pensi che i tuoi ideali siano così grandi da cambiare il mondo, non sprecare il tuo tempo a scrivere canzoni stando al caldo nella casa di tua madre ma datti una disciplina, educati a divenire un attivista, un politico e se vuoi un terrorista, la qualifica per tutte e tre le categorie è sostanzialmente la stessa. Come disse il pittore Francis Bacon: "È sempre inutile parlare di pittura, uno non fa niente ma parla solo di quella". Questo è quello che provo verso la comunicazione diretta per mezzo delle liriche. So che i miei testi frustrano molta gente, ricevo spesso e-mail da persone che mi chiedono il significato di essi, ed io dico loro di interpretarli come vogliono, per sé stessi. Quello che le parole e le frasi significano per te, per me potrebbero voler dire tutta un'altra cosa, ma c'è da dire un fatto: il mio lavoro è un lavoro d'insieme, la musica corrisponde al mio film e alla mia prosa. Sono in relazione l'uno con l'altra. Ti accorgerai da dove deriva la riga che parla delle uova strapazzate nella canzone "Manufactured Missing Children". Dovete solo aspettare "Ticks"."
"Se avessi qualcosa da comunicare con un linguaggio diretto, non perderei il mio tempo mettendolo in musica e usando un linguaggio criptico. Lo direi schiettamente e basta. Per questo ritengo che siano stupide le canzoni che si occupano di denunciare la politica o gli affari del mondo, lo trovo infantile. Non cambierai un bel niente in questo modo. Se pensi che i tuoi ideali siano così grandi da cambiare il mondo, non sprecare il tuo tempo a scrivere canzoni stando al caldo nella casa di tua madre ma datti una disciplina, educati a divenire un attivista, un politico e se vuoi un terrorista, la qualifica per tutte e tre le categorie è sostanzialmente la stessa..."
(Justin Curfman)
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Sei anche animatore in progetti piccoli ma interessanti: vuoi parlarci di ciò che stai realizzando?
"Sto lavorando alla versione integrale di un film d'animazione chiamato "Ticks" ("Zecche", nda), un ibrido tra stop-motion con pupazzi ed altro. Si tratta del mio quarto film in questa disciplina, e la mia prima versione. Spero di finirlo per la fine del 2010. Insieme al film, ne sto realizzando la colonna sonora. Una volta che sarà pronto e distribuito nei circuiti dei festival, quando diverrà un'opera indipendente e autonoma lo accompagneremo con esibizioni live nelle quali ne suoneremo i brani mentre viene proiettato. Non vedo l'ora che ciò accada! Stiamo lavorando anche al terzo album. Io non ho ancora idea di come sarà intitolato. Sarà complementare a "Wound in Wall" e a "Baby Teeth", ma sarà marcatamente diverso in produzione e arrangiamento. Sono anche inventore, vicino alla scuola di pensiero 'Chindogu', attraverso la quale amo creare dispositivi non pratici, tipo il mio collare cervicale Lepidopteraphagiator, che non è altro che un affare che ti allacci alla gola con una luce ad incandescenza sopra: tu la accendi e di notte aspetti che gli insetti ti volino in faccia per mangiarli. C'è anche un video dimostrativo su Youtube al quale hanno partecipato alcuni miei amici, Patrick A della band Can Can, Sharron Von Hoene della band Cinetrope, la modella Stephanie Roman e un socio della Stickfigure Records, Devon Stawkowski. Dateci un'occhiata se v'interessa. Ho anche pubblicato un racconto illustrato intitolato "Expiration Date", illustrato da Niki Foscarini, e un libretto dal titolo "The Catalog of Absurdity". Amo usare qualsiasi mezzo di comunicazione."
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So che ti cimenti anche in altre forme artistiche: raccontacele...
"Sì. Sono coinvolto da molte cose, e non sono mai soddisfatto di una cosa alla volta. Ricordo che da piccolo mi piaceva solo scrivere. Scrivevo spesso pezzi sperimentali e di fiction, ma mi sono buttato in tutto il resto verso i 12-13 anni. Ricordo che alle medie marinavo la scuola per stare in casa a creare specie di collages con pezzi di poster disegnato sui quali incollavo conchiglie. Per me era più importante che stare nove ore seduto a guardare una professoressa. A volte mi chiedo se non sarebbe stato meglio continuare a scrivere. Scrivere è molto meno costoso. Ho un'idea per un romanzo che spero di pubblicare nel 2011. Chissà..."
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Per il vostro background significa qualcosa crescere nella Georgia, patria di REM e B52?
"Non ne sono sicuro. Per quanto ami i REM (sono tra le persone più umili che tu possa mai incontrare, specialmente se pensi al loro successo) e mi renda conto dell'eredità e della storia di quel movimento che ha coinvolto Athens, in Georgia (e con alcune estensioni anche ad Atlanta), con i REM e i B52 in testa, non so dire se la location dei Feeding Fingers sia rilevante."
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Se non sbaglio, esiste un collettivo goth Georgiano: in cosa consiste?
"Vorrebbe essere il Collettivo Medusa. Diversi mesi fa Moxy, della band Promise December, contattò alcuni di noi appartenenti a gruppi simili del sud-est e ci chiese se potevamo essere interessati nel collaborare a coordinare diversi spettacoli con possibilità di farsi conoscere nella zona, considerando che i maggiori media in queste città praticamente ignorano il nostro genere musicale, e continueranno a farlo finché non comincerò a indossare ironiche t-shirt economiche, avere una ragazza che suona le tastiere, scrivere canzoni che parlano di party e suonare solo barre chords. Ci sto lavorando. Non veramente. Potremmo anche vivere qui, ma l'America non è la casa per i Feeding Fingers."
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Quali band, oltre ai Feeding Fingers, ti senti di consigliare al pubblico europeo per aprire nuovi canali d'ascolto?
"Ce ne sarebbero troppe da menzionare, a essere onesto. Una bella cosa di questa città è che puoi andare in giro per ogni club, ogni sera della settimana, e rimanere stupito da quanta gente piena di talento vive nei pressi. Ecco la ragione per cui non vado spesso ai concerti delle band che fanno tour internazionali. Non devi farlo. Non c'è ragione per spendere quasi 100 $ per nutrire l'ego di qualche rockstar che ha appena firmato un sostanzioso contratto con una multinazionale mentre puoi andare quando vuoi al 'The Drunken Unicorn' o al 'The Earl', qui ad Atalanta, e per meno di 10 dollari ti vedi una band davvero valida. Ci sono gruppi qui sull'East Coast come Entertainment, The Prids, Misfortune 500, Tenth To The Moon, Can Can, Jeffrey Butzer & The Midwives, Cinetrope, The Liverhearts, Lions & Scissors, e molte altre - e sono certo che verrò insultato da quelli che non ho menzionato - che sono consapevoli del proprio talento."
"La musica dark è stata accolta principalmente in Europa perché c'è più comprensione e una maggior predisposizione verso l'arte, la letteratura, la musica e la cultura in generale rispetto all'America. Negli USA il sistema è assurdo, il costo della vita folle e nelle scuole s'insegna a preoccuparsi dell'andamento dei mercati, dei servizi e del capitale, mentre l'Arte è considerata una perdita di tempo. È una verità inquietante. Dalla seconda Guerra Mondiale in poi siamo stati incoraggiati a essere fragili, politically correct, perfetti consumatori..."
(Justin Curfman)
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Imporre una musica di stampo classicamente 'dark' in un continente votato all'hip-hop, al pop, al rock-country o, nella migliore delle ipotesi, al goth elettronico da dancefloor è frustrante, oppure qualche motivo di soddisfazione si riceve?
"Può essere un po' frustrante, ma più il tempo passa e più questa sensazione diminuisce. All'inizio ero scoraggiato e indispettito dall'ignoranza generale del mercato musicale americano, ma per fortuna, grazie a internet e alla collaborazione internazionale tra le nostre etichette discografiche le cose sono migliorate molto per i Feeding Fingers. Penso che sia un po' arrogante e presuntuoso incolpare il pubblico di qui per la sua risposta così scarsa. La verità è che questo tipo di musica non ha mai avuto molto seguito qui, e un motivo è che non fa parte del background culturale di questo paese. Penso comunque che il mercato e la pubblicità abbiano venduto questo genere in maniera molto stupida. In questo paese tutto è confezionato secondo dei clichè, per esempio questa musica è associata a tematiche da teenager che si sentono vampiri, con toni neoromantici e finto gotici. I pubblicitari non fanno altro che inzuppare tutta questa roba dentro punti vendita che letteralmente stroncano la credibilità e la longevità di questo genere. Tutto viene mercificato e diventa un marchio per gli adolescenti che, una volta arrivati al college, se ne dimenticano e gettano via tutto quanto, credendo di essere gli unici ad aver sentito un disco degli Smiths. Questa musica è stata accolta principalmente in Europa perché c'è più comprensione e una maggior predisposizione verso l'arte, la letteratura, la musica e la cultura in generale rispetto all'America. Negli USA il sistema è assurdo, il costo della vita folle e nelle scuole s'insegna a preoccuparsi dell'andamento dei mercati, dei servizi e del capitale, mentre l'Arte è considerata una perdita di tempo. È una verità inquietante. Ed è anche una vergogna perché questo paese è pieno di gente brillante, piena di vita, pacifica. Ma dalla seconda Guerra Mondiale in poi siamo stati incoraggiati a essere fragili, politically correct, perfetti consumatori."
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Sentite l'Europa come un bacino di utenza più vostro?
"Sì, assolutamente. Il solo fatto che questa intervista esista ne è la dimostrazione. Posso tranquillamente affermare che il 90% dei nostri ascoltatori vive nel vostro continente."
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La vostra musica, tanto figlia dei Cure, ma personalmente ci sento anche gli Swans, i Wolfgang Press, tanta storia 'dark' dei due continenti... Quali altri nomi hanno contribuito a formare implicitamente il vostro sound?
"Amo Angelo Badalamenti, sono un po' geloso di alcuni suoi arrangiamenti al piano e ai synth! Non so se la musica m'ispira quanto la letteratura, la pittura o la vita in genere. Ci sono pittori come Anselm Kiefer che a volte mi 'distruggono' letteralmente, in senso positivo ovvio. Ci sono opere di Hans Bellmer, a volte leggo Alfred Kubin, Georg Trakl, Gottfried Benn, o qualcosa della scuola espressionista che sembra molto più diretta e contemporanea di qualsiasi cosa possa essere definita sterile 'arte moderna' o mostra. Mi chiedo di cosa abbia così paura questa generazione."
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Parliamo di "Baby Teeth": cosa rappresenta il titolo dell'album?
"Penso che il nome dell'album, "Baby Teeth" sia un riferimento al testo della title-track: "I would rather watch you up / On a silent stage / With baby teeth still in / Still inside your Mouth...". Queste parole sono state ispirate da un sogno in cui compariva una bellissima ragazza che cantava su un palco, rivolta a me. Finito il brano si è girata, ha sorriso, e in quel momento ho notato che aveva ancora i denti da latte che facevano risultare le sue gengive enormi e grottesche. Non so perché, ma per qualche ragione questa visione mi ha eccitato in modo incredibile. Credo sia un riferimento al solo luogo dell'album in relazione a quello dei Feeding Fingers, che per ora hanno una carriera relativamente corta."
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L'artwork di copertina è simbolico e inquietante: che tipo di concept cela in sé?
"L'immagine si riferisce al concept di "Manufactured Missing Children", che sarà spiegato in "Ticks". Subisco anche il leggero fascino feticista delle vecchie foto istantanee."
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In "Baby Teeth" usate una soluzione con due bassi, rinunciando alla chitarra, e ciò determina un aumento della tensione ritmica: pensate di ripetere questa scelta in futuro?
"Vorrei sperimentare maggiormente il doppio basso. Potrebbe essere qualcosa da rivisitare nel terzo album. Chissà cosa accadrà... Una settimana fa ho registrato una canzone con l'ukulele... può succedere di tutto."
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Il vostro sound è scuro, malinconico e dark, eppure la chitarra suonata in stile più arpeggiato e meno distorto lo addolcisce: è l'arma vincente dei FF?
"Mi approccio sempre alla chitarra come a uno strumento che tesse il sound. I pezzi rock in cui domina la chitarra non mi hanno mai interessato. Solitamente scrivo la base col basso e la batteria, mentre la chitarra si occupa d'illuminare la troppo spesso claustrofobica sezione ritmica. È il mio modo preferito di comporre, ma molte cose cambieranno nel terzo album. C'è bisogno di crescere."
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Avessi la possibilità di estrarre un singolo dall'album, sceglierei "Is Heaven All That You Hear", un ponte tra l'oggi e quei suoni che hanno reso la musica darkwave incomparabile: fosse uscita negli anni'80 di "Charlotte Sometimes" dei Cure o "The Killing Moon" degli Echo & The Bunnymen, sarebbe stata un perfetto spunto per una setlist da ballare. Parlami di questa song e dei momenti simili che proponete.
"Il brano "Is Heaven All That You Hear" è frutto di un lavoro fatto in stretta collaborazione tra noi tre. Una sera Todd mi diede un riassunto di pezzi di quando il gruppo ha cominciato. Si trattava di un CD in cui erano registrati alcuni sketch strumentali suonati da Todd quando aveva fatto la richiesta di entrare nella band come bassista la prima volta che ci siamo visti. C'erano una bellissima progressione di basso, un motivo ciclico di batteria e un sottile lavoro di synth che mi ha bloccato per qualche mese. Questa musica non era proprio strutturata come una canzone, ma si poteva già notare lo 'scheletro' di cui mi sono innamorato. Ho trasferito il materiale per diverse settimane, riarrangiandolo, buttando giù una linea di chitarra e iniziando a comporre una melodia che potesse star bene con la musica. Alla fine abbiamo deciso di includerla in "Baby Teeth". Penso che una canzone molto vicina a "Is Heaven All That You Hear" sia "She Hides Disease": l'ho scritta intorno al motivo di pianoforte, che si ripete in tutto il brano. Per anni ho amato questo motivo, ma non sapevo come e dove impiegarlo. Così, anziché usarlo solo come elemento della canzone, vi ho costruito intorno la canzone stessa. Penso che sia un bel brano, e penso che ne faremo un video quest'anno o il prossimo."
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È in programma un tour europeo in un futuro prossimo?
"Questa è una domanda importante. C'è stata una serie di tour promozionali in marzo (e forse aprile) in Europa e Asia, al fine di farci conoscere maggiormente presso il pubblico europeo. Ora come ora è tutta una questione economica. Sarebbe un investimento chiamare i Feeding Fingers in Europa? Ci piacerebbe pensarlo, ma vista la sfavorevole congiuntura economica che si sta profilando all'orizzonte, potrebbe non essere vantaggioso per le case discografiche farci venire in Europa. A essere onesti, il poterci esibire nel vostro paese (e in Europa in generale) dipende da persone come voi e i vostri lettori. Se non c'è abbastanza interesse e supporto da parte di club, locali ed etichette discografiche non ci sarà nessun tour europeo per i Feeding Fingers. Per cui, ogni volta che andate in un posto, parlate col DJ, ditegli di mettere il disco e, se non ce l'ha, ditegli di procurarselo. Ogni volta che entrate in un negozio di dischi e non vedete il nostro album sullo scaffale, dite al proprietario di comprarlo. Se vedete che una band che amate fa un tour internazionale ma non passa per la vostra città, scrivete o cercate il numero del loro manager e ditegli che i Feeding Fingers potrebbero fare da supporter. Tutte queste piccole cose sono importantissime, ma spesso le persone non se ne rendono conto, soprattutto per una band come questa che, solitamente, ha poca visibilità in qualsiasi ambiente. Dipende tutto da voi."
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Ho ascoltato (e di ciò ti ringrazio) una vostra recente esibizione in acustico: è una soluzione che porterete anche in studio?
"Grazie per averlo fatto! Il 'National Public Radio Show' viene anche trasmesso in tv negli Stati Uniti; dopo questo passaggio sarà disponibile online in versione integrale, e sarà visibile su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=yNOxaA0T2pI) e altre fonti online per alcuni brani. Per quanto riguarda la possibilità di esibirci in sessioni acustiche in studio... la risposta è "sì". La canzone "A Bag Of Broken Hands" dall'album "Wound In Wall" era una peformance acustica che si prestava bene per quell pezzo. Non credo possa funzionare in un altro modo. Ci sono online alcuni video dei Feeding Fingers in cui viene suonata con alcune modifiche, introducendo la chitarra elettrica, le tastiere e la batteria, e tuttavia credo che la versione del disco sia superiore. Il brano "Your Name In A Stolen Book", dall'album "Baby Teeth", è anch'esso un'esibizione in acustico fatta in studio con un vero organo Hammond, e nessun synth. Non vedo come possa suonare in altro modo. Nel terzo album vedo decisamente l'impiego di una tessitura acustica. Trovo che sia difficile catturare una performance acustica e renderla esteticamente piacevole a causa dell'estrema disponibilità a modificare sempre tutto con la tecnologia, gli equalizzatori; avere un suono semplice, magari imperfetto ma piacevole, non è sempre facile da accettare. Si è troppo perfezionisti, ed è per questo che spesso si trovano in giro registrazioni di performance acustiche che risultano piuttosto scialbe e monotone."
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È già in preparazione materiale per un nuovo album?
"Sì. Ora come ora abbiamo almeno otto buone idée su cui lavorare dal vivo, per poi registrarle al più presto. Ci sono sicuramente due canzoni che sono scritte, registrate e pronte per comparire nel terzo album. Al momento vengono usate solo come demo e proposte a diverse etichette e produttori, affinché possa crearsi un 'giro' per avere una base distributiva alla quale al momento non abbiamo accesso per promuovere il terzo album. Se non dovesse succedere nulla nonostante tutti i miei sforzi, il terzo album dei Feeding Fingers sarà prodotto come i primi due, nel mio studio ad Atlanta, in Georgia, e ci uniremo a Stickfigure Recordings, NetMangement Musik Verlag e a tutti i loro collaboratori per mandare avanti al meglio la band con le stesse piccole ma scrupolose risorse che abbiamo. Non rinuncio a realizzare qualcosa solo perché non ne ho i fondi o mi manca l'organizzazione. Chiedetelo a chiunque, la musica viene prima di tutto ed è in primo luogo una passione. Le persone che sono provvidenziali abbastanza da conquistarsi da vivere facendo musica sono estremamente rare. Nonostante tutto quello che la gente può pensare, non sono coinvolte nell'industria della musica. Anche quando vedi in tv qualche 'rockstar' che sembra vivere 'al massimo', si tratta per lo più di invenzione. La maggioranza di questi ragazzi ricevono fondi SOLO per i tour e la promozione del disco. Sono costretti a prendersi un periodo di permesso dal lavoro (o lasciarlo, o farsi licenziare) e andarsene in giro per la promozione dell'album con le dita incrociate, sperando di guadagnare almeno per fare benzina o pagarsi il pranzo. La gente rimane sempre sconvolta quando sente di musicisti che vanno in bancarotta. La verità è che la maggior parte di questi artisti vengono pagati in anticipo per registrare l'album (che è giusto quanto basta per andare in pari per un anno o due), ed è quello che avrebbero ricevuto se avessero avuto un lavoro regolare: in questo modo, ovviamente, possono concentrarsi sulla musica e sui testi senza venire distratti da un impiego giornaliero. Poi che succede? Registrano l'album e lo promuovono con un tour, e una volta finiti i concerti... restano al verde. Tornati in studio, ripetono il medesimo ciclo. Non è la vita fantastica che i media (e i promoter, i PR, quelli del marketing) tendono a presentare alla gente."
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In Europa il termine 'decadenza' nella musica spesso riguarda la decadenza della cultura europea stessa: negli USA a cosa si rapporta la decadenza?
"Questa è una domanda interessante. Penso che l'idea della decadenza per un americano sia immensamente diversa da quella della maggior parte degli europei. Anzi, penso che l'idea comune americana rispetto alla decadenza non sia per nulla uguale a quella generale europea. Dal mio punto di vista (che comprende arte, letteratura, storia), l'idea di decadenza nella musica deriva da una combinazione di valori estetici e l'insieme di diversi elementi, tra i quali: 1) una sorta di venerazione verso gli ideali dionisiaci derivanti dalla cultura classica romana e un apprezzamento verso l'indulgenza verso se stessi; 2) l'ideale di autodeterminazione, volontà, e il concetto di vivere la vita come viaggio alla scoperta di sé stessi attraverso qualsiasi mezzo (sempre comunque in maniera civile e compassionevole), sulla via di Nietzsche e di altri autori più contemporanei come Bataille. Includerei anche le idee di egoismo etico/individualismo anarchico tipiche di Max Stirner (anche se è meno famoso); 3) qualcosa di simile a un piacere feticista tipico degli artisti francesi fin de siècle come Huysmans (ecc..); 4) la monomania e la generale ansietà associata al movimento espressionista tedesco, con la paura e la sfiducia verso la rivoluzione industriale e l'idea rivoltante di diventare un anonimo ingranaggio nella macchina della burocrazia economica. Penso che la rivisitazione e l'interesse culturale per queste idee seguano flussi e reflussi della storia, della guerra e della pace nell'Occidente. La musica, l'arte e la letteratura sono uno specchio dei tempi. Credo che il rinnovato interesse per il dark, l'escapismo e l'arte maniacale si riaccendano quando la coscienza collettiva sente che ci può essere un grave pericolo e un conflitto imminente. Questo 'genere' musicale ha avuto il picco negli anni '80 come risultato del fatto che l'occidente era stanco dei trattati sul nucleare e, conscio che avrebbe potuto essere distrutto da un momento all'altro, si è lasciato andare ad una vita più indulgente in cui poter respirare. L'immaginario escapista si è rivelato soprattutto nella musica di quegli anni. La stessa cosa è accaduta durante entrambe le guerre mondiali, ma non è successo per la musica pop. Quei conflitti diedero vita a compositori di avanguardia il cui motto era: " Se tutto è desinato a morire comunque, che importa se quello che faccio è accessibile alle masse, dal momento che non esisteranno più masse?". Alla luce dei conflitti e delle catastrofi c'è sempre una grande esplosione di arte escapista e introspettiva. Ad essere onesto, penso che sia ciò a cui oggi assistiamo in tutto il mondo. Sappiamo tutti istintivamente che qualcosa di orribile accadrà in un prossimo futuro: non sappiamo cosa, ma sappiamo che è lì che aspetta. Ecco, penso che l'idea europea di decadenza sia simile a ciò che ho appena descritto. L'idea degli americani in genere non è così complessa e artefatta. Credo che la maggioranza degli americani pensino all'idea di decadenza come a qualcosa tipo mangiare un gelato al cioccolato con caramello caldo sopra. L'idea americana è sinonimo di eccesso, sia esso di alcool, di droga, di caramelle, di gelati o di sesso. Non credo che molti americani capiscano la differenza; non sto cercando d'insultare i miei compaesani, sto solo cercando di essere realista. La decadenza nella musica americana... non ne sono così sicuro. Penso che un sacco di artisti e musicisti americani facciano sfacciati tentativi di abbracciare una visione più europea della cosa senza cercare di scoprire qualcosa di vero dentro di sé, ottenendo come risultato solo un misero tributo o una sciocca farsa. Vedo copertine di dischi e poster pieni di gente con volti pallidi, lunghi capelli neri tinti, denti finti di porcellana, manicure perfette che stringono calici di plastica davanti a candelabri e velluti sintetici che dicono cose come "Un sorso d'Infelicità" o roba del genere... e mi fanno solo ridere. La cosa frustrante del mercato americano è che un gruppo come i Feeding Fingers non viene considerato, e di questo siamo alquanto delusi. In Europa non abbiamo assolutamente questo problema."
"Penso che la distruzione dell'America non sia altro che il risultato della bipolarità partitica tra Democratici e Repubblicani. Alla fine sono la stessa cosa. Gli americani sono per la maggior parte simili a bambini apatici che credono di esercitare un diritto, e la politica trae vantaggio da tale aspetto nutrendo questa idea giorno dopo giorno. Lo ha fatto Bush e lo sta facendo Obama. Le elezioni presidenziali sono parate spettacolari utili a far vendere giornali e trasmissioni radio. L'ufficio del presidente in genere è occupato da un uomo il cui compito è distrarre gli americani dal Congresso, dal Senato e dalla politica locale mentre li derubano del denaro e della libertà in cambio di piani sociali privi di prospettive e di un'illusione di sicurezza..."
(Justin Curfman)
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Spesso è attribuita proprio agli States la morte dell'Europa: conosci il dark-folk e le tematiche legate alla morte culturale del nostro continente?
"Penso che il declino dell'Europa, sia come potere sia come influenza, sia una diretta conseguenza della combinazione dell'immediato susseguirsi della prima e della seconda Guerra Mondiale. Prima di questi due conflitti gli Stati Uniti non erano una superpotenza o un reale aspirante a questo titolo. Si sono trovati geograficamente avvantaggiati e non sono stati bombardati, evitando la sottomissione culturale ed economica ai propri vicini, creditori e debitori. L'Europa aveva anni e anni di substrato culturale che ha contribuito a crearne le società giusto per vederle distrutte e da ricostruire da capo, cosa che ha dato agli Stati Uniti (un nazione piuttosto giovane) la possibilità di divenire una superpotenza. Ma questa è la natura dell'uomo e del paese, non importa quale che sia l'uomo o lo stato: la storia è un continuo flusso e lo status-quo non rimane sempre lo stesso, è solo una questione di tempo. La storia lo insegna. Penso anche che la scomparsa di tutta la cultura dei nativi americani sia inevitabile. Ma non intendo che sia stato intenzionale, penso che l'incremento dei mezzi di trasporto e delle comunicazioni tra la gente, i continui scambi commerciali, di servizi, di persone porti inevitabilmente ad un'omogeneità culturale. Questo è ciò che chiamiamo 'globalizzazione', ed è sotto gli occhi di tutti. Il mondo diventa ogni giorno più piccolo. Ne abbiamo avuto un assaggio con la recente crisi economica. Non so se accadrà a questa generazione o alla prossima, ma scommetterei che potrebbe trovarsi un mondo con un'unica moneta e un unico governo globale; non sto dicendo che appoggio quest'idea, ma penso che sia il probabile destino dell'uomo e del suo amore per l'informazione. Le sovranità nazionali diventeranno un'idea sorpassata."
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Come vedi il futuro alla luce dell'elezione di Obama? Cambierà qualcosa?
"Personalmente non sono un ammiratore dei partiti politici. Penso che la distruzione dell'America non sia altro che il risultato della bipolarità partitica tra Democratici e Repubblicani. Alla fine sono la stessa cosa. Gli americani sono per la maggior parte simili a bambini apatici che credono di esercitare un diritto, e la politica trae vantaggio da tale aspetto nutrendo questa idea giorno dopo giorno. Lo ha fatto Bush e lo sta facendo Obama. Credo nella bontà delle persone, non credo ai politici. Le elezioni presidenziali sono parate spettacolari utili a far vendere giornali e trasmissioni radio. L'ufficio del presidente in genere è occupato da un uomo il cui compito è distrarre gli americani dal Congresso, dal Senato e dalla politica locale mentre li derubano del denaro e della libertà in cambio di piani sociali privi di prospettive e di un'illusione di sicurezza. Il sistema dei due partiti qui non cela mai la cooperazione o conclusioni logiche. È un gioco, e io ho messo di giocarci molto tempo fa. Non so se questo è il luogo più adatto per parlarne. Se qualcuno è interessato a conoscere la mia opinione sulla politica americana o il presidente Obama mi contatti, mi scriva e-mail o faccia sì che mi contattino riviste di politica. Non mi schiero con alcun partito politico, io sono un individualista. Trovo che la mentalità tribale tipica dei partiti politici sia infantile. Mi sembra che questa gente non faccia altro che cercare un surrogato delle figure paterne e materne, o di Babbo Natale. Sfortunatamente sono tutti persone che puntano a Washington D.C. per realizzare questa loro fissazione. Crescete un po', prendetevi cura di voi stessi, siate buoni l'uno con l'altro."
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Justin, è stato un vero piacere parlare di voi e di "Baby Teeth", album che continuo a consigliare ai nostri lettori, come piacevole è stato scoprirti come artista. La conferma è che un ottimo progetto come il vostro non può essere frutto del caso, ma richiede spessore umano e quel pizzico di magia che non a tutti viene donata...
"Grazie per l'intervista e per favore, rimaniamo in contatto. Sperando di vederci presto."
http://www.justincurfman.com/feeding_fingers.htm
http://www.stickfigurerecords.com/