la morte della cultura

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Re: la morte della cultura

Messaggioda Diòscuro » mar giu 01, 2010 10:32 am

dave ha scritto:L'errore madornale che fa la destra, soprattutto, è quello di pensare che tutto debba essere produttivamente utile. Ma una società ha bisogno anche, e spesso soprattutto, di cultura e ricerca umanistica, senza le quali le nuove leve non imparano più a scrivere
...La colpa è anche di una società "produttiva", che appunto ha deciso di cancellare tutto quello che non è concretamente utile...


Appunto non si tratta di errore "che fa la destra" (anche perchè quella che è a governo ora non è 'destra', ha idee e fa politiche bene o male di sinistra moderata): Ma è il mercatismo estremo in cui tutto il mondo è immerso negli ultimi anni che ha causato tutto questo.

Lo schemino col disegnino del comunista colto e della destra ignorante è un pochino sorpassato, ammesso che sia mai stato vero (...).

Non a caso infatti la manovra piace a Napolitano...piace a Draghi (che era ben gradito al PD, alla Goldman) e piace alla EU. Bisogna vedere meglio il contesto in cui siamo: l'ideale sbagliato dell'utile immediato e materiale è una malattia del presente, ed è mondiale.
Non bisogna dimenticare il contesto di crisi mondiale enorme e di ricatto finanziario dagli Usa contro l'€ che è il vero sottofondo a questi tagli obbligati...l'Italia ha bisogno di esser più solida materialmente per i prossimi tonfi euro di chi ha truccato i bilanci dei paesi PIGS e di chi stampa moneta dal nulla senza avere capitali reali versati....e questo è il risultato. Penso tra l'altro che nessuno qui sottovaluti la cultura umanistica (in fondo anche un medico impara di solito a ragionare al liceo scientifico o classico).

Mentre noi pensiamo a questo, L'Europa si occupa d'altro: concorsi per la moschea più bella d'EurOOpa...
http://www.ilgiornale.it/interni/beffa_ ... comments=1

abbiamo anche giovani consapevoli, finchè li lasciano parlare: http://www.youtube.com/watch?v=Y5LnUPEq ... re=related

ma finchè anche i giudici prendono iniziative come queste, i tagli sanno sempre di più :
http://www.ilgiornale.it/interni/i_giud ... comments=1

(chiarisco sull'ultima: 15 giudici della Corte Costituzionale prendono una decisione grave per l'INPS.
Tutto nasce dalla causa di una romena immigrata in Piemonte che, dopo un incidente, è diventata invalida. Le è stato riconosciuto l'assegno come giusto, perché comunitaria.
Ma lei è andata oltre: ha chiesto gli arretrati, che si riferivano a un periodo in cui la Romania non era ancora entrata nell'Ue e lei nemmno era stabile in Italia. La richiesta è stata bocciata, in base a un articolo della legge del 28 dicembre 2000, nella finanziaria 2001, che subordina appunto l'assegno sociale al possesso della carta di soggiorno.
Ma in appello, la Corte di Torino si è rivolta alla Consulta, sostenendo che questa norma è «discriminatoria», contrasta con la «Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali» del 1952 e viola l'articolo 117 della Costituzione: quello che obbliga lo Stato a fare leggi, anche in materia di immigrazione, che rispettino ordinamento comunitario e obblighi internazionali". Così ha ottenuto anche gli arretrati d'invalidità per quando era ancora in Romania, e pure per quando la Romnaia non era ancora in Europa. La pensione gliela paghiamo noi.
Dunque, tra italiano ed extracomunitario sull'invalidità non ci può essere differenza. E l'assegno deve andare ad ambedue, anche quando l'extracomunitario risiede nel nostro paese da poco tempo e in modo episodico e se il suo paese non era nemmeno in Eu.
Conseguenza sarà un'ondata di turismo "previdenziale" da parte di orde di immigrati alla ricerca dell'Eldorado agognato: l'"assegno di invalidità", nuovo tipo di schedina del Totocalcio e di Superenalotto all'italiana.

Ad onta di quanto va affermando Napolitano, questo nuovo ordine internazionale non sarà né più giusto né più equo. E lo sperimentiamo sulla nostra pelle ogni giorno che passa. Voler equiparare welfare e benefici tra chi è nato da generazioni e da generazioni risiede stabilmente nel nostro Paese con chi vi è appena arrivato è una "disuguaglianza" bella e buona che sfiora l'abuso. Senza contare tutti gli accantonamenti pensionistici (i contributi previdenziali dei lavoratori italiani più anziani) che sono stati versati dal dopoguerra a oggi dalle generazioni che ci hanno preceduto che sono stati smantellati.

beh allora....sommi tutto, e alla fine CERTO taglieranno anche degli istituti umanistici. Ma sono i principi del "nuovo mondo", non è "la destra" che non ha studiato.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda dave » mar giu 01, 2010 10:37 am

@ Dioscuro: immagino che lo conoscerai, ma ti consiglio vivamente di leggere "L'uomo è antiquato" di Gunther Anders.

Non ho voglia di parlare di politica in questo campo. Mi limito a dire che concordo (e rettifico sulla citazione della sola destra) sul fatto che il problema è il trionfo di un produttivismo maniacale che ha distrutto completamente il campo della cultura a livello mondiale.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda RainDog » mar giu 01, 2010 12:05 pm

E' vero, concordo anch'io, non è un'esclusiva della destra considerare inutile ciò che non è produttivo. E' purtroppo una caratteristica di quest'epoca di dominio della tecnica e va avanti già da parecchio, oggi poi si è esasperata.
Mi sembra invece discutibile dire che questo governo fa politiche di "sinistra moderata": se avesse fatto politiche di destra cosa avrebbe fatto, ci avrebbe deportati tutti a Mathausen? io penso che stiano facendo politiche di destra eccome, ormai è guerra dichiarata alla classe lavoratrice e anche questa finanziaria (che per inciso non è vero che piace a Napolitano, l'ha firmata semplicemente perchè ha dovuto firmarla, non avendo vizi anticostituzionali) ne è la prova, dal momento che colpisce tutto tranne il capitale. Poi che una correzione dei conti fosse necessaria (ed ecco perchè Draghi e altri si sono detti d'accordo) non abbiamo dubbi, ma fino a ieri ci dicevano che i nostri conti erano a posto, poi invece vengono fuori queste sorprese e sa molto di presa in giro. Anche perchè abbiamo dato miliardi alla Grecia per salvarla, e poi ci troviamo a doverli recuperare in questo modo. L'istinto mi porterebbe a pensare che forse era meglio lasciar fallire la Grecia, la ragione d'altra parte mi dice anche che quel fallimento avrebbe potuto innescare reazioni a catena disastrose e quindi forse è meglio aver "contenuto" il danno. Chissà.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda The Director » mar giu 01, 2010 1:07 pm

dave ha scritto:Infine, la mia ricerca, che attende di essere finanziata (penso da fondazioni bancarie, visto la situazione odierna). Il tema è la morte e il rapporto tra scienza e religione riguardo le sue conseguenze. Il lavoro unisce l'attività di Dipartimento universitario con attività operative legate a una Fondazione torinese che si occupa di tanatologia, a due centri che svolgono attività di accompagnamento spirituale nei confronti dei malati terminali e delle loro famiglie. La mia ricerca è teorica, ovviamente, ma anche pratica, perché prevede un'educazione al rapporto con i morenti e al modo psicologico-filosofico di rapportarsi con le famiglie. In contemporanea, svolgo attività metà filosofiche, metà psicologiche riguardo al tema della malinconia, intesa letterariamente ma anche psicopatologicamente. Come vedi, forse non è proprio del tutto inutile la mia ricerca. :wink:


Grazie delle delucidazioni. Tuttavia mi preme sottolienare che io non mi riferivo a 'utile' contro 'inutile', ma semmai a 'impellente' contro 'derogabile'. Insomma, non tutta la ricerca ha urgenza, e in tempi di vacche magre certe cose possono aspettare, secondo me. Poi so bene che ogni ricercatore vorrebbe poter vivere di ricerca come è giusto che sia, ma sono un sacco le persone che hanno studiato e non possono lavorare nel proprio campo (e fanno altro); in certi momenti storici i tagli sono necessari, e di sicuro non riguardano SOLO la ricerca. Opinione mia, ovviamente.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda dave » mar giu 01, 2010 3:40 pm

certo, i tagli sono necessari. Alle auto blu, all'importantissima missione militare in Afghanistan, ai tanti sprechi che imperversano nel Paese. Già solo si facesse una politica SERIA contro l'evasione fiscale (aumentata del 210% dal 2008, dati esplicitati dallo stesso Berlusconi), si ricaverebbero miliardi di euro.

Non mi sta bene che la crisi debbano pagarla il sottoscritto e quelli come me, che al massimo percepiscono 1200 euro al mese (il più delle volte, 700/800 euro al mese). La ricerca, tutta, va incentivata, perché il Paese se no resta fermo. Già rispetto al Nord Europa sembriamo ora il Medioevo. Innovazione, sperimentazione, cultura: sono gli unici ingredienti per crescere.

Infine, non mi sta bene che lo Stato si sia preso per anni le tasse universitarie (esosissime) e non restituisca nulla. Io e i miei colleghi col cazzo che rinunciamo alla nostra attività, per far lavori più umili. 10-15 anni di specializzazione filosofica non li butto nel cestino. Quindi, sono (siamo) pronto/i a salire sulle barricate. E l'autunno, infatti, sarà molto caldo.
Non fraintendermi: i toni accesi non sono rivolti a te. Il tuo discorso lo posso anche comprendere, per quanto non lo condivida. E comunque 24 miliardi di tagli sulla testa degli italiani rappresentano la decapitazione finale di una popolazione già alla canna del gas.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda Damiel » mer giu 02, 2010 5:22 pm

Sono assolutamente daccordo con dave. La cultura ha incominciato a "mostrare" carature differenti e dislivelli solo grazie alla destra moderna, che ha una concezione di successo nella vita legata, a volte, alla più becera materialità. Per questo, tempo e denaro (non dimentichiamo che costa anche parecchio prendersi una laurea da noi) spesi a studiare culture umanistiche o scientifiche più alternative (astrofisica, veterniaria, biologia, sono i primi esempi che mi vengono in mente) sono considerati futili e addirittura snob.
I giovani di oggi, cioè i 18enni, hanno come modello di vita un Corona, col suo fisico palestrato e abbronzato, le sue auto di lusso e le sue amanti senza cervello e con molta "trippa". Il votante medio del Pdl è pienamente convinto che per vivere bene bisogni solo possedere un'impresa, essere spavaldo e, al massimo, quando ha tempo, prendere una laurea in economia. Calcoliamo che negli ultimi due anni ha sempre vinto la crisi finanziara, e questo fa già comprendere quanto i ricercatori di economia abbiano fatto cilecca, grazie a tali correnti di pensiero della nuova destra. Mi riferisco alla nuova destra, non a quella di grandissime personalità come Montanelli o Almirante. La destra di adesso, magistralmente rappresentata dal figlio di Bossi in toto.
La cutlura è necessaria nella sua piena totalità. Non servirebbe a nulla studiare solo economia o medicina, perchè si crede che per vivere bene e per avere successo servano solo le Porsche e i medicinali contro il cancro (tra l'altro, qui si parla di fantascienza).
Quindi, ribadisco il mio pieno sostegno a dave, sentendomi chiamato in causa come laureato in lettere in una situazione ancora peggiore del comunque precariato.

Graze anche di aver citato il grande Monicelli!
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Re: la morte della cultura

Messaggioda dave » gio giu 03, 2010 1:19 am

Una piccola annotazione "tecnica": trovo inappropriato associare la figura di Ernst Junger (o il fratello meno noto) alla destra. I due fratelli Junger sono esponenti importanti di una cultura filosofica anti-progressista, post-romantica e legata a una concezione spirituale della natura, le cui radici sono impiantate sul terreno ottocentesco, difficilmente riconducibile a idee di destra. Complesso e fuorviante l'assioma classico illuminismo/sinistra e romanticismo/destra, soprattutto alla luce delle considerazioni attualissime di un'opera novecentesca come "La dialettica dell'illuminismo" di Horkheimer e Adorno, il cui scopo è ricondurre il germe del nazionalsocialismo alla tendenza di uniformità collettiva maturata nell'età dei Lumi. I due Junger affrontano il tema del nichilismo, della spiritualità naturale e dell'anti-progresso in chiave anti-illuministica, ma non per questo necessariamente conservatrice. Basti già solo pensare al fatto che il testo di Friedrich Georg Junger, "La perfezione della tecnica" (titolo fortemente sarcastico), è tutt'oggi un manifesto assoluto del partito tedesco dei Verdi. Fine della nota tecnica.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda The Director » gio giu 03, 2010 2:37 pm

Mi piace il modo in cui va avanti il topic (sperando che Dave abbia capito che coi miei distinguo sulla ricerca non intendevo affatto che la sua fosse inutile, io distinguevo fra 'impellente' e 'derogabile') e mi piace il distinguo che ha fatto Diòscuro fra VERE destra e sinistra e quello che abbiamo noi.

Penso che proprio da questo si dovrebbe partire per vivere bene questi topic: quello che abbiamo oggi in Italia e un pò ovunque nei paesi occidentali non è destra e sinistra, ma due blocchi senza alcuna vera identità. Quello che intendeva Damiel, ad esempio, mi pare un discorso applicabile al nostro Paese in generale, piuttosto che a una sorta di 'cultura di destra' che tale non è di certo, e lo sappiamo tutti.

Poi è vero: l'italiano medio sogna la Porsche in garage, i soldi facili e la velina per fidanzata (le ragazze sognano di fare le veline). Per fortuna non sono tutti così, anche se così è la maggioranza. Ma le masse non sono mai state per antonomasia le 'elite spiritual-culturali' di nessun popolo, mi pare. Ma non è una 'cultura di destra', è semmai un retaggio alimentato in primis dai media commerciali, e poi da fattori vari. Perchè le ragazze vorrebbero fare le veline? Mica solo per la disponibilità di ricchi calciatori, ma anche per uno stipendio da favola, per la fama, per i soldi che arrivano non solo da Mediaset, ma da tutta una serie di 'effetti collaterali' come serate, gettoni di presenza vari etc. Ovvio che siamo portati a bollarle come ragazze frivole (una poetessa o una pittrice sono ovviamente ben altro tipo di persone, per fortuna!), ma possiamo davvero biasimarle quando là fuori c'è penuria di lavoro e pure i laureati stanno al call-center?

Certo, noi siamo sicuramente più eruditi e profondi di chi vive di GF, cinepanettoni, Novella 2000, Beautiful, le happy hour e le discoteche trendy, ma le masse saranno sempre il livello più basso, culturalmente parlando, e non c'è soluzione per questo, neppure attraverso le istituzioni.

Poi noi stiam messi così, ma non è che negli altri paesi occidentali sia tanto diverso: non avranno le veline, ma avranno altri posti analoghi a cui milioni di giovani ambiscono, e la qualità della tv è più o meno la stessa. Fare a gara a chi sta messo meno peggio è poca cosa, la cultura nel 2010 è segnata dall'uso smodato della tecnologia e dai media, che dirottano gusti e tendenze nonostante proprio la tecnologia ci permetterebbe di conoscere molte più cose.

In sostanza, è il denaro l'unico dio, e questo detta anche i tempi della cultura. Lo vediamo bene nella musica: si lanciano solo fenomeni da baraccone e li si martellano fino allo sfinimento, ed ecco che in cima alle charts ti trovi Lady GaGa. Pensate che se martellassero dalla mattina alla sera i Funker Vogt la gente non li ascolterebbe? Lo sappiamo tutti che là fuori c'è una stragrande maggioranza che aspetta che siano radio e TV a dirgli cosa deve ascoltare per essere 'in'...
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Re: la morte della cultura

Messaggioda Diòscuro » gio giu 03, 2010 3:52 pm

...sbaglio o prima del post di Dave che ricorda 1 cosa su Junger c'erano miei 2 post ?...che ora non vedo mica. boh....
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Re: la morte della cultura

Messaggioda The Director » gio giu 03, 2010 4:06 pm

Diòscuro ha scritto:...sbaglio o prima del post di Dave che ricorda 1 cosa su Junger c'erano miei 2 post ?...che ora non vedo mica. boh....



Hai ragione! Ma non so davvero spiegarti dove siano finiti, dubito fortemente che qualche altro moderatore li abbia cancellati, se invece è così lo esorto a farsi avanti e spiegare il perchè... :shock:
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Re: la morte della cultura

Messaggioda Diòscuro » gio giu 03, 2010 4:13 pm

Lo so Direttore che non li hai cancellati tu...insomma la tua risposta comprende alcune cose che avevo messo...
mah non credo proprio che li abbia cancellati nessun altro moderatore: ti spiego: ieri sera dopo il passaggio di Damiel ne avevo scritto uno...nel correggerlo con l'edit mi è scomparso di botto; così l'ho riscritto più o meno in 2 pezzi. Poi Dave ha risposto la cosa su Junger...insomma io tu e Dave l'abbiam visto, ....c'erano. Solo che oggi ho avuto problemi con la linea...e ieri sera pure un po', come che non "tenesse il testo". Vuoi che sono rimasti per un po' e poi basta? erano lunghini..e la scrittura veniva anche larga...intendo sarà una roba tecnica....boh senti pazienza. Concordo con la cosa che hai scritto.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda The Director » gio giu 03, 2010 4:23 pm

Se riesci ripostali, so che è un lavoraccio, però se puoi fai pure.

Non credo nemmeno io che dipenda dai moderatori, in ogni caso penso resteremo tali solo io e Telemaco, che bastiamo e avanziamo per quello che capita qui :D
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Re: la morte della cultura

Messaggioda Diòscuro » dom giu 06, 2010 9:26 am

@Dave, cito la famosissima massima sarcastica:
"l'inviolabilità del domicilio si fonda sul capofamiglia che, attorniato dai suoi figli, si presenta sulla soglia di casa brandendo la scure".
di Ernst Jünger: vale per la ‘casa’, la difesa della proprietà privata, della terra, come per la nazione –ius soli e ius sanguinis- …..magari i verdi e gli alleati consueti del loro schieramento se ne fossero ricordati! :wink:
Oggi siamo ad un punto in cui non è sarcasmo, è quasi realtà quotidiana, pena la sopravvivenza.
----
@in genere:
Su come siano cambiate le cose in tutti gli schieramenti per il soldo che ha vinto anche sulla politica, basti invece pensare anche solo la differenza con l’oggi e con quanto diceva il buon vecchio Bertolt Brecht, comunista puro e duro, senza alcuna compiacenza per il progresso economico e la libertà: "Che male c'è a rapinare una banca," diceva B.B., "in confronto a fondare una banca?" (!!)

---

Aggiungo un poeta: Pound è stato costretto a occuparsi di economia ....è proprio perché ha capito che se ci impediscono di essere liberi nel portafoglio o nella sopravvivenza, non potrà esserci mai più né poesia, né musica, né arte, né bellezza né altro, ma solo catastrofi.

Canto XLV, precedente ai Canti Pisani (LXXIV / LXXXIV):

http://www.youtube.com/watch?v=Aba1dVLV ... re=related

trad. http://italpag.altervista.org/6_lettera ... tura14.htm

......Chiaramente condannato al manicomio criminale.
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Re: la morte della cultura

Messaggioda Diòscuro » dom giu 06, 2010 9:57 am

I miei comm. scomparsi erano a quanto sostiene Damiel che trova le colpe di crisi e tagli in 2 anni di economia di "destra". A mio avviso il fenomeno va contestualizzato.

Se son d’accordo con alcune cose di Dave, lo sono molto meno con la chiosa accusatoria alla destra di Damiel e sul mettere le cose in questo modo dx-sx. Perché se proprio lo si vuole fare, le responsabilità sono altre.
Se si cercan colpe da dare per la crisi mondiale e i conseguenti tagli anche agli istituti umanistici e filosofici (ho laurea e specializzazioni umanistiche pure io, anche se non sto a sx), ci si lamenta di modelli (a-)culturali etc dovete guardare per bene nella Vs. storia non da noi. Ed ecco il perché finale dei tagli.
_non sono d’accordo con “La cultura ha incominciato a "mostrare" carature differenti e dislivelli solo grazie alla destra moderna, che ha una concezione di successo nella vita legata, a volte, alla più becera materialità.” (forse giusto l’edonismo reaganiano, che non definirei destra moderna…casomai yuppismo e post-tale e alla fine son mezzi liberal pure quelli che han aderito al liberismo come ci ha aderito la sinistra divenuta filoUSa dopo caduta del Muro)
Si continua a dire tutti i giorni che a Destra non ci sia cultura e che l’Identita’ sia inesistente o si appoggi ad una cultura politica, filosofica ed archetipica nulla. Beh è un falso....

Peggio la filosofia a sinistra è stata usata quante volte o in funzione ateista-materialista, o pars destruens, o per giustificare ideologie in maniera funzionale e ancillare ad un progetto politico e basta: anche l’ingenuo tentativo di far fuori le religioni e lo spiritualismo, Marx e soci...han dato il via ad uno stato senza chiese -cfr anche Albania di Hoxha..che poi s'è riempita di moschee, dalla padella alla brace- ma ha reso chiesa il partito. I santini circolavano ugualmente….ma al posto del Cristo Pantocrator c’era Stalin Stacanovista.
-Una battutaccia: Di Pietro (comunque lo si voglia situare) ha tra gli slogan “più sQuola, più isdruzzzzione, usciamo i corrotti dalle porte dei Palazzi” :-D che se permetti quanto a ricercatezza non brilla.

O pescando nel peggio, 2 esempi : Daniel Cohn-Bendit, emblema del 68 http://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Cohn-Bendit
si veda l’ultimo capitolo con il suo “Gran Bazar”

O Frédéric Mitterrand, quello della “Mauvaise Vie”
http://www.ilfoglio.it/soloqui/3550

Da questo punto di vista stimo chiaramente di più il progetto di ricerca di Dave che verte comunque su un valore umano e sul tema sofferenza-assistenza,
che non l’uso strumentale, tranne rare eccezioni, che la sinistra ha fatto della filosofia trasformandola in un terreno sdrucciolevole di sofismi. …i citati ‘filosofi’ Travaglio e Santoro così precisi in date e particolari MAI hanno parlato del 1992 sul serio e di ciò che ha comportato (compresil il modello del soldo che criticate, ma che ha vinto allora!):
dalle svendite d’Italia –disastrose per l’economia a venire- alla nostra perduta libertà d’azione e soggezione ai poteri economici globali: http://mercatoliberotestimonianze.blogs ... annia.html
E pure http://msdfli.wordpress.com/2010/04/04/ ... a-lisbona/

Si parla solo di Craxi e Mani pulite in maniera abbastanza monocromatica, ma non di quanto la faccenda fosse pilotata dagli Usa, e delle conseguenti svendite di beni dello stato italiano/di tutti a finanziarie estere, violando tutte le leggi italiane.
Negli anni 90 la spinta del liberismo ha sprigionato un’energia sovversiva su scala internazionale, si afferma il totem mercantilistico della globalizzazione che si intreccia col filone propagandistico e culturale del mondialismo. L’obiettivo allora e oggi è il “mondo unico”, un nuovo ordine mondiale solo miraggio che la società e l’individuo possano intravedere dopo la fine delle ideologie o così gli si racconta.
Tanto che Mani Pulite fu internazionale e trasversale, non solo italiana, e fu il modo di abbattere tutta la vecchia politica (che di difetti ne aveva). Così però restava e resta solo l’economia o meglio la bancocrazia! Come vediamo oggi.
Infatti la crisi attuale non nasce solo da qualche azzardo del sistema bancario-finanziario, ma è una crisi di un’epoca dove sono crollati i bastioni politici a vantaggio di governance e libero mercato (selvaggio e senza garanzie) in pratica è rimasta solo la speculazione sul denaro…e la rapina dei risparmi delle persone normali.
Queste dinamiche per affermarsi avevano bisogno di riempire un vuoto. Questo vuoto doveva per forza di cose crearsi, in un modo o in un altro. Mani pulite è stato il piede di porco per scardinare l’apparato politico e industriale nazionale precedente e creare il vuoto in questione. Da cosa e da chi esso sia stato riempito (gli oligopoli della finanza internazionale) emerge abbastanza chiaramente….per quanto si faccia di tutto per occultarne i protagonisti.

Un art./studio completo su questo è apparso su Rinascita, quot. di sinistra, ora qui:
http://fattideuropa.splinder.com/post/2 ... -in-italia

Chi crederebbe mai che per fare fuori Craxi, e le peculiarità italiane, la "finanza internazionale" abbia usato i comunisti? Eppure è andata così. Ma anche di questo modo di procedere e' piena la storia. E la base comunista ignara e' ancora orgogliosa della bella impresa. Hanno fatto il gioco degli avvoltoi della speculazione internazionale. Proprio loro che si professavano anti-capitalisti….
Del resto sono gli stessi che hanno smantellato la socializzazione dell'impresa e rimesso il gioco nelle mani del grande capitale. Come ‘socialisti’ non c'e' male…..
Oggi invece il gioco e' piu' chiaro. Gli speculatori sono ormai venuti quasi tutti allo scoperto.

Aggiungo che tutte le finanziarie sono pesanti, col debito pubblico che ci troviamo, e se c’è chi ce lo mantiene a forza: la bancocrazia ormai è al posto della politica….
le manovre sono sempre "insufficienti" anche quando scavano come fece Amato nel '92, arrivando a prelevarci direttamente i risparmi dai conti correnti e depositi. Sul perché dei debiti pubblici ce n’è, parte dalla proprietà privata della moneta e non più pubbliche/conio degli Stati
: http://www.ilgiornale.it/economia/provo ... comments=1

E invece, davanti alla crisi attuale, Giavazzi a sx teorizza pure che di fronte all'attacco speculativo all'Euro da parte della finanza internazionale, bisogna affidarsi al Fondo Monetario internazionale di Strauss-Kahn. Cioè proprio in pasto agli speculatori, dato che il FMI è il principale liquidatore e pignoratore internazionale degli stati sovrani.
Naturalmente per Giavazzi con le sue giavazzate di sinistra e per i reaganiani made in Italy moderati, la crisi attuale è tutta colpa SOLO dei popoli spreconi e quanto va bene è merito dei banchieri centrali sempre così morigerati. :lol:
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Re: la morte della cultura

Messaggioda Diòscuro » dom giu 06, 2010 10:30 am

Capisco che Damiel salvi figure storiche della Destra, ma quello che ha inquinato il modello di vita attuale, ora basato solo sul successo e il materialismo non viene da una destra + o – vera o recente. Corona non c’entra con la destra, né la destra col materialismo e il mito del successo. La destra è piuttosto –anche- questo: http://www.centrostudilaruna.it/

Il modello sbagliato di cui dici è qualcosa di malato (USA: capitalismo, l’idea del denaro come benedizione celeste, l’economia falsa di Wall Street etc) con cui avete danzato soprattutto voi negli ultimi anni spacciandocelo per democrazia!
E che ha attecchito anche, se non di più a sx (che non pare più vera sx manco lei), e tra i moderati.
La destra è stata osteggiata e divisa negli ultimi decenni, prima di tutto per l’essere identitaria e locale, antimondiale e originaria, per il ritorno alle culture ancestrali…in realtà la vera destra è un’utopia e una forma di pensiero (che entrò in rottura chiaramente anche con Mussolini stesso….avevo citato Evola, Spengler). La destra attuale da tg è frammentata tra moderati, pseudodestre filoUsa (le uniche rese possibili dagli USA nel mondo nuovo post 2gm) e piccole destre identitarie nonfiloUSa…tra cui si può mettere la Lega e non solo, idem in altri paesi europei.

La sinistra con il mondo nato dall’Antifascismo a un certo punto appoggiandosi agli Usa ne ha mutuato alcuni modelli, anche, purtroppo per tutti, economici. Tra l’altro ci aveva visto la sua mai sopita vocazione antilocale e ‘internazionale’. E la crisi attuale, che viene dagli USA, è proprio il fallimento del modello Usa mondiale imposto con l’Antifascismo passato poi nel liberismo accettato anche a sx.

Non è sufficiente mettere un freno all’evasione fiscale in Italia, che c’è e la cosa va fatta: avrebbe ragione allora il liquidatore del nostro patrimonio Draghi, il quale nel suo discorso di qs. gg. attribuisce tutta la colpa agli evasori fiscali ritenuti i responsabili della "macelleria sociale". Mica però ci viene a raccontare quale fior fiore di bottino ha portato ai suoi di Goldman Sachs.

-la sinistra italiana dopo gli influssi sovietici, dopo la caduta del Muro, ha aderito al modello USA e del capitalismo (non solo con le apparenze di Uolter). /è talmente vero che una sig.ra russa che a volte ci ha aiutato con i malati ci raccontava della situazione sotto il vecchio comunismo: bocche cucite, ingiustizie, ma il minimo le era garantito. E’ invece scappata dalla Russia dopo la caduta del muro perché il giorno dopo in pratica gli “investitori” avevano prosciugato i conti di tutti. Della serie, prima non stavo bene, ma stavo meglio quando stavo peggio...tanto che lei crede che la caduta del Muro sia stata una demolizione controllata per farli diventare liberisti e rapinarli...come prima era volutamente mantenuto il regime per 'tenerli sotto'/
Sono decenni che anche la ns sx è passata al liberismo, smettendo di fare lotta di classe e di prendere le parti dei poveracci. In questo, ha tradito se stessa. La gauche caviar è una contraddizione in termini, la sinistra ha perso anche la propria identità. Cosa le resta? Se non fa lotta di classe, resta il ‘dialogo’ e l’Antifascismo, che poi è un dogma ormai astratto perchè il fascismo è finito 70 anni fa. Ma l’anticapitalismo è rinnegato da un pezzo.
E tragicamente questo c’entra parecchio con la crisi mondiale attuale perché la sx si è trovata legata, per sue scelte, proprio con quelle entità responsabili della debt economy, degli investimenti carta-straccia di Wall Street sotto accusa in questi mesi. I maggiorenti del PD vengono da http://it.wikipedia.org/wiki/Goldman_Sachs (cfr. ultimo cap. dirigenti GS passati alla funzione pubblica).
La rovina dell’euro che si è abbattuta sulla Grecia e su tutti ha più cause: non è colpa delle lauree in economia in genere o delle trote, ma di economisti di 'sx' e specie degli alleati USA: i paladini del "libero mercato" della finanza bancaria anglosassone e i loro amici vari hanno passato gli ultimi vent'anni ad impartire lezioni al mondo, distruggerlo finanziariamente e farsi anche salvare le terga col denaro pubblico lasciandoci il conto da pagare sotto forma di disoccupazione e redditi da fame. Poi:

1) l’Europa attuale deidentitarizzata entrata in crisi è il frutto dell’idea prodiana e soci, cose de ‘sinistra’: un’Eu simile agli Usa, governata da banche estere, che battono moneta privata non coperta da capitale versato;
la destra (cfr. le proposte di Haider in quel senso, che guarda caso è provvidenzialmente morto) voleva un’Europa di Nazioni e Identità, governata da Stati che ‘rimanevano tali’, in cui la moneta fosse pubblica, di tutti, battuta da stati sovrani e garantita in quanto coperta da capitale versato reale e locale.

2)La rovina dell’euro attuale è anche frutto della fretta di far entrare in Eu a tutti i costi paesi non pronti, pesando sugli altri paesi euro e accusando tutti il colpo dell’integrazione nella moneta comune di monete deboli.

3)è talmente vera la liaison tra poteri mondiali miliardari con la sinistra, che ha causato dibattiti feroci nel PD, a mio avviso anche sinceri da parte dell’ala del PD che non era d’accordo con l’adesione al liberismo più estremo Usa e con certe alleanze, attriti interni fino a pochi anni fa: si veda questo…..
http://www.movisol.org/09news015.htm (parecchio doloroso)
si trattava del modello a cui aderire, se alla linea De Benedetti-Soros-Rotschild-Morgan-Al Gore democrat-caviar salvando la bolla dei derivati-hedge funds & co Wall Street (scelsero questa e scelsero male)…. o alla linea stile Roosevelt-costituzione (vera) -economia reale-per la riforma seria del sistema monetario e bancario, con garanzia per la gente e moneta.

A questo punto, per la crisi attuale, anche Der Spiegel (che è a sx) dice oggi che è GS, banca legata al PD (anche se raccoglie a sx e dx dove può), a truccare i conti greci per farla entrare in Eu:
http://www.spiegel.de/international/eur ... 34,00.html
La cosa è talmente enorme che anche in Italia qualcuno che ha sempre lottato per i consumatori anche a sx lo sostiene (anche se poi il suo stesso schieramento dai miliardari di cui sopra ha subito elargizioni):
http://italiadeivalori.antoniodipietro. ... dman_s.php

la situazione è precipitata. Il mondo che gli Usa esportano non è chiaramente l’abusata parola democrazzzia: per quale motivo dovremmo mettere il potere, che un tempo affidavamo ai politici, nelle mani dei banchieri, mi e' un tantino oscuro. Che cosa andiamo esportando in giro per il mondo: un sistema bancario? E in effetti sì.

http://www.ilgiornale.it/economia/intre ... comments=1

comunismo e liberismo sono gli altri 2 morti del 900/00, 2 anticaglie ‘800esche basate su dottrine materialiste che mettono l'economia al primo posto. Chi anche tra i moderati si è illuso che il liberismo potesse contrastare il comunismo ha sbagliato. Con la differenza che l'attuale capitalismo, rispetto al protocapitalismo uscito dalle rivoluzioni industriali è più aggressivo in quanto si avvale anche della tecnica, dell'elettronica, dell'informatizzazione digitale pure in borsa….
…il comunismo l’abbiamo visto…invece per la sinistra divenuta liberal e liberista, postmarxista, il liberismo è stata una nuova linfa. Ha riconfermato la sua vocazione internazionalista-mondialista, ma ha finito per accostarsi a un modello che è malvagio per tutti.

Dice l'art. sopra: Nei giorni delle speculazioni dei miliardari Usa contro l’Euro e la Grecia, i gestori di 6 degli hedge funds più potenti al mondo sono a cena in ristorante a NY. Lanciano un attacco speculativo per affossare l’€. Dopo poche settimane quella moneta crolla.
Era l'8 febbraio 2010, sono i gestori degli hedge funds più ricchi e potenti: George Soros (liberal, progressista, filantropo, speculatore, finanziatore delle rivoluzioni gialla, arancio, viola, e varie insurrezioni nell’ex USSR, finanziatore del Pd e di Rutelli con la Open Society), John Paulson, Steven Cohen. Con loro Donald Morgan, David Einhorn e Andy Monness. Ne ha parlato anche Panorama. Ora ne parlano tutti. Nei giorni successivi alla cena è iniziato il travolgente movimento ribassista sull'euro.
I sei hedge hanno fatto esplodere la mina iniziale. Dopo quella cena fecero salire vertiginosamente i futures contro l'euro, che a fine febbraio raggiunsero punte di 70mila contratti, segnalando al mercato che un movimento importante era in atto. I più lesti si accodarono. Ma la valanga non era abbastanza consistente. Per raggiungere gli obiettivi voluti era necessario far deflagrare altre mine: Le valutazioni delle agenzie di rating e i contratti Cds.
Sono 3 società private americane, Moody's, Fitch, Standard & Poor, (quelle che Berlusconi ha giustamente marchiato come inaffidabili, altro che signorine discinte) che operano sotto licenza in regime di oligopolio e che vengono pagate dalle stesse società che poi sono chiamate a giudicare. La loro credibilità è stata scossa da scandali ed è prossima allo zero, eppure, essendo gli unici giudici del rating, hanno mantenuto un'influenza notevole.
Tra aprile e maggio hanno agito con un tempismo sospetto, tra possibili diminuzioni di rating di Spagna e Portogallo, paventando contagi dalla Grecia all'Irlanda, facendo annunci a mercati aperti a pochi minuti dalla fine delle contrattazioni. Sempre al momento giusto. Per chi aveva speculato contro l'euro. Guarda caso sempre gli amici dollarosi.
Il terzo cap. è rappresentato dai credit default swap (Cds) le polizze contro il rischio di insolvenza che, come ha ricordato Fabio Pavesi sul Sole24Ore, valgono 32mila miliardi di dollari. Ma, ancora una volta, in condizioni anomale. Il 75% dei Cds è mosso da 5 grandi banche di Wall Street: Jp Morgan Chase, Bank of America, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup. Insomma, un altro oligopolio che, come insegnano i manuali di economia, provoca distorsioni di mercato e accordi sotto banco. A dare altre pesantissime mazzate all'euro sono stati nelle ultime settimane proprio i Cds.
Dunque: 6 colossi hedge decidono l'operazione, vengono agevolati dalle 3 agenzie di rating collegate, coinvolgono le 5 banche che muovono i Cds e i più grandi fondi di investimento. La loro potenza diventa micidiale grazie all'effetto moltiplicatore dei derivati.
Ci si è lasciati affascinare dal liberismo e dal “libero mercato”, ma non è libero se c’è un così chiaro oligopolio.

Va notato il ruolo giocato da Obama in questa vicenda: ha continuamente interferito sulle decisioni europee, come riporta Federico Rampini su Repubblica del 15 maggio.
Telefonate alla Merkel, a Zapatero, e poi pressioni sulla Grecia e su altri esecutivi continentali, tutto un attivismo impiccione per reclamare piani di austerità che Obama non applica nemmeno in casa sua, in balia di Wall Street saltata per aria e ostaggio dei suddetti miliardari, per quello rompe qui ...dove gli stessi sono venuti a speculare.

Il risanamento dei conti sta diventando il feticcio che ci costringerà a pagare i guasti e il servilismo dei nostri governanti agli USA. Lo pretende “l’alleato”. Ma sta diventando impossibile.
Il cittadino pensa che la BCE sia una specie di Zecca (lo e' ma soprattutto nel senso del parassita), e che detenga riserve auree come vorrebbe il sistema finanziario anglosassone classico. Niente di tutto cio': la BCE non ha che riserve minime ("riserva frazionaria") e il gold standard e' stato abolito da Nixon in tempi remoti: da lui e, al solito, a rimorchio da quasi tutto il mondo; soprattutto, la BCE, e' una Banca di diritto privato di cui sono azioniste altre banche private, prima tra tutte la Bank of England (notare che l'Inghilterra non ha nemmeno adottato l'euro). Cosi' come Bankitalia non e' piu' la Banca d'Italia, ma una banca di diritto privato come ormai tutte le antiche banche nazionali .

Allora il sistema ereditato non è sanabile in maniera normale. E noi paghiamo.
Alcuni (Giavazzi) usano starnazzare che bisogna togliere il potere finanziario ai politici perche' cio' crea inflazione. E perche': i banchieri non la creano? Sono migliori? In virtu' di quale appartenenza sono cosi' seri da essere preferibili ad una rappresentanza eletta democraticamente? A che ci serve dunque la democrazzzia? Che andiamo a votare a fare? Scriviamo i nostri desideri sugli estratti conto bancari e inviamoli direttamente a Babbo Natale..... Quel che stiamo pagando a parte le speculazioni dei dollarosi contro gli euro, è anche il passaggio della sovranità ai banchieri privati, una volta che è stata sottratta agli Stati. E il modello del 'successo' privato viene da qui.
Tornando ai problemi nazionali qualche spesa da calmierare c'è, ma bisogna lo stesso investire per stimolare la crescita nei settori di punta e in quelli in grado di aggredire i mercati esteri, dove sono proprio gli americani ad eccellere.
Qualsiasi piano d'azione/investimento in questo senso giustificherà i sacrifici che ci verranno chiesti, altrimenti si tratterà della solita tosatura contro i popoli europei a vantaggio di un ordine internazionale dannoso per i nostri interessi e libertà. Che invece è il Nuovo ordine Mondiale di cui parla sempre Napolitano, manco fosse l’Internazionale.

Damiel “Calcoliamo che negli ultimi due anni ha sempre vinto la crisi finanziaria, e questo fa già comprendere quanto i ricercatori di economia abbiano fatto cilecca, grazie a tali correnti di pensiero della nuova destra.”

No, Macchè la nuova destra….In virtù di quanto sostenuto sopra, fatti accaduti e non opinioni, Non è chi ha preso la laurea in economia o le trote o la dx da 2 anni che ha fatto cilecca, ma il problema è CON CHI vi siete alleati da un pezzo: con i banchieri del debito mondiale che affamano i popoli.
I 'nostri' economisti avevano previsto da tempo la situazione attuale, a partire dall’umile Prof Auriti.

I vs economisti hanno sbagliato: i Prodi, i Ds-Pd, le sue scelte finanziarie d’appoggio, i GS…l’Euroopa strutturata tipo Usa, le relazioni e parentele con la finanza mondiale, il ‘liberismo’….gli speculatori di qs. giorni fanno parte degli alleati della storia del PD.
E’ il Vs. mondo che è fallito. Anche se poi paghiamo tutti, e non solo gli istituti umanistici.
Allora accusate i vs. alleati se non ci sono soldi, se siamo presi per la gola da questo modello economico USA e (siffattamente) Europeo, e pure per la conseguente chiusura degli istituti improduttivi.
Che la crisi viene dai vostri amici.

E poi smettiamo di vedere la questione in termini di sx-dx, fascismo e antifascismo. Le divisioni politiche sono servite ad affermare il sistema finanziario ora vigente ovunque. L' "Antifascismo"/ l'esser sempre antinazionali, o meglio il sistema economico liberista senza garanzie che ne è derivato serve proprio a blindare questo potere della sola finanza anche sulla politica ed impedire qualunque alternativa politica al dilagare di un sistema finanziario che oggi si rivela per cio' che e' davvero: rapina globale.
E poi non c'e' di che preoccuparsi, di duci non se ne vedono all'orizzonte.
Non metto in dubbio comunque la buona fede di chi interviene nel forum…o di chi per età e formazione non ha potuto seguire questi fatti e almeno in parte viverli direttamente….
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