FINAL MUZIK ha scritto:Penso che sulla questione sollevata (che, come dice bene the Maze, è basata su dei sentito dire belli e buoni) siano necessari un paio di appunti, che mi sentirei di scrivervi visto che per Ritual ho avuto modo di lavorare. Appunti oggettivi, di quelli che poi stanno sui coglioni, quelli per i quali poi qui dentro passo per un professorino.
Visto che potrò scrivere più tardi, chiedo solo una cosa: vi interessa conoscerli, o ad alcuni di voi basta la realtà che si è immaginato nella propria stanzetta? Perché se non vi interessano, ovvio...mi occupo di altro e mi risparmiate il temone. Fatemi sapere, perché c'è TANTO da dire: come ex-collaboratore di una RIVISTA che va in edicola, come collaboratore di una FANZINE (sebbene coi controcazzi, diciamolo), come titolare di un'etichetta. Se vi va, fatemelo sapere...ora cerco di "digerire" il trauma da post-commercialista...
A me interessa sempre il tuo punto di vista, ancor più su una questione come questa, dove sicuramente sai certe cose, e non per sentito dire.
Io di come vadano le cose nella concorrenza non so nulla, però in 13 anni che scrivo, anche e soprattutto per cartacei, ho notato che è prassi comune per le riviste 'proporre' spazio con interviste a seguito dell'acquisto di spazi pubblicitari, il che mi pare logico se un editore pensa al profitto.
Farei tuttavia un discorso diverso per le recensioni: Drunkboy dice che noi possiamo recensire tutto proprio non essendo un cartaceo coi suoi limiti, ma le quantità di dischi che giungono nelle redazioni italiane secondo me sono smaltibili nello spazio deputato, o almeno, nelle riviste in cui ho scritto è andata sempre così. Mai nessuno mi ha spedito 10 promo dicendomi di selezionarne solo una parte, tanto per fare un esempio. Nè mi sono stati richiesti giudizi particolarmente positivi o altro del genere. Niente 'selezione all'ingresso', per così dire.
Darkroom ovviamente lavora in totale libertà, al massimo coi collaboratori discuto il mezzo punto se, dopo la lettura, trovo qualche incongruenza con le parole spese... e comunque in quei casi CHIEDO, non impongo. Nè decidiamo (uso il plurale perchè sono ben lieto di lasciare che i miei redattori scelgano chi intervistare, il più delle volte) di dare più spazio a tizio o a caio 'dietro compenso'. E, come dicevo, smaltiamo regolarmente TUTTO quello che ci arriva in redazione, presto o tardi.
Se torniamo indietro nel tempo, quando mi occupavo di metal una dozzina d'anni fa, ricordo benissimo di quando certi gruppi italiani ci telfonavano per sapere se avremmo recensito il loro disco, specificando che però non potevano darci soldi per questo (soldi che nessuno gli stava chiedendo, sia chiaro!) perchè l'avevano già dovuto fare per un'altra notissima rivista nella quale un 'collaboratore' letteralmente vendeva recensioni col massimo del punteggio, dove ovviamente il testo era pura aria fritta... So questa cosa, e la riporto.
E comunque bentornato Gianfranco, sperando di riaverti qui più di frequente quando le questioni si fanno interessanti.
Fra l'altro, a me piacerebbe anche sapere che ne pensi tu della questione CD/etichette professionali vs piccole label che stampano solo CDr...
"Si chiama sogno americano perchè bisogna essere addormentati, per crederci" (George Carlin)