30-11-2008
AIN SOPH
"Oktober"
(Old Europa Cafe)
Time: CD1 (58:50) CD2 (07:03)
Rating : 8.5
Era il 2003 quando veniva pubblicato l'album che avrebbe poi sancito la fine della carriera degli Ain Soph. Accolto da clamore e critiche, il tanto atteso "Oktober" spiazzava quegli ascoltatori che si aspettavano un lavoro stilisticamente simile al precedente "Aurora", uscito nel lontano 1992; la band romana (ridotta a soli tre membri) osò invece andare oltre, optando per suoni rock a tratti anche duri, che nascondevano un'anima anni '70 avvolta tra riff psicheledici. Per congedarsi Ain Soph scelgono di celebrare in musica la caduta di ciò che evolianamente hanno definito "le forze più virulente dell'anti-tradizione", ovvero il comunismo nella sua più grande incarnazione: l'Unione Sovietica. Un argomento scomodo che va a fare il paio con il tema della Tradizione affrontato in "Aurora". Dal punto di vista musicale, gli Ain Soph anticiparono con questo lavoro altri autori del settore (su tutti l'amico Albin Julius/Der Blutharsch) che hanno dato in tempi recenti una vistosa sterzata rock al proprio suono. Ma "Oktober" si spinge più avanti facendo toccare modernità e passato, mescolando gli immancabili samples d'epoca alle chitarre elettriche, le ballate psych-folk di "Le Nevi Eterne" e "Morte E Disonore" alle fredde e perfette tastiere ambientali di "Cavalieri Del Tempo", un low-fi da strada (evidente anche nella solare ghost-track) al cantato da chansonnier locale di Spectrae, per finire con quei loop blues ripetuti all'infinito di "Falce, Svastica E Martello", brano quasi pensato in funzione elettronica ma realizzato con strumenti rock. Ad oltre cinque anni dalla sua pubblicazione, quest'album non è stato forse ancora capito nella sua grandezza e nella sua capacità di precorrere i tempi e di rompere i limiti. La Old Europa Cafe ne pubblica in questi giorni una lussuosa ristampa mantenendo tutte le caratteristiche dell'originale, eccezion fatta per un cambio di colore nella copertina. Il valore aggiunto risiede in un miniCD contenente un video dell'intramontabile "Tutti A Casa" (in origine pubblicata in "Aurora"), eseguita in una versione più scabra e aggressiva, oltre alla traccia bonus "Gulag Mon Amour", una struggente e imperdibile ballata folk che ribadisce senza mezzi termini la requisitoria contro il dogma rosso, toccando un fatto assai scottante. "Oktober" non finisce di far discutere, di dividere, di emozionare coi suoi brani pieni di gelida malinconia: è, in altre parole, un disco che permane e migliora col tempo. Rimane senza dubbio un'immortale opera da avere.
Michele Viali
http://www.myspace.com/ainsophroma