19-05-2017
CARNERA
"La Notte Della Repubblica"
(Old Europa Cafe)
Time: CD (66:08)
Rating : 7.5
A cavallo tra la fine del 1989 e l'inizio del 1990, RAI 2 mandò in onda le 18 puntate de "La Notte Della Repubblica", trasmissione di approfondimento giornalistico sugli "anni di piombo" condotta da Sergio Zavoli. Il periodo di riferimento, che andava dalla fine degli anni '60 all'inizio degli anni '80, fu caratterizzato dalla radicalizzazione del confronto politico e sfociò nel terrorismo, nella lotta armata e nelle violenze di piazza, aprendo una ferita profonda e non rimarginabile nella memoria del nostro Paese. Da tali importanti approfondimenti giornalistici, dedicati a tragici accadimenti come la strage di Piazza Fontana, quella di Bologna ed altre, così come a sigle terroristiche quali le Brigate Rosse, Prima Linea e via dicendo, prende le mosse il secondo album del progetto di Giovanni 'Leo' Leonardi (Siegfried, Divisione Sehnsucht), ormai affiancato stabilmente da Yvan Battaglia nel nuovo assetto di Carnera. Due anni dopo "Strategia Della Tensione", l'act nostrano torna con un lavoro ancor più algido e austero nella sua elettronica old-school a tinte grigio/scure: un monolite meccanico ai confini con l'EBM più primordiale che nel suo encomiabile lavoro coi samples non ha paura di esporre i fatti, un'area di tensioni che rievoca un'Italia di mandanti occulti e servizi segreti deviati ove colpe e 'patenti morali' sono state distribuite in contumacia per puro opportunismo politico, come sempre a totale discapito della verità. Ancora una volta, intossicati dai fumi mefitici della menzogna di Stato, i Carnera scelgono di rispondere con la Bellezza per cercare di comprendere cosa sia stato lo stragismo, 'rosso' o 'nero' che lo si voglia definire, e non tragga in inganno un incipit pacato e suadente come "Pentiti Di Nulla", perché l'album si rivela stracarico di tensioni ("MPON", "Stay Behind"), nervosismi ("Io So", la più ambientale "Il Caso Lavorini") ed ansie ("Attitude", "The Global Cold War"). Sentimenti quanto mai adatti a delineare il quadro di quel periodo della nostra Storia, fra momenti di rigida epicità ("Paradigma Zeitgeist") e suggestivi intrecci fra samples lirici e rumore industriale ("Reliquie 7416"), sino ad una suadente title-track che non si sottrae al compito di fare nomi e cognomi. Verso la fine l'elettronica del duo si anima di un groove per certi versi inatteso: pulsante in "KSD/ VI M", tribaleggiante in "Kommune 1" e più spigoloso in "DC 9 Itavia", quest'ultima inerente all'altrettanto tragica e misteriosa strage di Ustica. La tracklist indicata nel retro dell'elegante digipack (per un'edizione limitata a 300 esemplari) si ferma qui, ma in realtà c'è ancora spazio per "GladiUS", traccia in bilico fra emanazioni industrial ed un piano dolente, e per un'ulteriore brano che, nel suo incedere retrò dai morigerati tratti danceable, rimanda direttamente alla forte passione di Giovanni per certa pionieristica elettronica. La degna risposta artistica ad un bisogno di verità che probabilmente mai verrà saziato, men che meno da quelle elite sovranazionali che manipolano per proprio esclusivo tornaconto le dinamiche sociopolitiche senza alcun rispetto per la vita delle persone ed a porte rigorosamente chiuse, ma che coloro i quali hanno smesso di credere alla disinformazione programmata dei media consociati non smetteranno mai di reclamare.
Roberto Alessandro Filippozzi