08-03-2017
PORTA VITTORIA
"Tales Of Fallen Heroes"
(Old Europa Cafe/My Owl Music)
Time: CD (45:04)
Rating : 7.5
Torna con l'atteso secondo full-length il duo formato da Christian Ryder (TourdeForce, Consenso) e Lisa P. Duse, tre anni e mezzo dopo i positivi riscontri seguiti alla pubblicazione di un debut riuscito e ricco di spunti come "Summer Of Our Discomfort". Anche stavolta confezionato in un pregiato digipack completo di booklet, il ritorno dei PV riprende ed amplia il discorso avviato col debut, intrecciando sapientemente stilemi che vanno dal pop elettronico al jazz, dal neoclassico al trip-hop, dalla downtempo al blues e via dicendo, in un canovaccio sempre prodigo di piacevoli sorprese. Cresciuto sia sul piano qualitativo (a partire da una produzione sempre più raffinata) che a livello di affiatamento, il duo del Nord Italia allestisce una scaletta ricca di soluzioni e sfaccettature, inaugurata a dovere da un'opener fascinosa nel suo intreccio di piano ed archi come "Child Of Rising Sun". Con Lisa sempre più protagonista in virtù di una vocalità ancor più suadente che in passato, il songwriting - che anche stavolta non ha paura di toccare temi spinosi - si apre agevolmente alle molte possibilità contemplate: dagli auspici evoliani della dolce "Revolt Against The Modern World" alle sontuose folate sinfoniche dell'epica "The Man Who Speaks With Eagles", dalla gentile eleganza di "Mickey Finn" alla luminosa immediatezza di una potenziale hit come "Lombroso Was Right", dalla malinconica e piano-based "Autumn Leaves" (originariamente scritta dal compositore franco-ungherese Joseph Kosma) a quella trascinante "The Moebius Script" che chiude i giochi riprendendo passaggi di altri brani del disco. Non mancano i momenti in cui Christian prende posto dietro al microfono, come la mesta e kafkiana "Gregor Samsa Is Dead" e la più morbida e giocosa "The Algebra Of Need", così come frangenti in cui ritroviamo entrambe le voci dei protagonisti (la drammatica e dolente "The Suicide Lovers' Song"), ma è Lisa a marchiare a fuoco i due veri e propri highlights del disco con la sua ottima prova canora: carismatica nelle atmosfere jazz vellutate di "Drink The Kool-Aid" (song opportunamente scelta per il primo videoclip), appassionata ed elegante in un piccolo gioiello che richiama la canzone d'antan come "Roses And Rotten Flesh". Anche stavolta il duo colpisce nel segno con una scrittura estrosa che, nonostante le molte soluzioni impiegate, sa mostrarsi compatta con elegante lucidità e sicurezza dei propri mezzi. L'avventura dei PV continua sotto buoni auspici, e sicuramente anche stavolta non mancheranno quei consensi trasversali già meritatamente raccolti col debut.
Roberto Alessandro Filippozzi
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