22-11-2012
LASIK SURGERY
"The Mission Is Terminated"
(Santos Productions)
Time: (46:00)
Rating : 7
Nato dall'unione artistica tra il compianto Pierpaolo Zoppo (Mauthausen Orchestra) e Gianluca Favaron (Under The Snow, Zbeen), l'act Lasik Surgery ha avuto purtroppo vita breve e questo "Mission Is Terminated", dedicato alla memoria di Pierpaolo, ha il sapore della pietra tombale. Il progetto unisce mirabilmente due stili simili, entrambi caratterizzati da un ambient sound minimale e mortuario tipico non solo di Under The Snow, ma anche della breve seconda stagione di Mauthausen Orchestra, con analogie rintracciabili soprattutto nell'album "Raising Vapours". Il nastro presenta un brano per lato: nella prima facciata troviamo "Erstickung" (soffocamento), il più uniforme dei due, costituito per buona parte da un tema sonoro lineare che trapassa il cervello; le rifiniture sono minime, si avvertono angolazioni notturne ed un profondo senso di morte. Col trascorrere dei minuti l'audio assume un andamento ondulatorio, diventando una sorta di respiro che tende a spegnersi mentre tutt'intorno impera l'oscurità e, nel lapidario finale, due rintocchi sanciscono il termine dell'agonia. "Verletzung" (lesione), pezzo che occupa il lato B, appare più diversificato, pur mantenendo le tonalità analogico-sintetiche del brano precedente. Si ha un'ordinata sovrapposizione di temi sonori che vanno a creare una sorta di colonna sonora sci-fi velata di nebbie funeree; tutto avanza immerso in un'aura cibernetica e retrò, l'atmosfera è gelida ed il senso di oppressione aumenta costantemente, grazie anche ad una resa audio studiata a puntino e firmata da Giuseppe Verticchio. Al di là dei sentori cimiteriali, i legami più evidenti emergono con la vecchia scena kraut degli anni '70, ma anche con alcune colonne sonore di oscuri B-movie. Se si vogliono cercare termini di paragone rimanendo ancorati alla scena attuale, è d'obbligo citare almeno Runes Order, che divide con Lasik Surgery la rivisitazione in chiave tetra della vecchia space-ambient. Ad avvalorare l'opera concorre il formato in cassetta, croce e delizia di chi ama l'industrial classico, inscatolata in un curioso snap-case di plastica morbida, adornato da un artwork che non poteva non prediligere il nero più totale. Lavoro mirabile, capace di trasmettere un'inquietudine singolare e difficile da trovare in altri act del settore. Purtroppo la sorte ha voluto che la 'missione' terminasse anzitempo, e questo lascito post-mortem è l'ennesimo rammarico per la perdita di un progetto valido che aveva ancora molto da dire. Un capitolo finale di grande valore.
Michele Viali
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