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Room 108
13-09-2011
CORDE OBLIQUE
"A Hail Of Bitter Almonds"
(Prikosnovénie/Audioglobe)
Time: (55:08)
Rating : 9
La scena dark-folk di Napoli è ormai diventata adulta. Ricordiamo con piacere i primi incerti passi di gruppi come Trees e Fear Of The Storm, attorno alla label Energeia e alla distribuzione Deimos (che fra l'altro deteneva l'esclusiva per l'Italia di World Serpent, Staalplaat, Discordia ecc)... Con il tempo questa scena si è affinata sfornando gente del livello di Argine, Gor, Ashram, Lupercalia e Corde Oblique. Quest'ultimo progetto, nato dalla passione e dal talento del chitarrista Riccardo Prencipe, è giunto con questo "A Hail Of Bitter Almonds" al quarto lavoro, dopo "Respiri" (2005), "Volontà d'Arte" (2007) e "The Stones Of Naples" (2009). Rispettata quindi la cadenza biennale, Riccardo dà alle stampe il suo disco più maturo e completo, che segna inoltre un'evoluzione nell'opera dello stesso artista. Tutte e 13 le tracce presenti nel disco sarebbero degne di menzione e analisi, ma si farebbe un noioso ed inutile elenco: meglio concentrarci allora su quelle che sono forse le perle di questo disco. A partire dall'iniziale "A Hail Of Bitter Almonds" con il suo incedere potente e drammatico, sottolineato dal violino di Edo Notarloberti, o dalla ballata acustica "Together Alone", che potrebbe ben figurare nella discografia più recente degli Anathema (fra l'altro rappresentati nel disco dalla presenza dell'ex Duncan Patterson) e che introduce un altro tema presente nel disco, ovvero l'ispirazione di Riccardo verso il rock progressivo e psichedelico inglese degli ultimi anni, come dimostra anche la presenza della cover "Jigsaw Falling Into Place" dei Radiohead. Ma in "A Hail Of Bitter Almonds" vi è anche l'anima mediterranea che ha contraddistinto fino a qui i lavori di Corde Oblique: "Crypta Neapolitana" è un brano epico ricco di atmosfere speziate e calde, interrotto dal ieratico e maestoso recitato di Spyros Giasafakis (Daemonia Nymphe), mentre "Arpe Di Vento" inizia etereo per poi accelerare grazie al tripudio di percussioni, col violino e la voce di Floriana Cangiano che disegnano melodie malinconiche. La conclusiva "Su Un Dipinto Di Giovanni Bellini" è invece un abile abbinamento di musica e testo capace di emozionare, così come la drammatica tristezza di "La Madre Che Non C'è". Il cuore dell'album è però rappresentato dal fascino arcaico del flauto di pan di "Slide", che introduce il vero capolavoro del disco, ovvero "Le Pietre Di Napoli", tre brani racchiusi in uno in perfetto stile prog. Un omaggio sentito e senza retorica alla propria città che inizia con un mood acustico e malinconico, per poi proseguire con un intermezzo etereo che apre ad un finale percussivo drammatico e a suo modo violento, ma anche intinto nei sapori e nei colori del mar Mediterraneo. "A Hail Of Bitter Almonds" è un disco con più anime, bello, complesso e maturo, che segna un ulteriore progresso nell'arte di Riccardo Prencipe. Forse la valutazione potrà sembrarvi troppo alta, ma era da tempo che non si ascoltavano dei brani capaci di dare simili brividi.
Ferruccio Filippi