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31-08-2013
PORTA VITTORIA
Superando lo sconforto
di Roberto Alessandro Filippozzi
Nella scena musicale a noi cara non sono rari gli artisti poliedrici, capaci di dar vita a progetti paralleli anche molto differenti dalla propria band-madre, onde poter sfogare una creatività molto più ampia rispetto a quanto espresso con il monicker che ne ha consacrato le abilità compositive. Non fa eccezione il lombardo Christian Ryder, che dopo aver favorevolmente impressionato pubblico e critica coi suoi ottimi TourdeForce si è dapprima cimentato con l'electropop scanzonato e debitore della dance anni '90 dei Consenso, e che ora si ripresenta al pubblico affiancato dalla singer Lisa P. Duse nel nuovo ed ambizioso progetto Porta Vittoria. Un'avventura artistica che travalica di gran lunga quanto fatto sinora dal Nostro, per un sound ricco di sfaccettature e difficile da catalogare coi termini solitamente usati in ambito giornalistico, tanto da ispirare nei suoi stessi creatori la definizione 'mediterranean pop' per descriverne almeno a grandi linee i contenuti. Una sfida vinta in partenza, visto che le sonorità sviluppate hanno fruttato un contratto con un'etichetta storica ed importante come la Old Europa Cafe, che nella sua sempre crescente lungimiranza ha immediatamente colto le potenzialità di un act così fresco, intrigante ed estroverso. Di questo e dei molti spunti offerti dal notevole debutto "Summer Of Our Discomfort" abbiamo discusso con piacere assieme al disponibilissimo duo...
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Christian, ci è ben nota la tua attività col tuo progetto principale TourdeForce, ed abbiamo accolto con piacere anche i più scanzonati Consenso. Ora sei impegnato con un terzo progetto, Porta Vittoria: da dove nasce l'esigenza di esprimerti su più fronti? Sei semplicemente un compositore prolifico, oppure è la nuova sfida ad attrarti?
Christian: "Senz'altro una sfida. Porta Vittoria, con le sue molteplici sfumature, incarna al meglio la mia necessità di esprimermi in musica. C'è sempre un collegamento tra i diversi progetti: in questo caso l'album di Porta Vittoria comincia idealmente proprio dove terminava la title-track di "Colours In Life" di TourdeForce."
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Come detto, Porta Vittoria è l'ultimo dei tuoi progetti e coinvolge Lisa P. Duse, singer che ha già lavorato negli altri tuoi act in passato. Come è nato e quali obiettivi vi siete preposti per questa nuova e differente avventura? E cosa ha motivato la scelta di un nome come Porta Vittoria, che identifica immediatamente con Milano e va a legarsi ad un momento storico come le famose 'Cinque Giornate'?
Christian: "La proposta è arrivata proprio da Lisa, in un periodo di transizione artistica che si è rivelato felicemente proficuo. L'obiettivo è quello di trasmettere emozioni e suggestioni, con la musica e con i nostri videoclip."
Lisa: "Il nome del gruppo fu preso in prestito dalla zona di Milano nella quale vivevamo, in particolare parlo del quartiere che si snoda attorno alla fermata del passante Porta Vittoria, un luogo piuttosto degradato e abbandonato a sé stesso dove gli unici monumenti degni di nota sono le carcasse di auto carbonizzate e le case cartonate dei barboni. Una realtà sicuramente ben lontana dagli ideali dei moti risorgimentali delle Cinque Giornate."
"Il nome Porta Vittoria fu preso in prestito dalla zona di Milano nella quale vivevamo, un luogo piuttosto degradato e abbandonato a sé stesso dove gli unici monumenti degni di nota sono le carcasse di auto carbonizzate e le case cartonate dei barboni. Una realtà sicuramente ben lontana dagli ideali dei moti risorgimentali delle Cinque Giornate..."
(Lisa P. Duse)
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Incuriosiscono i vostri intenti programmatici, secondo i quali Porta Vittoria è "...un'avanguardia musicale che affonda le sue radici nella commistione di sonorità provenienti da svariati generi e culture: noise e musica classica, jazz e blues, elettronica e ambient, 'mediterranean pop'... (...) ...una forma di globalismo musicale concepito per le incompatibili società moderne". Quali esigenze determinano simili intenti?
Lisa: "L'esigenza iniziale fu quella di dare una certa forma musicale al caos etnico e culturale nel quale si trovano a vivere le società moderne. Il brano che può essere considerato il capostipite di tutto questo processo è "Kaziglu Bey": questa canzone rappresenta la genesi dell'intero progetto Porta Vittoria. L'evoluzione che ha poi seguito il nostro sound è data dalla necessità di rendere più tangibili le nostre influenze culturali ed artistiche per trasformarle in una sorta di avatar sonoro."
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Nonostante sbuchiate fuori praticamente dal nulla (o quasi), avete catturato l'attenzione della sempre più lungimirante Old Europa Cafe: come siete venuti in contatto con questo storico marchio e come si è sviluppato il vostro sodalizio?
Christian: "Il contatto è avvenuto nel modo più classico: Lisa ha inviato un CD demo all'etichetta! Rudolf, il boss di Old Europa Cafe, ci ha comunicato dopo breve tempo il suo interesse per il progetto; durante il lungo processo di lavorazione ci ha fornito preziosi consigli sulla direzione da prendere con l'album. Il suo intuito è stato fondamentale per venire a capo della mole di materiale. Difatti in origine Lisa tendeva vagamente verso lidi noise più estremi e apocalittici, mentre io pensavo piuttosto a... Swing Out Sister!"
"Abbiamo deciso di puntare molto sull'aspetto visuale della band: crediamo nella sinergia tra suono e immagine. Miriamo a creare un piccolo immaginario targato Porta Vittoria, unico e personale a livello di suggestione, emozione, provocazione, stimolazione..."
(Christian Ryder)
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Ora addentriamoci nel vostro album d'esordio, partendo dal suo curioso titolo, che gioca col famoso "inverno del nostro scontento" del Riccardo III, tramutandolo in estate: come è nato e cosa si cela dietro ad esso?
Christian: "Hai colto la citazione! Abbiamo personalizzato il celebre passaggio del Riccardo III. La nostra espressione descrive la fase finale e positiva di un periodo travagliato: la sua estate, un momento in cui l'agognata risoluzione sembra prossima. È il sole estivo del dipinto in copertina, realizzato da Patrick Le Borgne, oppure il viaggio finale e surreale verso una Thule da sogno, in quello situato nella retrocopertina dell'album."
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Oltre al titolo, l'opera è ricca di riferimenti letterari: quanto hanno contato nel risultato finale e quanto è importante per voi tenerli presenti nel vostro lavoro, specialmente a livello di liriche?
Christian: "I riferimenti sono fondamentali. Quasi tutti i brani del disco sono singolarmente riconducibili a delle opere letterarie, ma non solo. Ti farò l'esempio dell'ultima traccia del disco: "Cosmic Melancholy Of The Thinking Ocean" si riferisce a "Solaris", il romanzo di Stanislaw Lem, ma anche al film di Andrej Tarkovskij. All'interno del brano abbiamo inoltre risuonato e adattato ad un ritmo prog il Preludio "Ich Ruf Zu Dir, Herr Jesu Christ" di J.S. Bach: il pezzo originale è celebre per essere stato incluso nella colonna sonora del film (adattato a sua volta da Edward Artemiev)."
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L'intero album vive di un dualismo vocale perfettamente bilanciato fra voi. Come avete organizzato un lavoro di coppia così ben strutturato a tutti i livelli?
Lisa: "Grazie! Abbiamo lavorato con una buona sintonia, quindi il dualismo si è sviluppato spontaneamente senza programmare e dividerci rigidamente gli spazi; alcuni brani sono maturati lentamente, sottoposti a modifiche e rifiniture nel corso dei mesi. Inoltre, a livello compositivo, in più casi ci siamo affidati all'associazione di idee e all'improvvisazione."
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Senza dubbio il processo di produzione non deve essere stato una passeggiata, vista la gamma di soluzioni impiegate, ma anche grazie al mastering di Peter Andersson sono emersi alla grande i dettagli di un songwriting così sfaccettato: sono poi questi a fare la differenza, in un contesto sonoro come il vostro?
Lisa: "Il processo è stato lungo e impegnativo, ci ha richiesto in pratica due anni di lavoro e sperimentazione. Per farti un esempio in questo senso, in "Guenther Lause Ist Nicht Bekannt" Christian ha collegato una tastiera ad un amplificatore per chitarra, allo scopo di ottenere il caratteristico suono di piano che contraddistingue quella canzone. Siamo soddisfatti dell'amalgama, e indubbiamente il mastering di Peter Andersson è stato determinante. I dettagli fanno la differenza ascoltando il disco dall'inizio alla fine, nella sua totalità!"
"Non ci sentiamo legati a nessuna scena in particolare, e non ne sentiamo il bisogno. Aspiriamo ad un pubblico colto e raffinato, ad ascoltatori di mentalità aperta che possano apprezzare la nostra alchimia e la nostra sperimentazione..."
(Christian Ryder)
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Come hanno già fatto i Consenso, anche voi avete omaggiato il singer francese Christophe con la cover di "J'l'Ai Pas Touchée", realizzata in download: cosa vi affascina di questo artista, che senza dubbio è un pallino di Christian?
Christian: "Tutto è nato dall'ascolto di una musicassetta di mio padre. Christophe Bevilacqua è uno sperimentatore all'avanguardia, un sorprendente artista con una lunga carriera alle spalle. Assimilando tutti quanti i suoi lavori al di là dei successi più classici (basti citare "Les Mots Bleus", scritta con Jean Michelle Jarre nel 1974), sono rimasto sorpreso ed ammaliato dalla sua capacità di mescolare sapientemente tutti i generi: dalla chanson romantica al rock'n'roll, dall'elettronica alle sperimentazioni più colte e disparate, come gli eterei panorami descritti in tenui acquarelli musicali nell'album "Aimer Ce Que Nous Sommes" (2008)."
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I Porta Vittoria paiono molto attivi anche sul versante dei video: cosa vi spinge a sviluppare questo aspetto e come lavorate ai vostri progetti visuali?
Christian: "Abbiamo deciso di puntare molto sull'aspetto visuale della band: crediamo nella sinergia tra suono e immagine. Miriamo a creare un piccolo immaginario targato Porta Vittoria, unico e personale a livello di suggestione, emozione, provocazione, stimolazione."
Lisa: "Lavoriamo insieme a livello creativo, mentre l'aspetto tecnico è curato da Christian. Il nostro canale ufficiale su YouTube, Cosmic Melancholy, è molto seguito e ha raggiunto recentemente quota trentamila visualizzazioni. Siamo soddisfatti di questo buon riscontro."
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Venendo ai progetti futuri, cosa bolle in pentola per i Porta Vittoria? Avete intenzione di portare le vostre canzoni sui palchi o rimarrete un progetto da studio? Avendo qui Christian, è d'obbligo chiedere anche cosa c'è nel futuro dei TourdeForce e dei Consenso...
Lisa: "Nel futuro imminenti collaborazioni con TSIDMZ e Post Contemporary Corporation. Attualmente stiamo girando un nuovo videoclip un po' erotico e morboso, con la collaborazione della mistress Katrina Selkis. Abbiamo già alcuni demo e diverse idee per il nostro nuovo album: un brano dovrebbe intitolarsi "Lombroso Was Right", e da un punto di vista musicale si ispira vagamente all'electro-chic di Sebastien Tellier.
Riguardo al live, i nostri brani sono piuttosto complicati e difficili da eseguire dal vivo, se non con una band ben preparata e composta da vari elementi. Sebbene la nostra intenzione sia quella di restare un progetto da studio, non escludiamo totalmente la possibilità di suonare dal vivo, ma nel caso saranno eventi speciali e molto rari, da non perdere!"
Christian: "Daniele ed io abbiamo una marea di materiale in cantiere per Consenso: dobbiamo ancora riflettere sulla direzione da prendere, in bilico tra synthpop e atmosfere più ricercate alla Notwist.
Finalmente sto lavorando al nuovo disco di TourdeForce: circa sei brani sono ormai pronti, sono forti e suonano electro-wave. Ti svelo un possibile titolo di produzione: "Jedem Das Seine". Sto valutando un paio di proposte discografiche, ma sono incerto. Alla fine non escludo di pubblicarlo con la mia etichetta, My Owl Music: voglio il totale controllo su quest'opera, che forse sarà l'ultimo capitolo di TourdeForce dopo quasi 10 anni di attività."
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Abbiamo parlato prima del vostro ampio potenziale, che è sotto gli occhi di tutti. Oltre a ciò, quanto vi sentite legati alla scena propriamente detta 'dark' e, in linea di massima, a quali fette di pubblico guardate con più fiducia?
Christian: "Non ci sentiamo legati a nessuna scena in particolare, e non ne sentiamo il bisogno. Aspiriamo ad un pubblico colto e raffinato, ad ascoltatori di mentalità aperta che possano apprezzare la nostra alchimia e la nostra sperimentazione. Seguiamo il dogma di Old Europa Cafe."
Lisa: "Amen!"
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