04-01-2010
FRANK ROTHKAMM
"Frank Genius Is Star Struck"
(Flux Records)
Time: (31:42)
Rating : 6
Nato in Germania e trasferitosi negli States, Frank Rothkamm proprio in Los Angeles trova il substrato ideale (e forse anche il target adatto) alla sua 'deontologia' sonora. Post-modernismo quasi futurista e rifiuto dell'uso del testo come trasmissione di concetti se non in modo ermetico: semmai l'uso della parola cantata è l'associazione canto-sound tra equilibri ed onomatopee (un "Je Sens La Vie" ripetuto in eterno mentre si insinua nel ritmo quasi 'jungle' di "La Vie" ne è l'esempio più immediato). La musica di Frank Rothkamm nasce ufficialmente nel 1990 con il debutto su cassetta "The Cult Of Cunt" per conto della Kult Production, ed in seguito la carriera dell' estroso artista si sviluppa lenta con uscite mirate e rade, almeno fino al 2008, complice anche l'autoproduzione con la sua Flux Records del proprio estro, sempre in bilico tra electro-funky spesso 'macchiato' di free-jazz, jungle e anarchie tipicamente 'clubber'. Ne deriva un sound ostico che necessita di supporti coreografici veri e propri: se lo scopo di Rothkamm dovesse essere l'arte della danza, non mancherebbero in "Frank Genius Is Star Struck" le ispirazioni per dar modo a corpi danzanti di esprimere il movimento seguendo le sincopate strutture del suono. Oppure l'alternativa visiva come diverso supporto del suono è l'altra soluzione ipotizzabile. Sicuramente in altri contesti la musica di questo full-lenght può trovare estimatori che meglio apprezzino le capacità del Nostro, ma per il pubblico del nostro ambito mancano quelle destinazioni più propense all'ambient che anche nell'IDM più breackcore si manifestano generose. In poche parole: troppa anarchia pregiudica le linee di strutture che sicuramente avrebbero necessità di espressioni maggiormente ponderate. Ne è un esempio l'ottimo brano (rallentato e 'gestito' dalle piccole plettrate riverberate di chitarra) "Bouncing Bubbles", dove effettivamente l'assetto sonoro si 'ovatta' dando l'idea di palloncini rimbalzanti. Indubbiamente Frank Rothkamm non è deficitario nel concettualizzare la sua musica, e se in futuro episodi come "Bouncing Bubbles" dovessero ripetersi (senza ovviamente pregiudicare la schizofrenia elettronica di altri momenti, per non cadere nell'opposto), non sarà un problema accostarsi con più interesse verso questo eclettico piccolo genio.
Nicola Tenani