28-08-2012
BEYOND SENSORY EXPERIENCE
"Modern Day Diabolists"
(Cyclic Law)
Time: CD (57:18); DVD (09:01)
Rating : 6.5
Torna a farsi vivo un altro act della dark ambient scandinava di seconda generazione, quei Beyond Sensory Experience messi in piedi da nomi importanti della scena come Jonas Aneheim (già componente di Mz. 412, Pouppée Fabrikk ed autore di ottimi lavori in coppia con Nordvargr) e K. Meizter, quest'ultimo noto anche per pregevoli lavori solisti. Rispetto agli esordi, ed in particolare alla trilogia "Tortuna"/"Ratan"/"Urmula" prodotta nel 2003 dalla Old Europa Cafe, si ha un allontanamento dal classico sound dark ambient, fatto già evidente negli ultimi album usciti per la Cold Meat Industry. In "Modern Day Diabolists" aumenta la componente sperimentale, sebbene le modalità di costruzione dei brani rimangano legate all'ambito industrial, con una forte propensione verso atmosfere solitarie e isolazioniste. Nonostante le pochissime informazioni fornite nell'artwork, il concept sembra ruotare attorno alla modernità e a ciò che rimane quando il mondo rutilante si ferma, le luci si spengono ed arriva una realtà diversa, appunto quella dei "Modern Day Diabolists". I suoni sono flebili e sottili, sempre in bilico tra il silenzio e l'ultimo anelito, creando spesso panorami freddi e nebbiosi, specchio di un'interiorità prossima alla fine. L'attacco di "Through The Underworld" è dei migliori, incentrato su un drone minimale e triste che sorregge delle ignote parole, fino all'entrata di una base ritmica dalle fattezze vagamente minimal-wave. Con la seguente "Hailstone Reactor" si entra nella struttura vera e propria del disco, fatta di rumori naturali, forse frutto di field recordings, accostati a voci in loop, temi di synth fortemente malinconici e drones estratti dalle corde di una chitarra elettrica: il tutto assume le fattezze di una ninnanna crepuscolare e depressiva, proseguita da un tema noise che si stende come un velo denso su tutto il resto. La successiva title-track segna il momento più industriale dell'opera, con una base cupa e circolare che si ripete per tutto il pezzo, variata di poco dall'innesto di voci e rumori. Con "Between Sleeping And Waking" si torna alla tranquillità uggiosa, con un triste motivo di chitarra accoppiato ad un tappeto di synth: anche in questo caso è la circolarità a spadroneggiare tra nebbie e vuoti interiori. In "Rapt From Earthly Things" è l'eco di un pianoforte a far coppia con un filo di drone; il resto è silenzio fino all'entrata di una melodia sintetica, anch'essa ripetuta in loop in un tripudio di gelo e solitudine. Drone lineare e tetro anche per l'avvio di "Lost In Habblahester", poi variato da rumori provenienti da un ambiente umido con effetti a rimbombo; la chiusa vede flebili note di tastiera alternarsi a rintocchi melodico-metallici. Un lento e solitario tema di piano apre "The Testimony Of Memory" su cui si collocano parole perse nella lontananza; col passare dei minuti tutto si colora di rumori artificiali, piccoli clangori e stridolìi metallici, fino all'arrivo di un tappeto torbido che stende ruggine su ogni cosa. Con "Geometric Fashion" tornano le ritmiche, stavolta ricavate da piccoli rumori ripetuti in serie, quasi a creare dei pattern cibernetici sotto cui si stende la solita depressiva eco di piano: senza dubbio il pezzo più originale del disco. La lunga "Locating Imaginary Events In Real Places", posta a chiudere il CD, raccoglie le peculiarità degli altri brani, tra gelide melodie di chitarra ripetute all'infinito, piccoli boati che sembrano assumere le fattezze di ritmi sgonfi, voci filtrate che si perdono all'orizzonte, abbassamenti tonali, minimi drones aggiuntivi e rumori di contorno a cesellare l'ambientazione creata. "Modern Day Diabolists" è un album tutt'altro che immediato, richiede ascolti attenti e molteplici, possibilmente in cuffia o con un impianto stereo potente che permetta di cogliere i particolari sonori e farsi avvolgere totalmente da un sound esile e sussurrato. C'è una maggiore ricerca sonora rispetto ai lavori precedenti, ma i tempi per assimilare l'opera non sono brevi. Rimane una somiglianza forte con act italiani tipo Selaxon Lutberg e Subinterior, da cui il duo scandinavo si differenzia solo per toni più scarni e minimali. La bella confezione in digipak è accompagnata da un DVD contenente i video di due brani, opera di Retardtank e Fetish 23: si tratta di elaborazioni digitali che completano il tutto, spingendosi non oltre i limiti della mera curiosità.
Michele Viali